15 Lug 2016

Monster Hunter Generations – Recensione

Dieci anni sono davvero tanti, anche per i videogiochi. Monster Hunter Generations è infatti la celebrazione di questo decennio dedito alla caccia di mostri, alla creazione di armature e di armi e alla condivisione con amici dell’esperienza stessa della caccia. Una celebrazione entusiasta, perché negli ultimi anni la serie Capcom può definirsi tutto fuorché uguale a sé stessa: le novità introdotte, tra accessibilità e vere e proprie nuove meccaniche, sono infatti tutte piuttosto riuscite. Dalla rinnovata verticalità di Monster Hunter 4 Ultimate a tutta una serie di migliorie che rendono Generations non solo una celebrazione del passato, ma anche un assaggio di ciò che ci riserva il futuro di questa grande serie.

Come ogni celebrazione che si rispetti, il passato si fonde al nuovo: Monster Hunter Generations porta con sé un nuovo villaggio, quello di Bherna, nuovi mostri (circa 10, più tutti quelli che già abbiamo avuto modo di conoscere) e una prospettiva meno orientata alla storia come nel 4° capitolo e più alla celebrazione, appunto. Sono presenti infatti villaggi e personaggi del passato, dal primo Monster Hunter fino al Portable 3rd, mai apparso in Occidente. Con questo escamotage, Capcom oltre a proporre una serie di nuove ambientazioni come di consueto, permette di visitare sotto una rinnovata veste alcune delle mappe storiche della serie, come quelle legate al villaggio Pokké, ricolmo di ricordi per quel Freedom Unite che resta uno dei più alti picchi mai raggiunti dalla serie.

Nuove ambientazioni, dunque, che sfruttano la rinnovata verticalità e interazione introdotta nel 4U ma che, purtroppo, non riesce ad estendersi completamente alle mappe appartenenti al passato: la nostalgia è tanta e rivederle è un’emozione, ma il lavoro di “restauro” al di là dell’aspetto grafico lascia un po’ il tempo che trova.

Nonostante la compatibilità con i movimenti del nostro cacciatore, le vecchie mappe sono, appunto, vecchie e non rispondono agli standard che la serie ormai impone. La sensazione di nostalgia farà presto spazio a quella di stanca, ma fortunatamente le novità interessanti sono ben altre, e questo piccolo particolare verrà presto dimenticato in favore di qualcosa di ben più esaltante: gli stili e le arti da caccia.

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Che la serie di Monster Hunter sia sempre stata piuttosto impegnativa è un dato di fatto. La curva di sfida e apprendimento un tempo era ripidissima, e bisognava davvero lasciarsi catturare per avere la forza d’animo di proseguire.

Dal 3° capitolo in poi, la volontà di Capcom di rendere l’esperienza di caccia sempre più accessibile, stimolando anche i neofiti, era piuttosto chiara. Il lavoro in questo senso ha trovato pieno sfogo nel 4° capitolo, che con una maggiore velocità d’azione ed una serie di accorgimenti avevano reso l’esperienza meno “pesante”, abbracciando un bacino d’utenza sicuramente maggiore. Monster Hunter Generations fa qualche passo in più: insieme ad una gestione del crafting più accessibile, con un sistema più flessibile e meno esigente in termini di materiali, si va ad aggiungere una nuova, complessa e interessante gestione del battle system.

Combo, movimenti e vere e proprie mosse speciali, chiamate arti, trovano sfogo nei cosiddetti stili di caccia. Quattro ad esser precisi, che vanno sostanzialmente a differenziare le combo e il parco mosse di ogni arma: quello Gilda, ad esempio, è perfettamente fedele al parco mosse tradizionale; quello Aereo si focalizza invece sugli attacchi in salto, permettendo alla schivata di diventare un punto di partenza per effettuare attacchi aerei. Gli ultimi due, Ombra e Offensivo, sono sicuramente i più interessanti: il primo permette di effettuare contrattacchi devastanti a patto di effettuare schivate perfette; il secondo, come suggerisce il nome, è indicato per chi fa della forza bruta il suo mantra, con ben 3 slot (rispetto ai 2 degli altri stili) che permettono di equipaggiare attacchi e combo devastanti differenti per ogni arma.

Non abbiamo mai giocato un Monster Hunter così veloce e furioso

Il lavoro svolto da Capcom in termini offerta è incredibile, la varietà di combinazioni è entusiasmante, e le possibilità offerte da questa nuova meccanica sia per i neofiti che per gli esperti sono tantissime. Non abbiamo mai giocato un Monster Hunter così veloce e furioso, e siamo sicuri che il futuro riservi a queste nuove opzioni grandi cose. Soprattutto perché, nonostante i buoni propositi, non tutto è bilanciato a dovere: alcune combinazioni tra stili, armi e arti sono devastanti, mentre altre non rappresentano una valida alternativa penalizzando dunque determinati approcci rispetto ad altri, laddove invece il tutto dovrebbe essere equilibrato e omogeneo.

Altra novità importante, che va a configurarsi come nuovo punto di partenza per i neofiti in cerca di prime esperienze meno “traumatiche” è la modalità Cacciamiao, una vera e propria alternativa che permette al giocatore di mollare i suoi panni da cacciatore e vestire quelli di un… felyne. Proprio così, i panni dei famosi felini dell’universo del gioco Capcom avranno in Monster Hunter Generations un doppio ruolo: accompagnare il giocatore, come al solito, e diventare veri e propri personaggi giocabili, con abilità e moveset specifici, per supportare altri giocatori in multiplayer o affrontare missioni specifiche, e prendere in questo modo confidenza con il mondo spesso punitivo del titolo Capcom. Una modalità forse fine a se stessa e che raramente potrà essere apprezzata dai giocatori più esperti, ma che si presenta coerente con la funzione che vuole svolgere, essere un’alternativa per i giocatori meno avvezzi a questo tipo di esperienza.

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Per gli assidui frequentatori di taverne e battute di caccia, poco sembra essere cambiato: il cuore di Monster Hunter Generations è in sostanza quello del 4° capitolo, e sebbene queste nuove caratteristiche ne migliorino l’accessibilità e, forse, lo rendano un pochino più facile, il cuore cattivo e un po’ testardo c’è sempre, con l’introduzione dei mostri Devianti, che vanno a sostituire il classico endgame delle ben note missioni di grado G.

Il cuore di Monster Hunter Generations è in sostanza quello del 4° capitolo

Questi ultimi non sono altro che delle variazioni dei mostri già conosciuti, da sbloccare seguendo un iter particolare (che non vi sveleremo), con moveset completamente stravolti ed un’aggressività senza pari. Anche un Lagombi qualsiasi vi sembrerà feroce e violento come un Tigrex, per delle cacce entusiasmanti, soprattutto se giocate in compagnia.

La modalità multigiocatore è ancora il cuore dell’esperienza, e la nostra prova ha confermato quanto di buono era stato già fatto nel precedente capitolo: più flessibilità nel sistema a “stanze”, una buona interazione con la chat di gruppo e un netcode assolutamente perfetto, che pochissime volte ha mostrato il fianco a disconnessioni di sorta, spesso causate da problemi con l’host più che dalla fragilità del codice. Per un titolo come Monster Hunter, questo è sicuramente uno degli aspetti più importanti: una caccia è reale solo se condivisa, dopotutto.

Conclusioni

Monster Hunter Generations è una celebrazione con i fiocchi, che va a “chiudere” 10 anni di avventure ad abbattere mastodontici mostri celebrando il passato e ponendo delle nuove basi per il futuro. Quest’ultimo dovrà sicuramente fare un passo avanti dal punto di vista tecnologico, con un motore sì efficiente e gradevole ma che mostra sempre più il peso degli anni, anche con il pregevole effetto 3D attivo. Fortunatamente il gameplay non è dello stesso avviso, e dalle solide basi costruite con il 4° capitolo Capcom ha dato vita ad una nuova struttura, fatta di arti e stili di caccia che migliorano l’esperienza, aggiungono possibilità e varietà e soprattutto permettono al titolo di essere veloce, violento e soddisfacente come mai prima d’ora.

I contenuti sono sempre tantissimi, e con l’introduzione dei mostri devianti anche i più audaci potranno provare il significato della vera sfida, senza dimenticare uno degli aspetti più riusciti del brand Monster Hunter degli ultimi tempi: l’accessibilità. Monster Hunter Generations è accessibile in tanti modi differenti, dal modo in cui è possibile craftare l’equipaggiamento, alla velocità con cui è possibile svolgere compiti spesso tediosi come la raccolta di materiali in giro per la mappa. Monster Hunter Generations è, come suggerisce il nome, un primo passo verso una nuova generazione di cacciatori, di mostri e di avventure, ed è un primo passo che poggia con decisione su fondamenta solide che non vediamo l’ora di esplorare in futuro.

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