Moonlighter

Moonlighter – Recensione (PS4 & Switch)

C’è stato un tempo ostico per i videogiochi, un periodo in cui lo sviluppo era molto più complesso rispetto ad oggi, e che nonostante tutte le difficoltà ha saputo stupire e nello stesso tempo mettere le radici, ispirando negli anni tantissime software house. Crediamo fortemente che il percorso tracciato da Shigeru Miyamoto con la saga di The Legend of Zelda abbia aperto un universo a giovani, ma anche esperti del settore, per continuare a percorrere quel tragitto con idee sempre più in linea con le corde dei videogiocatori.

Un po’ di questa magia l’abbiamo vissuta con Moonlighter, un ispiratissimo Action/RPG in salsa roguelike, sviluppato da Digital Sun e (pubblicato da 11 bit studios, gli autori di Frostpunk e This War of Mine) e reduce da una buonissima campagna Kickstarter, che consegna nelle mani dei giocatori un titolo completo dotato di un fascino unico. Questo fascino è dato principalmente dalla sua natura un po’ atipica che permette, nei panni di Will, di essere degli avventurieri di notte andando ad affrontare temibili dungeon ricchi di insidie e commercianti di giorno, per arricchire le casse ed essere ancora più preparati ad affrontare pericoli.

Vogliamo precisare prima di subito che Moonlighter è un videogioco molto ambizioso, longevo e magnetico, come scopriremo durante la nostra analisi. Essere degli eroi è molto importante ma diventare un commerciante convincente potrebbe dimostrarsi un’impresa più ardua del previsto.

Moonlighter
Devo raggiungere lo scheletro, toglietevi di mezzo!

Le migliori storie narrano di leggende, di avventure che devono appagare il lettore, o nel nostro caso, il giocatore. Quella di Moonlighter racconta che in un’epoca remota, nel corso di alcuni scavi archeologici, fu portata alla luce una serie di varchi ultradimensionali. Le persone erano allibite, non capendo esattamente dove potessero condurre quelle porte misteriose ricoperte da una strana gelatina, probabilmente in altri regni e nuove dimensioni. Accanto al sito archeologico venne costruito un piccolo villaggio di commercianti chiamato Rynoka, che permetteva a coraggiosi quanto temerari avventurieri di entrare in possesso di tesori inestimabili. Inutile dire quante persone hanno perso la vita durante queste imprese disperate per arraffare bottini. Ma un giovane negoziante, che ha la forte ambizione di diventare un vero eroe, tenterà questa impresa di notte mentre di giorno sarà occupato a gestire la routine quotidiana del suo negozio (lasciato in eredità dai genitori).

Soffermiamoci proprio su questi ultimi aspetti: gestire un negozio di giorno ed essere degli eroi di notte. Un lato che rende questo titolo assai intricato e originale, perché mischia l’aspetto di social simulation a quello del gioco di ruolo in modo davvero ingegnoso. Ma andiamo per gradi: il vostro obiettivo primario è quello di far rinascere il villaggio e migliorare i vostri affari, che ovviamente vi consentono di vivere una vita estremamente dignitosa. Ma un negozio comporta delle responsabilità e soprattutto la necessità di possedere materie prime, ovvero la merce da vendere, altrimenti prima di subito sarete costretti a mettere il cartello dinnanzi la porta con su scritto “chiuso per fallimento“. La prima cosa da fare quindi è armarsi di una scopa e andare nel dungeon a fare un po’ di scorte: certo, la scopa non è proprio l’arma ideale per sconfiggere ondate di avversari, ma purtroppo è l’unica risorsa all’inizio dell’avventura. Molto presto, infatti, verrete schiacciati dal peso della realtà e sbattuti fuori dal sotterraneo, ma riuscirete ad ottenere l’aiuto di un arzillo vecchietto che vi offrirà uno scudo e una spada (eppure tutto questo ci ricorda qualcosa, vero “A Link to the Past”? – ndr), data l’ostinazione del protagonista di intraprendere questo folle viaggio.

In Moonlighter tutti gli ingranaggi sono incastrati bene e permettono di procedere nell’avventura in modo originale

A questo punto il tutto risulta molto più accessibile ma non proprio semplice semplice, in quanto per riuscire ad arraffare più bottino possibile occorre essere adeguatamente potenziati e ben equipaggiati. Venendo al sodo in Moonlighter, a differenza dei GdR classici, avrete un approccio diretto con tutto il mondo di gioco in cui per far cassa bisogna rivendere il bottino e piazzare il miglior prezzo sul mercato. Questo primo aspetto del gioco è molto importante perché consente di arrivare preparati ai vari dungeon, con molti soldi messi da parte che, come scopriremo, serviranno in modo attivo per scappare velocemente in caso di pericolo dai vari livelli.

Moonlighter è un gioco in cui bisogna tenere in considerazione moltissimi aspetti, e non ci si può buttare a capofitto nella mischia ma bisogna programmare con premura le proprie priorità. Nei vari dungeon si possono raccogliere materie prime utili per la creazione delle varie armature, pozioni o incantesimi ma anche aprire forzieri che contengono prodotti estremamente ricercati dai collezionisti, per somma gioia delle vostre tasche. Insomma, ogni giorno, prima di partire per l’avventura occorre pianificare quello che dovrete poi fare: mi dedico alla ricerca delle materie prime oppure a scoprire tesori da poi rivendere in negozio? Sta solo a voi deciderlo, ma sicuramente questo aspetto lo rende decisamente appetibile e in un certo senso “strategico”, facendo immergere il giocatore nella vita di Will a 360°. Ma non è tutto così semplice: lo zaino può contenere un numero limitato di risorse, quindi prima di uscire dal dungeon (dietro il pagamento di un corrispettivo in denaro che si fa sempre più alto man mano che si avanza) dovrete fare una cernita di quello che vi serve e scartare ciò che è inutile (oppure convertirlo in denaro con un apposito accessorio in dotazione).

Moonlighter
Che emozione! Auron nel mio negozio: “sono pronto a plasmare la storia con le mie mani”.

Una volta aver collezionato un numero cospicuo di oggetti potrete posizionarli tranquillamente sui vari scaffali del negozio e indicare un prezzo di vendita. Ora siete pronti per aprire l’attività: i vari visitatori osserveranno molto attentamente la merce e con delle emoticon esprimeranno un giudizio sul prezzo proposto. Se saranno scontenti dovrete abbassare il prezzo e allinearlo alle loro esigenze, ma attenti nel farlo perché potreste scendere troppo permettendogli di fare un grande affarone. Inoltre determinati clienti potrebbero farvi delle richieste particolari: ad esempio entro 3 giorni procurargli 5 unità di concime o di materiali speciali. Se riuscirete a soddisfare le loro esigenze vi elargiranno un compenso davvero niente male. Ma un negozio così ben avviato attira inevitabilmente svariati ladri: mentre sarete occupati ad allestire le varie mensole, i vari farabutti (tra cui un moccioso, nel vero senso della parola) sgattaioleranno tra i vari banconi e proveranno a fuggire con il malloppo (che guarda caso è sempre quello più prelibato), ma potrete fermarli e gonfiarli come una zampogna.

L’aspetto del commercio è ben implementato e rappresenta forse il fattore più soddisfacente dell’intera esperienza, rendendolo di fatto l’elemento cardine per proseguire l’avventura. Inoltre potrete espandere il negozio, posizionare più banconi, allestire un reparto con gli oggetti in sconto e dotare la cassa di bonus sulle vendite. I vostri soldi serviranno anche per finanziare le botteghe di altri abitanti, tra cui il falegname e l’incantatrice che dietro un evitabile dazio e consegna di materie prime vi forniranno vari potenziamenti per rendervi dei veri predatori di dungeon.

A questo punto è arrivato il momento di addentrarsi nei vari sotterranei di gioco, quelli che come dicevamo sono ricchi di risorse ma anche di spietati avversari. Proprio così, non pensate che sia una semplice scampagnata quella che vi attende perché i vari villani non esiteranno nemmeno un momento a fare polpette con la vostra tenera carne. La difficoltà si fa sentire, soprattutto ai livelli più alti e se si è male equipaggiati. I roguelike sono caratterizzati da elementi comuni: mappe generate in modo casuale, morte permanente e movimenti a turni. Moonlighter si basa proprio su questo stile: le varie stanze che costituiscono il dungeon si generano in modo casuale non consentendovi di memorizzare il percorso per trovare l’uscita, rendendo effettivamente l’esperienza sempre diversa. Dovrete anche fare i conti con il game over: se finirete K.O. non solo verrete letteralmente “sputati” fuori, ma perderete anche tutto quello che avete messo in borsa rendendo futile la traversata. Ogni dungeon è costituito da 3 aree accessibili dopo aver scoperto il portale: le zone presentano un numero sempre crescente di creature dotate di un livello di forza superiore, cofanetti e materiali. E per concludere, l’immancabile boss di fine area, da dover sconfiggere con una strategia ben precisa, che vi donerà una delle quattro chiavi per aprire il dungeon finale. Ma fate attenzione: il bestione finale non sarà così facile da buttare giù e occorre essere equipaggiati nel modo giusto, altrimenti vanificherete in un baleno tutte le vostre fatiche. Inoltre potrete, sempre dietro il pagamento una cospicua offerta, fissare un portale – una sorta di checkpoint – nel punto in cui siete arrivati così da poter ritornarci in un secondo momento: questa potrebbe rivelarsi un’ancora di salvataggio per non perdere tutti i materiali raccolti e riprendere fiato.

Moonlighter
Di te ne ho fatto polpette e ora mi prendo anche il tesoro!

Come avrete sicuramente intuito Moonlighter è stato sviluppato con molta cura e non lascia davvero nulla al caso, tutti gli ingranaggi sono incastrati bene e permettono di procedere nell’avventura in modo originale e personalizzato: ognuno può scegliere l’approccio migliore con cui farsi catturare da questa esperienza. Lo abbiamo giocato a lungo e non vi nascondiamo di aver provato su pelle l’amaro sapore della sconfitta, soprattutto al massimo livello di difficoltà che offre una sfida veramente impegnativa: e non può essere che un bene per quei giocatori hardcore che vogliono davvero mettersi alla prova.

Un’esperienza immersiva ed emozionante

Moonlighter ha dalla sua uno stile pixel art davvero molto bello, che continua a dimostrare che non sempre il “graficone” è sinonimo di puro incanto. Tutte le vicende sono accompagnate da una colonna sonora con un tocco medievale, un po’ sul modello di quelle di The Witcher 3, che riescono a trasmettere emozioni risultando perfettamente azzeccate. Non parliamo poi della longevità che potrebbe superare tranquillamente le 30 ore, qualora si volesse fare ogni cosa e dedicarsi al crafting e alla ristrutturazione del villaggio.

È difficile capire in cosa incespichi questa avventura, perché dal nostro modestissimo punto di vista ci è sembrato tutto armonicamente sensato nonostante la trama abbastanza leggera e l’assenza della lingua italiana. Bisogna tenere comunque in considerazione che essendo un Action/RPG Roguelike potrebbe suscitare qualche frustrazione nella gestione dell’inventario e cascare in situazioni di inevitabile ripetitività, causate principalmente dalla sua natura crafting. Sicuramente Moonlighter è un prodotto adatto ai giocatori più devoti, che amano l’esplorazione e il commercio diretto, e meno adatto a chi vuole un’avventura mordi e fuggi.

Versione Nintendo Switch

Lo abbiamo divorato su PC e console, ma potevamo forse farci sfuggire l’occasione di tornare ad esplorare dungeon e a rimpinguare il magazzino del nostro negozio anche su Switch? Moonlighter è finalmente arrivato anche sulla console ibrida di Nintendo e, non troppo sorprendentemente, è più bello che mai: in modalità docked il suo peculiare art design non ne esce troppo sacrificato, complice il sapiente uso della pixel art, ma è in modalità portatile che il gioco riesce a dare il meglio di sé.

Si tratta di un porting 1:1, che non supporta nemmeno i controlli touch, ma è proprio la dimensione portatile il vero valore aggiunto, grazie anche alla natura di Moonlighter che offre sessioni mordi e fuggi, un dungeon generato proceduralmente dopo l’altro. Nulla vi vieterà di passare una o due giornate (in-game, una decina di minuti nella realtà) quando avete un momento libero, magari in pausa pranzo, e “farmare” un po’ di denaro. Insomma, sia che abbiate atteso per acquistarlo, con l’idea di giocarlo in modalità portatile, sia che vi sia piaciuto a tal punto da volerlo rigiocare quando vi pare e piace, prendetelo assolutamente (anche) su Switch, senza batter ciglio.

Testo a cura di Icilio Bellanima

Conclusioni

Già dalla sua prima apparizione su Kickstarter, Moonlighter dava l’impressione di avere tutte le carte in regola per regalare un’esperienza immersiva ed emozionante. Così è stato: un perfetto mix di social simulation, nella fase della gestione del negozio, con l’action/RPG Roguelike nell’esplorazione dei vari dungeon. Questo prodotto è stato studiato con la massima cura dai ragazzi di Digital Sun, un esempio concreto di come la fiducia dei backer sia stata adeguatamente compensata.

Moonlighter mette in campo una componente strategica in cui conta solo l’abilità del giocatore per proseguire nelle vicende e scegliere il miglior approccio possibile. Un gioco che fa ingegnare la mente, fa pensare e fa divertire in modo assolutamente unico. Certo, sono presenti momenti in cui la ripetitività si presenta in modo prepotente, soprattutto in fase di crafting, ma d’altro canto è inevitabile per proseguire nel migliore dei modi.

Per noi è decisamente promosso, senza alcuna riserva, perché premia in modo convincente i giocatori più dediti. Bisogna constatare che ultimamente le produzioni dove c’è lo zampino di 11 bit studios (in veste di sviluppatore o publisher) non sbagliano un colpo, basti pensare a Frostpunk e This War is Mine, e Moonlighter conferma questo stato di assoluta grazia.

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