Moonscars è il perfetto punto d’incontro tra Salt & Sanctuary e Dead Cells. Recupera le tinte oscure e gotiche del primo, eredita il ritmo dell’altro, in un metroidvania di stampo classico, che tuttavia riesce perfettamente nel compito di intrattenere a dovere sino ai titoli di coda, raggiungibili in una decina di ore circa.
Premesse narrative e art design sono certamente tra le principali caratteristiche che decretano la fortuna del buon esordio di Black Mermaid, software house che è stata in grado di proporre al pubblico un’esperienza certamente soddisfacente, per quanto non priva di alcune sbavature.
Grey Irma è un’indomita guerriera nata per volere dello Scultore, essere dotato di capacità sovrannaturali che ha costruito il suo esercito personale usando argilla, ossa e gocce di sangue immortale. Esausta, dopo l’ennesima battaglia, l’eroina protagonista del gioco sarà sopraffatta dal desiderio di trovare risposte alle domande esistenziali che da tempo si fanno strada nella sua mente. Partirà così in cerca del suo creatore, imbattendosi in una manciata di personaggi tutt’altro che generosi di informazioni chiare ed esplicative, oltre che di una moltitudine di nemici e mostruosità assortite che assediano i dintorni della fortezza diroccata che funge da unico scenario dell’epopea.
Moonscars, un po’ alla Dark Souls, vive di suggestioni e situazioni enigmatiche che lasciano puntualmente più dubbi che certezze. Non troverete risposte chiare e nette, ma l’avventura introduce tematiche filosofiche assolutamente interessanti, tutte incentrate sull’autodefinizione dell’io e sul libero arbitrio.
Anche lo scenario è in grado di ammaliare l’utente, nonostante la monocromaticità e l’assenza di biomi alternativi rendano certi passaggi visivamente ripetitivi. Ciononostante, l’inquietante bagliore della Luna sullo sfondo, le macerie del castello in rovina, gli stretti e bui cunicoli, sono perfettamente in grado di creare panorami evocativi e sinistramente affascinanti.
In termini di gameplay, come accennato poco sopra, ci troviamo di fronte ad un metroidvania piuttosto classico, che non esplora più di tanto la componente ruolistica, mapreferisce tenere impegnato il videogiocatore proponendogli un livello di sfida notevole.
Grey Irma non ha moltissime frecce nella sua faretra. Può sfoderare brevi combo, parare e schivare le offensive nemiche, ma bastano un paio di fendenti ben piazzati per rispedirla all’ultimo checkpoint. Ad ogni run, in pieno stile roguelike, potrà ottenere bonus di varia natura che si azzerano ad ogni game over. Inoltre, può eseguire un attacco molto potente, ma lento da caricare, non appena la stessa barra che gli consente di recuperare vita, un po’ come in Hollow Knight (che potete acquistare sullo shop online di GameStop), è sufficientemente piena. Questa, di fatto, è una feature molto interessante nell’economia di Moonscars, visto che costringerà spesso e volentieri l’utente a scelte disperate, decise all’ultimo secondo. Recuperare preziosi punti vita o tentare un colpo speciale che potrebbe terminare all’istante il duello?
Persino la gestione dei checkpoint pone ulteriori difficoltà al giocatore
In questa prospettiva, l’assenza di un vero e proprio skill tree, di chissà quali oggetti d’equipaggiamento e mosse da sfoderare, sono tutti pregi del titolo, che punta sulla basilarità del combat system per costringere il giocatore a dare il meglio di sé in ogni occasione, a soppesare attentamente ogni scelta compiuta, a sfruttare il più possibile lo scenario attorno a sé, spesso ricco di trappole che possono essere utilizzate a proprio vantaggio.
Anche la gestione dei checkpoint pone ulteriori difficoltà al giocatore. Come in un Soulslike questi raccordi sono fondamentali per incrementare, pur lievemente, le statistiche del personaggio, ma utilizzarli faranno materializzare un doppelganger che farà di tutto per eliminarvi. Anche in questo caso, insomma, si tratta di soppesare attentamente il da farsi, considerando costantemente pro e contro.
Come anticipato, purtroppo, non mancano piccole sbavature che mortificano lievemente la produzione. Al di là della già citata ripetitività dello scenario, di tanto in tanto si palesa una certa imprecisione del sistema di controllo. Non è nulla di così marcato, invadente o frequente, ma in un gioco che fa della difficoltà di fondo uno dei suoi principali cardini non è affatto piacevole perdere una complessa boss fight per colpa di un input mal interpretato dal software.
Moonscars è un più che discreto metroidvania che saprà fare la gioia dei tanti amanti del genere o di chi cerca un’avventura dai toni cupi che affronta tematiche ontologiche con il giusto piglio. Il combat system basilare, ma estremamente adrenalinico e votato alla strategia, farà la gioia di chi cerca una sfida diretta, immediata, non filtrata da troppi parametri di stampo ruolistico. Varietà di nemici e boss fight mai scontate rendono ogni scontro emozionante. Il discreto level design spinge all’esplorazione. Lo scenario, dal canto suo, affascinerà chi ha il debole per l’arte gotica. Peccato per la ripetitività di alcune ambientazioni, per un sistema di controllo non sempre perfetto e per la mancanza di qualche feature in più che potesse distinguere maggiormente Moonscars dalla concorrenza. Un titolo consigliato se amate i metroidvania. |
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