In un momento come questo, dove le moto non possono essere guidate né dai fan né dai piloti in persona, l’uscita anticipata dei simulatori videoludici è manna dal cielo.
MotoGP 20 arriva infatti il 23 aprile con novità dal punto di vista contenutistico, una rinnovata propensione verso gli esport e altre leggende del passato con cui correre.
Ma può essere tutto rose e fiori quando si offre ai giocatori un prodotto con largo anticipo e, soprattutto, basato su un campionato che non è nemmeno partito, un po’ come quello di Formula 1?
Le buone intenzioni a MotoGP 20 non mancano, soprattutto guardando quanto è migliorata la modalità Carriera, in grado di dare una lezione praticamente a tutti gli altri giochi motoristici basati su un campionato reale. È un mix di managerialità in cui non si è solo piloti, ma anche visionari all’interno di un team ufficiale oppure fittizio.
MotoGP 20 permette infatti di partire anche dalla Moto3, scegliendo una scuderia a cui affiliarsi e assumendo poi un manager. Una volta entrati nell’ufficio virtuale, praticamente senza cutscene di rito, è subito possibile gestire le risorse e i membri del team, andando a sviluppare la moto in determinate aree grazie alle competenze delle varie persone.
Lo sviluppo richiede tempo, ma ce n’è tanto a disposizione. Si parte infatti dai test invernali, occasione valida per sperimentare tra tre pacchetti di modifiche diversi e soprattutto conoscere i due nuovi sistemi di gestione delle ruote e del carburante. Se le prime sono abbastanza facili da ammaestrare, nonostante siano divise in 3 parti, il secondo è il tallone d’Achille e può causare non pochi problemi in gara. Mi piace però, è un buon modo per rendere più strategico il tutto.
Il pacchetto scelto deve essere utilizzato per la stagione, quindi bisogna fare una scelta oculata. In ogni gara è comunque possibile interpellare l’ingegnere per chiedere piccole modifiche, in una sorta di dialogo davvero comprensibile e aperto anche a chi non capisce proprio nulla di assetti.
La moto esce dunque dal box, si immette in pit-lane e… qui inizia il calvario. MotoGP 20 ha due grandi problemi, uno dei quali intuibile solo con un pad alla mano e l’altro, purtroppo, difficile da risolvere con una semplice patch.
Il primo è legato all’intero comparto audio delle moto a disposizione, che probabilmente ha subito uno sconvolgimento rispetto al capitolo precedente, tanto che sono tornato indietro per ricordare se anche MotoGP 19 soffrisse in questo modo.
Il sonoro del motore è desincronizzato col motore stesso, un incubo per chi come me guida col cambio manuale e dunque si basa anche sul tono per capire quando ingranare la marcia successiva. Ci sono momenti in cui ad esempio la velocità aumenta, ma il rumore resta costante. Altri in cui addirittura il tono diventa meno acuto all’aumentare della velocità.
In preda alla confusione ho anche guardato i video gameplay ufficiali, per scoprire che il problema era già esistente. Solo dopo qualche giorno ho capito come causare volontariamente questo strano fenomeno: a parità di marcia e velocità fissa, il suono di una moto in piega sarà più acuto di una perpendicolare all’asfalto. Non vedo il motivo per cui questa sia una cosa voluta.
È molto più facile accorgersene quando si gioca direttamente, poiché guardando un video è necessario che sia qualcun altro a evidenziarlo. Per fortuna potrebbe bastare una patch, ma è un problema che non sarebbe mai dovuto nemmeno esistere.
L’altro dilemma è legato alla IA, che si comporta molto bene e dà vero spettacolo, ma solo quando non c’è il giocatore principale di mezzo. Il gruppo di moto che si fa largo nel circuito è molto realistico, con solidi tentativi di sorpasso, errori sporadici e quant’altro. Insomma, una IA molto umana e del resto Milestone crede parecchio in A.N.N.A., ma in questa equazione c’è una variabile, il giocatore, appunto, che sembra avere addosso un cartello con scritto “colpitemi”. Anche seguendo le stesse traiettorie degli avversari, in ogni curva c’è sempre qualcuno pronto a buttarmi giù. Posso guidare con qualsiasi attenzione del caso, ma sembra quasi che lo facciano di proposito.
Per fortuna, dopo i primi giri di battaglia tra fuoco e fiamme, pare che la IA perda molto in fatto di performance, probabilmente per gestire gomme e carburante. Se all’inizio della gara non riuscivo infatti ad avvicinarmi tanto per passare, alla fine arrivavo a dare anche 20 secondi di distacco con aria pulita davanti.
Tra i problemi leggermente meno importanti c’è la scelta di poter utilizzare una modalità qualità o performance per la grafica, almeno su PS4 Pro. La prima scelta è praticamente da scartare, poiché 30 fps (o anche meno) non sono semplicemente accettabili per la veloce azione del motorsport. Funziona invece bene quella performance, in grado di raggiungere i 60 fps senza apparenti sacrifici in tema di pulizia e texture.
Milestone continua però il suo lavoro di affinamento nell’ambiente notturno. L’esperienza vista in Monster Energy Supercross 3 porta i suoi frutti quando si corre di notte, con illuminazioni realistiche e buoni riflessi sia sui piloti sia sull’asfalto.
MotoGP 20 è un buon prodotto, ma non certo privo di difetti
Ed è dunque un peccato che ci siano aspetti pesanti a condizionare MotoGP 20, perché di fatto è un buon prodotto, con una fisica che non cambia molto rispetto al passato e animazioni ancora una volta approssimative in determinate situazioni. Però è divertente e introduce una nuova sfida grazie alla gestione di gomme e carburante, dove bisogna stare attenti a entrate in curva troppo slanciate, accelerazioni brusche e soprattutto mappe motore.
Per fortuna rimane la modalità che più avevo apprezzato dello scorso capitolo, ovvero quella legata ai contenuti storici, che ancora una volta rappresentano un modo diverso per approcciarsi a un gioco moderno. Grazie a questi eventi è possibile sbloccare i piloti più conosciuti per utilizzarli in altre modalità libere.
MotoGP 20 arriva più di un mese prima rispetto al periodo di lancio del capitolo precedente. Voglio credere che le imperfezioni nella sezione audio siano dovute solo all’anticipazione della data e che sia possibile risolvere un tale problema entro pochi giorni dal lancio del gioco. In questo momento tanto vale disattivare l’audio per avere la migliore esperienza, e non va assolutamente bene. Al netto di questo, contando anche una IA troppo aggressiva e una modalità grafica “qualità” da dimenticare, MotoGP 20 offre una Carriera con ben pochi aspetti da criticare. Al massimo si può puntualizzare sull’assenza di una storia tra i piloti, ma per il resto sono convinto che gli altri giochi possano solo imparare dalla Carriera di MotoGP 20. MotoGP 19 sembrava aver dato inizio a un trend molto positivo, ma questo successore pare abbia il freno tirato in sezioni che, quando vanno male, vanno veramente male. Spero vivamente che arrivi un aggiornamento ad aggiustare il tutto, ed è per questo che vado fiducioso sul voto finale. |