MXGP 2019

MXGP 2019 – Recensione | Ancora più motocross

Da tempo cerco un gioco di motocross che possa rievocare l’infanzia passata davanti a Motocross Madness. I suoi sequel non sono stati all’altezza, quindi è ottimo che esista una linea ufficiale di titoli come MXGP 2019 a colmare quel vuoto.

MXGP 2019 ci riesce in parte, avendomi dato la possibilità non solo di simulare la carriera di un pilota tra MX2 e MXGP, ma anche di girare liberamente per il Playground in cerca di sfide con difficoltà crescente. Non è però perfetto, soprattutto in tema tecnico. Provato su PS4 Pro, ci sono alcuni aspetti che possono essere corretti o migliorati giusto con qualche patch.

MXGP 2019 mi ha buttato subito nella carriera, cominciata dalla disciplina MX2. È possibile scegliere tra l’entrata nei giochi a piedi pari, ovvero con un solo sponsor alle spalle, oppure quella legata a una squadra. In entrambi i casi ci sono pro e contro: le squadre hanno moto fisse, con poco spazio per la personalizzazione dei componenti per migliorare le performance; gli sponsor singoli invece permettono di scegliere moto e componenti, ma hanno bonus meno remunerativi.

MXGP 2019

Non volendo essere legato a una squadra, ho deciso di fare il lupo solitario gettandomi sulla prima Kawasaki disponibile. All’inizio è ardua comprare le parti meccaniche necessarie per avere quel plus sugli avversari, ma già arrivato a metà stagione ho potuto migliorare parecchio le performance con pezzi di ricambio più avanzati (e costosi).

Questa libera scelta è un aspetto che ho apprezzato molto: MXGP 2019 dà quindi la possibilità di capire quale sia l’approccio più gradito senza modificare nel profondo il vero cuore del gioco, ovvero i weekend di gara.

Ogni tappa è personalizzabile nella lunghezza e nella difficoltà. L’unico aspetto fisso è il weekend diviso in due gare, ma eventualmente si possono aggiungere le qualifiche per decidere in anticipo da che casella partire per vincere lo holeshot e allungare la durata delle corse per renderle più realistiche.

Per quanto riguarda la difficoltà, ammetto che la prima gara è stata una tragedia. Controllare la moto significa anche prevedere quale tipo di risposta ha nel toccare terra o nell’incontrare cunette. Si lavora sempre di preparazione per l’atterraggio e per la curva successiva, un aspetto che, se non approfondito, rischia di rendere frustrante l’esperienza.

MXGP 2019

Nonostante questo, mantenendo un’impostazione facile, anche chi non ha mai preso in mano un titolo del genere può trovare confidenza in qualche giro. Solo i più esperti possono tuffarsi subito nell’azione senza assist, con freni separati tra anteriore e posteriore e soprattutto con una gestione completa del peso del pilota.

Di questo ho apprezzato parecchio la dinamica. Non basta infatti sterzare col manubrio per andare in una certa direzione. Bisogna infatti porsi correttamente col corpo utilizzando l’analogico destro per prepararsi alle risposte della moto. MXGP 2019 non è quindi quel gioco “siediti e schiaccia due bottoni”: per ogni curva bisogna dosare piega e angolazione, senza esagerare per non finire con la faccia nel fango.

Gara dopo gara, oltre ai crediti si acquisisce anche reputazione, chiamata prestigio. È solo grazie a questo che si può ambire a contratti più remunerativi. I crediti invece servono sia per comprare nuove componenti meccaniche, fino a raggiungere il massimo per ogni modello, sia a personalizzare esteticamente il tutto.

Con grande piacere ho notato che gli elementi estetici sono davvero molti e variegati. Alcuni di loro non possono nemmeno essere comprati, poiché per sbloccarli occorre terminare determinate sfide nella modalità Playground.

MXGP 2019

Questo grande parco giochi è disseminato di diverse sfide a difficoltà crescente, capaci di dare del filo da torcere a chiunque. Oltretutto si possono creare percorsi Waypoint, di fatto plasmando circuiti da condividere poi con gli amici. Tutto ciò serve anche a sbloccare eventuali modifiche estetiche: non ci sono infatti microtransazioni per progredire più velocemente o saltare del tutto le tappe.

MXGP 2019 non potrebbe funzionare bene se non godesse delle tecnologie visive portate da Milestone nei suoi ultimi giochi. Anche in questo caso la grafica è decisamente buona, basta non concentrarsi troppo su determinate cose che succedono al di fuori del tracciato. Non guardate ad esempio chi sventola le bandiere di gara, perché dire che l’animazione è formata da 5 frame è già parecchio ottimistico.

Serve più che altro stare attenti a cosa si cela dietro le cunette e a non restare abbagliati dai riflessi della luce nelle pozzanghere che si vengono a creare dinamicamente in base alle traiettorie già percorse dai piloti: forse è un po’ surreale che si formino pozzanghere in cima a un dosso, ma il colpo d’occhio ci sta.

Di contro, MXGP 2019 ha degli aspetti da migliorare e alcuni che difficilmente possono essere risolti di punto e in bianco. In primis il respawn causato da uscite di strada, incidenti e taglio di curve: è imprevedibile e approssimativo, a volte capita e a volte no.

MXGP 2019

Mi è capitato di tagliare clamorosamente curve passandola liscia, oppure di sfiorare un paletto delimitatore per vedermi teletrasportato improvvisamente in mezzo al gruppo. Un errore di questo tipo condanna purtroppo a retrocedere di parecchie posizioni, senza grandi possibilità di recupero. Tanto vale introdurre un sistema di penalità a tempo da accumulare a fine gara, così da rendere il tutto più fluido e soprattutto fruibile.

Ed è meglio non provare a fare a sportellate con gli avversari. I contatti sono un po’ approssimativi, come tra due magneti della stessa polarità. Il problema è che la IA non si sposta nemmeno arrivando a bomba, mentre quando succede il contrario sembra di essere colpiti da un treno.

Ho visto inoltre tentennamenti a livello grafico, con alcuni freeze dell’immagine che mi hanno fatto pensare a un blocco generale della console. Per fortuna il gioco non “andava avanti” mentre l’immagine era bloccata, quindi ho potuto continuare la corsa esattamente da quel punto.

MXGP 2019

Durante i caricamenti invece, non esattamente velocissimi, la canzone in sottofondo è spesso andata in freeze con tanto di loop, un po’ come succedeva per i vecchi giochi su PC. Non è un’esperienza che ci si aspetta da una produzione simile.

Non ho potuto inoltre provare approfonditamente la parte multiplayer a causa della normale scarsità di giocatori pre-lancio. Ho quindi passato un po’ di tempo nella modalità che più utilizzavo da bambino in Motocross Madness, il track editor. Al momento è abbastanza superficiale, con pochi elementi configurabili oltre a direzionalità e salti. Se in futuro dovessero arrivare anche elevazioni, ostacoli impegnativi e maggiore personalizzazione, allora potrebbe essere una modalità capace di stare in piedi sulle proprie gambe.

Infine, un appunto dedicato quasi interamente a Milestone e che poco ha a che vedere col gioco in sé: il video introduttivo col logo dello studio è ancora a 480p (forse), ultracompresso e con un frame-rate imbarazzante. Nel 2019 sarebbe anche il caso di adattarlo agli standard.

Conclusioni

MXGP 2019 è di sicuro il titolo di motocross che permette ai fan della disciplina di passare un altro anno ancora più vicini al fango, seppur solo virtualmente. Nonostante alcuni difetti tecnici e una gestione fisica della IA ancora non esattamente al top, scivolare tra le pozzanghere e le dune è comunque piacevole.

La carriera, divisa tra MX2 e MXGP, non ha sicuramente le diramazioni che si potrebbero desiderare vedendo ad esempio la storia di F1 2019, ma è del resto parecchio longeva anche selezionando la modalità più veloce per le gare.

MXGP 2019 è dunque godibile sia per chi è già “stagionato”, sia per quelli che vogliono scoprire la bellezza delle due ruote anche nel mondo virtuale. In ogni caso, c’è ancora tanto spazio di miglioramento per gli anni futuri.

Commenti