Uscire “quasi” dal nulla e piazzare qualcosa come 250.000 unità sul mercato al primo colpo, sarete d’accordo con noi, è una di quelle fiabe “alla cenerentola” che non capita tutti i giorni. Vuoi perché il mercato del pro-gaming è uno di quei fiumi difficilmente arginabili, vuoi perché c’è del gran merito, in casa BigBen, nell’aver piazzato il prodotto giusto nel momento perfetto, il Nacon Revolution Pro Controller è stato uno di quei successi su cui, soltanto lo scorso gennaio, difficilmente avremmo scommesso tanto a cuor leggero. Un sostituto del DualShock 4 per palati esigenti, passateci la definizione bonaria, con una lista di caratteristiche e di vantaggi così lunga da renderlo l’oggetto del desiderio di quei giocatori alla costante ricerca di qualcosa in più: un input lag bassissimo, la possibilità di regolare la resistenza e le zone morte degli stick analogici, la presenza di trigger posteriori “segreti” bravi tanto nel regalare quel feedback aptico che non guasta mai, quanto nel fornire una soluzione più comoda e veloce nei tradizionali shooter. Questo e molto altro, al netto di un prezzo magari non popolarissimo soltanto al primo acchito, alla base della formula del successo del Revolution Pro di Nacon, hardware apprezzatissimo che a distanza di nove mesi quasi spaccati si riaffaccia sul mercato con una seconda attesissima revisione.
Una revisione che non cambia di una virgola il proprio form factor, a garanzia dell’ergonomia e della ricercatezza/robustezza dei materiali di costruzione, ma che estende sensibilmente le potenzialità di un hardware confinato, alla prima release, al solo universo PlayStation. A fianco di alcune funzionalità extra d’indubbio interesse ecco che si affaccia il pieno supporto al PC: e da scelta interessante per giocatori esigenti a standard assoluto nel frenetico segmento degli eSports il passo è molto più breve del previsto…
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Nacon Revolution Pro Controller 2 stupisce da subito una volta stretto tra le mani. Ottimi i materiali utilizzati nella costruzione del pad – lo zampino della stessa Sony, che ha fornito al produttore gran parte della “materia prima” da utilizzare nella creazione di questa seconda iterazione, si vede lontana un miglio: e non è affatto casuale se gli standard realizzativi di Nacon si discostino davvero di poco da quelli a cui il brand PlayStation ci ha abituati da tempo. Più “grosso” di DualShock 4, questo Pro Controller 2 conserva la struttura a leve asimmetriche tipica dei controller di casa Xbox: robusto e solido al tatto, offre un’alternanza di superfici lucide e satinate di qualità pregiata capace allo stesso tempo di garantire un grip maggiore rispetto ai tradizionali pad. L’impressione, per dirla in parole povere, non è quella di avere tra le mani quel famigerato “plasticone” che, almeno tutti una volta in vita nostra abbiamo affiancato al pad ammiraglio – e che, di solito, prestavamo al nostro amico: il Revolution Pro Controller 2 è granitico ma allo stesso tempo raffinato, piacevole al tatto e capace di trasmettere una sensazione di solidità persino maggiore rispetto all’hardware originale Sony.
Cambia il posizionamento delle leve, ad una prima comparazione veloce con DualShock 4, così come cambia la dimensione dei tasti frontali – qui sensibilmente più grandi e accessibili. Improvement significativo rispetto alla precedente declinazione Nacon è l’adozione dell’USB Type C, soluzione “sine qua non” che magari potrà infastidire gli amanti dei controller wireless (che comunque, con tre metri di cavo in salotto, difficilmente potranno recriminare qualcosa), ma che si traduce in un abbattimento sensazionale dell’input lag sui comandi del giocatore. Cavo e relativo alloggiamento, rispetto alla passata edizione del controller, ci sembrano complessivamente più robusti: non che questo rappresenti un problema così cruciale per i possessori del primo controller PS4 by Nacon, ma un minimo di resistenza aggiuntiva non guasta di certo.
Nacon Revolution Pro Controller 2 stupisce da subito una volta stretto tra le mani.
L’ergonomia, come accennavamo in apertura, rappresenta la chiave di lettura primaria del pro-pad in esame. L’impugnatura è senza dubbio eccellente, e permette di raggiungere ciascun tasto (da quelli frontali ai trigger) in maniera comoda e naturale. Positiva la “sagoma” dei trigger, che permette al giocatore di appoggiare le proprie dita con naturalezza e precisione. Ottima invece la gestione dei quattro tasti posteriori di Pro Controller 2, collocati astutamente in una posizione vantaggiosa – e facilmente raggiungibile dall’anulare destro e sinistro dell’utente – che permette di accedere a funzioni aggiuntive (come nel caso degli shooter, di rimappare i tasti di mira e fuoco) senza obbligare ad alzare i polpastrelli delle restanti dita dalla posizione corrente. Una finezza, non c’è che dire, ma che in un panorama spietato come quello degli eSports fornisce un valore aggiunto tutto tranne che trascurabile.
Per quanto concerne gli stick, disposti in quella formazione asimmetrica – che, almeno per chi vi scrive, rappresenta da sempre uno dei punti di forza dell’offerta concorrente – e leggermente più morbidi delle controparti montate su DualShock 4, essi offrono un angolo di inclinazione decisamente generoso in grado di fare la differenza quando la situazione richiede un surplus di precisione. La cura dei dettagli riposta da Nacon traspare anche dalla realizzazione delle suddette leve analogiche, quella sinistra di forma concava e “porosa” quanto basta da permettere di regolare al meglio le pieghe più chirurgiche, convessa quella destra con una trama in rilievo utile, ancora una volta, quando la precisione diventa un fattore vitale.
Stick analogici e trigger potranno essere interamente “gestiti” dall’utente tramite l’apposito software PC, scaricabile gratuitamente ed in grado di rimodellare l’intero Pro Controller 2 attorno alle esigenze specifiche del giocatore. Unico neo in un quadretto finora encomiabile è la necessità di avere necessariamente un PC sottomano ogniqualvolta si desideri modificare il proprio setup, laddove non è stata prevista alcuna Companion App per PS4 o per dispositivi mobile. Trattandosi di un pad interamente compatibile con la famigerata “Master Race” la cosa stupisce sino ad un certo punto, anche se oggettivamente avremmo voluto cambiare al volo un paio di parametri per verificare al meglio la relativa influenza nell’economia della partita.
Da scelta interessante per giocatori esigenti a standard assoluto nel segmento degli eSports il passo è breve
L’elenco di opzioni modificabili, proprio come nella prima release del Pro Controller, è ragionevole a dir poco: dalle curve di sensibilità e di risposta all’input di ambo gli stick alle relative zone morte alla sensibilità e alla corsa di tutti i trigger disponibili, passando per il remap di tasti e trigger. Il tutto condito da aggiunte interessanti, come la possibilità di switchare tra le modalità a 4 e 8 vie per la croce direzionale (uno dei problemi lamentati a gran voce dagli amanti del picchiaduro e ora, almeno ad una prima analisi, risolto con intelligenza): il software di Pro Controller 2 è semplice e intuitivo, e con la giusta pratica permette di trovare soluzioni davvero ottimali che ben si prestano a distinte tipologie di gioco. Soluzioni che, è bene ricordarlo, potranno essere salvate (sino ad un massimo di quattro profili) e alternate all’occorrenza.
A questo punto, manca solo la risposta alla fatidica domanda: vale la pena investire 129€, una cifra non certo trascurabile, per questa seconda revisione del Pro Controller di Nacon – al netto di un calo di prezzo fisiologico della versione precedente, ora ben al di sotto dei cento euro? Rispondere a questo quesito è in realtà più difficile del previsto, visto e considerato che al netto dei miglioramenti introdotti da questa revisione, delle personalizzazioni esagerate e della qualità da top di gamma dell’intero pacchetto Nacon (persino i pesetti da infilare nelle impugnature sono realizzati con cura, per quanto possa sembrare assurdo) c’è una cosa che molti utenti faticheranno a digerire: la rimozione delle macro. Presenti nella precedente versione e ora rimosse, la loro eliminazione è la testimonianza perfetta della vocazione eSports di questo Pro Controller 2 – laddove, come molti di voi sapranno sicuramente, la regolamentazione dello sport elettronico non prevede l’utilizzo di macro speciali al fine di evitare possibili vantaggi di uno o più sfidanti. Risultato: se da un lato questo nuovo hardware si candida a divenire uno dei papabili standard delle prossime competizioni sportive, dall’altro tutti quei giocatori abituati a “programmare” le funzionalità del proprio pad potranno andare incontro a cocenti delusioni. Delusioni che, tuttavia, potranno essere comodamente placate da una qualità encomiabile, un’ergonomia da manuale e un input lag (legato ovviamente alla sola soluzione wired) che non lascia spazio a dubbi. Si tratta di certo di un prodotto sul cui rapporto qualità/prezzo c’è poco da discutere: sta a voi valutare se le new entries di Pro Controller 2 e la piena compatibilità con il PC bastino a sopperire la dipartita delle macro. |
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