Mentre nella realtà cartacea del mondo dei ninja la Grande Guerra sta volgendo al termine, sulle nostre console casalinghe arriva il quinto capitolo della serie Storm, che come già saprete è dedicata al capolavoro di Masashi Kishimoto: Naruto Shippuden. Tornano sui nostri schermi quindi le avventure di Naruto Uzumaki e della Squadra 7, protagonisti incontrastati di quelle storie che ci hanno appassionato ed emozionato da prima sulle pagine del manga, ed in seguito poi anche sugli schermi televisivi con l’anime e gli innumerevoli videogames.
Come si dice spesso in gergo calcistico, “squadra che vince non si cambia”, ed infatti a realizzare anche questo nuovo progetto, ci sono sempre gli studios di CyberConnect2, che ridendo e scherzando sono arrivati al loro quindicesimo titolo ambientato nell’universo del più famoso ninja del villaggio della Foglia. È naturale pensare quindi che alcuni di questi titoli siano diventati un must del loro genere, sia per i fans sfegatati dell’opera che per i semplici appassionati, ma per sapere se l’Ultimate Ninja Storm Revolution si rivelerà all’altezza dei suoi predecessori, non vi resta che preparare le vostre migliori tecniche ninja e continuare a leggere!
Quando si ha a che fare con un nuovo videogame che trae ispirazione da opere famose come i manga o, in generale, come i fumetti, si tende a pensare sin da subito che il fulcro di tutto sia ovviamente la trama, ovvero che la colonna portante del gioco sia la storia principale che gira attorno a tutti i personaggi. Di solito, effettivamente, dovrebbe essere così, ma se dobbiamo essere sinceri, parlare di trama per Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm Revolution, significa usare un termine eccessivamente “grande”. Al contrario infatti dei precedenti capitoli della serie dedicati allo sfacciato Ninja della Foglia, questa volta non ci sarà una modalità Storia vera e propria, ma tutta la struttura del gioco sembra sorreggersi sul Torneo Mondiale dei Ninja, ovvero una sorta di manifestazione globale volta ad eleggere il ninja più forte di sempre. Sì, perché per l’occasione sono presenti tutti i personaggi famosi della serie, ivi compresi quelli del passato, o che nel corso delle vicende sono periti sul campo di battaglia.
Invero, nella modalità Avventure Ninja sono presenti tre piccoli episodi (quattro contando quello dedicato a Mecha-Naruto disponibile nel Torneo), ma che sono ben lontani dalle infinite battaglie e scene della trama originale a cui abbiamo assistito giocando ai precedenti episodi della serie Storm. Indubbiamente le scene animate visibili in questa sezione sono di una buonissima qualità, ed ammetto che è un piacere vederle sia per l’ottima realizzazione che per i contenuti che trattano al loro interno. Questi piccoli spezzoni infatti, rivelano alcuni retroscena importanti come la creazione dell’organizzazione Alba o le vicende che hanno portato allo sterminio della famiglia Uchiha. Piccole chicche, ma che in ogni caso non sono sufficienti a sopperire ad una vera e propria modalità Storia, di cui per altro si sente terribilmente la mancanza.
La modalità principale quindi, risulta essere appunto il Torneo Mondiale dei Ninja che vi abbiamo già accennato poco fa. Questa, come anche alcune modalità secondarie che fanno parte della modalità Gioco Libero, ha al suo attivo vari livelli di difficoltà, ovviamente crescenti, e tra cui il giocatore dovrà farsi strada pian piano sbloccando il successivo ogni volta che ne completa uno. Il tutto può sembrare interessante all’inizio, anche perché effettivamente c’è altro che ruota intorno al Torneo, ma tedio e noia sono sempre dietro l’angolo, ed il dover ripetere praticamente quasi le stesse cose per tutti i livelli di difficoltà presenti nella competizione non aiuta di certo a tenere sveglio l’interesse. Vi abbiamo parlato di “altro” che gira intorno al torneo, e questo perché in pratica le varie fasi di cui è composto, sono immerse in piccole sessioni in cui potrete muovervi liberamente (o quasi) nell’isola in cui è organizzata la competizione, accedendo così a negozi, sfide, incontri singoli poco casuali, e chiacchiere inutili con gli astanti. La cosa vi sembrerà carina per i primi dieci minuti, ma poi comincerete a saltare persino i filmati senza farvi tanti problemi. Spezzare la tensione ogni tanto fa bene, ma è una tecnica che funziona se durante alcune fasi del gioco si riesce ad innalzare l’adrenalina del giocatore a livelli alti, e non è di certo questo il caso…
Il gameplay del gioco resta comunque simile a quanto visto in passato. Ci troviamo quindi dinanzi ad un picchiaduro che ci permette di confrontarci contro uno o più avversari, offrendo sia i classici scontri uno contro uno che quelli in stile rissa con quattro potenti ninja a spaccarsi allegramente le ossa tutti insieme. Ma non si vive di sole contusioni e denti rotti, ed infatti quello di accartocciare semplicemente il proprio avversario, non è lo scopo di tutti gli incontri che andremo a combattere. Soprattutto nel torneo infatti, più che procurare lavoro all’odontoiatra della Foglia, il vostro scopo sarà quello di raccogliere più sfere ninja dei vostri avversari, assicurando di essere la squadra che ne ha il numero maggiore al termine dei tre round. Da ciò avrete quindi intuito che non si parla quindi sempre di incontri singoli, ma che sarà possibile selezionare più personaggi, formando così un team (cosa che dovrebbe esservi vagamente familiare). Sempre presente l’uso del chakra in battaglia (ovviamente), che vi permetterà di lanciare le tecniche speciali e spettacolari che abbiamo visto sulla carta e sullo schermo in questi ultimi anni.
Nemmeno i controlli hanno subito grossi cambiamenti, ed anche se non sono proprio eccessivamente complicati, potrebbero richiedere qualche battaglia in più per essere memorizzati a dovere. Sfortunatamente però, in alcune situazioni, Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm Revolution rientra tra quei titoli in cui un giocatore esperto può essere battuto dal fratello minore di cinque anni o dalla ragazza totalmente estranea al mondo dei videogames, solo grazie alla veloce pressione di tasti casuali.
Come avrete capito, tolti i fronzoli, le divise ninja colorate, gli animali da compagnia e tutto il resto, quello che rimane alla fine si tratta pur sempre di un picchiaduro ad incontri. Una volta comprese le meccaniche di base, tutto filerà abbastanza liscio, ma dovrete fare attenzione alle piccole complicazioni che il sistema aggiungerà gradualmente negli scontri (specie nel Torneo). Con un po’ di pratica ovviamente, tutto vi risulterà abbastanza facile, e forse anche per questo si corre il rischio di cadere in breve tempo nel tedio da picchia picchia.
Il roster presente nel gioco è indubbiamente ben nutrito, ed infatti si aggira intorno alle 100 unità, quindi è normale che per alcuni personaggi (pochi) ci sia un bilanciamento non proprio perfetto. I ninja come Deidara per esempio, possiedono una combo del lancio degli shuriken che li rende sia un ottimo personaggio da usare, che un pericolosissimo avversario da affrontare. In pratica, sono quei classici personaggi che potremmo definire “avvantaggiati” (leggasi “sgravi” per gli amici). Contro di loro infatti, si dovrà fare particolare attenzione, perché potrebbero farvi sudare le classiche sette camicie.
Un picchiaduro senza il comparto online di questi tempi, sarebbe come un paio di jeans senza tasche, non si saprebbe dove mettere le mani, ed infatti non poteva mancare all’appello. La modalità fa bella mostra di sé al centro del menù, ma ahimè non aggiunge niente di nuovo agli stili di incontri già presenti nel Gioco Libero. Dalle battaglie casuali a quelle standard dei campionati e dei tornei, le possibilità a vostra disposizione sono sempre qualcosa di già visto nel single player. L’unica cosa che esce leggermente fuori dagli schemi è il clone di rete, ovvero un alter ego digitale del giocatore che autonomamente viaggia nelle partite altrui, e che se viene sfidato dona la possibilità di guadagnare esperienza ed oggetti da collezionare.
La grafica del gioco resta ben salda ormai sul cel-shading, usato peraltro in praticamente tutte le incarnazioni del titolo che si sono viste nella gen di riferimento (che con l’avvento di Xbox One e PS4 è ormai da definire old-gen). La qualità in-game è buona, però non sembra proprio alla potenza massima, anzi a volte sembra dare l’impressione di peccare vagamente in definizione. Niente da dire invece per le scene animate o dei filmati, che come abbiamo già detto sono ben fatte e gradevolissime da vedere. Non si rilevano problematiche grafiche di grosse entità, o se ci sono sono abilmente mascherate. Tutto sembra abbastanza solido, e tutti gli anni di esperienza che sono stati maturati con i vari episodi sono di certo un’ottima assicurazione. Onestamente, lo stile dei menù è forse la parte più bella di tutto l’ambaradan, specie per lo splendido mix tra menù dinamico e menù statico che i ragazzi di CyberConnect2 sono stati in grado di creare.
Il comparto sonoro, legato a filo doppio con la localizzazione del titolo, è forse la parte che delude di meno tutto, anche perché ormai sull’argomento abbiamo certamente fatto il callo. L’audio quindi è ottimo, ed è accompagnato da una colonna sonora decisamente azzeccata alle atmosfere suggerite dall’ambientazione del gioco. La traduzione in italiano del titolo (ormai non c’è nemmeno da dirlo), si ferma ai meri sottotitoli ed ai testi inclusi nel tutorial e nei menù, mentre l’audio si rivela essere disponibile in inglese ed in giapponese (che tra i due è di certo lungamente preferibile).
Avvicinandoci alla conclusione, annoveriamo nella sezione dei bug un paio di cosette che sinceramente tendono a dare un po’ di fastidio ogni volta che hanno l’ardire di presentarsi a schermo. La traduzione dei testi per esempio, seppur come già detto sia completamente in italiano, è terribilmente piena di refusi e/o errori, che in alcuni casi fanno cadere le braccia (che in quel momento sostengono il pad di gioco). Non che uno o due errori di battitura siano qualcosa per cui dare la pena di morte, ma quando gli errori cominciano ad essere parecchi, le cose cambiano. Oltre a questo piccolo problema insignificante, alcune volte i testi sembrano soffrire di qualche problema grafico, producendo degli sfarfallii poco gradevoli durante la lettura.
Altra problematica particolarmente irritante per maniaci ossessivo-compulsii, è quella legata all’audio dei dialoghi in inglese. Questi infatti, al contrario di quelli in giapponese, soffrono a volte di un tremendo fuori sync, tanto da far pensare di essere di fronte ad uno di vecchi film di kung-fu, dove trenta secondi di labiale servivano per dire solamente “Sì!”.
In conclusione…
Giunti al termine della storia, mentre la parola fine comincia a scorrere sullo schermo ed iniziano a partire i titoli di coda, ci duole ammettere che l’esperienza che ci ha lasciato Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm Revolution non è proprio quella che ci stavamo aspettando. Di certo la ragione principale di questo pensiero è la mancanza di una modalità Storia vera e propria, che in un titolo dedicato ad un manga è senza fuori di dubbio una cosa che non dovrebbe certamente mancare. Essendo quindi incentrato su una serie ciclica di incontri inseriti in varie tipologie di competizioni, il titolo perde presto fascino, e corre il rischio di annoiare/stancare il giocare molto prima del tempo. Il comparto online non aggiunge nulla di particolare al pacchetto, ad eccezione del clone di rete che comunque resta una feature fine a se stessa. Gradevoli gli episodi legati alla parte narrata del gioco (quello di Mecha-Naruto ed i tre due presenti nella modalità Avventure Ninja), ma che sfortunatamente, nel complesso, durano troppo poco, ed occupano solo una manciata di scontri (l’ultimo in pratica è solo un filmato).
Graficamente buono, fortunatamente il titolo non presenta particolari pecche, anzi, gli scontri si svolgono in maniera molto dinamica, e se fatti da giocatori esperti si può assistere anche ad affascinanti battaglie. L’audio, se escludiamo lo scivolone del sync inglese, resta nella norma.
Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm Revolution resta quindi un titolo che potremmo definire inferiore alla media dei suoi fratelli maggiori, perché anche se l’esperienza tecnica è buona, quella narrativa invece lascia un po’ a desiderare, lasciando il giocatore non pienamente soddisfatto. Non ci resta quindi che confidare in un ulteriore capitolo della serie, che magari riesca a portare su console l’intera saga di Naruto, che secondo quanto rilasciato dall’autore (per nostra sfortuna) non dovrebbe durare ancora poi molto.
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