Colonia – Need for Speed è una di quelle serie che ogni tanto ritornano, ma che negli anni ha anche rischiato di perdere i fan di lunga data, i quali non sempre hanno trovato nei giochi della serie quegli elementi che l’hanno resa famosa. Need for Speed è nato come un gioco di corse clandestine in cui la customizzazione dei veicoli era parte dell’intrattenimento, e dove non era necessario essere dei piloti provetti per vincere le gare. Tuttavia il brand è stato utilizzato anche in giochi che avevano poco a che fare con le corse clandestine, riscuotendo in queste occasioni il dissenso proprio da parte dei fan. Forse è proprio per questo che Need for Speed Payback cerca di mettere insieme proprio tutti gli elementi che gli amanti della serie si aspettano, senza snaturare quello che era il concept iniziale del gioco.
Ci troveremo quindi a guidare bolidi come la nuova BMW M5, presentata proprio durante la conferenza EA della gamescom, customizzabili in ogni aspetto, per la gioia di coloro che passerebbero ore solo a personalizzare la propria auto al fine di renderla unica (oltre che truzza all’inverosimile). Lo faremo su strada e non su pista, proprio come da tradizione, e sempre a proposito di ricorrenze, la polizia avrà il suo ruolo durante le nostre scorribande cittadine.
Chi vi scrive non è mai stato un grande fan della serie, ma dopo la prova in quel di Colonia è pronto a dare una chance a questa iterazione del brand. Come mai? Continuate a leggere e vi racconteremo cosa ci ha colpito.
Non ci vuole chissà quale preparazione per mettersi al volante in NFS Payback, si tratta di un gioco dall’impronta arcade, che fa dell’immediatezza uno dei suoi punti forti. Così ci siamo messi al volante di una Ford GT senza alcun timore, sfrecciando senza paura lungo una strada popolata da civili che viaggiano tranquillamente per i fatti loro, oltre ai nostri inseguitori. Eh sì perché nella corsa che abbiamo fatto, dovevamo raggiungere un camion con un carico “molto speciale”, ma nonostante viaggiasse a velocità molto inferiori alla nostra, avevamo diverse vetture a metterci i bastoni tra le ruote. Per cui oltre a preoccuparci di seguire il percorso ed evitare di fare un frontale con un’altra vettura, abbiamo dovuto tenere d’occhio gli specchietti retrovisori e far fuori le auto nere che tentavano di fermarci. Come? Semplice, con dei “takedown”! Se avete giocato a Burnout, dovreste sapere di cosa si tratta: bisogna speronare le altre vetture contro ostacoli circostanti o contro altre vetture, al fine di eliminarli, con tanto di scena al rallenty per enfatizzare il tutto.
Burnout è senza dubbio il gioco che più ci è tornato alla mente giocando a NFS Payback: ci abbiamo ritrovato la stessa velocità, necessità di attenzione e gli scontri iconici della serie. Il tutto si tramuta in divertimento puro: guidare l’auto è semplice ma allo stesso tempo i tanti ostacoli rendono avvincenti le gare e soprattutto mai noiose. A corredo c’è poi una trama che per quanto effimera possa essere, coinvolge e rende ogni gara diversa dall’altra e piena di azione: ad esempio nella nostra prova dopo aver raggiunto il camion e rubato la vettura che trasportava, ci siamo ritrovati a correre su un’auto ancora più veloce, rendendo l’esperienza di guida totalmente diversa. Che siano poliziotti, come in un’altra gara/missione che abbiamo fatto, o auto avversarie, il risultato non cambia: quello che dovremo fare noi è sempre spingere al massimo sull’acceleratore, utilizzando anche il boost e rendendo quindi ancor più difficile ed avvincente la gara.
Sin dall’alba dei tempi (quelli videoludici) abbiamo imparato a dividere i giochi di corse in più sottogeneri, da quelli simulativi a quelli arcade. Sebbene si possa preferire uno o l’altro, quando un gioco di corse è fatto bene, non conta in quale categoria rientri, ma solo che riesca a divertire. Beh, Need for Speed Payback lo fa, intrattenendo con sfide che sembrano uscite da una pellicola hollywoodiana per la loro spettacolarità, le quali hanno un sistema di guida che funziona benissimo nella sua essenzialità, divertendo chiunque vi giochi.
È difficile trovare qualcosa che non vada quando un gioco diverte al punto di voler rifare più volte la stessa missione, quindi quello che faremo è provare a pensare a quelli che “potrebbero” essere i limiti di Need for Speed Payback. Senza dubbio il pezzo forte del gioco è la modalità storia, che però non possiamo sapere quanto duri e quanto riesca ad appassionare alla lunga. Se quindi il gioco è divertente, quello che farà la differenza sarà quanto tempo riuscirà a divertirci e tenerci impegnati. Diciamo però che, come potete leggere anche nella nostra anteprima E3, questo Need for Speed mette sul piatto davvero tante cose.
In conclusione
Il videogioco è principalmente un mezzo di intrattenimento, e se giocando a Need for Speed Payback ogni singolo istante ci ha appassionato, vuol dire che la missione è compiuta. Certo, la serie ha dei fan molto esigenti, ma EA questa volta sembra aver voluto fare un gioco che fosse fedele ai titoli originali, ma che allo stesso tempo potesse appassionare chiunque si metta al volante di uno dei tanti bolidi che troveremo nel gioco.