Need for Speed Unbound

Need for Speed Unbound – Recensione

Se c’è un colpevole per la sconfinata passione per il tuning espressa da tanti giovani che hanno vissuto a cavallo del nuovo millennio, la saga di Need for Speed, il cui ultimo arrivato, Unbound, è già acquistabile da GameStop, va certamente ed inevitabilmente annoverata tra i complici. Inutile, costoso e patetico sfoggio di carrozzeria in eccesso per alcuni, curioso hobby per molti, vera e propria filosofia di vita per pochi, è innegabile che il brand di Electronic Arts, soprattutto con Underground e relativo sequel, plasmò le menti di alcuni fan, già alle prese con un lavaggio del cervello che aveva le fattezze di Xzibit, Pimp My Ride e, ovviamente la prolifica saga cinematografica di Fast & Furious.

Quei tempi, a ben vedere, sono finiti da un pezzo, nonostante Dominic Toretto e compagnia bella continuino le loro avventure e la serie di Electronic Arts non abbia mai smesso di allietare il suo pubblico con nuove iterazioni, molte delle quali, tuttavia, hanno preferito puntare su mood e feature ben diverse da quelle che caratterizzarono i capitoli nei primi anni Duemila.

Eppure, con Need for Speed Unbound in qualche modo sembrava ci potesse essere concesso un viaggiare nel tempo, di ritornare ai fasti di Underground dove, oltre alle prestazioni sul tracciato, conta tantissimo lo stile, l’aspetto, la “tamarraggine” della propria auto. Del resto, sin dal primissimo trailer, è stato subito chiaro quanto questo capitolo avrebbe puntato proprio sulla sottocultura del tuning, proponendo una modalità storia strutturata e che ci avrebbe permesso di modificare un nutrito numero di auto di categoria differente.

Alla prova dei fatti, le ottime sensazioni di quei video sono state confermate solo in parte, nonostante, sia bene sottolinearlo a chiare lettere, ci troviamo di fronte ad un buon gioco, un titolo che vi intratterrà più che degnamente in questo periodo natalizio, soprattutto se, come il sottoscritto, nutrite un certo amore per le quattro ruote, meglio ancora se affamate di benzina e alti giri del motore.

Need For Speed Unbound A$AP Rocky

Need for Speed Unbound inscena la più classica delle vendette, rivalsa necessaria per restituire il torto subito, nel prologo, proprio dall’amica più fidata del protagonista. Dopo un inizio in discesa, al volante di una splendida e potentissima auto, vi ritroverete a dover ricominciare da zero, accontentandovi di un mezzo di fortuna che, nelle prime gare, faticherete a spingere sino alle prime posizioni.

Della trama non vi ammalierà certo il plot, ma la caratterizzazione dei personaggi, unitamente all’ottimo doppiaggio anche in italiano, farà sì che vi appassionerete alle vicissitudini dell’avatar di cui vestirete i panni. L’epilogo è scontato, almeno quanto i passaggi intermedi che conducono al compimento della sopracitata vendetta, ma resta comunque un viaggio piuttosto piacevole.

L’intreccio, inoltre, spiana la strada ad una progressione ben delineata e piacevole. Come nei vecchi Need for Speed, infatti, dovrete prendere parte ad una lunga serie di competizioni a partire da una mappa open-world di discrete dimensioni. Purtroppo, non beneficerete del viaggio rapido, caratteristica che di tanto in tanto vi costringerà ad inutili e noiose peregrinazioni, nonostante collezionabili e rampe sparse per lo scenario stimolino debolmente all’esplorazione, ma in generale un paio di minuti alla guida sono più che sufficienti per raggiungere la destinazione desiderata.

Complice un livello di difficoltà medio insospettabilmente alto, Need for Speed Unbound vi farà spesso e volentieri sudare più del dovuto

Tra eventi diurni e notturni, la cui unica vera differenza consiste nell’aggressività con cui tenteranno di braccarvi le comunque inefficienti forze dell’ordine, potrete accaparrarvi un po’ di grana vincendo gare di derapata, tracciati, competizioni in cui fare più danni possibile. Essendo un Need for Speed principalmente gareggerete contro altre auto truccatissime, mentre cercherete di evitare le continue intromissioni da parte della polizia, ma gli sviluppatori hanno fatto del loro meglio per infondere un minimo di varietà alla campagna, non solo riempiendo la mappa di luoghi d’interesse, ma anche creando gare di diverso tipo, come appena detto.

Sfortunatamente, l’intento non può dirsi completamente riuscito. Lakeshore City è per lo più un’ambientazione desolante, poco generosa persino di scorci affascinanti. Inoltre, vi divertirete soprattutto quando vi ritroverete ad affrontare le classiche gare, in barba a tutte le altre tipologie di prove messe a disposizione.

Come dicevamo, tuttavia, Need for Speed Unbound può contare su un’ottima progressione. L’auto di fortuna con cui inizierete l’avventura vera e propria si trasformerà velocemente sia esteticamente, dove potrete personalizzare ogni pezzo della carrozzeria tra parti acquistabili e verniciature in cui potrete imprimere il vostro tocco artistico grazie ad un potentissimo editor, sia anche in termini prestazionali. I pezzi che potete modificare, in questo senso, non sono moltissimi, ma vi permetteranno di donare tantissimi cavalli extra a qualsiasi auto acquistabile che, in totale, sono più di 140, un numero di tutto rispetto.

Alla guida Need for Speed Unbound si comporta in modo lievemente bizzarro e richiede un certo adattamento al videogiocatore di turno. Sì, perché praticamente tutte le auto soffrono ora di sottosterzo ora di sovrasterzo. Dichiaratamente arcade, il sistema non ha alcuna intenzione di rispettare il comportamento su strada delle controparti reali, sebbene esistano differenze tra auto a trazione anteriore e posteriore e il tipo di terreno su cui si poggiano le ruote contribuisca ad influenzare il comportamento del mezzo.

In generale, tuttavia, il sistema di guida tende al sottosterzo finché non si attiva la derapata, tecnica che invece dona un difficilmente controllabile effetto sovrasterzante, di cui spesso si finisce vittima, a meno di non utilizzare il nitro con tempismo così da raddrizzare prepotentemente l’auto nel momento più opportuno. Ne viene fuori insomma, una guida bizzosa, non sempre piacevolissima a dire il vero, soprattutto con certe auto a trazione posteriore, in cui il sovrasterzo diventa spesso e volentieri davvero incontrollabile.

Complice un livello di difficoltà medio insospettabilmente alto, Need for Speed Unbound vi farà spesso e volentieri sudare più del dovuto per acciuffare i posti in classifica migliori. E sebbene la pratica renda perfetti, il sovrasterzo durante le derapate resterà un rebus che ogni tanto vi costerà una gara altrimenti perfetta.

Oltre al gioco in singolo, inoltre, potrete sbizzarrirvi con il multiplayer, modalità che trasforma la mappa in un mondo persistente in cui incontrare e sfidare gli altri giocatori online. Purtroppo, per motivi assolutamente inspiegabili, tra single e multiplayer non c’è alcun ponte. Ciò significa che al primo avvio del gioco online ricomincerete da zero, con un avatar, una macchina e un conto in banca totalmente slegato dall’avventura principale. Si tratta di una caratteristica controproducente, in quanto allontanerà tutti coloro che non vogliono ricominciare da zero, solo per poter competere realmente nell’online con una macchina comprata e potenziata giocando appositamente in rete per farlo.

Più che discreto il comparto grafico. Lakeshore City, come detto, non impressiona. Il framerate scorre liscio come l’olio, non impappinandosi praticamente mai, e l’effetto bagnato sull’asfalto è sufficientemente convincente, ma il Frostbite non sembra estremamente a suo agio nel riprodurre un’ambientazione relativamente ampia, con un buon livello di dettaglio. Molto meglio le auto, i cui modelli poligonali invece sono riprodotti con grande cura.

Merita un complimento anche la selezione delle tracce sonore

Naturalmente non si può non fare un commento sul fattore cel-shading, tecnica estetica utilizzata sia per riprodurre i personaggi, che gli effetti che circondano l’auto ogni qual volta si attiva il turbo, si esegue una derapata o ci si ritrova sospesi nel vuoto dopo un salto. Il mix tra cel-shading e grafica realistica è ben riuscito e dona effettivamente carattere a Need for Speed Unbound.

Ottimo anche il comparto sonoro. Sul doppiaggio abbiamo già speso lodi, ma merita un complimento anche la selezione delle tracce sonore. Alcuni potrebbero lamentare la presenza predominante di pezzi Hip Hop e Trap, ma ogni brano concorre a creare il mood da street e tuning culture che il titolo vuole trainare.

Conclusioni

Need for Speed Unbound non è il capolavoro che ci saremmo augurati che fosse. Ciononostante, è un ottimo gioco di corse, indicatissimo per gli amanti del brand e per chi non vedeva l’ora di poter “tamarrare” l’auto dei propri sogni, sia essa un’Honda Civic Type-R o una Lamborghini Countach.

La produzione Electronic Arts, pur non brillando in alcun comparto, riesce comunque a proporre un’esperienza più che degna, che sa fare la gioia degli appassionati di racing arcade. Il sistema di guida non è esente da difetti, ma infonde il giusto senso di velocità. A Lakeshore City probabilmente non vale la pena viverci, ma è comunque ricca di collezionabili ed eventi diversi a cui prendere parte.

Inoltre, tra potenziamenti estetici e altri che influiscono sulle performance della propria auto, c’è di che sbizzarrirsi quanto a personalizzazione.

Avremmo gradito delle forze dell’ordine più efficaci nel braccare i nostri tentativi di fuga, perché la loro tenacia è davvero poca roba, né ci saremmo indispettiti per un comparto grafico più generoso di dettagli, ma chi aveva bisogno di respirare la stessa atmosfera dei tempi di Underground resterà assolutamente soddisfatto.

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