Fino a pochi anni fa non ci saremmo mai aspettati di vedere un gioco così squisitamente giapponese come Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno su PC, eppure il titolo Level-5 arriva bello impomatato per la Master Race, con un porting di prim’ordine (di cui potete leggere direttamente in fondo alla nostra recensione). Ma come siamo arrivati a questo punto?
C’è stato un tempo in cui il PC era una realtà prepotentemente occidentale: il panorama era dominato da Blizzard, Bethesda, Bioware e altre case statunitensi che offrivano prodotti che andavano dagli MMO, agli RPG all’occidentale, agli RTS, fino agli sparatutto… a tenere alta la variabilità sono “sempre” esistiti i videogiochi indie, ma gli amanti dei prodotti nipponici dovevano per forza di cose possedere una PlayStation (o una console Nintendo, a seconda dei gusti). Un giorno però tutto questo è cambiato. Non che queste case non detengano ancora una grande porzione di pubblico, basta guardare il grande successo di Overwatch per rendersene conto, semplicemente la selezione di titoli si è ampliata a dismisura negli ultimi anni, arrivando finalmente a toccare il paese del Sol Levante.
Quando di preciso la migrazione abbia avuto inizio è difficile da rintracciare, anche se il primo cambiamento probabilmente non è da ricercare in questa particolare piattaforma, ma nella console casalinga Microsoft: il primo passo di apertura da parte delle case giapponesi nei confronti del colosso americano è avvenuto infatti nei confronti di Xbox 360, con l’arrivo dei primi videogiochi “multipiattaforma”. Serie che testimoniano questo cambiamento in modo palese sono quelle ultradecennali, come ad esempio Final Fantasy: non è difficile ricordare che prima del XIII capitolo, infatti, non c’era mai stato un episodio della saga su Xbox. Perché? Molto semplicemente perché gli sviluppatori giapponesi hanno sempre preferito le console giapponesi. Prendendo la classica serie Square, infatti, si può notare come questa sia nata su NES, piattaforma Nintendo, per poi spostarsi su PlayStation, non appena Sony gli ha fornito terreno fertile su cui crescere; mentre solo gli ultimi capitoli sono arrivati anche nel mondo Microsoft.
Un’espansione che, ai tempi (stiamo ormai parlando di quasi 10 anni fa), suscitò non poche polemiche nell’utenza Sony, che accusò lo sviluppatore di aver “snaturato” una serie classica per accostarsi ai gusti più “americani” dei giocatori Xbox. Una critica forse fondata, ma se andiamo a ben vedere furono proprio quei primi giochi multipiattaforma ad aprire la strada verso il passo successivo: il PC.
Il boom della Master Race è divenuto palese soprattutto a seguito dell’incredibile successo di Steam, la piattaforma Valve che ad oggi conta una media di 15 milioni di giocatori contemporanei ogni giorno e un catalogo da fare impallidire gli elenchi telefonici (l’ultima volta che abbiamo contato erano più di 15.000). Certo, alcuni publisher come Ubisoft o Microsoft preferiscono mantenere le proprie piattaforme di distribuzione anche su PC, ma è impossibile non riconoscere che Steam ha riunito videogiochi di ogni provenienza, genere, età e gusto. Nemmeno il Sol Levante ha potuto ignorare il fenomeno.
Grazie alla piattaforma Valve oggi su PC abbiamo prodotti Bandai Namco, Square Enix, NIS America, Koei Tecmo, Idea Factory, Atlus, Compile Heart, SEGA e chi più ne ha più ne metta. Certo, la strada per conquistare Nintendo è ancora lunga, ma intanto possiamo goderci picchiaduro come Dragon Ball, Naruto, Tekken e Guilty Gear, serie jrpg storiche come Tales of e Final Fantasy, tonnellate di Visual Novel, rpg strategici come Disgaea e prodotti così incredibilmente nipponici che chiunque gli si avvicini ancora oggi viene appellato con aggettivi quali weeaboo e… altri ancora meno carini (parliamo di titoli come Hyperdimension Neptunia o Neko Para). Ma anche giochi come Ni No Kuni II e Nier: Automata, che, dopo aver conquistato la scorsa generazione PlayStation (in rigorosa esclusiva), hanno continuato a resistere alle lusinghe di Xbox One, ma non a quelle del cordiale faccione di Gabe Newell. Che sia stato il chiaro vantaggio che porta il digitale a richiamare le software house o la parola del Messia di Steam, poco importa, ciò che importa è che finalmente i fan dei prodotti giapponesi hanno una scelta: non solo PS4, ma anche PC.
Non dimentichiamoci che quest’anno persino la serie di Monster Hunter farà la sua prima apparizione PC, e anche la storica figura PlayStation di Crash Bandicoot. Chissà… forse un giorno potremo giocare anche Kingdom Hearts con uno Steam Controller? E magari anche il primo Ni No Kuni, o altre perle perdute delle scorse generazioni. Dopotutto, Bandai Namco e Square Enix hanno già ampliamente dimostrato di aver imboccato la via giusta per la Master Race. Ciò che è certo è che l’espansione del PC è appena iniziata e che molte altre gioie attendono i suoi giocatori, da ogni nazione del mondo.
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