Ni no Kuni II: Il Destino di un Regno

  • pegi12
  • data-di-uscita22/03/2018
  • editoreBandai Namco Entertainment
  • genereGioco di Ruolo
  • sviluppatoreLevel-5
  • Piattaforma Games PC PS4

Los Angeles – Nello sfavillante booth allestito da Bandai Namco in occasione di questo E3 2017, era impossibile non accorgersi di Ni no Kuni 2: Revenant Kingdom. Un titolo già attesissimo sin dal suo annuncio, che vedrà la luce su PC e console a partire dal prossimo 9 Novembre e di cui, che vi piaccia o no, sentirete parlare ancora parecchio nei lunghi mesi che ci separano da qui all’uscita. Questo perché, nonostante le apparenze potrebbero dire il contrario, il secondo tassello di uno dei jRPG più amati della passata generazione traccia un profondo solco con il proprio passato, riconfermando ancora una volta quella sua direzione artistica così meravigliosa opera del leggendario Studio Ghibli ma rivoluzionando del tutto il proprio combat system.

Una rivoluzione tutto tranne che trascurabile quella intrapresa da Level-5, che abbandona i tradizionali combattimenti turn-based che avevano caratterizzato il precedente La Strega Cinerea in favore di un approccio più spiccatamente action, interamente votato ad una meccanica real time capace di garantire maggior dinamismo e quel pizzico di “spettacolarità” in più alle immancabili fasi di lotta. Non è infatti un caso se la presentazione di Ni no Kuni 2 organizzata da Namco Bandai per la kermesse losangelina ci abbia messo di fronte a due interessanti boss fight, terreno ideale per la valutazione di uno stravolgimento così radicale nell’intera economia di gioco. Un gioco che sì, ve lo possiamo garantire, rapisce lo sguardo già dopo una manciata di secondi e, stando a quanto raccontatoci, ha tutte le carte in regola per perpetuare quella tradizione quasi fiabesca che ne aveva caratterizzato il predecessore.

Una fiaba che ci mette nei panni di Evan Pettiwhisker Tildrum – Evan, per gli amici – erede legittimo di quell’assurdo e meraviglioso regno di Ding Dong Dell al cui interno uomini, gatti e topi vivono in perfetta armonia. Tutto però viene stravolto da quella sagoma perfida di Otto Mausinger, roditore senza scrupoli che, sfruttando a proprio vantaggio un colpo di stato, si macchia le zampe del sangue del re usurpandone il trono. Evan è dunque fuggitivo senza corona, braccato dal nemico e desideroso di vendicare il proprio defunto padre, per riportare nuovamente la pace e l’ordine nel regno. Tocca quindi partire per un nuovo, faticoso cammino – in senso sì stretto, ma anche e soprattutto in termini di crescita emotiva e caratteriale – in compagnia di due nuovi amici: Roland, un visitatore proveniente da un altro mondo, e Tani, la figlia del leader dei Pirati Celesti. Un percorso prima di tutto interiore, che lo avvicinerà a quella maturazione necessaria ad indossare degnamente una corona sul capo e a scacciare l’orrendo topastro che, nel mentre, detta legge a Din Dong Dell.

ni no kuni 2

In Ni no Kuni 2 notiamo una maturazione evidente della sceneggiatura, che pur non lesinando facili morali o momenti ad alto tasso di zucchero, si sofferma con maggior incisione anche su passaggi dolorosi, malinconici o addirittura drammatici. Un aspetto indubbiamente positivo, quello di Revenant Kingdom, che non perde tuttavia quella patina fiabesca che già anni or sono aveva fatto strage di cuori anche in occidente. Evidenti i paralleli con il precedente episodio, mascherati astutamente sfruttando a proprio vantaggio la narrazione ma indubbiamente utili nel creare un filo conduttore che i fan del brand apprezzeranno sicuramente: per diventare un bravo re, Evan dovrà prima una sorta di legame con quello che si chiama “Kingmaker”, uno spirito guida chiamato a giudicare il comportamento dell’aspirante Re e a legittimarne il potere una volta superate le prove. Lofty, questo il nome del nostro compagno di viaggio, andrà dunque a prendere il posto del mai troppo apprezzato Lucciconio, anche se al momento non abbiamo un’idea nitida su come tutto ciò si traduca in termini di gameplay. Sappiamo tuttavia che, per godere dei servigi di Lofty, dobbiamo prima dare sfoggia del nostro leggendario coraggio. Ed è proprio qui che entra in scena la demo E3.

Due boss, vi abbiamo anticipato, grazie a cui saggiare con mano la bontà del nuovo combat schema e, allo stesso tempo, apprezzare l’utilità dei nostri nuovi amici, gli Higgledies. Volendo classificare questi mostriciattoli, si tratta di spiritelli dal cuore gentile associati agli elementali e capaci di curare, proteggere o persino attaccare ogniqualvolta Evan riesca ad attivarne il potere. Come fare? Basta raggiungere il centro del cerchio entro cui essi si dispongono e premere il tasto indicato (nella versione PS4 da noi provata, il pulsante X) per godere dei loro favori. Il che, a ben vedere, dona alla nostra azione un tatticismo mica da ridere: considerando i tempi di cool down tra l’attivazione di un potere e l’altro, scegliere il momento più opportuno per sfruttarne il vantaggio aggiuntivo è cruciale – specie quando il boss davanti a te è un dragone sputafuoco grande circa metà schermo. Non solo: alcuni Higgledies speciali si rivelano particolarmente utili tanto in termini offensivi quanto difensivi. È il caso delle creaturine associate all’elementale fuoco, ideali per attaccare il nemico ma, allo stesso tempo, per renderci temporaneamente immuni ad attacchi nemici legati allo stesso elemento.

Battaglie real time e Higgledies rappresentano dunque le due novità di maggior caratura una volta stretto il pad tra le mani, nel mezzo di un’intensa sessione di gioco che ci ha visto dapprima contrapposti a Thogg, una sorta di gorillone peloso caratterizzato da colpi lenti ma dall’impatto devastante, e poi al terribile Logfang, gigantesco dragone sputafuoco e, forte del proprio livello 30, particolarmente ostico da abbattere. Nel primo caso, la forza sovrumana del nemico ci ha impedito di insistere particolarmente con gli attacchi ravvicinati, optando piuttosto per una gestione middle-range da parte del nostro party coadiuvata in maniera sensibile dalle abilità degli Higgledies. Decisamente più tattico il secondo scontro, che ha richiesto un utilizzo ancora maggiore delle magie di Evan – fattore che ha richiesto ulteriore oculatezza, da parte nostra, per evitare di ritrovarci senza mana proprio nei momenti più delicati. Sfruttando i tre gruppetti di spiriti (rispettivamente difensivi, offensivi e “healer”) abbiamo dunque alternato attacchi tradizionali alle zampe del dragone, unico punto accessibile del nemico, e magie prevalentemente offensive, districandoci tra schivate all’ultimo secondo e scudi tempestivi – sfruttando gli Higgledies di fuoco – per evitare quanto più possibile la letale vampata proveniente dal dragone.

ni no kuni 2

Ni no Kuni 2: Revenant Kingdom è tradizione e innovazione allo stesso tempo

Ni no Kuni 2, in queste sezioni di puro combattimento, è riuscito a convincerci praticamente da subito. La virata real time funziona che è una meraviglia, dando al gameplay quel piglio di dinamismo e a tratti frenesia (soprattutto con Longfang davanti) per certi versi assenti dalla precedente iterazione. Ottimo il comparto artistico, così curato e stilisticamente prezioso da farci pensare più volte di essere di fronte all’ennesimo capolavoro animato dello Studio Ghibli – con la variante, non certo marginale, che a decidere il destino della storia eravamo noi e non il maestro Miyazaki. Unico neo in questa prima prova ufficiale, se proprio vogliamo trovare il proverbiale pelo nell’uovo, è una certa altalenanza delle inquadrature, che in alcune circostanze – specie nelle close-up – perde parte del proprio focus e rende difficile tenere a bada l’offensiva avversaria. Si tratta comunque di un’evenienza poco più che occasionale, incapace di turbare minimamente l’armonia e la magnificenza di un comparto tecnologico, tanto sonoro quanto grafico, in grado di lasciarci di sasso.

In conclusionE3

Ni no Kuni 2: Revenant Kingdom è tradizione e innovazione allo stesso tempo. Una fiaba eterna, dalle tinte soavi e incline allo scorcio evocativo, che pur senza tradire le origini del meraviglioso La Strega Cinerea reinventa completamente il proprio cuore per svecchiare – e rendere ancora più fruibile – un modello di combattimento tipicamente affine al gusto orientale. Il risultato è un combat system godibilissimo ed immediato, corroborato da una componente tattica non certo trascurabile che regala al gameplay dell’ultima fatica di Level-5 una profondità inedita nella storia del giovane franchise. Abbiamo visto pochissimo di Ni no Kuni 2: Revenant Kingdom, ma non vediamo l’ora di tornare ad indossare i panni di Evan quanto prima, anche solo per ingannare quell’attesa – al momento eterna – che ci separa dal prossimo 9 Novembre. Quando, finalmente, saranno maturi i tempi per vivere una seconda, indimenticabile avventura nell’universo dipinto da Studio Ghibli.

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