San Francisco – Inutile girarci troppo intorno: da qualsiasi parte lo si osservi, Nidhogg 2 è una figata pazzesca. Mettici quello stile grafico un po’ così, con animazioni esilaranti e pixel che saltano fuori da ogni angolo; mettici quella colonna sonora che infervora gli animi dei giocatori nell’arco di una manciata di secondi; mettici quel gameplay addictive come nessuna altra cosa al mondo, che obbliga moralmente due giocatori a prendere possesso del pad senza più lasciarlo, per dare il via all’ennesima sfida lampo dove si mette in gioco onore, reputazione, “se vinci ti pago da bere” e via dicendo… Metteteci quello che vi pare, insomma, ma la verità rimane una e incontrovertibile: non c’è nulla di così appassionante, divertente e caciarone in questa GDC 2017 come Nidhogg 2.
Sequel atteso di un titolo indipendente di estremo successo, apparso un paio d’anni fa su PC e PlayStation 4, Nidhogg 2 segna una netta evoluzione col proprio predecessore tanto in termini tecnologici quanto, e soprattutto, di gameplay. Il tutto omettendo, almeno per ora, la quantità di modalità, livelli e bonus disponibili a prodotto finito – features che non abbiamo avuto modo di provare nel corso della nostra sessione odierna, limitata allo scenario The Castle. Un assaggio fugace, ma sufficiente a scatenare una faida redazionale destinata a finire rapidamente nel sangue.
Il perché è molto semplice: Nidhogg 2 è tanto facile quanto geniale. Facile da “giocare”, passateci il termine un po’ improprio: un giocatore a destra e uno a sinistra, una miriade di armi tra spade, pugnali, archi e lance sparse al suolo, e due bottoni da premere – uno per saltare, uno per attaccare – esauriscono quello che dovete sapere a livello di control schema. Il resto lo capirete da soli in pochi secondi: dovete eliminare in qualsiasi modo vi venga in mente l’avversario e raggiungere l’estremità opposta del livello, rispetto al vostro punto di partenza: giocatore uno tutto a sinistra, giocatore due tutto a destra.
Facile? Beh, sulla carta lo è ragionevolmente. Il resto lo determinerà la vostra astuzia e quella del marrano che vi si pone davanti, che farà di tutto e di più per sbudellarvi (e non è una metafora, vista la mole di organi sprigionata da ogni colpo andato a segno) e avvicinarsi alla meta. Un meccanismo frenetico e oliato che funziona con un sistema “a turni”: chi uccide determina la direzione del gioco, con l’ucciso – respawnato a pochi metri di distanza in una manciata di secondi – costretto all’altrui eliminazione per invertire il turno. O sperare che baratri, trappole o errori ridicoli ci pensino al posto suo.
Raccontato in questi termini, il gameplay di Nidhogg 2 potrebbe apparire esageratamente semplicistico. La realtà dei fatti è ben diversa, e bastano un paio di partite per accorgersi di alcuni accorgimenti sensazionali adoperati dal team di sviluppo. Innanzitutto le animazioni, velocissime e ancor più azzeccate, vanno a braccetto con un sistema di comandi pressoché istantaneo e calibrato con attenzione. In un gioco dove la velocità è tutto, indovinare la scivolata, il salto o il “calcio volante” una frazione di secondo prima del proprio avversario può fare la differenza. Certo, spesso non va tutto come previsto, e alle volte conviene sparire volontariamente dallo schermo e riapparire pochi metri più in là, di fronte all’inseguito, piuttosto che rincorrerlo disperatamente – magari scagliandogli contro la nostra arma in un disperato tentativo di recupero. Che poi, dovesse andarvi storta pure questa, potrete provare ad abbatterlo a calci e ceffoni, ma quando l’uomo con la spada incontra l’uomo coi cazzotti, quello coi cazzotti è ad un passo dall’essere carne morta (a patto di trovare qualcosa di utile per terra e raccoglierlo con una capriola, ma questa è un’altra storia.). Ottima la gestione delle armi, ciascuna caratterizzata da un proprio tempo di carica, da una portata specifica e un’efficacia distintiva. Il fioretto è agile e veloce, ma copre un area più breve del pesante spadone medievale – che tuttavia richiederà qualche frame in più per siglare il colpo. I pugnali sono veloci e letali, ma facilmente schivabili con un salto, mentre l’arco copre gittate poderose ma, tra un lancio e l’altro, vi ritroverete morti prima ancora di accorgervene. Nulla da dire infine sulla direzione artistica, fondamentalmente così assurda da far sbellicare (con umanoidi scimmioni dalle movenze ridicole) ma nettamente più dettagliata – e stilosa – di quella del predecessore. Provato su una PS4 Pro, Nidhogg 2 regala istantanee esilaranti, creature da premio Nobel e animazioni di morte da applausi (credeteci, intorno alla demo station sembrava di essere allo stadio).
Punti negativi? Faticherete a crederci, ma dopo una mezza dozzina di partite abbiamo faticato non poco a trovarne alcuni. Sulla quantità di contenuti non possiamo ancora esprimerci, e a parte qualche sporadico calo di frame rate – più che giustificabile, trattandosi di una alpha in stato poco più che iniziale – difficilmente riusciremmo a trovare qualche altro neo. Uno solo, ad essere onesti, l’abbiamo trovato: se doveste mai imbattervi nella demo di Nidhogg 2 che abbiamo provato oggi, non azzardatevi a scagliare frecce con l’arco. Due volte su tre il gioco va in crash: che poi ok, ogni volta che succedeva erano grossi sorrisi ed “tie game guys, tie game” come se piovesse. Ma quella volta che eri ad un passo dal traguardo e ti esplode tutto sotto i piedi, ti viene abbastanza da rosicare.
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