Uscito lo scorso anno sulle piattaforme maggiori (PC, PS4 e Xbox One), Night in the Woods si è subito contraddistinto, sin dai tempi della sua campagna Kickstarter, per uno stile grafico unico, originale e pieno di personalità. Quasi 300 mila dollari raccolti nell’ormai lontano 2013, che sono stati riversati dal piccolo team indipendente di Infinite Fall nella cittadina di Possum Springs: con i suoi cittadini, degli animali antropomorfi parlanti pieni di carattere e stile, è un luogo vivo e pulsante che ha catturato l’immaginazione di tantissimi giocatori.
Un anno dopo, quasi a celebrarne l’uscita e il successo ottenuto “dal basso”, Night in the Woods arriva su Nintendo Switch nella sua forma completa, accompagnato dai piccoli prequel rilasciati prima dell’uscita: Lost Constellation e The Longest Night. Due piccolissime avventure “extra”: una dove scoprirete le costellazioni immaginarie del mondo di gioco insieme ai vostri amici, l’altra dove vivrete la tragica e inquietante storia di un astronomo. Tutti convergono verso un’esperienza completa più viva che mai, che ci ha catturato sin dal primo dialogo e che vogliamo raccontarvi nel dettaglio, ma senza togliervi il piacere di conoscere alcuni dei personaggi più belli e umani degli ultimi anni.
Paradossale, considerando la volontà di dipingerli come animali parlanti, non trovate?
Così facciamo la conoscenza di Mae, la nostra protagonista, che ritorna nella sua città natale, la già citata Possum Springs, dopo aver mollato il college. Ha 20 anni, è giovane, ma ha le idee confuse e ritornare a casa, nel conforto familiare delle sue quattro mura e della sua stanza, è ciò di cui ha bisogno. Ma soprattutto ha bisogno degli amici che hanno contraddistinto la sua infanzia e adolescenza: Bea, Angus e Gregg; ognuno di loro con personalità differenti e ben definite, ognuno dei quali reagisce diversamente al ritorno di Mae. Nei dialoghi e nella narrazione di Night in the Woods si nasconde un’indefinita poetica della nostalgia, del rivivere una ormai lontana adolescenza come se il tempo non fosse mai passato, e rifugiarcisi per non affrontare i problemi che abbiamo, o che avremo, di fronte a noi. Nella nostra esplorazione di Possum Springs, una cittadina 2D ricca di vita e di personaggi con cui interagire, Mae si accorgerà quanto siano effettivamente cambiate le cose, a partire da quelle più piccole e insignificanti (come la pizzeria che chiude) fino a quelle decisamente più importanti, come la vita un po’ triste della sua vecchia amica Bea, “segregata” e costretta a lavorare nel negozio di famiglia dopo la scomparsa della madre. I dialoghi di Night in the Woods sono uno dei suoi pregi più grandi: si parla di sesso, famiglia, omicidi e quant’altro, ma in modo naturale e non artificioso, e sempre contestualizzato entro ciò che i personaggi stanno vivendo o condividendo su schermo.
Gli animali antropomorfi di Possum Springs sono umani, e ognuno di loro è perfettamente caratterizzato e porta con sé una storia, delle motivazioni e dei sentimenti ben specifici. Mae, pur essendo la protagonista, è un disastro: fa spesso casini perché non sa tenere la bocca chiusa e, pur essendo ingenuamente buona, è in parte immatura e distaccata. Ma nella nostra “vita quotidiana” a Possum Springs avremo modo di vederla interagire con i suoi amici, in vere e proprie uscite, che finiranno nello spaccare una macchina abbandonata con una mazza da baseball, esplorare un cimitero o nello sfidarsi a colpi di coltellino svizzero come dei pirati. Perché pur essendo prevalentemente un’avventura a base di dialoghi multipli e non, Night in the Woods regala momenti di interazione unici, e sempre diversi tra loro, quasi fossero dei piccoli minigiochi.
Night in the Woods arriva su Nintendo Switch, ed è il solito matrimonio perfetto
Ma gli sviluppatori non si sono limitati a raccontare la quotidianità di Mae e del suo ritorno a casa, perché la trama si avventura in un vero e proprio mistero con tinte horror che il nostro gruppi di amici deciderà di risolvere, dopo che Mae ha ricevuto degli strani presagi in sogno (interattivi anch’essi). Ecco quindi che Night in the Woods tiene fede alla sua premessa, immergendoci in atmosfere notturne, con forti contrasti di colore e musiche inquietanti. Non è un horror, ma c’è grande atmosfera e il tutto viene come al solito supportato da una scrittura sublime.
Ma il gioco di Infinite Fall è anche molto altro, e dietro quella patina da “Twin Peaks con gli animali“, si nascondono dei personaggi con problemi veri: depressione, bipolarismo, o un’infanzia difficile. C’è la naturalezza di far raccontare ai personaggi i loro dolori e le loro sofferenze, e l’ambiguità di dare al giocatore i mezzi necessari, senza concedersi troppo, per interpretare e vivere il cammino della gatta Mae secondo la propria sensibilità. Mai in un videogioco abbiamo visto trattare queste tematiche con questa bellezza e sensibilità, e Night in the Woods non può che diventare un punto di riferimento in tal senso.
Cosa ben più difficile è inquadrate nella sua totalità l’esperienza di gioco: è una visual novel, un’avventura dinamica con sezioni platform e minigiochi o uno strano ibrido di tutti questi elementi? La risposta giusta è forse l’ultima, perché come vi abbiamo raccontato Night in the Woods è un po’ tante cose: si esplora la città, si parla tanto e si svolgono varie attività, addirittura diventando un rhythm game quando i nostri personaggi si riuniranno per provare con la loro band, suonando canzoni originali che spesso accompagnano anche le nostre scorribande in giro per la città. Questa sua natura multiforme è forse uno dei suoi difetti maggiori, non tanto perché ne infici la godibilità, quanto più per il ritmo altalenante che dona all’esperienza. Spesso si parla tanto e si fa poco, e solo in alcuni frangenti gli sviluppatori sono riusciti ad ottenere quell’equilibrio perfetto che lo avrebbe reso un capolavoro.
E lo stile, sia sonoro che visivo, non manca di certo: l’accompagnamento musicale è elegante e per nulla invasivo, con melodie ambient, ma a brillare è il sound design, che accompagna magistralmente la regia di alcune scene (soprattutto quelle da tinte horror) dando tensione e carica; la direzione artistica va a chiudere il cerchio, ma lo fa in modo sorprendente e originale. Guardare Night in the Woods è un po’ come avere di fronte un bellissimo diorama, o i libri pop-up che avevamo da bambini, con le figure bidimensionali sovrapposte a simulare un effetto di profondità. Un bellissimo diorama pieno di personaggi/animali unici, simpatici e caratteristici, che non passano affatto inosservati: è semplicemente bellissimo.
Night in the Woods arriva su Nintendo Switch, ed è il solito matrimonio perfetto: 1080p in modalità dock e 720p in portatile, ma sempre a 60 frame per secondo, è una gioia da vedere e da giocare, anche e soprattutto per l’ispiratissimo stile grafico ed un character design originalissimo. I piccoli prequel (da circa un’ora ciascuno) Lost Constellation e The Longest Night sono una piacevole visita nella lore che compone anche l’esperienza principale, che si rivela ovviamente il piatto più gustoso e appagante, con le sue circa 10 ore di gioco dipanate in 4 atti più epilogo. Night in the Woods è un’avventura dinamica, con i pregi e i limiti che comporta: spesso l’interazione è minima, ma la bellezza dei dialoghi (a patto di conoscere l’inglese) e le scelte concesse al giocatore rendono Possum Springs viva e non del tutto passiva al giocatore. Ma al di là del mistero e delle risate, Night in the Woods è una bellissima e malinconica esplorazione della sofferenza e della depressione, dell’ansia e delle paure che le persone più fragili subiscono loro malgrado. Alla fine di tutto, bisogna aggrapparsi a qualcosa, e la storia di Mae e dei suoi amici potrebbe essere ciò a cui vorrete aggrapparvi voi per farvi tirare su, anche di poco, quanto basta per non rinunciare a cercare il vostro posto nel mondo. |
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