È trascorso qualche mese dalle nostre ultime avventure in compagnia di Hide, il metamorfo protagonista di Nioh 2 (qui la nostra recensione): nonostante si sia rivelato un more of the same del titolo originale, è riuscito a trovare alcuni guizzi artistici e ludici in grado di regalarci un’avventura lunga, coinvolgente e divertente nel complesso salvo giusto le battute iniziali, decisamente proibitive. Esattamente come accaduto per William Adams, anche Hide si trova ad affrontare nuove sfide grazie al primo DLC sviluppato da Team Ninja – Il Discepolo del Tengu.
Ancora una volta viene messa in evidenza la volontà del team di rifarsi alla storia e al folklore giapponesi, prendendo personaggi di spessore dell’epoca e riadattandoli per inserirli nel loro universo narrativo. In questo caso, però, parliamo di un tempo ben lontano rispetto alle avventure vissute con il gioco base: si torna infatti indietro di qualche secolo, in quel 1185 che a seguito di una guerra civile stabilisce l’inizio dell’era medievale giapponese.
Ad aspettarci ci sono due personaggi che faranno trillare un campanello non solo agli appassionati di storia ma anche a chi, ai tempi di PlayStation 2, ha giocato a Genji: Dawn of the Samurai. Parliamo infatti di Minamoto no Yoshitsune e del monaco Musashibō Benkei, che storicamente sarebbe stato sconfitto dal giovane samurai sul ponte Gojo e da quel momento gli avrebbe giurato eterna fedeltà. Qui ci vengono presentati in chiave meno umana, soprattutto Benkei, ma rivederli è stato un po’ come ritrovare dei vecchi amici: o almeno, lo sarebbe stato se la storia si fosse concessa del tempo in più per raccontarsi.
Quello che da sempre predichiamo è la mancanza di spessore narrativo in Nioh, persino nel primo che aveva basi ancora più solide per creare una storia avvincente, ma nel caso specifico sembra che gli sviluppatori si siano limitati al cosiddetto compito a casa senza voler aggiungere di più: l’avventura principale si svolge infatti in due missioni, che per quanto lunghe e articolate ricordano molto da vicino quelle della campagna originale soprattutto nelle boss fight, senza darsi margine per evolversi e raccontare quella che potenzialmente sarebbe stata una trama interessante.
Non solo, si nota come i contenuti siano stati presi di peso e riciclati dal primo Nioh sia in termini di asset sia di una boss fight, mentre da Nioh 2 si riutilizzano i nemici comuni differenziandoli appena e aggiungendo molto poco di nuovo. Non manca poi una certa incoerenza logica, quando il nuovo nemico introdotto, Bakegani (uno yokai granchio), trova giustamente posto nella prima mappa marittima per essere riutilizzato in un’ambientazione montana dove non avrebbe alcun senso di esistere.
Il Discepolo del Tengu è un DLC un po’ troppo sbrigativo e poco rivoluzionario
Sono sottigliezze, di per loro, ma denotano come l’impegno di Team Ninja si sia mantenuto su livelli minimi almeno per quanto riguarda la costruzione delle mappe soprattutto la trama, che nel corso di due missioni non riesce a pervenire: non sappiamo perché siamo stati chiamati a combattere una guerra non nostra, in particolare perché non ne vediamo la conclusione, e sembra più che altro un pretesto per aggiungere ulteriori figure storiche alla rosa di personaggi. Graditissimi, senza dubbio, ma per nulla sfruttati. Avremmo preferito almeno una missione in più che desse una ragione per il nostro salto nel tempo, che allo stato attuale risulta senza senso.
Al di là della componente narrativa, che come abbiamo già detto non è il cavallo di battaglia della serie, Il Discepolo del Tengu offre un totale di otto missioni secondarie, alcune delle quali interessanti ma sempre orientate verso una formula già vista nel gioco base: ci sono gli scontri uno contro uno, gli incarichi che richiedono di ripercorrere una mappa nuova o già esplorata a seconda del caso, e pur trovando il tutto complessivamente divertente manca lo stimolo che spinge ad andare avanti. La struttura delle missioni, insomma, rimane la stessa.
D’altronde sappiamo che i contenuti desiderati dagli utenti sono altri, come ad esempio l’aggiunta di nuovi equipaggiamenti e difficoltà ulteriori: in questo caso, nulla da eccepire. Il DLC offre come nuova arma il Bō Composito, una via di mezzo tra la lancia e la kusarigama molto accattivante da utilizzare grazie a una diversificazione degli approcci dovuti alle stance e alla personalizzazione molto curata, segno che sotto questo aspetto Team Ninja ha investito molto più che nel resto.
Di contro, è un po’ venuto a mancare dell’equipaggiamento sostanzioso per quanto riguarda le altre armi e le armature: durante tutte e dieci le missioni, principali e secondarie, non siamo riusciti a trovare una katana o una odachi (il set da noi utilizzato) in grado di sostituire quelle ottenute nel corso del gioco base. Certo, parliamo di un livello di rarità massimo e a volte migliorato grazie alla forgia ma solo per quanto riguarda le armi: le armature, pur avendo a loro volta rarità massima, sono semplicemente quelle che abbiamo raccolto in giro, né più né meno.
Va da sé che la mancanza di equipaggiamenti significativi denota una difficoltà molto ridotta, che per fortuna viene bilanciata dall’aggiunta di una nuova modalità Nuovo Gioco + chiamata “Sogno del Demone”: in questo caso il livello consigliato raddoppia quello necessario per il DLC, che si attesta sul 120, e richiede dunque un po’ di farming per essere approcciato senza morire a ogni pie’ sospinto.
Il Discepolo del Tengu è un buon DLC, che nel complesso si posiziona un gradino sotto al gioco base e avrebbe sicuramente potuto osare un po’ di più soprattutto sul lato narrativo, da sempre il punto debole della serie: l’introduzione di personaggi come Yoshitsune e Benkei avrebbe potuto essere l’inizio di una nuova interessante campagna, invece la loro storia si conclude in un paio di missioni senza arte né parte che lasciano l’amaro in bocca per l’occasione sprecata. Dall’altro lato abbiamo l’introduzione del Bō Composito come nuova arma, ottima sia in termini di diversificazione degli approcci al combattimento sia a livello di personalizzazione, e l’aggiunta del Sogno del Demone in qualità di ulteriore Nuovo Gioco + – che setta il livello di sfida molto in alto, riuscendo a soddisfare anche i veterani. Nel mezzo, giusto qualche piccolo guizzo sui nemici e le boss fight, che tuttavia sentono il peso di un riciclo sia dall’originale Nioh sia dal secondo capitolo. Chi si sentiva già soddisfatto da Nioh 2 non ha moltissimi motivi per tornare ad affrontare il gioco, speriamo dunque che questo DLC sia servito più che altro a sondare il terreno in attesa di eventuali altri contenuti più succosi. |
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