21 Nov 2017

Nioh: Complete Edition (Versione PC) – Recensione

Dopo averlo dato per spacciato per anni, il mercato PC è tornato più in forma che mai, e la dimostrazione più lampante di questa affermazione è la definizione di “esclusiva console” che diventa via via più effimera: Microsoft ha totalmente (ri)abbracciato l’ecosistema da essa stessa creato con il programma Play Anywhere, che permette di acquistare una singola copia di una selezione di titoli da giocare sia su Xbox One che in ambiente Windows, mentre numerosi titoli apparsi su PS4, in particolare quelli di storiche software house giapponesi (non sempre a loro agio al di fuori del mondo console), hanno egregiamente debuttato su PC, come Nier: Automata, per citarne uno, o il titolo in esame, quel Nioh che ci ha fatto sputare sangue e lacrime con il suo profondissimo combat system e le sue numerose strizzate d’occhio all’operato di From Software e a quei “Souls” che tanto ci hanno fatto piangere e sudare negli ultimi anni.

L’action/RPG di Koei Tecmo e Team Ninja si affaccia su PC in formato Complete Edition, una raccolta che include i 3 DLC pubblicati post lancio, Drago del Nord, Onore Sprezzante e La Fine del Massacro.

Nioh: Complete Edition

Per saperne di più su Nioh vi invitiamo a leggere la nostra recensione della versione PS4 pubblicata nel mese di febbraio di quest’anno, che ben analizza l’affascinante sfondo narrativo a metà tra storia e fantasia, e il profondo combat system di Nioh, basato su un sistema di stance tanto appagante quanto complesso, in cui ogni singola decisione, posizione, mossa, è in grado di separare la vita (o per meglio dire, la sopravvivenza, vista la condizione precaria in cui vi troverete perennemente) dalla morte (assai frequente, ma solo di rado ingiusta e frustrante).

Nioh è un soulslike? Sì. È una copia di Dark Souls? No. […] Il gioco non soltanto segue perfettamente i dettami gettati da Dark Souls ma ne condivide le basi per poi distaccarsene, aggiungendovi meccaniche proprie in grado di conferirgli una personale caratterizzazione. Soprattutto grazie a un sistema di combattimento dall’approccio unico, che fonde hack’n’slash e strategia per un risultato sempre nuovo a seconda dell’arma impugnata: un sistema che va studiato, capito e padroneggiato se si vuole portare William allo scontro finale senza lanciare il joystick dalla frustrazione dopo l’ennesima guardia spezzata.” Così scriveva Alessandra Borgonovo nella sua recensione di qualche mese fa, e anche su PC la situazione (e la difficoltà) non cambia di una virgola. La caccia all’enigmatica figura di Edward Kelley spingerà il coraggioso protagonista a salpare a bordo della Liefde verso le coste di un Giappone divorato dai conflitti interni e dall’invasione di pericolosi demoni. In palio c’è il potere degli Amrita, pietre potentissime che vedono le potenze europee dell’epoca (Spagna e Inghilterra) sfidarsi per la supremazia fino all’ultima battaglia, su terra e su mare.

Nioh: Complete Edition

Sulla qualità del NiOh base o dei ricchi DLC (che arricchiscono l’esperienza con un carico di contenuti non indifferente, tra armi, NPC e, soprattutto, missioni, che vanno ad estendere ulteriormente la già corposissima avventura – la cui durata di base supera abbondantemente le 40 ore), insomma, c’è davvero poco da dire o aggiungere: i fan degli action/RPG, e nello specifico dei soulslike sprovvisti di PS4 ma cultori della “Master Race” possono finalmente rivivere le ardue gesta di William Adams sui loro (possibilmente possenti) PC grazie a Nioh: Complete Edition, una chance che vale da sola il prezzo del biglietto. Il problema, però, è che si tratta fondamentalmente del motivo principale, se non l’unico, per cui ha senso acquistare questa versione, che si rivela al primissimo avvio e nel giro di qualche minuto per quello che è: un porting all’insegna della pigrizia (in cui, tra i punti di forza, ci sono implementazioni – di terze parti – come Ansel e ShadowPlay, almeno per i possessori di schede Nvidia). Lato prestazioni davvero poco da dire: sul nostro PC munito di GTX 980 ti e i5 da 2.80 Ghz il gioco gira che è un piacere, fluido e dall’impatto visivo gradevole, più definito rispetto a quello già di per sé di alto livello della versione PS4 e dal frame-rate più roccioso e inscalfibile, nemmeno nei momenti più concitati (ma non è troppo clemente con i requisiti minimi: OS a 64bit, processore da i5 3550 in su, 6 GB di Ram e una GTX 780 o una R9 280 con 3 GB di VRAM).

Gran gioco, ma il porting è dannatamente pigro

A mancare però è la libertà di personalizzazione dei settaggi, ridotta all’osso ed ereditata sostanzialmente proprio dalla controparte console, dove già era possibile, curiosamente (per un’esclusiva console, almeno all’uscita), bilanciare il comparto tecnico in base al proprio gusto, rinunciando alla fluidità in favore della maggiore risoluzione (e viceversa) tramite pre-set presenti anche su PC, per velocizzare i tempi. Non che ce ne sia realmente bisogno, data la scarsità di opzioni presenti: si può infatti stabilire il cap dei fotogrammi a 30 o a 60 (e basta), regolare risoluzione (fino a 4K), qualità del rendering e delle ombre, e attivare l’occlusione ambientale, il motion blur della telecamera e i riflessi dinamici (il tutto sia in-game che attraverso un’obsoleta schermata pre-avvio che fa tanto primi del 2000). E nulla di più, nemmeno un filtro anti-aliasing da dosare a proprio piacimento, nada. Una situazione ancor più paradossale se si pensa alle cutscene pre-renderizzate che risultano terribilmente sgranate alle risoluzioni più alte, al mancato supporto ai 21:9 (con goffi tentativi di appiattire l’immagine, spalmandola brutalmente e schiacciandola con la precisione di un macellaio) e, peggio ancora, alla combinazione mouse/tastiera, con tanto di click completamente disabilitato e la sola possibilità di muovere William e ruotare la telecamera attraverso le frecce direzionali e il classico quartetto WASD. Munitevi di joypad o dite pure addio alla vostra partita.

Conclusioni

Dopo averci deliziosamente torturato su PS4, William Adams approda su PC grazie a Nioh: Complete Edition, e lo fa (purtroppo) con un porting che più pigro non si può: Koei Tecmo si è infatti limitata a timbrare il cartellino e a renderlo giocabile (in realtà una cosa non così scontata, di questi tempi, ndr) senza però offrire tutte quelle opzioni di personalizzazione grafica di cui ogni utente PC che si rispetti non può e non intende fare a meno, ridotte al minimo sindacale e in linea con quelle della versione console, con cui condivide anche l’obbligo di utilizzo di un controller. Se non possedete una PS4 e amate i soulslike, non lasciatelo minimamente sfuggire: non ve ne pentirete. Ma se la Master Race è il vostro credo e avete già avuto modo di accompagnare William nel suo viaggio tra demoni e samurai, non aspettatevi chissà quale buon motivo per un secondo giro.