No Man’s Sky non è certo una novità nel panorama videoludico, essendo approdato sui nostri dispositivi di gioco ormai nel lontano 2016 a seguito di una campagna marketing che lo dipingeva come una nuova frontiera spaziale per ogni giocatore. Sballottato malamente tra le dichiarazioni ottimiste e un po’ ingenue del suo papà Sean Murray e la fredda macchina della comunicazione di Sony, il sogno di libertà incarnato dall’opera di Hello Games si infranse malamente sulle promesse mancate da chi fino al giorno prima proclamava l’avvento di un nuovo messia digitale.
C’è perfino chi ha rievocato l’operato del mai abbastanza criticato Peter Moulineux, che con Fable promise mondi persistenti capaci di seguire crescita e progressi dei giocatori, o ha impugnato i forconi per scacciare Murray, l’uomo che aveva sacrificato sull’altare del proprio cachet le speranze di chi si stava preparando a solcare lo spazio alla ricerca di pianeti e civiltà da scoprire, come un novello pioniere a cui mancava solo una tutina colorata e lo stemma della Federazione dei Pianeti Uniti.
Eppure, al tempo stesso, No Man’s Sky è una delle più interessanti storie di redenzione del mondo videoludico, avendoci mostrato cosa può fare un team di talento quando gli è permesso di perseguire un’idea senza trovarsi a lottare contro il tempo. Nel corso degli anni, infatti, di aggiornamento in aggiornamento, il titolo è mutato per diventare più accessibile, aperto, flessibile, e intrigante, arrivando in alcuni casi a offrire anche più di quanto promesso in origine.
Con l’arrivo Waypoint, l’update che porta il gioco alla sua versione 4.0, No Man’s Sky si appresta a compiere il balzo definitivo non solo introducendo un enorme ventaglio di opzioni e meccaniche di gioco utili al miglioramento dell’esperienza generale, ma anche approdando finalmente sulla console più amata di questa generazione, Nintendo Switch.
Se di anno in anno i giocatori PC, PlayStation e Xbox hanno avuto tante occasioni per provare con mano il brivido dei viaggi interstellari (per i curiosi, il titolo è tuttora disponibile su Xbox Game Pass), i possessori della piccola console ibrida possono considerare il titolo una vera e propria novità, tutta da scoprire.
No Man’s Sky non si pone certo come il titolo più semplice e permissivo per dare sfogo alla propria voglia di survival esplorativo, ma nel tempo si è trasformato per essere sempre più accessibile e adattabile alle esigenze dei propri giocatori. Lo spunto iniziale è sempre quello, ovvero l’immersione in un contesto sconosciuto e impervio, ma al tempo stesso affascinante, in cui riuscire gradualmente a padroneggiare risorse, dominare gli eventi atmosferici e gestire i pericoli con successo.
No Man’s Sky è una delle più interessanti storie di redenzione del mondo videoludico
All’inizio di ogni partita ci ritroveremo su un pianeta sconosciuto, con la nostra strumentazione in panne e le risorse minime per iniziare a rimettere in piedi i motori della nostra astronave. Tra lo smarrimento dovuto alla situazione e la scarica di adrenalina che ci percorre nel trovarci ad affrontare le avversità, è questo il momento in cui si sigla il patto con lo sviluppatore: la situazione non è semplice, ma siamo in grado di superarla, e farlo ci permetterà di aprire le porte di un universo vastissimo!
Un plauso va fatto al tutorial, che ci guida nelle fasi iniziali con molto zelo offrendoci in dettaglio istruzioni sulle azioni e i tasti da premere per fissare obiettivi, recuperare risorse e interagire con i macchinari. Un aiuto davvero indispensabile, in quanto l’interfaccia utente – seppur gradevole e costantemente rifinita con gli aggiornamenti – è lontana dall’essere intuitiva.
Questa minima tranquillità permette inoltre di iniziare ad apprezzare la libertà che ci è concessa, spingendoci a muovere un passo più in là del dovuto, curiosando alla ricerca di minerali preziosi o esemplari di flora e fauna da registrare nei nostri sistemi, venendo ricompensati con la moneta di gioco. Si è quindi stimolati a esplorare e scansionare ogni cosa con i nostri visori, reclamando la paternità di ogni nuova specie assegnandogli il nome che preferiamo.
No Man’s Sky comincia nella gestione del piccolo, per poi puntare a scalare gradualmente verso aspetti decisamente più “macro”: riprendere il controllo della nave è semplice, ma rappresenta solo l’inizio di un viaggio che offre alcune guide ma che non pone mai limiti al giocatore. Proseguendo nel cammino, visitando nuovi pianeti e scegliendo la nostra base, si incrociano frammenti di civiltà e scampoli di storie, i quali vengono memorizzati nei nostri registri per consentirci di scegliere con coscienza la nostra prossima mossa.
No Man’s Sky comincia nella gestione del piccolo, per poi puntare a scalare gradualmente verso aspetti decisamente più “macro”
Esiste quindi una storia da seguire, un obiettivo che si palesa passo dopo passo, e questo può essere di grande aiuto a tutti coloro che hanno bisogno di qualche dritta per proseguire e non vogliono rischiare di passare il tempo a girare intorno. La narrazione risulta sintetica, ma va a stuzzicare le giuste corde, soprattutto in ottica pionieristica: l’universo è immenso, le specie sono varie e diffuse, ma c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, da raggiungere prima degli altri.
Eventualmente si può letteralmente ignorare ogni indizio e creare la propria storia, indipendente. Una volta raggiunte le varie stazioni spaziali che fanno da crocevia interstellari è possibile ottenere nuove tecnologie, evolvere materiali e iniziare a creare una propria flotta di navi. Dove ci possono portare queste scelte, sta a noi scoprirlo, ma il percorso che può farci diventare un pirata spaziale che assale le navi per recuperare risorse oppure un dedito studioso delle serre spaziali è, inizialmente, lo stesso!
E No Man’s Sky su Nintendo Switch, nonostante tutte le riserve dovute all’hardware, mantiene fede alla sua natura, trasportandoci in ambienti magari un po’ più spogli, in cui il pop-up si mostra quasi con manie di protagonismo, ma che non tradiscono atmosfera e leggibilità. Il framerate massimo è limitato ai 30 fps, rendendo l’esperienza meno fluida rispetto alle altre piattaforme, ma il ritmo compassato e riflessivo aiuta a non percepire questo limite in modo negativo.
Anzi, la portabilità diventa punta di diamante di questa incarnazione, in quanto al giocatore è concesso di immergersi nel gioco comodamente in ogni situazione, con la sola aggiunta di un paio di cuffiette che possano consentire di allontanarsi – temporaneamente – dalla molto più bigia e arida realtà. Le note stonate di questa conversione (purtroppo ci sono, non si scampa) sono legate all’assenza della modalità multiplayer, che va ad escludere in modo netto e quasi brutale la fetta di giocatori Nintendo da quella che è una community che nel corso degli anni è cresciuta e si è strutturata come poche altre, e la rimozione degli insediamenti, che offrivano una corposa componente gestionale al giocatore.
A guardare il bicchiere mezzo pieno, possiamo considerare come quasi tutti gli aggiornamenti che su altre piattaforme sono stati attesi per anni siano invece presenti al D1 nella versione Nintendo Switch, permettendoci di modellare l’avventura a nostro piacimento, sfruttando tutte le nuove opzioni disponibili. Possiamo quindi optare per un gameplay classico, che bilancia difficoltà ed esperienza utente, goderci la vita in modalità creator o affrontare sfide più estreme che possono anche prevedere la permadeath, con tanto di rimozione del salvataggio.
L’aggiornamento Waypoint ha inoltre introdotto la possibilità di modellare in tempo reale gli aspetti legati a pericoli ambientali, nemici, salute e carburante qualsiasi sia la modalità scelta inizialmente, consentendo una retromarcia rapida a chi pensa di aver fatto il passo più lungo della gamba o rendendo invece più frizzante una partita fino a quel momento priva di brio.
No Man’s Sky arriva su Nintendo Switch con qualche anno di ritardo, ma lo fa proponendo un’esperienza totalmente sovrapponibile a quella che abbiamo già avuto modo di affrontare su PC e console. Al netto della mancanza della modalità multiplayer e degli insediamenti, la produzione Hello Games riesce a preservare la propria forma e sostanza anche in formato compatto, ricorrendo a compromessi tecnici che non vanno a inficiare l’impatto generale. A volerla dire tutta, sembra proprio di trovarsi davanti a un’altra conversione miracolosa per la ibrida Nintendo, e vanno dunque rivolti i complimenti al team per aver affrontato in modo così competente la sfida tecnica del porting. Il gioco invece rimane sempre quello: posato, riflessivo e affascinante, che catturerà tanti giocatori nello stesso modo in cui saprà respingerli, proprio per via del suo ritmo piuttosto compassato, soprattutto agli inizi. Confermandosi, comunque, una delle produzioni più intriganti degli ultimi anni. Acquista No Man’s Sky per Nintendo Switch sullo shop online di GameStop! |