Perdersi nella musica, senza perdere il contatto con la realtà
Negli ultimi mesi sono stati diversi i prodotti di Nothing che abbiamo recensito, tra cui diversi auricolari, ma quelli di cui andremo a parlarvi oggi sono qualcosa di totalmente nuovo (almeno per noi) e, soprattutto, qualcosa di sorprendente. Nothing Ear (open) promettono di poter ascoltare senza perdere contatto con il mondo esterno. Lo fanno davvero? E se sì, con quali compromessi? Risponderemo a queste ed altre domande più avanti, ma intanto partiamo col dirvi che si tratta di un prodotto dedicato ad un pubblico specifico. Ne fate parte anche voi? Continuate a leggere e lo scoprirete.
I Nothing Ear (open) sono degli auricolari wireless di tipo OWS (Open Wearable Stereo), in poche parole quella categoria di auricolari “aperti” che, a differenza degli in-ear, diffondono la musica dall’esterno dell’orecchio. Provando i Nothing Ear (open) siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di diversi auricolari di questa categoria, ma come in ogni cosa che fa, Nothing riesce sempre a metterci il suo tocco di innovazione.
Disponibili sul sito ufficiale Nothing al prezzo di 149 euro, nella sola colorazione bianca, i Nothing Ear (open) si distinguono innanzitutto per il design che, a partire dal case e finendo con gli auricolari, è unico nel suo genere. Il case riprende la parte superiore del guscio trasparente della serie Ear e riesce, nonostante le maggiori dimensioni degli auricolari, a restare pratico e tascabile.
Con soli 19mm di altezza (x 126mm di lunghezza e 44mm di larghezza) è senza dubbio il case più sottile esistente, soprattutto per la categoria. Dotato di apertura magnetica, così come di magneti dispongono gli alloggiamenti per gli auricolari, risulta particolarmente maneggevole in fase di apertura/chiusura, quanto per prendere e riporre gli auricolari. Poi, nonostante a prima vista possa sembrare grande, le forme arrotondate e, appunto, la sua sottigliezza, fanno sì che scivoli facilmente in tasca o in borsa. Il peso di 62g fa poi sì che quasi non lo sentiate addosso.
Gli auricolari riprendono in parte quel design “trasparente” degli Ear (a) che tanto ci piace, che lascia intravedere driver e componenti interne; quel look hi-tech/cyberpunk che solo gli auricolari Nothing hanno. Il design, inoltre, si fonde con scelte stilistiche legate al comfort. L’archetto semi-flessibile rivestito in silicone va dagli auricolari fino alla batteria, rivestita in alluminio anodizzato, che funge anche da contrappeso.
Al di là dell’aspetto puramente estetico quindi, la soluzione pensata da Nothing si rivela particolarmente azzeccata sotto ogni punto di vista. Il sistema di stabilità in 3 punti fa sì che gli auricolari restino fermi e si prestino non solo ad un uso “normale”, ma anche a quello sportivo. L’asta in silicone rende, oltre che piacevole al tatto l’archetto, anche comodo al contatto con l’orecchio. Al suo interno un cavo in nickel/titanio flessibile permette di adattarsi a qualsiasi orecchio, in particolar modo quelle piccole, e fa sì che metterli e toglierli sia un gesto estremamente naturale. Il perfetto bilanciamento, unito al peso di soli 8.1g per auricolare, permette davvero di indossarli a lungo senza nemmeno rendersene conto o sentire il bisogno di toglierli.
Chi vi scrive ha delle orecchie abbastanza grandi, per questo ci abbiamo messo qualche ora prima di sentirci a nostro agio con indosso i Nothing Ear (open), ma da quel momento è stato come se non li indossassimo. Questo è un aspetto fondamentale per qualsiasi tipo di cuffia e auricolare, quello della comodità, di poterli indossare per periodi prolungati; ma lo è ancor di più nel caso dei Nothing Ear (open). Infatti, essendo la loro natura quella di permettere di udire ciò che succede intorno a noi, sono pensate per utilizzi prolungati, anche in momenti in cui non stiamo ascoltando alcun contenuto. Pensate ad esempio ad un’utilizzo in ufficio, in cui le indossiamo per tutto il giorno e quando possiamo mettiamo della musica, effettuiamo chiamate, il tutto senza perdere il contatto uditivo con i nostri colleghi. Cosa totalmente diversa da un auricolare in-ear, in cui addirittura cerchiamo l’isolamento massimo con l’active noise cancellation ed in cui sì, esiste la “modalità trasparenza”, ma non sarà mai come la sensazione che si ha indossando i Nothing Ear (open). Di certo non sono il massimo per un viaggio in treno o in aereo, ma se quando siete in metropolitana preferite tenere le “orecchie aperte”, sono perfette.
Qual è quindi il target per i Nothing Ear (open)? Chiunque abbia la necessità di ascoltare musica, contenuti multimediali, di giocare, di parlare al telefono, etc, mantenendo il contatto con il mondo esterno. Il fatto è che in base alle situazioni, chiunque potrebbe avere quest’esigenza, e l’ideale sarebbe quello di alternarle ad altri auricolari proprio in base alle circostanze. Tenendo però conto del costo non proprio contenuto (ricordiamo, 149 euro), sono indirizzate a chi ha costantemente quest’esigenza, come il sottoscritto.
Le ho provate tutte per poter fare delle passeggiate con i miei cani ascoltando della musica, ma restando comunque vigile, che fosse per sentire il rumore di autovetture, di altri animali in arrivo o anche solo per la comodità di scambiare due parole al volo con il vicino, senza dover togliere gli auricolari. Ho provato addirittura con una mini cassa bluetooth, ma ecco, facevo un po’ troppo rumore (per i cani stesssi) e, detto tra noi, se tenevo il volume basso, non riuscivo a sentire come si deve. Ho pensato agli auricolari ad induzione ossea, ma l’idea non si è mai concretizzata. Certo, con i Nothing Ear (a) e la loro modalità trasparenza sono riuscito ad ottenere buoni risultati, ma vi assicuro che c’è sempre quella sensazione di estraniamento, di perdersi qualcosa… così ho smesso e mi sono rassegnato al fatto di non poter ascoltare musica in quella circostanza.
Ma i Nothing Ear (open) sotto questo aspetto sono sbalorditivi, riesco a sentire persino i passi dei miei cani, riesco a capire quando sta arrivando una macchina, riesco a parlare senza urlare e soprattutto a capire tutto quello che mi viene detto, ma più di ogni altra cosa, quando le indosso mi sento sicuro. E poi, se dovessi trovarmi in una situazione in cui ho bisogno di silenzio, fermo la riproduzione con un gesto, senza però la necessità di togliere gli auricolari, riporli nella custodia, etc. Tra l’altro, se ci allontaniamo dalla fonte audio perdendo il segnale Bluetooth (versione 5.3) e ritorniamo, gli auricolari emetteranno un suono delicato che ci fa capire che siamo rientrati nella zona coperta. Così, quando posso riprendere ad ascoltare la musica o un audiolibro, basta un nuovo gesto et voilà.
Per noi i Nothing Ear (open) sono stati una vera svolta, e potrebbero esserlo per molti di voi. Vi starete però sicuramente domandando come suonano questi auricolari, proprio in virtù della loro natura “open”. Bene, prima di dirvi quello che ne pensiamo, vi diciamo che Nothing ha riempito di tecnologia questi auricolari: Sound Seal System e diffusori direzionali fanno sì che ci sia la minima dispersione del suono. I driver (da 14.2mm) hanno un design “a gradini” per avvicinarli al padiglione uditivo. Un algoritmo automatico analizza ciò che stiamo ascoltando e regola le basse frequenze affinché rendano sempre al meglio. Altri accorgimenti come rivestimenti in titanio e driver più leggeri del 30% rispetto alla norma fanno sì che la resa sonora sia di altissima qualità, seppur (sia chiaro) diversa da quella di un paio di auricolari in-ear.
Li abbiamo provati con la nostra classia playlist da test, che va da brani “delicati” come quelli di Ludovico Einaudi, a pezzi che esaltano i bassi come quelli dei Daft Punk, ma che arrivano a cose più estreme come Refused o Nine Inch Nails, passando per classici come quelli di David Bowie o Michael Jackson. Ebbene c’è poco da dire, suonano non bene, ma benissimo: offrono sfumature e dettagli che in altri auricolari raramente abbiamo colto. Il tutto in modo particolarmente ben bilanciato, senza eccedere nelle basse o alte freequenze. Ci siamo potuti (finalmente) godere della buona musica in situazioni in cui non era possibile farlo, quantomeno non senza mettere a repentaglio la nostra sicurezza o tutelando lavoro e comunicazione.
I Nothing Ear (open) offrono la libertà di ascoltare la musica, senza mai perdere il contatto con il mondo esterno
Inoltre, proprio a confermare l’alta fedeltà sonora, tra le possibilità offerte dall’app Nothing X, c’è anche un equalizzatore avanzato, in cui poter regolare la curva di equalizzazione e le rispettive frequenze, adattando il suono sia alle nostre preferenze, che al genere che stiamo ascoltando. Tra l’altro, potremo salvare N profili, uno per ogni genere musicale o contenuto multimediale che usiamo. E se non siamo abbastanza “pro” da fare tutto questo? Beh, i preset possono essere condivisi tramite un sistema di QR code, quindi potrete cercare in rete quelli che più vi ispirano, caricarli tramite l’opzione in app e poi salvarli se vi soddisfano.
Ma… sì, c’è un ma in tutto questo. Ho sempre pensato che per ascoltare bene la musica, bisognasse farlo a volumi moderati. E’ in quella condizione che abbiamo la possibilità di percepire le sfumature, di avere il giusto bilanciamento delle basse e alte frequenze, senza che i volumi elevati vadano ad influire (negativamente) sulla resa sonora. Poi sono anche uno di quelli che se c’è il pezzo giusto, alza il volume a palla… ma quello è un altro discorso e, soprattutto, è un discorso che non è contemplato dai Nothing Ear (open).
Infatti se alziamo il volume oltre una certa soglia, a prescindere dall’equalizzazione, le alte frequenze prenderanno il sopravvento, annullando i bassi e rendendo a quel punto “distorta” l’esperienza sonora globale. Ma è un reale problema? A nostro modo di vedere no, perché “alzare il volume a palla” dei Nothing Ear (open) va contro il concetto degli auricolari “open” stessi, pensati proprio per non perdere il contatto con il mondo esterno. A prescindere dalle caratteristiche degli auricolari o della qualità sonora, se il volume sarà alto, andrete a coprire qualunque suono provenga dall’esterno, rendendo a quel punto inutile l’utilizzo di un paio di auricolari OWS come i Nothing Ear (open).
E sempre a proposito di volume, il dubbio che potrebbe venire a qualcuno è: quindi, se io sento benissimo l’audio proveniente dai Nothing Ear (open), vorrà dire che anche chi è attorno a noi lo sentirà, corretto? Assolutamente no. Il Sound Seal System a cui accennavamo prima, genera delle “onde inverse” annullando di fatto quelle che andrebbero all’esterno. Il risultato? Chi è vicino a noi non sentirà nulla, anzi, a detta di chi mi era vicino: “si sente di più con le in-ear”. Quella che sembra una “magia”, è nient’altro che tecnologia, ma rappresenta un inaspettato punto a favore di Nothing Ear (open).
Sempre in riferimento alla qualità audio, si sono comportati benissimo anche in fase di chiamata, permettendoci di sentire chiaramente e con una certa corposità i nostri interlocutori, ma anche facendoci sentire bene da loro in situazioni appunto movimentate o all’aperto come le nostre passeggiate con i cani. Anche qui la tecnologia Clear Voice e, in questo caso anche l’IA, aiuta: ci sono oltre 28 milioni di situazioni che vendono analizzate per far sì che ci sia sempre la migliore resa.
I Nothing Ear (open) ereditano il precisissimo sistema di controllo “a pizzico” degli Ear (a): potremo customizzare tramite l’app cosa fare a seconda del numero di pizzichi o del tempo in cui terremo premuto. Noi di base con un pizzico interrompiamo/attiviamo la riproduzione, con due mandiamo avanti e indietro le tracce (abbiamo diversificato questa funzione tra auricolare destro e sinistro) e tenendo premuto (sempre diversificando destro e sinistro) alzeremo o abbasseremo il volume.
Come detto, questo sistema di input ci ha colpito perché seppur richieda una pressione più decisa, è preciso e praticamente mai può farvi dare l’input sbagliato (poi con la stabilità dei Nothing Ear (open), non c’è nemmeno rischio di spostarli).
Premendo 3 volte l’auricolare attiveremo poi l’assistente vocale, in questo caso Chat GPT. Ricordiamo che tutti (o quasi) gli auricolari Nothing e CMF integrano Chat GPT come assistente vocale se associati ad uno smartphone Nothing o al CMF Phone 1. Che dire, anche in questo caso un passo avanti rispetto agli altri assistenti vocali e nel caso dei Nothing Ear (open) potrete farvi delle belle chiacchierate con Chat GPT senza il rischio di urlare e farvi prendere per folli, visto che avrete sempre la percezione di ciò che c’è attorno a voi.
I Nothing Ear (open) sono resistenti ad acqua e polvere (certificazione IP54) ed hanno diverse altre funzioni, tutte supportate dalla snella ma completa app Nothing X: Dual connection, Microsoft e Google Fast Pair, ricerca degli auricolari e modalità a bassa latenza. Badate bene, quest’ultima qualora utilizziate uno smartphone Nothing o CMF, si attiverà in automaticaco quando avvierete un gioco, altrimenti potrete farlo sempre tramite app. Non c’è ovviamente la parte relativa all’active noise cancellation nell’app, ma ci sono ben evidenti gli indicatori di carica dei singoli auricolari e del casi.
A proposito di autonomia, anche questa è super: 8 ore di riproduzione con una carica singola e 30 ore complessive considerando il case. Tuttavia la ricarica rapida permette con soli 2 minuti di ricarica via USB-C di avere fino a 2 ore di riproduzione. Non male, soprattutto in virtù del fatto che molti potrebbero indossarle ed utilizzarle per buona parte della giornata.
Non avremmo mai pensato che i Nothing Ear (open) potessero colpirci a tal punto, ma l’altissima qualità audio, unita alla loro praticità, versatilità e soprattutto alla possibilità di restare sempre “vigili”, li hanno resi di fatto gli auricolari che oggi usiamo maggiormente, che sia in città, nella natura o in ufficio.
Conclusioni
Nothing continua a sfornare auricolari, ma questa volta entra nella categoria di quelli “open”, quelli cioè che permettono di percepire anche i suoni di ciò che ci circonda, per non perdere il contatto con il mondo esterno. Ed è incredibile come i Nothing Ear (open) possano cambiare il modo in cui si ascolta la musica se avete questa esigenza.
Mantenendo il design simbolico degli auricolari Nothing, si evolvono per fare in modo che il desing diventi funzionale per un aspetto fondamentale, ovvero la comodità ed il comfort in utilizzi prolungati. Ebbene i Nothing Ear (open) sono comodi e bilanciati al punto da poter essere utilizzati tranquillamente in attività sportive.
Ma ciò che stupisce è la qualità sonora che sono capaci di restituire, anche grazie ad un equalizzatore avanzato che le rende perfette per gli audiofili. Una serie di sfumature e dettagli (finché si tengono dei volumi moderati) che si fa fatica a credere quando, in contemporanea, riusciamo a percepire il cinguettio degli uccelli durante una passeggiata in campagna.
Ed è proprio questo che fa la differenza e può spingervi a spendere 149 euro per questi auricolari: la libertà di ascoltare la musica, di giocare, di vedere contenuti multimediali o anche parlare con qualcuno, senza mai perdere il contatto con il mondo esterno.
E’ quello che cercate? Allora non pensateci due volte, perché saranno soldi ben spesi. Se invece volete isolarvi quanto più possibile e spingere il volume al massimo, non sono questi gli auricolari per voi, ma potreste però pensare ai Nothing Ear (a).
Trovate tutte le info ed il link all’acquisto sul sito ufficiale di CMF by Nothing
Good
+Design Nothing sempre unico+Leggeri, pratici e confortevoli+Qualità audio elevata...+...nonostante si senta tutto quello che succede attorno+Ottima autonomiaBad
-Alzando molto il volume, i bassi perdono sostanza-Chi ha le orecchie grandi potrebbe trovarli meno comodi
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