Omen Exitio: Plague

Omen Exitio: Plague – Recensione

I videogiocatori più stagionati come il sottoscritto riservano un posto speciale nei propri ricordi per il librogame, un formato molto particolare di romanzo che permetteva al lettore di avere un diretto impatto sullo scorrere della storia. Chiunque sia cresciuto con i libri di Lupo Solitario di Joe Dever sa bene di cosa sto parlando: avventure che scorrevano pagina dopo pagina, tenendo incollato il lettore a una serie di eventi che richiedevano la nostra interazione. Ed è a questo tipo di esperienza che Tiny Bull Studios vuole offrire con il suo Omen Exitio: Plague, un’avvventura grafica ispirata ai racconti di Edgar Allan Poe e Howard Phillips Lovecraft.

Il titolo nasce da un’idea di un gruppo di sviluppatori indipendenti d’istanza a Torino, che hanno deciso di condividere la loro visione del gioco con il vasto pubblico di Kickstarter. La piattaforma di crowdfunding è servita a Tiny Bull Studios per migliorare il budget per l’adattamento internazionale e ovviamente per fare uscire Omen Exitio dallo stadio di concept. L‘esperimento dello studio torinese è andato a buon fine, raccogliendo i fondi necessari per ultimare lo sviluppo del gioco e fornire un adattamento in lingua inglese per il lancio internazionale su Steam. Non stupisce che anche sullo store di Valve il titolo di Tiny Bull abbia avuto successo, entrando nel programma Greenlight. 

Omen Exitio: Plague

Omen Exitio ci porta indietro nel tempo fino agli ultimi anni dell’800, in un’ambientazione che ricorda da vicino alcuni romanzi d’avventura dell’epoca. A differenza della letteratura lovecraftiana, che si concentra perlopiù sul territorio americano e la fittizia cittadina di Arkham, in Omen Exitio sono i continenti africani ed europei ad essere protagonisti delle vicende narrate. Ed ecco che località come Zanzibar, Londra e Delft prendono vita sulle pagine dell’immaginario diario del dottor Jake Huntington, protagonista del racconto e medico militare al centro dei sinistri avvenimenti che rischiano di sconvolgere il mondo conosciuto. Sconvolto e tormentato dalla recente scomparsa della moglie Helen, il dottor Huntington si ritroverà a fare i conti con forze sconosciute ed inquietanti, che mineranno la sua sanità mentale e metteranno a dura prova le sue conoscenze mediche. Omen Exitio: Plague è un gioco testuale, dove la maggior parte delle interazioni avviene tramite un’interfaccia semplice, intuitiva e senza inutili orpelli: la storia principale si “scriverà” sulle pagine del diario del dottore, mentre per la scheda personaggio, la mappa e le nostre relazioni avremo a disposizione rapidi collegamenti che simulano la scrivania di uno studioso dell’epoca, fra cartine e note inchiostrate. A differenza di titoli come Joe Dever’s Lone Wolf, in Omen Exitio non sono presenti scene in tre dimensioni o combattimenti in tempo reale: il sistema di gioco decide il successo o il fallimento di una vostra impresa tramite il punteggio abilità nella vostra scheda del personaggio, esattamente come accade in una partita di Dungeons & Dragons.

Ogni nostra interazione, ogni nostra nuova scoperta ci darà infatti accesso a punti esperienza che potremo utilizzare per migliorare una delle cinque abilità base che saranno indispensabili durante la nostra avventura. Volete rendere il dottor Huntington un abile combattente? O preferite risolvere le situazioni scottanti con una buona prova oratoria? La scelta ovviamente rimane in mano al giocatore, che è chiamato a distribuire i suoi punti esperienza in qualunque momento. C’è da dire che il gioco non lesina assolutamente sulla distribuzione degli xp, e con estrema facilità riusciremo ad avere punteggi decenti praticamente sulla maggior parte delle skill. L’abbondanza di punti esperienza, unita all’impossibilità di trovarci di fronte ad una vera e propria schermata di Game Over contribuisce a rendere l’avventura proposta da Omen Exitio poco frustrante e godibile praticamente da chiunque. Gli amanti delle sfide rimarranno quindi delusi, ma d’altronde non è quel target di videogiocatori che il titolo di Tiny Bull Studios punta a conquistare.

Zanzibar, Londra e Delft prendono vita sulle pagine dell’immaginario diario del dottor Jake Huntington

Ovviamente il punto forte di Omen Exitio: Plague è la sua sceneggiatura di altissima qualità, scritta da autori professionisti e sviluppata in maniera magistrale. La storia della terribile piaga che sta per scatenarsi sul mondo ad opera di un misterioso culto affascina e rapisce il lettore, che si ritroverà invischiato nelle vicende del dottor Huntington fino alla fine. Simone Grosso, game director del titolo, ci ha indicato come fonte d’ispirazione per la struttura narrativa del gioco niente di meno che i Predatori dell’Arca Perduta e L’Ultima Crociata, i due leggendari film di Indiana Jones che hanno in qualche modo cambiato il modo di narrare una storia d’azione con elementi sovrannaturali. Insomma, si vede che dietro alla nascita di Omen Exitio c’è una fortissima passione, una voglia di raccontare qualcosa che è sicuramente encomiabile, specie da uno studio di sviluppo italiano. Certo, sembra una frase fatta o populista, ma nel caso dell’ultimo lavoro di Tiny Bull Studios è anche assolutamente vera.

La colonna sonora del gioco contribuisce all’immersività dell’esperienza, anche se forse lo stacco sonoro fra una pagina e l’altra poteva essere gestita in maniera più distesa. Interessantissimi anche gli artwork, che contribuiscono a mantenere un’immagine vivida e vintage di ciò che accade nella mente del giocatore. Purtroppo alcuni disegni tendono a ripetersi (forse troppe volte) ogni volta che il dottore si ritroverà a interagire con uno o più personaggi secondari. Totalmente assente la possibilità di rigiocare parti specifiche della nostra partita, come invece accade, ad esempio nei titoli Telltale Games.

Conclusioni

Omen Exitio: Plague è un titolo affascinante, che riporta alla mente i vecchi librogame tanto amati dai videogiocatori più stagionati. L’ultima fatica di Tiny Bull Studios è un’esperienza interessante, completa ed affascinante che vi trasporterà per qualche ora lontano dalla vostra vita per scaraventarvi in un tempo dove gli oscuri orrori senza nome immaginati da Lovecraft possono prendere vita. Una storia ottimamente sceneggiata e un comparto sonoro all’altezza vi sapranno trasportare lontano, se deciderete di dare una chance a questo titolo nostrano.

Qualche imperfezione tecnica è da considerarsi un mero errore di gioventù e non va ad inficiare l’esperienza complessiva che questa nuova generazione di libri game sa consegnare al suo utilizzatore. Inoltre, siamo assolutamente convinti che lo studio abbia il talento necessario per continuare a lavorare su titoli più ambiziosi, ma nel frattempo vi consigliamo di godervi Omen Exitio, specie se amate i racconti interattivi o l’ambientazione tipica del mythos di Cthulhu.


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