11 Gen 2023

One Piece Odyssey – Recensione

Lo sviluppo di One Piece Odyssey è iniziato esattamente cinque anni fa, ben prima dell’uscita di One Piece World Seeker, ponendosi fin da subito un traguardo ben preciso: creare un’avventura epica, un’odissea per l’appunto, con protagonisti i membri della ciurma di Cappello di Paglia.

Anche perché, diciamoci la verità, i fan più affezionati bramavano un’esperienza che richiamasse gli archi narrativi originali dell’opera piuttosto di esperienze inedite o che poco c’entrassero con la lore di One Piece.

E per festeggiare le 25 candeline, ILCA e Bandai Namco mettono sul piatto un ambizioso JRPG, un puro e autentico GdR giapponese, che ci fa rivivere la saga da un nuovissimo punto di vista, grazie a delle scelte narrative coerenti e basate su ricordi reali dei nostri eroi pirati.

E dopo averci passato decine di ore, possiamo già anticiparvi che One Piece Odyssey è un JRPG che funziona, che aggiunge una vena strategica alla formula nonostante non apporti vere e proprie innovazioni al genere.

Un progetto che sostanzialmente ci ha convinto, con qualche piccolissima nota stonata nella sinfonia, ma che tutto sommato è un piacere da giocare.

I cubi, ovvero le nostre abilità racchiuse.

Come sempre accade nel mondo di One Piece, gli imprevisti sono all’ordine del giorno: durante il viaggio sulla Rotta Maggiore i nostri amici si ritrovano in una violenta tempesta che li fa naufragare sulla misteriosa isola di Waford.

Ma il naufragio è solo la prima delle preoccupazioni, Luffy e gli altri verranno privati delle loro abilità per via di un banalissimo errore. Quel che è fatto è fatto e, dopo aver conosciuto Adio e Lim (due personaggi inediti creati da Oda-sensei), dovranno recuperarle con l’aiuto di quest’ultima, che è la sola che può far accedere a Memoria, luogo dove far rivivere i ricordi generati dalla ciurma.

In altri termini dovremo tornare in alcuni di quei luoghi iconici reimmaginati che hanno consacrato la maturazione dei pirati di Cappello di Paglia, alla ricerca dei poteri perduti.

One Piece Odyssey è un autentico JRPG che non lascia nulla al caso

Questo aspetto è molto interessante, e rende coerente la formula GdR. Considerando che gli eventi dovrebbero essere ambientati poco prima di Whole Cake Island, i personaggi avrebbero già avuto a disposizione fin dalle prime battute tecniche letali e quindi la progressione ruolistica sarebbe stata poco incisiva. Invece, gli sviluppatori, optando per “l’azzeramento” delle abilità, hanno dato un’anima da gioco di ruolo niente male a questa produzione.

Ve lo abbiamo accennato poc’anzi: One Piece Odyssey è un autentico RPG che non lascia nulla al caso e di facile lettura per coloro con poca “confidenza” con il genere. Questo vuol dire che basteranno pochi scontri per riuscire a capire la giusta strategia da mettere in campo e quali personaggi utilizzare battaglia dopo battaglia.

Come già detto in fase di anteprima, il titolo utilizza uno studiatissimo sistema carta-sasso-forbici, con classi personaggio più letali o deboli rispetto ad altre. Per farvi un esempio: Sanji è di classe potenza quindi automaticamente sarà più devastante contro i “velocità” ma incasserà un danno maggiore dagli avversari di tipo “tecnica”. Questa feature di attacco ci “costringe” a intercambiare frequentemente i membri della ciurma durante le battaglie, impedendoci di focalizzarci esclusivamente sul nostro dream team.

I vari scontri sono ovviamente a turni e un apposito indicatore segnala quando un cattivone sta per fare la sua mossa. Ogni membro del team è disposto in un’apposita area con degli avversari da fronteggiare e, una volta liberata, può attaccare un nemico in un’altra zona per raggiungerla.

Ma nessuno ci vieta di aiutare i nostri amici in un’altra zona e ignorare momentaneamente quelli di fronte a noi, a patto di avere un personaggio che possa colpire dalla lunga distanza. Usop e Nami, ad esempio, possiedono un moveset di tutto rispetto che li rende perfetti per questa strategia. Per intenderci: cercando la giusta combinazione strategica e tenendo bene a mente lo schema d’attacco, potremo realizzare degli scontri epici e appaganti allo stesso tempo.

È chiaro che l’attacco non è l’unica mossa a disposizione. Sarà fondamentale tenere in considerazione altri fattori come cure, pozioni di ogni tipo, vantaggi, upgrade momentanei di statistiche e abilità difensive.

Ma se proprio voleste fare male agli strani mostri che popolano i mondi di Memoria, allora un attacco abilità è quello che ci vuole. Luffy e gli altri membri della ciurma potranno attingere a una serie di iconiche tecniche già viste nell’anime, recuperabili man mano che si procede con l’avventura, che non lasceranno solo un graffio al malcapitato di turno. Ogni uso però comporta la perdita di punti PT, quindi è cosa buona e giusta usarle saggiamente.

Ci hanno molto divertito gli attacchi che attivano una respinta: l’avversario colpito volerà all’indietro andando a sbattere contro quelli presenti nella stessa area. La sensazione che si avverte è come quella di una palla che fa strike al bowling.

Ogni personaggio ha i suoi punti di forza: studiarli alla perfezione permette una progressione più incisiva.

Un’altra caratteristica importante prima di scendere in campo, e su cui avere un occhio per tutta l’avventura, risiede nell’equipaggiamento degli accessori. Rispetto ad altri JRPG, gli accessori che troveremo nei nostri viaggi andranno posizionati in un’apposita griglia (a condizione di possedere slot a sufficienza) andando a potenziare le statistiche dei personaggi. Qui sta a noi scegliere la combinazione migliore oppure affidarci alla CPU, che farà questo lavoro al posto nostro. Per i più pigri esiste la possibilità di selezionare la battaglia automatica, ma in questo caso non saremo noi a decidere la strategia e il divertimento diminuirà a dismisura.

Proseguendo con l’avventura si potranno sbloccare anche delle abilità speciali, ovvero delle arti di legame, che infliggeranno danni elevati al nemico e doneranno un vantaggio in battaglia. Inoltre ci permettono di attaccare ignorando le restrizioni tra aree. Per farlo dovremo trovare dei “ricordi sbiaditi” durante le nostre esplorazioni. Toccandoli entreremo con determinati personaggi in un luogo denominato Isteria. Una volta risolte queste mini missioni secondarie il legame tra i protagonisti coinvolti sarà più forte e sbloccheremo un nuovo potente attacco.

Ma per combattere bisogna esplorare e addentrarsi nei mondi generati dai ricordi di Luffy e compagni. Alabasta, Marineford e l’inedita isola di Waford saranno solo alcuni dei luoghi che visiteremo. Ogni “mondo” che gireremo in lungo in largo sarà ricco di collezionabili da raccogliere, obiettivi secondari, taverne, accampamenti, dungeon e ovviamente mostri affamati.

E l’esplorazione non sarà limitata solo al nostro capitano, ma potremo scegliere chi preferiamo sfruttando le sue peculiari abilità e mettendole al servizio della ciurma. Ad esempio Sanji può sfruttare la vista per trovare ingredienti rari, Nami rintracciare sonanti, Berry e Usop far cadere oggetti dai nidi mirandoli con la sua fionda.

I ragazzi di ILCA hanno studiato un sistema in cui saremo chiamati frequentemente a intercambiare i personaggi per proseguire, dato che in certi casi solo Zoro può tagliare imponenti cancellate. Potremo utilizzare gli oggetti che troveremo per creare delle ottime pietanze nella Cucina di Sanji, così da ottenere benefici in battaglia, oppure quelli alla fabbrica di Usop per creare delle utili palline ingannevoli che infliggono alterazioni di stato ai nemici.

One Piece Odyssey è perfettamente ricostruito per dare un senso logico alla progressione ruolistica e narrativa

Ovviamente oltre a raggiungere l’obiettivo primario potremo dedicarci a qualche attività secondaria, delle missioni che i cittadini dei luoghi di Memoria ci affideranno. Bisogna ammettere che sono ben raccontate e la volontà di diversificarle si nota, ma potrebbero risultare poco appetibili per una mancata profondità e annoiare qualche giocatore. Ritrovare determinati oggetti perduti, sconfiggere specifici avversari o consegnare una lettera di un padre al figlio non è che sia poi così entusiasmante.

L’aspetto positivo è che queste missioni ci permetteranno di ottenere accessori e qualche berry da mettere in tasca. Interessanti invece le taglie, studiate per permettere anche a dei pirati di incassare delle fruscianti banconote sconfiggendo ricercati della marina. Nelle nostre tantissime ore passate in compagnia del titolo abbiamo esplorato senza sosta quasi ogni luogo segnato sulla mappa, constatando che l’esplorazione risulta parecchio divertente.

Lim non ama i pirati (e lo si capisce dal suo sguardo).

Però, anche One Piece Odyssey ha qualche neo. Le battaglie non ci hanno (quasi) mai messo alle strette e difficilmente abbiamo trovato un avversario particolarmente ostico. Probabilmente i bonus ESP ottenibili dopo alcuni scontri, soddisfacendo degli appositi requisiti, non sono ben proporzionati e a volte sono addirittura più alti di quelli base. Premiare il giocatore è cosa buona, ma premiarlo troppo rende l’esperienza molto più semplice. Non aiuta la mancata selezione della difficoltà, che avrebbe potuto mettere un po’ più di brio a ogni battaglia. Bisogna dire tuttavia che giochiamo JRPG da quando ne abbiamo memoria, quindi probabilmente solo i giocatori più rodati potrebbero avvertire questa sensazione.

Abbiamo giocato One Piece Odyssey su PlayStation 5 optando per la modalità prestazioni, che privilegia la fluidità dell’azione rispetto alla grafica. La nostra esperienza è filata liscia come l’olio e senza nessun tipo di bug, a parte qualche pop-in di tanto in tanto e delle texture dello scenario (come alberi o rocce) non realizzate con minuziosità.

La varietà degli avversari non è poi molta e capiterà di incontrare volti già conosciuti più e più volte. Anche i PNG nei vari archi narrativi si ripeteranno, però la volontà di cambiargli sempre il look è veramente apprezzabile, senza parlare che ogni cittadino che incontreremo seguirà i nostri movimenti con lo sguardo. Potrebbe sembrare una piccola cosa ma vi assicuriamo che non è così scontata.

Gli archi narrativi a volte perdono alcuni iconici villain, ma bisogna pensare che sarebbe stato molto difficile dare vita a quei volti e contestualizzarli in modo convincente in alcuni momenti. Anche se la narrativa non appare così brillante, siamo dell’idea che funzioni molto bene e consegni ai fan di One Piece nuovi punti di vista della storia che hanno amato nel corso degli anni.

Conclusioni

One Piece Odyssey è un progetto molto interessante, nato da una conoscenza smisurata del mondo di Eiichiro Oda, ricco di aneddoti e gag divertenti dei protagonisti di uno degli shōnen più amati al mondo. La formula JRPG è funzionale, strategica e di facile apprendimento, adatta a chi si addentra per la prima volta nel genere.

Forse i giocatori più veterani potrebbero trovare troppo semplice il corso di questa avventura, ma non impedisce tuttavia di divertirsi a usare tutte le tecniche dei pirati di Cappello di Paglia.

One Piece Odyssey ci offre un nuovissimo punto di vista, un viaggio nei ricordi che prendono vita e che ci permettono di tornare nei luoghi di alcune delle saghe più iconiche come Marineford e Alabasta. Il tutto ricostruito perfettamente per dare un senso alla progressione ruolistica e narrativa.

Come detto, c’è qualche piccolissimo aspetto che non ci ha convinto, ma tutto sommato ci siamo divertiti e One Piece condito con questa salsa JRPG ci è piaciuto. Speriamo di vedere altri titoli (anche di altri anime) con questa formula, la quale sembra avere tutte le carte in regola per fare bene.

One Piece Odyssey è disponibile da GameStop.

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