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Oninaki – Recensione

Non servono dittatori megalomani, né asfissianti regole sociali per imbastire una terrificante ed opprimente distopia. Senza tirare in ballo governi totalitari o apocalissi che costringono l’umanità a sopravvivere tra avversità e ostilità di ogni genere, Oninaki tratteggia i contorni di un mondo fantasy in cui sebbene la reincarnazione sia possibile, non per questo la morte è vissuta con maggior leggerezza, come passaggio e tappa verso un’esistenza migliore, magari più fortunata, certamente affrontata con una maggior consapevolezza.

Kagachi, il protagonista dell’avventura, è un Watcher fedele sino quasi al fanatismo ai precetti del suo ordine, gruppo organizzato di guerrieri che si preoccupano di salvaguardare la purezza delle anime trapassate, intervenendo nei casi in cui quest’ultime rischiassero di tramutarsi in Fallen, spiriti rimasti in qualche modo incagliati alla nostra dimensione, per questo rancorosi e pericolosi, nemici giurati dei Watcher, chiamati a combatterli con ogni mezzo.

I morti, attraversando il Beyond, realtà contigua a quella dei vivi, una sorta di limbo che precede la successiva reincarnazione, devono distaccarsi dall’affetto dei propri cari; amici e parenti rimasti in vita, dal canto loro, non devono piangere chi non c’è più, eventualità che renderebbe ancor più difficoltoso il superamento alle anime della vita terrena.

Il suggestivo prologo, insomma, immerge il videogiocatore in un’ambientazione melanconica, permeata dalla morte e dalle conseguenze che questa comporta in una comunità costretta a censurare le proprie emozioni, al fine di non scatenare il moltiplicarsi dei Fallen.

L’intreccio, che naturalmente prevede la minaccia di uno spirito decaduto particolarmente forte, se da un lato ha il grande pregio di sviluppare con tutti i crismi del caso l’affascinante lore concepito da Tokyo RPG Factory, gli stessi dei più che discreti I Am Setsuna e Lost Sphear, dall’altra non riesce a dare spessore ai personaggi, accontentandosi di renderli protagonisti di un plot quanto mai scontato e lineare, per quanto carico di pathos e non del tutto reticente dal trattare tematiche di un certo peso.

Anche sul fronte prettamente artistico Oninaki soddisfa, senza abbagliare, affidandosi ad una soundtrack composta con competenza, ma priva di picchi particolarmente memorabili; ostentando un art design dalle tinte e dai tratti morbidi sicuramente adatto al contesto, ma quanto mai derivativo.

In alcuni casi sarete costretti a dedicarvi al grinding

Laddove le criticità si assottigliano è sul fronte del gameplay, ricalcato sul canovaccio degli action-RPG, nonostante lo spauracchio del grinding si faccia sentire soprattutto nelle fasi finali dell’avventura, soprattutto se si ha il pallino del completamento totale e si vuole imbastire la squadra di Demoni più funzionale possibile.

Il buon Kagachi, difatti, sarà pedissequamente seguito, scortato ed aiutato da almeno uno spirito dalle doti combattive particolarmente sviluppate, una sorta di Fallen addomesticato, che pur ricorda qualcosa della sua vita terrena.

Ogni Demone, tra i molti in cui potrete imbattervi seguendo la quest principale o esplorando a fondo ogni ambientazione, equipaggerà il nostro di un’arma specifica, dotandolo di un set move esclusivo. Utilizzandone uno, piuttosto di un altro, avrete modo di sbloccare progressivamente mosse speciali extra, power-up e soprattutto bonus passivi di cui Kagachi potrà beneficiare anche se lo spirito di competenza non è presente tra i quattro che potrete attivare in ogni istante, semplicemente premendo il pulsante dedicato.

Come anticipato, se da una parte questa feature dà vita ad un combat system quanto mai profondo e stratificato, in alcuni casi sarete costretti a dedicarvi al grinding, al fine di rendere più potente ed efficiente un Demone che, per set di mosse e poteri speciali, è particolarmente a suo agio contro una certa tipologia di nemici o nei confronti di un titanico boss di fine livello.

Come se non bastasse, tra gli altri fattori da tenere in considerazione c’è anche il grado di sincronia con il proprio Demone, che si incrementa ad ogni colpo andato a segno e che può essere sfruttato per devastanti tecniche speciali o per rendere gli attacchi base particolarmente efficaci, al prezzo di una drastica diminuzione delle statistiche relative alla difesa.

 

Conclusioni

Oninaki è un action-RPG certamente a suo agio nell’intrattenere più che degnamente l’amante del genere. La lore di cui si alimenta la pur prevedibile trama è assolutamente stuzzicante, esattamente come il comparto artistico, poco originale, ma affine al contesto scelto.

Nonostante nessuna delle ambientazioni in cui sviluppa l’avventura vanti un level design degno di questo nome, il combat system è sufficientemente profondo da accontentare sia chi cerca un po’ d’azione, che tra attacchi speciali e adrenalinici combattimenti contro i boss avrà pane per i suoi denti, sia per gli amanti della strategia, che tra i numerosi Demoni messi in gioco e i tanti bonus passivi ottenibili potranno sbizzarrirsi come preferiscono.

Manca il guizzo, la brillantezza e l’originalità di un campione del genere, ma Oninaki è certamente un prodotto soddisfacente, che potrà intrattenervi tranquillamente per la ventina d’ore richieste per completare l’epopea.