Ori and the Will of the Wisps – Anteprima E3 2018

Los Angeles – Quattro anni fa, Moon Studios pubblicò Ori and the Blind Forest, affascinando i giocatori con la sua ambientazione rigogliosa visivamente d’impatto grazie a una direzione artistica più che notevole e impegnandoli con il suo stile Metroidvania. Ora, lo spirito guardiano che abbiamo seguito passo dopo passo è tornato: Ori and the Will of the Wisps si è mostrato in un trailer esteso durante la conferenza Microsoft all’E3, presentandoci Ori mentre aiuta un piccolo gufo a crescere, insegnandogli persino a volare – forse si tratta del figlio di Kuro, chi ha giocato all’originale lo ricorderà. Entrambi i personaggi vivranno un’avventura pericolosa, come il trailer ci suggerisce alternando una grafica incredibilmente bella ai pericoli che ci attenderanno nell’oscurità.

I paesaggi sono vasti e immersivi, gli enigmi e le battaglie contro i boss si prospettano interessanti, ma quello su cui Ori and the Will of the Wisps punterà con altrettanta intensità saranno le emozioni: gli sviluppatori sembra si siano concentrati sul toccare le giuste corde dei giocatori mentre tireranno le fila del destino di Ori, ovunque questo possa guidarli. Fortunatamente il viaggio cui si andrà incontro potrà essere affrontato con la sicurezza di avere nuove armi spirituali, incantesimi e abilità, accompagnate da meccaniche di combattimento dinamiche. Questo permetterà ai giocatori di personalizzare lo stile di gioco gestendo l’arsenale, mentre sono impegnati nella lotta contro l’oscurità. Lotta che non li vedrà soli perché potranno contare su nuovi alleati.

Microsoft non ha ancora annunciato una data precisa per il seguito del fortunatissimo titolo di Moon Studios, sappiamo solo che arriverà nel 2019 con una grafica migliorata su Xbox One X. Facciamo però un passo indietro e chiediamoci, a cosa è dovuto un simile successo? Negli anni d’oro di Xbox 360, Microsoft manteneva salda la posizione della propria console come punto d’incontro per IP esclusive – Gears of War e il fiore all’occhiello, Halo – e titoli multipiattaforma del calibro di Call of Duty e Assassin’s Creed. Eppure, fu anche il mezzo attraverso cui nacquero platform come Super Meat Boy e Limbo, giochi che contribuirono a spianare la strada a una nuova ondata di indie pronti a mettere sul piatto tanta creatività ed esperienze uniche. Qui, in questo panorama, prese vita Ori and the Blind Forest. E nell’ottica di un’accoglienza più che positiva da parte della critica, ecco che Moon Studios ci consegna un sequel di tutto rispetto: Ori è pronto a sorprenderci, affascinarci e metterci alla prova ancora una volta.

Il mondo di Ori and the Will of the Wisps è incentrato su tre aspetti fondamentali: un mondo spirituale e fantastico, un gameplay stimolante e una storia d’impatto. Quest’ultimo aspetto non era incluso nella demo ma degli altri due abbiamo potuto avere un’ottima dimostrazione. Ci siamo ritrovati a percorrere una sezione nelle Windswept Wastes, un’ambientazione desertica pressapoco quattro o cinque ore dopo l’inizio dell’avventura. Quest’area è stata utile anzitutto per mostrare notevoli passi avanti nell’illuminazione dinamica, un’animazione più fluida e grafica in 4K permessa dal motore Unity modificato. Fedele all’identità della serie, i paesaggi condividono un’estetica che si fonda sulle pennellate di un dipinto e c’è una dedizione quasi senza precedenti nel ricreare ogni singolo angolo del mondo. Spostarsi, in Ori and the Will of the Wisps, è un’esperienza meritevole di per sé, sempre in grado di motivarci a scoprire cosa ci aspettasse nell’area successiva. Tutto questo è coadiuvato da un design audiovisivo degno di nota: i suoni ambientali minimalisti che hanno contribuito a definire il titolo originale tornano in grande stile e sono pronti a creare un olistico senso di meraviglia. In particolare, i piccoli dettagli nel level design sono la parte più divertente con la quale intrattenersi a mano a mano che otteniamo l’abilità di immergerci nella sabbia per raggiungere punti inaccessibili o appenderci a viticci di cristallo blu. Saltare da un punto all’altro è incredibilmente veloce e in questo senso il gioco condivide alcune meccaniche con il già menzionato Super Meat Boy.

A proposito di spostamenti, l’abilità più importante (e interessante) di Ori è indubbiamente il Grapple: visivamente è una frusta di luce che permette allo spirito di appendersi a elementi chiave dell’ambiente anche da una certa distanza, portandosi così in punti più elevati oppure sfruttandoli come mezzo per superare dei pericoli. Quando non si esplora, si combatte. Il viaggio, l’abbiamo detto, non è affatto semplice per Ori, che si troverà ad affrontare creature molto più pericolose di quelle incontrate in precedenza: per fortuna Will of the Wisps è un titolo molto più enfatizzato in termini di combattimento e dota lo spirito di ben tre abilità offensive sia a corto sia a lungo raggio. Spirit Edge è una spada che può essere utilizzata per il combattimento ravvicinato; così come Spirit Smash, un enorme martello un po ‘più lento in attacco ma in grado di scagliare gli avversari in aria. Infine, Spirit Arc è un arco utile per infliggere danno dalla distanza e colpire quei nemici più difficili da raggiungere con un normale fendente. Tutte queste abilità possono essere aggiornate nel corso del gioco livellando Ori o trovando modificatori sparsi per il mondo. Laddove Grapple permette allo spirito di muoversi più liberamente in aria, Burrow gli consente di affondare nel terreno e proseguire sottoterra, eseguendo inoltre uno sprint che danneggia i nemici e può farlo riemergere con violenza: un’abilità combinabile con le altre per raggiungere zone altrimenti inarrivabili. Per concludere, mentre Ori and the Blind Forest era un’esperienza più solitaria, Will of the Wisps si riempie di PNG che possiamo scegliere di aiutare, deviando dal nostro percorso principale ed esaudendo le loro richieste con la certezza di ottenere alla fine una ricompensa meritevole nei confronti dei nostri sforzi.

Chi ha giocato all’originale Ori and the Blind Forest ricorderà la brutale difficoltà in netto contrasto con un mondo magico e solo all’apparenza innocuo. Soprattutto, non avrà dimenticato la frustrazione generata da alcune sezioni basate principalmente sul trial and error: la prova sullo showcase di Microsoft è stata troppo breve per capire fino in fondo quanto il gioco potrà essere punitivo nei confronti del giocatore, nonostante la presenza di diversi elementi che lasciano intuire come sopravvivere al viaggio sarà tutt’altro che facile. Rimane il dubbio del livello di difficoltà al quale i ragazzi di Moon Studios vorranno sottoporre il giocatore, cercando il giusto bilanciamento tra sfida e frustrazione, sperando al contempo che sappiano sorprenderci con nuove interazioni nei confronti di un’ambientazione che non solo è affascinante ma estremamente pericolosa. Bisogna ammettere in ogni caso che l’aver dotato Ori di un set offensivo migliore rispetto al titolo originale potrebbe mitigare l’esperienza e renderla, se non più misericordiosa, sicuramente più approcciabile. Un ulteriore dubbio riguarda il mantenimento della coerenza nel corso di tutto il gioco, senza limitarla ad alcuni livelli. Solo il tempo riuscirà a confermarcelo.

L’esperienza con Ori e Will of the Wisps è intuitiva e incredibilmente ottimizzata fino al punto in cui diventa davvero difficile trovare qualcosa che non piaccia. Spesso si paragonano i videogiochi ad altre forme d’arte e l’ultima fatica di Moon Studios sembra l’esempio perfetto di questo sentimento. Il tempo limitato che abbiamo avuto per provare il tanto atteso sequel ci ha mostrato un sacco di promesse e tutto, dal gameplay alla grafica fino alla colonna sonora, è stato realizzato in modo superbo. Se gli sviluppatori riusciranno a offrire e mantenere coerenza fino alla fine, Ori and Will of the Wisps potrebbe essere qualcosa di davvero speciale.