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13 Apr 2021

Outriders – Recensione

Outriders è il classico gioco pieno di difetti che tuttavia, quasi inspiegabilmente, ti tiene incollato al pad per ore e ore. Quello di People Can Fly, sviluppatori della produzione Square Enix, sembra quasi un incantesimo, un trucco di magia sempre sul punto di essere svelato, ma che regge lo spettacolo sino ai titoli di coda, persino fino ad un po’ dopo grazie ad un endgame non certo originale, ma comunque efficace.

La fragilità del meccanismo la si percepisce praticamente in ogni parte costituente del titolo, debolezza strutturale e cronica che impedisce ad Outriders di ambire a rivoluzionare il genere dei looter-shooter, ma non ad intrattenere alla grande l’utente, distratto da una direzione artistica derivativa, ma intrigante; incuriosito da una trama priva di chissà quali colpi di scena, ma a suo modo ben scritta; divertito da un gunplay non certo raffinatissimo, ma frenetico al punto giusto.

Le premesse narrative, che tracciano i contorni di una vicenda sci-fi prevedibile, ma non per questo priva di spunti interessanti, parlano di un pianeta Terra perduto per sempre e di Enoch, nuova casa per l’umanità, che da luogo ideale in cui far risorgere la nostra specie, si trasforma in breve in un vero e proprio inferno, degno scenario per un qualsiasi film di Mad Max, con tanto di mostri dalle generose dimensioni a rendere il tutto ancora più terrificante.

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Ultimo tra gli Outriders, gruppo militare incaricato di proteggere e aiutare nella colonizzazione, il vostro personaggio si risveglierà dalla stasi criogenica trentuno anni dopo l’arrivo sul pianeta alieno, dovendo fare i conti con una guerra civile in corso, una fauna locale tutt’altro che amichevole e, soprattutto, una tempesta elettromagnetica che ha il vizio di ridurre in poltiglia ogni forma di vita.

Sopravvissuto, chissà come, ad una scarica elettrica particolarmente potente, il nostro acquisirà poteri sovrannaturali, ingrossando le fila delle Mutazioni, esseri umani che grazie alle loro capacità possono decidere quasi da soli l’esito di uno scontro.

L’intreccio narrativo, che vi vedrà ovviamente coinvolti nel tentativo di riportare la pace e di ridare al genere umano la possibilità di colonizzare Enoch, come detto non brilla per originalità, ma ha il grande pregio di non prendersi mai troppo sul serio. Abbondano i personaggi stereotipati, le frasi ad effetto degne di un action-movie Anni ’90, persino situazioni paradossali utili esclusivamente a strappare una risata ironica.

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People Can Fly ha preferito il puro intrattenimento, pur non rinunciando ad espandere una lore che si sviluppa attraverso documenti che recupererete tra gli scenari e che tracciano un mondo finzionale più vivido di quanto ci si potrebbe aspettare.

Enoch ha molto da raccontare a chi vuole ascoltare, ma non la tirerà troppo per le lunghe a chi si vuole semplicemente godere l’azione.

Già, l’azione, il fulcro di Outriders, un fulcro che ha alla base la classe che sceglierete di interpretare lungo tutto il corso dell’esperienza. Sono quattro e comprendono il Mistificatore, che con i suoi poteri può rallentare i nemici per colpirli con devastanti attacchi ravvicinati; il Tecnomante, che guarda il campo di battaglia attraverso l’obiettivo del suo fucile da cecchino e offre supporto e cure agli alleati; il Piromante, ideale dalla media distanza con le sue sfuriate a base di fiamme e lava; il Distruttore, il tank del gruppo che lanciando massi e sollevando il terreno può gettare scompiglio tra le linee nemiche.

A rendere la produzione Square Enix ancor più trasversale ci pensa poi l’ottima gestione del livello di difficoltà

Questi poteri sovrannaturali sono alla base del gameplay, ciò che rendono Outriders così diverso da un Gears of War qualsiasi, da cui pur riprende il sistema di coperture. Se sulle prime l’incedere è dettato dai tempi con cui da un riparo si procede verso l’altro, la vera natura della produzione Square Enix non tarderà ad imporsi sulle modalità d’ingaggio del videogiocatore.

Tanto per cominciare, gli avversari vi sovrasteranno numericamente e tenteranno di continuo il fiancheggiamento. Buona parte delle coperture, inoltre, si riveleranno piuttosto fragili. Come se non bastasse, quando dovrete vedervela contro altre Mutazioni, o contro mostri particolarmente feroci, verrete continuamente stanati e persino inseguiti. Infine, spesso e volentieri, a seconda della classe scelta, l’unico modo per recuperare punti vita prevede l’abbattimento di nemici utilizzando tecniche speciali o rispettando una ben determinata distanza da questi ultimi.

In breve, People Can Fly ha confezionato uno sparatutto in terza persona dai ritmi forsennati, che pur concedendovi il lusso di qualche secondo al riparo dal fuoco nemico, in realtà fa di tutto per esporvi in campo aperto, facendo della prontezza dei riflessi e dell’uso tattico dei poteri a vostra disposizione due armi con cui cavarvela in qualsiasi situazione.

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Se da soli è tutto lievemente più lineare, e in questo il level design mai troppo intricato ci mette lo zampino, in co-op, con altri due Outriders, le cose si fanno ancora più interessanti e divertenti. Combinando i poteri si da vita a combo spettacolari, procedendo all’unisono si può far cadere il fronte nemico in pochi secondi, coordinandosi al meglio si può impedire alle Mutazioni avversarie di lanciare i propri attacchi.

A rendere la produzione Square Enix ancor più trasversale, ci pensa poi l’ottima e intelligentissima gestione del livello di difficoltà. Aumentando il livello del Mondo, i nemici si fanno più forti, ma aumenta il grado di rarità del loot. Nulla e nessuno, tuttavia, vi vieterà di abbassare il livello di sfida in qualsiasi momento, permettendo così a chiunque di modellare l’esperienza in base ai propri gusti e preferenze, sia in singolo, che in multiplayer.

In co-op con altri due Outriders le cose si fanno ancora più interessanti e divertenti

Essendo uno looter-shooter, anche Outriders ovviamente propone un ampio campionario di armi e pezzi d’equipaggiamento opportunamente potenziabili. Guai però a credere che questa feature avvicini concettualmente il gioco ad un comune GAAS. Ripetere le missioni serve a recuperare nuovo e prezioso loot, ma si può tranquillamente completare la campagna procedendo spediti per la propria strada senza mai guardarsi indietro, dal momento che il potenziamento dell’equipaggiamento è comunque secondario al continuo reperimento di armi e armature sempre più efficienti.

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Anche per l’endgame vale la stessa regola, visto che le Spedizioni non sono altro che un semplice pretesto per completare qualche missione extra, da cui ricavare oggetti particolarmente potenti, che, per fortuna, non prevedono la ripetizione pedissequa di alcuna operazione per dare il massimo sin dal primo momento in cui le si imbraccia.

Outriders offre insomma un’azione di gioco a tratti caciarona, immediata, frenetica. Non costringe il videogiocatore a riaffrontare missioni già completate, pur offrendogli la possibilità di farlo in qualsiasi momento, e soprattutto permette di modellare l’esperienza in base alle proprie necessità scalando o aumentando il livello del Mondo.

Outriders, nella sua imperfezione, è un looter-shooter davvero divertente e gustoso

Non tutto è perfetto, purtroppo. Le missioni memorabili sono relativamente poche, legate per lo più ad una boss fight particolarmente impegnativa. Il sistema di copertura svela una certa imprecisione di fondo del sistema di controllo. La gestione dell’inventario è lievemente macchinosa. Più di ogni altra cosa, tuttavia, a rovinare l’esperienza attualmente ci pensa un netcode tutt’altro che stabile. Se da soli l’avventura scorre quasi senza intoppi, con i propri amici non è raro avere difficoltà ad accedere alla partita o, peggio, ritrovarsi inspiegabilmente nella home della console. La situazione è certamente destinata a migliorare grazie a future patch, ma ora come ora la situazione è a tratti preoccupante.

Anche tecnicamente il gioco non lascia certamente esterrefatti, nonostante il buon art design, debitore nei confronti di Destiny a dire il vero, tratteggi scenari naturalistici piuttosto suggestivi. Sia su PlayStation 5 che su Xbox Series X, fortunatamente, non si segnalano particolari cali del frame rate.

Conclusioni

Outriders, nella sua imperfezione, è un looter-shooter davvero divertente e gustoso. Propone scontri a fuoco frenetici e basati sull’utilizzo di svariati poteri sovrannaturali, mettendo in secondo piano la necessità di cercare riparo dietro ad ogni copertura.

Problemi al netcode, un level design relativamente piatto e qualche limite del sistema di controllo, impediscono alla produzione Square Enix di ambire all’eccellenza, ma con gli amici giusti, scegliendo attentamente il livello di difficoltà dell’avventura in base ai propri gusti, potrete faticare a staccarvi dal pad, anche dopo diverse ore.

Graficamente più che degno, pur non settando nuovi standard estetici, propone anche una buona longevità, orientativamente siamo sulle trenta ore di campagna, forte anche di un endgame in cui le capacità del videogiocatore di turno verranno messe duramente alla prova.

Consigliato agli amanti del genere e a tutti coloro che cercano un’esperienza immediata da condividere con i propri amici.

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