Overwatch Switch
01 Nov 2019

Overwatch: Legendary Edition – Recensione Switch

Parlare di Overwatch nel 2019 (in questi termini, almeno) può sembrare come saltare su un carro che con una velocità ormai elevata affronta una inesorabile discesa. Siamo un po’ fuori tempo, basta guardarsi intorno per percepire una lieve disconnessione tra il pubblico di fedelissimi appassionati e quello popolare riunito intorno allo sparatutto competitivo di Blizzard. Uscito ormai nel lontano 2016, Overwatch ha avuto un lungo percorso fatto di successi, crescita e polemiche.

Il fandom è stato spesso additato come tossico, coinvolto in alcune polemiche che si stringevano attorno agli sviluppatori di Blizzard in modo asfissiante e per niente costruttivo. Nonostante tutto, la community è forte e ricca di positività, come dimostra la scena cosplay che ancora oggi regala lavori incredibili e la scena competitiva che ha regalato grandi emozioni in ambito eSport.

L’arrivo su Nintendo Switch non deve stupire, soprattutto nei tempi dilatati con cui lo fa. Un titolo come Overwatch è tutto basato sul bilanciamento, sull’equilibrio di tutti i suoi elementi al servizio dei giocatori e del loro modo di giocare. Portarlo nella sua versione “completa”, con tutti gli eroi finora disponibili e le diverse modalità rodate in questi anni è sicuramente un vantaggio sostanziale.

Overwatch Switch recensione

A livello contenutistico sembra esserci tutto, ma proprio tutto, inclusa la modalità arcade, con delle divertenti variazioni sulla modalità a squadre principale (il 3v3, 1v1, le modalità evento PvE cooperative etc.); viene quindi naturale spostare l’attenzione verso altri elementi. Ha senso giocare ad Overwatch su Switch? La risposta è no, o meglio: .

Il titolo di Blizzard è un titolo complesso, poiché anche con l’arrivo su console ha sempre trovato la sua massima espressione su PC, dove viene costantemente aggiornato e bilanciato e dove la scena competitiva è sicuramente più accesa. Del resto nasce come uno sparatutto competitivo, per sua stessa natura figlio della “scuola” PC. Questi elementi vengono per forza di cose smorzati nella sua versione portatile.

Overwatch si presenta su Switch in maniera tecnicamente altalenante

Prima di tutto perché se giocato staccato dalla TV perde ogni qualsiasi tipo di chiarezza in termini visivi: poco definito, sfocato e con un livello di dettaglio così scarsamente ottimizzato da rendere alcune mappe un vero pugno in un occhio. 900p sulla TV, 720p in modalità portatile hanno un prezzo da pagare, soprattutto se la risoluzione è dinamica e in fase di stress raggiunge una quantità di pixel anche minore.

Secondo, perché l’introduzione del giroscopio va a minare le basi stesse di questo tipo di esperienza: la precisione e il costante senso di miglioramento personale. Il giroscopio è per sua stessa natura una tecnologia sensibile, traballante (ma disattivabile). Muovere la console per aiutarsi nella mira è goffo e anche un po’ rischioso. Metti che un starnuto ti fa finire nel vuoto cosmico dei confini della mappa o che so. Dopotutto, un gameplay come quello di Overwatch basato come sugli eroi e sui loro diversi stili di gioco, va a sbilanciare senza tanti giri di parole quell’equilibrio di cui parlavamo prima.

Alcuni eroi si giocano meglio, altri sono semplicemente rotti (pensate a un personaggio come McCree, che richiede una precisione certosina). Giocando con la mia amata D.va ho percepito un certo divertimento (fino a un certo punto) nell’usare i sensori di movimento, ma perché il tipo di gioco da tank che richiede il personaggio argina i problemi di questo tipo di approccio.

Quindi, una delle caratteristiche “bonus” della versione Switch viene candidamente bocciata: dove trova senso l’acquisto di questa versione per l’ammiraglia Nintendo? Domanda difficile, che potrebbe risultare ancora più ardua considerando la mancanza di una funzione di cross-save tra le varie versioni del gioco disponibili sul mercato.

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Overwatch si presenta su Switch in maniera tecnicamente altalenante: è un titolo caotico e colorato, con un design delle mappe che proprio grazie a questi elementi viene esaltato per risultare leggibile e intuitivo anche da giocatori principianti. Ma la scarsa definizione (soprattutto sul piccolo schermo di Switch) mina anche piuttosto significativamente la giocabilità di alcuni eroi. Pensate di giocare nei panni di Widowmaker, un cecchino, e di dover colpire qualcuno in breve tempo senza però riuscire perfettamente a distinguerlo dal resto di ciò che avviene su schermo. Una crisi, magari ci perdete pure qualche diottria.

Da segnalare poi un fastidioso bug che si presenta a volte all’avvio di un nuovo match, con gli eroi di entrambe le squadre che appaiono come delle sfere luminose prima di essere “caricati” come si deve e apparire nella loro forma vera e propria. Peccato che non si sia rivelato molto divertente essere ucciso da un Hanzo perché, sai com’è, mirare a una sfera luminosa non è proprio il massimo. Parliamo di casi sporadici e dalla durata di secondi, ma restano comunque inaccettabili per un porting di questo tipo.

Conclusioni

L’arrivo di Overwatch su Nintendo Switch è sicuramente un’altra grande conquista per quanto riguarda la libreria della console. Il problema però è il prezzo che è stato pagato per ottenerla. Tecnicamente non all’altezza, poco definito e con qualche bug di troppo, il titolo Blizzard viene mortificato più che adattato ad una piattaforma differente. I contenuti e il grande gameplay proposto dal titolo è rimasto intatto, ma persino la novità del giroscopio fa più danni che altro. Tanto che è persino consigliato l’utilizzo di un Pro Controller, evitando gli scomodi e poco precisi Joy-con.

Menomale che il netcode sembra funzionare ottimamente, con (almeno nella mia prova) stabilità e una mancanza di gravi forme di lag. Senza contare che, all’acquisto del gioco (sia digitale che fisico) riceverete un codice per usare il servizio Nintendo Switch Online per ben 3 mesi. Un incentivo interessante e azzeccato. Per il resto, Overwatch su Switch non è propriamente la migliore espressione del titolo Blizzard.

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