Parrot Mambo FPV – Recensione

Sono passati circa 7 anni da quando facemmo volare il Parrot A.R.Drone nei nostri uffici, generando non solo lo stupore generale, ma anche un venticello ragguardevole. Andammo poi a provarlo all’aperto, rendendoci però conto che forse era meglio non farlo volare troppo in alto, perché il vento non è suo amico. Si trattava del primissimo drone di Parrot, ma soprattutto il primo drone alla portata di tutti, seppur non dal punto di vista economico. In questi anni i progressi ci sono stati anche in questo micro settore, e nonostante Parrot resti ancora una delle aziende leader per quel che riguarda il commercio dei droni (soprattutto quelli non professionali), oggi non bisogna spendere più una fortuna per avere un drone stabile e performante come il Parrot Mambo. Le dimensioni non sono le stesse di quelle dei fratelli maggiori come il Bepop 2 o di varianti come il futuristico Parrot Disco FPV, ma proprio la versione che abbiamo provato noi, ossia quella FPV, conserva alcune delle caratteristiche di questi bolidi alati.

FPV ad esempio sta per First Person View e voi che siete videogiocatori avrete sicuramente capito di cosa si tratta: nella confezione c’è infatti un visore “VR” stile Cardboard, in cui potremo mettere il nostro smartphone per vedere, appunto, in prima persona ciò che il nostro quadricottero vede. Già, in questo pack speciale c’è anche una videocamera e, pezzo forte, un controller dedicato, di cui parleremo successivamente in maniera più approfondita. La batteria, un set da quattro barriere di protezione eliche, un cavo USB per la ricarica, adesivi per la personalizzazione e manuale d’istruzione sono il resto del contenuto della confezione. Si tratta di un pacchetto pensato principalmente per introdurre alle “corse” con i droni, proprio per la presenza di telecamera, controller e visore, e noi crediamo si tratti sicuramente di un buon punto di partenza.

Le dimensioni ridotte del drone, 18×18 cm con le barriere di protezione, ne permettono l’uso tra le mura di casa, rendendolo un “giocattolo” adatto a tutte le stagioni e davvero per tutti. Per chi vive in città, ad esempio, potrebbe essere difficile trovare un luogo adatto per far volare in tranquillità un Bepop, mentre Mambo potrebbe essere la soluzione perfetta per chi li ha sempre visti volare con stupore, ma non si è mai azzardato a valutarne l’acquisto. Le dimensioni poi non ne minano l’aspetto, compatto ma aggressivo, grazie anche ai due led frontali che sembrano un paio di occhi, donando personalità ed espressività a questo mini-drone, almeno dal punto di vista della misura. Una delle doti che contraddistingue il Mambo è la semplicità di “montaggio” e la messa in funzione: il nostro ha iniziato a volare per casa dopo appena 5 minuti dall’apertura della confezione. Non solo è semplice capire come funziona, ma lo è altrettanto controllarlo, soprattutto utilizzando il Parrot Flypad (il controller, per intenderci). Prima di connetterlo al telefono, siamo stati tentati proprio da quest’ultimo, che come detto crediamo sia il pezzo forte della dotazione. Ma perché, vi domanderete. Se c’è una cosa che non ci è mai piaciuta dei droni che abbiamo provato in passato era il sistema di controllo attraverso lo smartphone. Stiamo sì parlando di un veicolo che vola in aria, dove non ci sono strade, ma il cui bello sta non tanto nel farlo volare liberamente, bensì nel farlo passare nei posti più impensabili, possibilmente senza farlo sbattere da nessuna parte. E proprio per questo, la precisione diventa una caratteristica fondamentale nella guida, cosa che per quanto possa essere perfetta, su smartphone è sempre “touch” e facilmente soggetta a comandi sbagliati. È un po’ come giocare ad un picchiaduro, un gioco di corse o uno d’azione su uno smarphone: non ci sarà mai la stessa sensibilità di controllo di un vero e proprio controller, e quindi anche l’esperienza non sarà mai al top.

Quindi, con l’introduzione del controller, che è davvero simile a quelli che siamo soliti impugnare per giocare (pensate che ha anche i tasti dorsali!), Parrot offre un comfort, una facilità e una precisione di guida che alzano notevolmente il valore e il divertimento di questo drone, cosa che, finora, era relegata ai soli droni di ben altra caratura. Giusto il tempo di capire come funzionassero le leve e poi abbiamo iniziato a farlo volteggiare, facendogli eseguire virate e stop bruschi e improvvisi, riuscendo a non rompere nulla in casa. Una delle cose che stupisce vedendolo in volo è la stabilità di questo quadricottero: resta lì immobile, e anche quando esegue acrobazie (azionabili con dei tasti dedicati), torna subito dopo nella sua posizione e non si smuove. C’è da dire che può raggiungere i 30 km/h, anche se vi sconsigliamo di sperimentare la cosa dentro casa, in quanto i vostri familiari potrebbero avere qualcosa da ridire a riguardo.

Tuttavia, grazie all’app dedicata Freeflight Mini (disponibile gratuitamente per iOS ed Android) il drone si collega abbastanza facilmente allo smartphone (crea una sua rete WiFi a cui connettersi) permettendo non solo di emulare le levette e tutti gli altri tasti presenti sul controller, ma soprattutto di vedere sullo schermo quello che riprende la videocamera in dotazione. In questo modo potrete pilotarlo seguendo lo schermo, anche se in questo caso la portata del WiFi si ferma a 20m (con il controller arriva a 100m) e quindi ne rende adatto l’utilizzo principalmente in ambienti chiusi. Come dicevamo prima, nonostante anche attraverso lo smartphone si riesca a pilotare con la dovuta precisione, il feeling non è lo stesso e ci siamo sentiti anche meno sicuri nell’eseguire manovre, ma la connessione allo smartphone resta indispensabile, sia per regolarne le opzioni, che, ad esempio, per “ristabilizzarlo” dopo qualche caduta di troppo. Potrete poi scattare foto e registrare video (720p 30fps) sullo smartphone stesso o su una micro SD da inserire dietro alla fotocamera, oppure consultare le vostre statistiche di volo o i tutorial per imparare a guidare in maniera “pro”. A proposito, è possibile settare tre diverse modalità di guida: Easy (inutile dirvi che è la nostra preferita), Drift e Racing. Più ci si allontana da quella Easy e meno controlli di stabilità ci saranno, permettendo sì al drone di compiere curve ed altre evoluzioni ai limiti della spettacolarità, ma anche rendendolo più difficile da controllare e facendolo quindi cadere molto spesso. Proprio per questo vi consigliamo di sperimentare queste modalità possibilmente all’aperto, non ad alta quota, e possibilmente su un terreno non troppo duro: il vostro drone vi ringrazierà per questo.

La scelta ideale per chi vuole entrare in questo mondo

Ricordiamo però che questo Mambo si chiama FPV, ed è proprio la configurazione in cui controlliamo il drone con il controller e allo stesso tempo ne seguiamo le evoluzioni in prima persona, grazie al visore e al nostro smartphone, quella che offre il massimo dell’intrattenimento. Dovrete sempre prestare attenzione a non mandarlo troppo lontano per non perdere il segnale visivo, però pilotarlo e vivere in prima persona le acrobazie o i vari “trick” è una sensazione impagabile, anche se stiamo parlando di una configurazione con i suoi limiti tecnici. Il visore, per quanto comodo e confortevole, non potrà mai offrire un’esperienza visiva simile a quella a cui i vari visori VR ci stanno abituando, ma la sensazione resta comunque positiva.

È tutto perfetto quindi in questo Parrot Mambo FPV? Non proprio, purtroppo. La prima e più grande pecca è l’autonomia della batteria da 550 mAH: Parrot dichiara 10 minuti senza alcun accessorio attaccato al drone e 8 minuti con gli accessori. Noi dobbiamo dire che a seconda delle evoluzioni e altre varianti, difficilmente la nostra prova si è attestata su quel minutaggio. L’unica cosa positiva è che utilizzando un alimentatore del giusto voltaggio (660 mAH), in meno di 30 minuti sarà di nuovo pronto all’uso per un nuovo volo. Il nostro consiglio è pertanto quello di acquistare qualche batteria di scorta (le quali non dovrebbero costare molto) prima di iniziare una sessione di volo, soprattutto se lontani da casa; d’altronde cambiare la batteria richiede davvero un attimo. Ah, non temete, quando il drone sta per scaricarsi, i suoi “occhi” iniziano a lampeggiare di rosso e da quel momento non potrete eseguire i trick, fino ad atterrare in autonomia quando la batteria è proprio scarica. E non pensate di farlo volare per casa indisturbato: il Mambo è piccolo ma rumoroso al punto giusto, così come ogni drone che si rispetti.

Altra cosa che dobbiamo segnalare è la non sempre perfetta connessione con lo smartphone, cosa che però, tra la velocità di riconnessione e la certezza che utilizzerete quasi sempre il Parrot Flypad, non graverà più di tanto sull’esperienza generale.
Si tratta di difetti ricorrenti nei droni, ma è doveroso da parte nostra riportarli, perché essendo questo prodotto indirizzato proprio a chi non ha mai avuto un drone, potrebbe avere una spiacevole sorpresa quando dopo qualche minuto si rende conto di avere la batteria scarica. Ma forse, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, è proprio il fatto che il tempo che si passa pilotando il Mambo è talmente piacevole da sembrare sempre troppo poco.

Conclusioni

Mambo in un certo senso ha rappresentato il nostro primo drone, e probabilmente la sua natura è proprio quella di offrire ad un prezzo relativamente contenuto, un’esperienza comunque degna della qualità del nome che porta: Parrot. Nonostante le dimensioni, sono tante le caratteristiche che lo accomunano a droni di ben più elevata caratura (e prezzo): una su tutte la stabilità, che lascerà stupefatti voi e i vostri amici quando in un attimo eseguirà evoluzioni o stop improvvisi, non facendo una piega. Ad aumentarne il valore c’è poi il controller, che permette di divertirsi così come una volta si faceva con le auto radiocomandate. È tutta un’altra storia rispetto ai comandi tattili tramite smartphone (anche qui disponibili), avere delle levette analogiche da dosare offre non solo una facilità e sicurezza nel controllo impareggiabile, ma anche e soprattutto una precisione senza pari. Cosa che diventa ancora più indispensabile visto che questo mini drone è pensato per volare in ambienti come le abitazioni o comunque in spazi stretti, per eseguire evoluzioni ai limiti di ciò che è consentito dalle leggi di casa. La dotazione include inoltre un visore in cui inserire il proprio smartphone, rendendo così l’esperienza FPV in qualche modo professionale, o comunque indirizzata al mondo delle corse con i droni. A renderlo imperfetto è la durata della batteria, che vi costringerà a ricaricarlo spesso (o a comprare qualche batteria di scorta), e qualche altro difetto minore, tuttavia comprensibile vista la fascia di prezzo (vi ricordiamo che il modello base parte da 109 euro).

Parrot Mambo FPV rappresenta un prodotto davvero accessibile per chi ha sempre sognato un drone, ma vuoi per questione logistiche o di prezzo, non ha mai fatto questo passo. Mantenendo qualità e prestazioni elevate, e allo stesso tempo offrendo una dotazione “pro” che include il FlyPad, questo quadricottero si candida la scelta ideale per chi vuole entrare in questo mondo, con un prodotto all’altezza (o altitudine?!)

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