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Patapon Remastered – Recensione

Ve lo diciamo chiaramente: Patapon Remastered lo stavamo aspettando davvero un sacco. Una di quelle attese da bava alla bocca, per intenderci, che persino nel mezzo delle rime raffazzonate di PaRappa the Rapper o delle canzoncine letali di LocoRoco ti faceva pensare “Ok, bellissimo, ma quando tornano i Patapon?“. Del resto, chiunque abbia vissuto da vicino l’epopea di PlayStation Portable, precursore portatile della più sfortunata PS Vita, difficilmente avrà dimenticato i quei pomeriggi scanditi dal rimo del Pata-Pata-Pata-Pon o del Pon-Pon-Pata-Pon, a caccia di Ziguton nelle enormi distese di Fineterra. Un titolo assurdo, quel Patapon, caratterizzato da una trama volutamente fanciullesca (dei mostriciattoli alla ricerca di “Quella Cosa” guidati dall’Onnipotente, in effetti, sembrano più i protagonisti di una fiaba dell’asilo che di un marchio di fabbrica PlayStation) e da un gameplay tanto semplice ed immediato da capire quanto appassionante e – dopo il primo giro di boa – meravigliosamente articolato da gestire. Condite il tutto con delle musichette che, inesorabilmente, in molti ci siamo ritrovati a cantare senza nemmeno accorgercene et voilà, il motivo dell’amore di chi vi scrive per queste creaturine insolite è presto detto.

Ora sedetevi comodi: foste anche voi tra quelli che da questa Remastered si attendevano grandi cose, il contraccolpo rischierebbe di essere fatale. Patapon Remastered, signori, la riedizione in Ultra-HD del primo leggendario capitolo disponibile per i possessori di PS4 e PS4 Pro dallo scorso primo Agosto: un titolo che, per quanto appena raccontato, non necessiterebbe di grandi cose per portarsi a casa un’eccellenza tonda tonda; che, dopo tre iterazioni portatili, potrebbe finalmente mostrare il proprio devastante potenziale anche nella (tardiva) versione da salotto, corroborata da una risoluzione generosa e da un impianto sonoro assolutamente all’altezza. Ebbene, la realtà dei fatti è lontana anni luce dalle nostre aspettative: Patapon Remastered è un fiasco tanto inatteso quanto devastante, che trasforma il leggendario inno di guerra dei coraggiosi piccoli eroi in un grido stonato e fastidioso. Un lamento che difficilmente riuscirete anche solo a sopportare nel lungo viaggio sino a Fineterra.

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C’è un esatto momento, di norma, in cui ti appare lampante davanti agli occhi che qualcosa che non va. Quel momento, per Patapon Remastered, è l’avvio della cutscene iniziale. Nel corso degli anni siamo stati abituati a digerire anche le atrocità più becere senza nemmeno batter troppo di ciglia: la sequenza introduttiva del titolo Japan Studio, tuttavia, si posiziona a pieno merito nella classifica dei bocconi più indigesti, laddove una risoluzione a video bassissima e la presenza dei “quadrettoni” iniziano a far sorgere inevitabilmente qualche dubbio sulla bontà del lavoro di trasposizione fatto dal team di sviluppo. Che, almeno per quanto concerne questo avvio, non sembra essersi sporcato eccessivamente le mani col materiale originale di Patapon.

Si tratta invero di un passaggio non eccessivamente frequente – che va a riproporsi per le (poche) cutscene presenti ma tant’è, presto o tardi si finisce per farci l’abitudine. Mettici quello stile grafico così riconoscibile e convincente, mettici pure il fatto che questa direzione artistica coloratissima e ammettiamolo, ancora dannatamente accattivante, nonostante gli anni passati, fa la sua porchissima figura nello splendore dei 4K, l’impeto irrefrenabile di rimettersi in marcia e di iniziare ancora una volta la guerra contro quei grulli degli Zigoton basterebbe ad assolvere il team di sviluppo da ogni peccato e, allo stesso tempo, a condannare a pomeriggi di dannazione il nuovo Onnipotente di turno. Le due combinazioni di base (marcia e attacco) poi ce le ricordiamo tutti ancora a memoria a distanza di un decennio: ok, non siamo partiti benissimo, ma da qui in avanti è solo discesa. Una discesa di quelle incredibili, vero, ma verso l’inferno.

Patapon Remastered è un fiasco tanto inatteso quanto devastante

Il motivo è semplicissimo: Patapon Remastered non funziona. E per quanto apparentemente assurdo in un contesto come quello dell’attuale generazione di console, a rovinare tutto quanto ci pensa un input lag devastante, così evidente e fastidioso da trasformare un ingranaggio semplicemente perfetto nell’esperienza più frustrante di cui abbiamo memoria dall’arrivo di PS4. Il che, almeno per il sottoscritto, è qualcosa di paragonabile ad un tradimento – viste e considerate le decine e decine d’ore trascorse sulle portatili di casa Sony: non esageriamo nell’affermare che, nell’alchimia delle meccaniche portanti di Patapon, era pressoché impossibile resistere alle lusinghe di una giocabilità geniale e coinvolgente, capace di entrare nelle vene del giocatore per poi lasciarlo in balia della musica e del ritmo in una sinergia pressoché totale. Bisognava memorizzare un paio di sequenze, certo, e spendere il giusto tempo nel villaggio dei Patapon per imbastire il nostro piccolo esercito ed equipaggiarlo al meglio, ma una volta scesi nel campo di battaglia ecco che partiva la danza, con il suo ritmo irrefrenabile e incessante. Ed era davvero un po’ come ballare, con quei buffi mostriciattoli occhiuti, con i passi che ti “escono” da soli senza la necessità di spremere le meningi per ricordarne il giusto ordine.

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Patapon Remastered crolla impietosamente ben prima di entrare in sintonia con il giocatore, abbattuto da un lag che – seriamente – in più di qualche occasione ci ha instillato il dubbio di essere diventati degli Onnipotenti così pessimi da aver perso il dono del Ritmo. È pur vero che sono passate un po’ di primavere da questo primo episodio, ma non si procederà di molto nel playthrough prima di accorgersi (e, permetteteci, verrebbe quasi da dire purtroppo) che la colpa non è di chi stringe il pad tra le mani, ma di come gli input di quest’ultimo vengono rilevati. Inanellare le dieci combo necessarie ad attivare la modalità Fever (quel ritmo scatenato dove i Patapon vanno “in berserk” e che, se ben sfruttata, può rovesciare gli esiti di una battaglia in una manciata di secondi) diventa dunque un’impresa semplice a parole, laddove riuscire a mantenerla per più di dieci secondi si configura impresa pressoché impossibile. I nostri piccoli eroi appaiono lenti e scoordinati, con una reattività prossima allo zero destinata – nemmeno troppo alla lunga – a mandare al diavolo l’esito della missione.

Impossibile non ritrovarsi frustrati e innervositi quando, all’ennesimo tentativo, quella frazione di secondo di troppo si traduce nell’abbattimento del nostro piccolo plotone. Decisamente incomprensibile e, alla luce di quanto provato, inaccettabile, l’assenza di qualsivoglia opzione per la sincronizzazione audio/video: una soluzione disponibile nei rhythm game dall’alba dei tempi e che, con buona probabilità, avrebbe salvato Patapon Remastered da questo immeritato epilogo in stile Armata Brancaleone. Il che, lo ribadiamo ancora una volta, è un peccato mortale per svariati aspetti: in termini di gameplay, laddove risulterà praticamente impossibile gustarsi appieno quel mix vincente di azione, ritmo e persino di strategia in tempo reale – tanta sarà la frustrazione ancor prima del giro di boa; in termini di rispetto all’opera originale, ancora oggi considerata una piccola perla di design e, con questa Remastered, snaturata in una forma che tutto rende tranne giustizia. Perché i tamburi di Patapon saranno anche più belli degli originali, ma serve a ben poco se sono impossibili da suonare.

Conclusioni

Saremo onesti: mai avremmo creduto di ritrovarci nel mezzo di una partita a Patapon su PS4 e di spegnere l’ammiraglia Sony innervositi, infastiditi, furibondi per l’ennesima combo andata a vuoto per colpe, questa volta, non nostre. Non basta l’amore per una delle IP più iconiche e fuori dagli schemi di casa PlayStation a salvarne una Remastered sbagliata, ingiusta, calibrata malissimo e, cosa peggiore, incapace di ricreare quella stessa giocabilità che dieci anni or sono, in migliaia e migliaia, ci ha fatto perdere la testa su PSP. Patapon Remastered è uno scivolone madornale e imperdonabile, frustrante al punto da rendere i credits praticamente irraggiungibili a chiunque.

Dopo aver centrato delle rimasterizzazioni interessanti (o, come nel caso di WipeOut, semplicemente perfette) e godibili nel proprio complesso, Sony inciampa clamorosamente proprio su quella dove in molti avremmo scommesso ad occhi chiusi. Patapon Remastered è poco giocabile, e considerando quanto sia difficilmente consigliabile persino a quelli che hanno divorato il titolo originale, capirete da soli quanto peggiori la situazioni per i “neofiti” della battaglia coi tamburi. Di Hatapon, quest’anno, se ne vedranno davvero pochi in giro…

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