Persona 5 Strikers – Recensione

Persona 5 ha un po’ segnato una generazione di giochi di ruolo giapponesi. Se chiedete ad un appassionato qual è il suo jrpg preferito degli ultimi anni, è molto probabile che l’opera magna di Atlus venga quantomeno citata. Un gioco gigantesco, con una storia e dei personaggi davvero memorabili. Da grande amante dell’originale, non ho potuto fare a meno di giocare anche Persona 5 Royal, arrivato di recente. Una versione migliorata e ulteriormente espansa di un titolo pressoché già perfetto.

Inutile dirvi che ho amato anche questa “nuova” incarnazione, che ha donato al viaggio per Tokyo dei Ladri Fantasma un ulteriore sapore, ancora più rifinito e profondo. Sarebbe sciocco quindi approcciare questo Persona 5 Strikers con la freddezza propria di chi si avvicina ad uno spin-off. Si commetterebbe l’errore di giudicare sotto occhi prevenuti questa nuova forma della serie Atlus, che paradossalmente è più vicina all’originale di quanto si possa pensare.

Persona 5 Strikers recensione

Persona 5 Strikers è un vero e proprio sequel dell’originale Persona 5, ma invece di riproporsi nella sua forma classica tenta l’approccio più action. Di fatto è considerabile un musou, come ho anticipato nella mia anteprima di qualche settimana fa, frutto della collaborazione tra Koei Tecmo e Atlus. A conti fatti però, nell’anima action del titolo c’è un’anima fortissima che grida “Persona!” a squarciagola. Dopo aver accantonato la parentesi scolastica e aver liberato i Memento e il Giappone da una minaccia incombente, i Ladri Fantasma si salutano tra pianti e progetti per il futuro. Si incontreranno qualche tempo dopo per passare le vacanze estive insieme, con un po’ di nostalgia ma tutti profondamente cambiati dall’esperienza che hanno vissuto insieme.

Già dalle prime ore il taglio “visual novel”, ritorna prepotente anche in Persona 5 Strikers, che di fatto prosegue le storie di quei personaggi con una certa coerenza interna. Per chi si affaccia per la prima volta ai suoi personaggi alcuni riferimenti potranno sembrare confusionari, ma la scrittura prova in tutti i modi a rimediare con un livello di esposizione narrativa maggiore. Inutile stare a puntualizzare che invece, per chi ha speso centinaia di ore con l’originale, troverà in Joker e compagnia la stessa cura e le stesse caratterizzazioni presenti in Persona 5.

Persona 5 Strikers nell’anima è un musou molto più ibridato rispetto al solito

Il lavoro di scrittura è ottimo, dando proprio la sensazione di aver perso di vista per un po’ il gruppo, salvo poi ritrovarli tutti lì, con le loro peculiarità caratteriali e gli inside joke di tutto il loro “vissuto”. Una lunga estate che ci porterà in 6 città giapponesi (Kyoto, Okinawa etc), un po’ per spendere tempo con i propri compagni, un po’ per esigenze narrative.

È infatti presente una forma piuttosto semplificata di Social Link, con alcune scene e dialoghi che ci permettono di approfondire il rapporto con i nostri compagni. La storia, che si estende per circa 40 ore, è perfettamente in linea con l’originale. Forse anche troppo a livello tematico, con una sensazione di déjà-vu che accompagna alcuni dei nuovi personaggi introdotti. Nonostante tutto, la qualità della scrittura è di buon livello.

Persona 5 Strikers

Il fulcro dell’esperienza però è un altro, più focalizzato sulla parte action e meno sull’esperienza a 360° di un titolo Persona. L’idea dietro un musou è sempre la stessa: lanciarci in scontri in tempo reale concatenando attacchi leggeri e pesanti in combo più complesse, contro orde numerose di nemici. Spesso le arene sono più ampie, per permetterci di dare sfogo a numerosi plotoni di nemici con stile ed esuberanza. Interessante, oltre alla possibilità di controllare (quasi) tutti i Ladri Fantasma, è che integra in modo stranamente eccellente alcuni aspetti del battle system di Persona 5.

Persona 5 Strikers appare più spoglio e meno dettagliato negli ambienti più iconici della storia originale

Ogni personaggio ha il suo stile di combattimento e le sue peculiarità, ma i Persona non sono rilegati ad elemento di confine dell’esperienza, anzi. Proprio come nell’originale sarà possibile utilizzarli in battaglia, fermando il tempo per un istante e sfruttandone le magie o abilità. Mettendo da parte il lato più immediato del battle system, Persona 5 Strikers nell’anima è un musou molto più ibridato rispetto al solito. Le boss fight richiedono attenzione alle debolezze di stato dei persona più forti, e concatenare gli attacchi con gli altri compagni diventa fondamentale. Non basta pigiare tasti a caso per avere la meglio, serve un minimo di strategia soprattutto a livelli di difficoltà superiori (c’è anche una difficoltà facile).

Questo dimostra quanto in realtà il genere sia plasmabile in modi differenti, lasciando spazio a sperimentazioni e ad elementi che vanno oltre l’action puro. Ottimo anche il level design del nuovo metaverso, che si sviluppa più in verticale e con interazioni che ricordano alcune delle sezioni dei Palazzi. Niente mappe piene di nemici e di punti di controllo da conquistare, ma una struttura che si espande in modo più organico e sensato. Nonostante queste continue influenze tra musou e gioco di ruolo però, è indubbio che il solito problema della ripetitività faccia capolino anche qui. Semplicemente, Persona 5 Strikers è più bravo a nasconderlo.

Persona 5 Strikers

Persona 5 Strikers è un titolo meccanicamente solido: è presente la Stanza di velluto dove fondere e migliorare i Persona ottenuti in battaglia; i punti legame ottenuti dalle interazioni potranno essere spesi per migliorare alcune caratteristiche cardine del team. Il lavoro di Atlus e Koei Tecmo è quindi molto convincente in termini di design, ma un po’ meno dal lato artistico. Pur ripescando gli elementi di interfaccia e direzione artistica dell’originale, non riesce ad eguagliarlo. Come lamentavo nell’anteprima, Persona 5 Strikers appare più spoglio e meno dettagliato negli ambienti più iconici della storia originale. L’atmosfera ne esce un po’ mortificata, un peccato. In termini di fluidità su PS5 non c’è alcun problema, con una modalità grafica ed una dedicata ai 60 fotogrammi al secondo.

Conclusioni

Persona 5 Strikers è una sorpresa, non perché sia un capolavoro come il titolo originale, ma per la sua capacità di mantenere l’anima di Persona e ibridarla in modi inaspettati con la filosofia action di un musou. Le regole e le idee di quest’ultimo “genere” sono collocate al loro posto, senza soffocare l’anima più ruolistica di Persona. Torna la stanza di velluto, come l’uso dei persona per soggiogare i nemici più forti sfruttandone le debolezze e le staffette con i propri compagni.

A livello di level design c’è più varietà, con alcuni elementi puzzle propri dei Palazzi che componevano l’elemento più esplorativo e da dungeon di Persona 5. Peccato per una narrazione principale tematicamente fin troppo vicina al predecessore, con una sensazione di già visto che pervade un po’ tutta l’opera. Un difetto su cui potranno soprassedere i nuovi giocatori, che avranno davanti a loro una grande esperienza con dei bellissimi personaggi da conoscere e amare.

Persona 5 Strikers è disponibile in prenotazione online e in negozio da GameStop Zing

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