News 22 Set 2013

PES 2014 – La Recensione

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Puntuale come un orologio svizzero, Konami torna sotto le luci dei riflettori con la nuova declinazione della propria serie di simulazione calcistica. Visto da molti dei seguaci come “la vera esperienza del calcio“, Pro Evolution Soccer rappresenta un titolo dibattuto e controverso, il cui successo in questa generazione è stato a dir poco altalenante. L’arrivo di Masuda alle redini dello sviluppo, tuttavia, ha sancito una netta virata nell’evoluzione della serie, una rivoluzione orientata non solo a “modificare” i passi falsi delle edizioni precedenti, ma decisa a riscrivere un successo sin dalle sue fondamenta.

Costruito su un engine potente e reattivo, nato per abbracciare l’imminente nuova generazione, Pro Evolution Soccer rimanda all’anno prossimo l’appuntamento con Xbox One e PS4 per concentrarsi sul perfezionamento del proprio gameplay in vista del tanto atteso grande salto. Una mossa coraggiosa ma oculata, volta ad ottenere un prodotto completo e raffinato che faccia dimenticare la disastrosa migrazione della serie su PS3 e Xbox 360. La domanda, a questo punto, è una: il vecchio Re è tornato a sedersi sul trono o, al contrario, dovremo sbattere nuovamente il muso su un titolo sì aggiornato, ma incapace di trovare una propria armonia interiore prima ancora di dimostrarsi competitivo contro lo strapotere di EA?

Lo Ameranno: gli amanti della filosofia calcistica di Konami, i fanboy PES
Lo Odieranno: i fanboy FIFA, i devoti al calcio secondo Electronic Arts
È simile a: PES 2013 (e soci)

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PN1547Titolo: PES 2014
Piattaforma: PS3 / Xbox 360 / PC / 3DS / PSP / PS2
Sviluppatore: PES Productions
Publisher: Konami/Halifax
Giocatori: 1 – 4 
Multiplayer : Fino a 4 giocatori in locale, 1 Vs 1 / 11 Vs 11 (Online)
Lingua : Completamente in Italiano

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Il Fox Engine gestisce a modo la fisica di gioco, donando al tutto un senso di inerzia e peso che sembra quasi scorrere attraverso il pad.
Il Fox Engine gestisce a modo la fisica di gioco, donando al tutto un senso di inerzia e peso che sembra quasi scorrere attraverso il pad.

 

Modalità di gioco

Come tradizione insegna, i contenuti offerti da PES sono quantitativamente validi. Si parte dalla classica partita di esibizione, affiancata dall’utilissimo Allenamento Specifico (come vedremo, un toccasana per digerire le novità introdotte da Masuda e soci) e dal ricco menù di partite competitive. Basta infatti un semplice clic per accorgersi di come queste voci siano estremamente articolate, al punto quasi di risultare di difficile consultazione al primo avvio: il semplice menù Partita offre quattro modalità distinte (la classica Esibizione, la partita on-line classificata, la sala d’attesa per partite amichevoli e la variante Guarda Esibizione, che permette di assistere ad un incontro interamente gestito da AI). Ritorna l’ormai nota “Diventa un mito”, che per la prima volta permette di intraprendere la carriera del portiere, assieme alla celebre Master League. Oltre alla Champions e all’Europa League, esclusive del titolo Konami, sarà possibile intraprendere la strada per la conquista della Copa Libertadores e dell’AFC Cup (la Champions asiatica, per capirci). Sono inoltre disponibili nuovi campionati su licenza (come quello argentino o cileno) che si affiancano ai grandi classici di PES. Novità anche per la componente online, prima su tutte la chiacchierata modalità 11 contro 11 (con raggruppamento degli utenti per valore della squadra utilizzata e tipologia di controlli adottata). Per quanto riguarda la modalità Master League online, gli aspiranti allenatori dovranno fronteggiarsi in Leghe di prestigio crescente, dominando quelle inferiori sino a raggiungere la tanto ambita Lega Elite per allenare, finalmente, una squadra fatta di celebrità senza dover dar troppo peso al denaro.

Magari non sono degli adoni, ma i giocatori più celebri mostrano un dettaglio visivo impressionante.
Magari non sono degli adoni, ma i giocatori più celebri mostrano un dettaglio visivo impressionante.

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In campo!

Ma è proprio quando gli scarpini sono allacciati e si scende in campo che ci si accorge di come l’esperienza ludica di PES 2014 sia sensibilmente migliorata. Parte del merito va innegabilmente all’introduzione del Fox Engine, capace di creare autentici prodigi che investono ogni aspetto della partita (persino le routine pre-match nella presentazione delle squadre). La prima cosa a lasciare di stucco, tuttavia, è l’impressionante colpo d’occhio regalato dal titolo. Le animazioni non sono mai state così fluide, gli stadi sono realizzati con cura e, cosa non indifferente, i giocatori più celebri assomigliano davvero alle rispettive controparti reali! Ma al di là degli abbellimenti grafici, il Fox Engine interviene su diversi punti cruciali del gameplay, mixandoli con armonia per dare nuova profondità e maggior reattività alle nostre partite.

Tra le novità di PES 2014, il filtrante avanzato e la possibilità di decidere il destinatario di punizioni, rimesse e lanci dal fondo.
Tra le novità di PES 2014, il filtrante avanzato e la possibilità di decidere il destinatario di punizioni, rimesse e lanci dal fondo.

L’unione delle tecnologie TrueBall e Motion Animation Stability System garantisce partite più aperte e meno prevedibili, in grado di enfatizzare l’importanza della velocità, delle skill di ciascun giocatore e della relativa forza. Un buon controllo della palla ricevuta, ad esempio, apre nuove spazi al giocatore, che in base alle proprie capacità e alla tenacia della difesa avversaria potrà scattare di impeto verso la fascia o far convergere la palla verso il centro, impostando un attacco frontale all’area di rigore. I giocatori meno imponenti e più veloci come Messi riescono a pennellare traiettorie molto strette con la palla ai piedi, scivolando verosimilmente tra le gambe degli avversari sino a guadagnarsi lo spazio per il tiro. Quelli alla Balotelli, meno veloci ma nettamente più massicci, puntano invece sul contrasto fisico e tengono a bada il difensore spingendolo e facendolo retrocedere, sino a vedere lo specchio della porta. Contrariamente alle precedenti declinazioni, dove il successo di un dribbling era strettamente correlato allo spazio a disposizione del giocatore una volta ricevuta la palla, in PES 2014 si ha davvero la sensazione di poter creare opportunità di gioco da zero. E la varietà di soluzioni possibili offerte dal Fox Engine è encomiabile: l’imperativo è la dinamicità, il movimento, imprevedibile ed estemporaneo come solo il calcio vero sa essere, con cambi di velocità, corpi che non sembrano più soldatini di piombo ma che si urtano, perdono l’equilibrio e cercano di non cadere bilanciando il proprio peso con le braccia, passaggi veloci/filtranti e tiri in porta. L’impatto della fisica sulla giocabilità è evidente e robusto, e trasmette una sensazione di inerzia nei movimenti della palla e dei suoi inseguitori, al punto di sentire quasi il peso dei corpi tramite il controller. Positivo anche il nuovo sistema di determinazione delle collisioni, che chiude la triste parentesi dell’edizione 2013: non è detto che un tackle imperfetto possa rallentare un giocatore, ma quantomeno lo disturberà costringendolo a ricalcolare i propri equilibri.

Le squadre più blasonate mostrano un ottimo comportamento corale sia in attacco che in difesa. Ok, non sempre va per il verso giusto.
Le squadre più blasonate mostrano un ottimo comportamento corale sia in attacco che in difesa. Ok, non sempre va per il verso giusto.

Tutto scorre come un meccanismo ben oliato, convincente senza evidenti intoppi. Ne trae beneficio così anche il ritmo di gioco, che appare decisamente più sostenuto senza però cadere nel finto e inverosimile. Le squadre si muovono bene, variano schemi, mentalità e approccio alle singole azioni (sia offensive che difensive) con un dinamismo tanto maggiore quanto più blasonato è il team: non aspettatevi dunque un Barcellona ostinatamente alla conquista delle fasce per tutti i 90 minuti, o i centrocampisti del Milan ossessivi nel servire palle alte alle torri per scavalcare una difesa più ostica del previsto. In questo contesto, l’introduzione del PES ID (una delle caratteristiche più curiose, grazie alla quale i giocatori più noti ripropongono lo stesso modus operandi della controparte in carne ed ossa) giova non poco all’immedesimazione: certo, in alcuni frangenti il sombrero di Ibrahimovic può essere fuori luogo, ma bisogna ammettere che riconoscere il giocatore dal suo parco azioni è comunque piacevole. Se poi consideriamo che l’elemento emotivo può fungere da discriminante per il successo o meno di una giocata (essere o meno in vantaggio, avere il pubblico dalla propria parte), ne deriva un quadro di gioco indubbiamente completo.

La fisicità è una componente fondamentale nel gioco dei calciatori più possenti. Tramite lo stick destro potremo sfruttarla a nostro vantaggio.
La fisicità è una componente fondamentale nel gioco dei calciatori più possenti. Tramite lo stick destro potremo sfruttarla a nostro vantaggio.

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Questione di controllo…

La gestione degli input rappresenta uno degli aspetti più riveduti rispetto allo scorso anno. Grandissima enfasi viene posta nello stick analogico destro, che è fondamentale per padroneggiare tutti i “segreti” del gioco quali mosse speciali e meccaniche di controllo/protezione della palla. Il control scheme rimane complessivamente abbordabile per i giocatori più navigati, ma richiede un inderogabile periodo di allenamento nelle sezioni tutorial, che permettono (a fianco del classico allenamento libero) di provare e riprovare più volte una specifica sequenza sino ad averla digerita a dovere.

I 19 stadi su licenza sono realizzati con ogni dovizia del caso.
I 19 stadi su licenza sono realizzati con ogni dovizia del caso.

Ma vediamo più nel dettaglio le novità di questo PES 2014, prima su tutte la dinamica del corpo. Sarà infatti possibile variare l’equilibrio del giocatore nella realizzazione di finte e di giocate elusive muovendo in modo sincronizzato le leve analogiche. Basta tenere a mente che lo stick sinistro si occupa delle rotazioni del torso, mentre quello destro imprime l’effettivo movimento alle gambe. Questa soluzione da il la ad una lunga serie di possibili giocate, ovviamente dipendenti dalla caratura del portatore di palla. I giocatori meno avvezzi al calcio spettacolo potranno tuttavia attivare una specifica opzione che mappa automaticamente un set di azioni predefinite. Anche le meccaniche di difesa della palla sono state rivedute, e sempre tramite lo stick destro sarà possibile garantire maggiore protezione al pallone sfruttando la prestanza fisica del giocatore. Se da un lato ricorrere allo stesso input per fintare e proteggere la palla può dare adito a errori di interpretazione del sistema (fare un doppio passo in luogo di una spallata non sempre rappresenta la soluzione ideale), dall’altro non abbiamo riscontrato eccessivi fraintendimenti, a dimostrazione del buon lavoro svolto dal team di sviluppo.

pes11Tra le novità interessanti compare anche la possibilità di effettuare passaggi filtranti avanzati, che si affiancano alla gestione manuale del passaggio (tramite il trigger posteriore sinistro) introdotta nella precedente edizione del titolo. Questa variante del classico filtrante fa comparire un indicatore visivo simile al mirino delle vecchie edizioni per Wii, da spostare rapidamente tramite leva sinistra nella direzione prescelta. Si tratta di un’opzione meno immediata di quanto sembri  (e proprio per questo è disattivabile dal menù opzioni), ma che se dosata con criterio permette di effettuare pallonetti morbidi per scavalcare la linea difensiva e spedire la punta contro il portiere. PES 2014 presenta inoltre una maggior interazione nelle rimesse dal fondo o nei calci piazzati, permettendo a chi gioca di designare chi riceverà la palla, nonché di selezionare con maggior facilità il destinatario della rimessa da bordo campo.

Il colpo d'occhio regalato dal Fox Engine è estasiante. Merito di un buon comparto FX, sembra quasi d'essere dentro allo stadio!
Il colpo d’occhio regalato dal Fox Engine è estasiante. Merito di un buon comparto FX, sembra quasi d’essere dentro allo stadio!

 

Una buona partita, ma c’è ancora da allenarsi!

Giunti a questo punto, è più che naturale chiedersi se siamo davvero di fronte al miglior PES di sempre, capace di strappare dopo un lungo digiuno lo scettro all’imminente FIFA o se, sotto sotto, c’è ancora qualche magagna che avrebbe meritato miglior trattamento da parte di Konami. Ebbene, inutile nascondere che, pur essendo l’edizione 2014 la migliore per la blasonata serie nipponica, non manca di certo lavoro per gli sviluppatori in vista di un ingresso in grande stile nel palcoscenico della next generation.

Pur esibendosi in ottimi lisci e papere scandalose, le routine dei portieri sono state sensibilmente aggiustate.
Pur esibendosi in ottimi lisci e papere scandalose, le routine dei portieri sono state sensibilmente aggiustate.

I valori visti in campo sono innegabili, e l’introduzione del Fox Engine e della pletora di tecnologie corollarie per il controllo di palla, l’AI e la gestione della fisica rendono effettivamente merito ad un titolo che accompagna la vita videoludica degli aficionados del calcio da ormai due decenni. Restano tuttavia alcune cicatrici aperte, lascito della tormentata storia recente di PES, riassumibili in un parco animazioni sì ricco e fluido, ma quantitativamente e qualitativamente più affine a quello di FIFA 13 rispetto a quello visto sin’ora in FIFA 14 e, cosa peggiore, in un comportamento dei giocatori non sempre prevedibile ed esemplare. Le librerie dell’intelligenza artificiale fanno sì il loro dovere, tanto nelle citate fasi offensive (diversificando attacchi e strategie di gioco) quanto in quelle offensive (ottimi i raddoppi sul portatore di palla e la capacità di alzare/abbassare la linea difensiva a seconda dello stile di chi gioca). Tuttavia i portieri non sempre sono all’altezza, cimentandosi in lisci da manuale, in uscite rocambolesche o in respinte incomprensibili che puntualmente finiscono sui piedi della punta avversaria. Rigorosamente libera. Va comunque ammesso che molte delle asperità precedenti sono state corrette, strapotere dei giocatori VIP in primis: ok, rincorrere il Giovinco di turno non sarà sempre facile, ma difficilmente lo vedremo solcare l’intero campo seminando morte e terrore per poi frantumare la rete con un tiro da fuori area.

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L’espressione di RIbery dopo aver scoperto che in PES 2014 non è prevista la pioggia

Se i replay in più di qualche occasione continuano a tormentare il sonno dei maniaci di PES, la situazione fuori dallo stadio è persino più critica: i menù non sono per nulla funzionali, risultando di difficile consultazione anche per le cose più triviali. La lezione impartita da FIFA negli ultimi anni non sembra essere ancora stata imparata, col risultato di offrire al giocatore un elenco anonimo dallo stile piatto e con un accompagnamento sonoro discutibile, se non dimenticabile. Ancora, la parentesi licenze rischierebbe di aprire un capitolo a sé stante: PES 2014 gode in esclusiva della Champions e dell’Europa League, ma non permette di indossare le maglie di compagini approdate alle finali della scorsa edizione (qualcuno ha detto Borussia?). Possiamo certo chiudere un occhio sul numero esiguo di stadi licenziati disponibili (un totale di 19), sulla particolare scelta in ambito meteorologico (l’uso massivo del Fox Engine per le meccaniche di gioco ha fisiologicamente dovuto mietere qualche vittima, e tra queste vi è la pioggia), sulle squadre che presentano nomi inverosimili (Man Blue? London FC? manca solo il Paperopoli!) e su un parco rose non eccessivamente aggiornato (sarà possibile aggiornare parzialmente solo alcune squadre all’avvio del gioco, scaricando un apposito fix dal menù statistiche): si tratta di difetti magari tollerabili se presi singolarmente, ma che, francamente, potrebbero infastidire non poco i fanatici del calcio e far propendere pericolosamente l’ago della bilancia verso altre direzioni.

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Tra le novità di PES 2014 possiamo trovare i campionati Argentino e Cileno.

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Grafica e suono

Chiudiamo questa lunga disamina su PES 2014 con gli aspetti più tecnologici del titolo, precisamente l’impianto sonoro e quello visivo. Konami ha fatto un ottimo lavoro di rifinitura degli effetti sonori, iniziando ancora una volta proprio dalla palla – che finalmente non suona più come un Super Tele scagliato contro il muro. L’atmosfera che si respira allo stadio, quando l’annunciatore presenta le squadre e il pubblico esulta rende ulteriormente più vivido il quadro. Un po’ meno magica si dimostra invece la telecronaca, che a onor del vero non è mai stata brillante nemmeno dopo l’arrivo di Pardo/Marchegiani e che, pur offrendo un notevole set di frasi, non manca di stupire il giocatore invocando un rigore per un fallo mai commesso o sciorinando osservazioni non proprio calzanti. La colonna sonora rappresenta invece l’anello più debole: l’assenza di pezzi famosi (e qui ci riferiamo prevalentemente ai menù) rende il tutto ulteriormente più dimesso. Possiamo soltanto salvare il Nessun Dorma iniziale, premiando il coraggio di aver inserito un pezzo lirico in uno sport che, troppe volte, di lirico ha ben poco.

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Usare il First Touch in modo corretto permette di eludere la difesa avversaria, dando il via a potenziali azioni da goal.

Sull’impianto grafico inutile spendere troppe parole, lasciando trarre al singolo giocatore il proprio personale giudizio. Tuttavia, l’evoluzione stilistica del titolo è innegabile, e porta con sé risultati significativi non solo nei PC più prestanti, ma anche nelle versioni console. Il primo goal lo siglano gli stadi, fedeli riproduzioni dei più celebri teatri internazionali. Ma il celebre “goallasso altafiniano” lo porta a casa la modellazione dei calciatori, che vanta una riproduzione facciale ai limiti dell’incredibile. La trasposizione dei giocatori più celebri sfiora davvero la perfezione, con tanto di espressioni curate e acconciature varie (incluso l’inguardabile taglio di El Shaarawy). D’altro canto, bisogna ammettere che le spalle calcistiche meno note non hanno subito il medesimo trattamento di bellezza, offrendo sì modelli ben texturizzati  e animati, ma assolutamente meno riconoscibili.

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Notti maaaagicheeeee, inseguendo un goooaaaaal !!!

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Triplice fischio, tutti sotto la doccia…

Se PES cercava un ritorno in grande stile, l’ha trovato proprio con l’edizione 2014. L’ultima fatica di Masuda e Konami si comporta bene sotto parecchi aspetti: ottima capacità di rievocare il feeling della competizione, eccellente comparto visivo che ricrea stadi e giocatori sfruttando una palette cromatica vivida e sgargiante, meccaniche di gioco rivisitate a dovere e finalmente fruibili. Sì, perché il lavoro del Fox Engine non solo si vede, ma si sente in modo decisivo dalle prime partite: dalle suggestive doti “imitatorie” del PES ID al TrueBall Tech, capace di eliminare ogni forma di predicibilità dall’azione di gioco, dal controllo della palla (il famigerato First Touch) difficile da gestire all’inizio ma foriero di nuove e fulminee giocate all’intelligenza artificiale di squadra, finalmente all’altezza della nomea della saga, ogni cosa è stata rivista, corretta e migliorata per creare un’esperienza completa a 360 gradi.

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Il segno del PES ID si vede in tutti i giocatori più celebri, portieri inclusi.

Certo, i difetti non mancano, ed è impossibile non chiamare al banco degli imputati un sistema di menù ancora anacronistico e poco funzionale (oltre che privo di ogni appeal) e una gestione delle licenze che, vuoi per l’aggressività di Electronic Arts, vuoi per un diverso approccio di Konami, si è tradotta nella ristrettezza quantitativa di stadi e nella presenza di squadre dal nome “particolare”. Poi ok, manca la pioggia, i replay ogni tanto scattano e i portieri vanno occasionalmente a farfalle: ma analizzando i progressi fatti da PES nel corso di un solo anno, siamo disposti a chiudere un occhio sui difetti più marginali per elogiarne l’oggettiva evoluzione ludica. Di lavoro da fare non ne manca di certo, ma se questo è il primo passo per la transizione alla nuova generazione di console, più che legittimo attendersi grandi risultati.

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