Colonia – Difficile non parlare di calcio durante la gamescom, soprattutto quando la formazione guidata da Joachim Löw ha sbaragliato la concorrenza dominando di fatto uno dei mondiali meno prevedibili degli ultimi anni. A poche settimane dall’atteso rilascio e da quella che, di fatto, rappresenta una delle sfide autunnali più accese dell’industria videoludica, siamo scesi nuovamente nei verdi campi di Pro Evolution Soccer 2015 per osservare se le promesse siglate da Konami in occasione dello scorso E3 siano state effettivamente mantenute. Nuova giocabilità, nuovo engine proprietario e, all’apparenza, un nuovo set di licenze capace di cancellare in un sol boccone uno dei peggiori difetti delle precedenti edizioni compongono un biglietto da visita di certo accattivante per il titolo nato tra il Giappone e l’Inghilterra, privo del “vecchio” Seabass al timone di comando ma ugualmente (se non forse ancor più) agguerrito a colmare il gap che, nell’ultimo lustro, lo ha relegato al posto di eterno secondo.
La visita odierna al booth Konami, pad alla mano, ha riconfermato quanto di buono si era osservato lo scorso giugno. La fisica rinnovata di PES 2015 si traduce in un gameplay più realistico ed imprevedibile, privo di quella sorta di “binario invisibile” al cui interno sembrava muoversi ogni giocatore e impreziosito da una dinamica della palla che, oggettivamente, poco ha da invidiare a quella di un vero stadio. Gli atleti di PES si muovono con fluidità, articolando animazioni complesse in modo naturale senza tuttavia incorrere in collisioni artificiosi o contrasti parziali. Il FOX Engine, lo ripetiamo per l’ennesima volta, contribuisce in modo determinante a ricreare un layer tecnologico affidabile e verosimile, un’ottima base di “partenza” da cui gli sviluppatori possono ricreare la propria rinnovata concezione di calcio.
ARVE Error: id and provider shortcodes attributes are mandatory for old shortcodes. It is recommended to switch to new shortcodes that need only url
In questo contesto, anche il PES ID trova la propria naturale collocazione: i giocatori dal pedigree più quotato possono cimentarsi in funambolici controlli di palla, azioni al fulmicotone e giocate incredibili proprio come la rispettiva controparte originale (esultanze incluse), aggiungendo in questo modo un ulteriore tassello al puzzle della simulazione perfetta. Certo, essere degli Ibrahimovic o dei Muller non ci garantirà il successo automatico: controlli di palla parziali, ricezioni imperfette o cross non proprio centellinati sono all’ordine del giorno in PES 2015, e seppur la loro incidenza nei giocatori più quotati sia statisticamente meno probabile, Producer e Brand Manager hanno ribadito più volte come l’errore sia sempre dietro ogni passaggio. Un po’ come quel goal a porta vuota clamorosamente mancato dal Cristiano Ronaldo di turno.
Vale la pena citare anche il Team ID, novità di questa edizione, che si configura come un collettore di informazioni generalizzate relative all’intero parco squadre di PES 2015. Ciascuna squadra censita è stata profondamente analizzata, trasducendo nell’universo di gioco quelli che ne rappresentano i parametri principali. Build and Improvement, afferma il Brand Manager Europeo Adam Bhatti, citando a dimostrazione anche i live updates settimanali che investiranno la totalità delle squadre. Una manovra non solo “coreografica”, ma estremamente funzionale anche a livello di gameplay: avere in squadra un Van Persie in fascia positiva da cinque giornate, ad esempio, lo renderà particolarmente incline a segnare. Lo stesso discorso, ovviamente, si applica al contrario.
Sul fronte giocatori, impossibile non notare la diversificazione di ciascun atleta – non solo in termini di PES ID – in relazione a quelle che sono le sue caratteristiche fisiche: nei contrasti aerei, ad esempio, difficilmente un giocatore come Giovinco o Messi (non certo un Watusso) riuscirà ad avere la meglio sulla difesa del Bayern Monaco, confermandosi tuttavia letale quando si tratta di finte o uno contro uno di fronte a difensori più piantati quali ad esempio Boateng, Thiago Silva o Kompany. Questo non vuol certo dire che la Pulce non segnerà mai di testa su un cross, quanto piuttosto che la riuscita di tale giocata sarà meno frequente di quanto visto sino ad ora.
Buone anche le novità sul fronte intelligenza artificiale: al di là del tanto auspicato aggiornamento delle routine dei portieri (complessivamente all’altezza del proprio nome, anche se qualche papera clamorosa la si vede ancora), particolarmente interessante è la risposta della propria squadra alle nostre giocate. Chiunque prediliga un attacco sulle fasce, ad esempio, non faticherà a trovare un paio di compagni nell’area piccola per piazzarvi un cross teso; allo stesso modo, gli amanti dell’attacco diretto troveranno (difesa permettendo) un giocatore ravvicinato con cui scambiare un rapido uno-due e eludere l’intervento avversario. Più si gioca, insomma, più si fa forte l’impressione che la squadra reagisca positivamente alle nostre azioni. Questo discorso vale però anche al contrario: la difesa avversaria gode infatti di un buon coefficiente di apprendimento, almeno paragonabile a quello del nostro team. Sarà dunque necessario diversificare il nostro approccio offensivo in modo opportuno, senza perpetuare ostinatamente i medesimi schemi: potranno essere efficienti contro una squadra mediocre, ma a difficoltà maggiori difficilmente riuscirete a siglare un paio di reti al Barcellona, giusto per fare un nome, senza variare la vostra manovra.
Non bastasse, ogni formazione muterà dinamicamente la propria strategia di gara qualora si tratti di una partita in casa o fuori casa: le varianti base di PES 2015 garantiscono un massimo di sei formazioni diverse a seconda dei casi appena citati. Formazione, modulo e strategie offensive/difensive, ovviamente, sono basate su informazioni reali reperite dal team di sviluppo nel corso degli ultimi campionati internazionali e non.
Tra le novità interessanti, vale la pena segnalare la nuova modalità MyClub, una sorta di “squad team building” (come affermato da James Cox) articolata su due filoni principali: agenti e allenatore. I primi, come nella realtà, sono chiamati a reclutare le nuove leve calcistiche, stanando i talenti migliori in giro per il pianeta e siglando contratti da capogiro. Migliore sarà la bontà dell’agente a nostra disposizione, più alto sarà il pedegree del giocatore acquisito. Esistono inoltre agenti specializzati in specifiche categorie di atleti (sotto una certa età, attaccanti piuttosto che difensori e via dicendo), fermo restante che all’avvio del gioco quelli a disposizione avranno un numero limitato di specialità.
Per quanto riguarda la sottomodalità Allenatore, vale lo stesso discorso appena effettuato per gli agenti: ciascun coach avrà la propria filosofia di gara e una predilezione per specifici moduli difensivi o d’attacco. Quella che ne deriva è una maggior profondità decisionale da parte del giocatore, che dovrà optare per l’allenatore migliore in relazione alle specifiche caratteristiche della propria squadra. Squadra che potrà sfidare localmente la CPU (anche in modo perfettamente simulativo, lasciando al giocatore i panni del coach) oppure, come naturale attendersi, affrontare la battaglia competitiva online strutturata in apposite divisioni.
La predilezione tattica di questo PES 2015 si vede anche nella nuova Role Control Social Play, modalità al momento disponibile nella sola variante locale offline che permette ad un massimo di tre giocatori di controllare specifiche aree di gioco, nella fattispecie difesa, centrocampo e attacco. Una variante interessante del classico match cooperativo, che però esalta all’ennesima potenza il concetto di lavoro di squadra cercando di instillare in chi gioca il concetto di importanza del proprio ruolo.
Prima di passare agli aspetti tecnologici, vale la pena spendere due parole sulle meccaniche di passaggio, un altro aspetto critico delle precedenti edizioni ora profondamente rinnovato: se il ricorso al passaggio assistito rischia da un lato di facilitare sensibilmente la circolazione di palla, sia essa veloce o un cross millimetrico alla Pirlo, il settaggio full manual regala un controllo estremamente articolato ma, allo stesso tempo, capace di regalare profonde soddisfazioni. Anche in questo caso vale il discorso fatto poche righe sopra: che siate Lahm, Tevez o un giocatore della seconda divisione francese, il passaggio in fallo laterale è un’evenienza nemmeno troppo rara.
Lato tecnologico vale quanto detto nel corso della prova in quel di Los Angeles: PES 2015 è estremamente bello da vedere. I 1080p e i 60 frame al secondo donano al titolo Konami un’appeal indiscutibile, amplificato ulteriormente da una modellazione facciale dei giocatori rasente la perfezione. Fluido e sgargiante, PES 2015 sembra voler mettere subito in chiaro come le carte, da quest’anno, siano profondamente cambiate: una rivoluzione visiva a fianco di una più radicale, che investe il gameplay. Volendo essere pignoli, potremmo recriminare una “freddezza” più evidente degli spalti, specie se paragonati a quelli del diretto rivale, e una vita a bordo campo meno accentuata. Ma si tratta di feature “secondarie” a detta dei nostri ospiti, che comunque troveremo al proprio posto nella versione ufficiale del titolo. Poco possiamo dire sul nuovo doppiaggio targato Caressa, poiché la demo da noi provata era in lingua inglese.
Quella di oggi al booth di Konami, in definitiva, è stata la prova delle riconferme. Se già alla prima uscita ufficiale PES 2015 aveva convinto quasi universalmente la critica specializzata portando sul piatto della bilancia un’evoluzione radicale delle proprie meccaniche ludiche, con questa gamescom Pes Productions vuole ribadire ulteriormente quali siano i propri intenti per la prossima annata fiscale. E poco da fare, le carte in tavola promettono una mano di fuoco. PES ha tutte le potenzialità per confermarsi come il tanto atteso (e troppe volte annunciato) ritorno del franchise nipponico ai propri fasti e per colmare in un sol colpo un’inferiorità evidente nei confronti di Electronic Arts nel ciclo generazionale precedente di console. Ma è ancora presto per cantare vittoria: la finale per il titolo è ancora lontana. PES 2015 sarà disponibile a partire dal prossimo 13 Novembre su PS4, PS3, Xbox One, Xbox 360 e PC, con una demo only-console prevista per il prossimo 17 Settembre.
ARVE Error: id and provider shortcodes attributes are mandatory for old shortcodes. It is recommended to switch to new shortcodes that need only url
Commenti