Milano – Poco da fare, il nuovo ciclo di Pro Evolution Soccer con le tagline ci sa proprio fare. “Control Reality”: una dichiarazione di intenti sinonimo di ricerca di realismo, di una nuova dimensione di interattività, di un gameplay che strizza l’occhio al campo di gioco garantendo allo stesso tempo una grafica di nuova generazione. Realismo sotto ogni aspetto, esaltazione del calcio allo stato puro e tanto, tanto divertimento: una mission non certo trascurabile per la nuova iterazione del calcio che proviene dal Sol Levante, che pare aver tutte le carte in regola per proseguire il cammino di netto rinnovamento introdotto la scorsa stagione e chiudere, stavolta definitivamente, i mai dimenticati anni bui. Invitati presso gli studi milanesi di Digital Bros ad un hands on esclusivo, siamo scesi in campo per un paio d’ore grazie ad una porzione di codice iniziale, ma non per questo priva di carisma o incapace di convincere. Al contrario, tra qualche grida sguaiata e un aplomb mantenuto per poco meno di un tempo – e destinato a lasciar spazio a faide redazionali e sfide “che nemmeno la Champions” – il nucleo embrionale di PES 2017 ci ha stupiti molto più che positivamente. E nell’attesa di nuove sfide, previste tra una decina di giorni in terra californiana, oggi vi raccontiamo perché.
Nella breve presentazione introduttiva all’hands on vero e proprio, il messaggio dei nostri ospiti è stato quanto mai chiaro: se PES 2016, alla prova dei fatti, si è dimostrato un’ottima simulazione calcistica, PES 2017 lo sarà almeno altrettanto. E il motivo è di una semplicità disarmante: quanto di buono introdotto lo scorso anno, dalla revisione delle AI al PES e Squad ID, rimane al proprio posto, puntualmente aggiornato e revisionato nei punti più ruvidi. Ma questa revisione rappresenta solo il passo iniziale, la punta di un iceberg che cela al suo interno novità riscontrabili in pressoché tutti i campi: novità che, inutile dirlo, si sono fatte sentire pad alla mano.
La prima rivoluzione di PES 2017 è il Real Touch, rivisitazione del precedente First Touch che controlla e determina l’esito dei famigerati tocchi di prima e, in generale, del controllo di palla in ricezione da parte del giocatore. Un sistema che non lascia spazio al caso, affidandosi piuttosto al calcolo di precise variabili quali posizione e baricentro del giocatore, fisica della palla e condizioni del campo di gioco. Banale all’apparenza, ma capirete da soli quanto un buon controllo di palla sia determinante nell’impostare un nuovo flusso o aprire un’azione sfruttando la disattenzione avversaria. Ancora una volta, la precisione del risultato finale è strettamente dipendente tanto dalla reattività di chi gioca quanto dalla bontà del piede del nostro alter ego: passaggi imprecisi, pioggia o un baricentro scomposto graveranno non poco anche sulle giocate del Cristiano Ronaldo di turno, rendendo di fatto l’esito imprevedibile a priori.
Real Touch, in PES 2017, va a braccetto con Precise Pass, nuovo sistema di gestione dei passaggi che, già lo scorso anno, avevamo apprezzato nelle nostre pagine. Realistico e privo di “guide”, unisce all’abilità del giocatore l’imprevedibilità delle già citate variabili fisiche, oltre che la dinamica della palla, in modo da rendere il fluire della sfera realistico e mai banale, quanto più simile possibile alla controparte reale. Senza dubbio, uno degli aspetti che abbiamo apprezzato maggiormente nella nostra prova, laddove la forte enfasi alle inerzie e alle fisicità dei giocatori (sembra quasi di percepire un feedback aptico in concomitanza di scontri o tackle particolarmente robusti) ha messo alla luce la bontà di questo sistema di calcolo in tempo reale. Il che, in parole povere, si traduce in una semplice constatazione: passare alla cieca, specie quando la marcatura avversaria stringe, è quasi sempre sinonimo di palla persa.
Conviene quindi giocare la carta “fisico”, sia esso più portato alla velocità o allo scontro robusto. L’uno contro uno, anche quest’anno, rappresenta uno dei momenti cruciali negli incontri di PES 2017. Il già notevole parco animazioni della passata stagione trova ulteriore rinvigorimento, forte di nuove giocate acrobatiche e spettacolari, ma anche di finezze e astuzie palla a terra ideali per lasciare di sasso il nostro marcatore. “Natural Player Movement“, una definizione altisonante che già in una build poco più che alpha trova una prima conferma. Le giocate sono fluide e veloci, prive di quelle interruzioni – anche solo di una frazione di secondo – che sancivano il termine di un’animazione e l’inizio di quella successiva. Non è fortunatamente questo il caso: il resto lo fa il PES ID, che già in questa demo a quattro squadre (Arsenal, Atletico Madrid, Germania e Francia) ha dato mostra delle proprie capacità.
Dove PES 2017 ci ha stupito maggiormente, tuttavia, è nella possibilità di controllo dell’intera squadra in tempo rigorosamente reale. Si parte dal cosiddetto Total Team Control, tramite cui sarà possibile modificare in corso d’opera la mentalità della squadra da noi controllata, tanto in termini difensivi quanto offensivi, per venire incontro a particolari esigenze. L’esempio più calzante è quello del portiere, mandato allo sbaraglio nella metà campo avversaria alla ricerca del goal della disperazione, ma non serve essere così drastici: aumentare il pressing sulla tre quarti, passare da marcature a zona piuttosto che a uomo, lanciarsi nel famigerato “tutti su” a discapito della difesa sono soltanto alcune delle opzioni possibili e, lo ribadiamo, attivabili in game con la pressione di un tasto. Particolarmente interessante è l’adozione di questa new entry in situazioni da fermo come i corner, laddove chi attacca può optare per degli specifici schemi offensivi (il trenino in area, per rendere più agevole il compito della torre, è a dir poco geniale) mentre chi difende può decidere quali zone coprire o, al contrario, optare per una classica “a uomo stretta”.
Quanto appena esposto introduce un’altra componente interessante di questo nuovo PES, le cosiddette Advanced Instructions: prima di ogni match, a discrezione di ciascuno, sarà possibile selezionare una coppia di strategie offensive e difensive preimpostate, attivabili poi in qualsiasi momento del match tramite d-pad. Una soluzione brillante, che non preclude le velleità manageriali dei giocatori più rodati (che anche quest’anno avranno molto di che divertirsi aggiustando appositamente posizioni e strategie “dalla panchina”), ma che allo stesso tempo permette di attivare un feroce tiki-taka “a sorpresa” senza necessariamente mettere in pausa il gioco. Una mossa che, da novelli Cholo, abbiamo sperimentato in un serratissimo scontro Atletico – Arsenal e che, nonostante la resistenza avversaria, ha dato un twist improvviso al ritmo di gioco – e, per dovere di cronaca, ha permesso al sottoscritto di infilare il goal della vittoria dopo un primo tempo appannaggio degli inglesi.
A proposito di goal, vale la pena sottolineare come, quest’anno, la reattività dei portieri rischi quasi di lasciare spiazzato anche il calciatore virtuale più navigato. Per carità, numeri uno come Cech e Neuer difficilmente te la lasciano passare con un sorriso stampato sulle labbra, ma la reattività dei loro movimenti, i riflessi, il modo in cui si lanciano sotto l’incrocio per spedire la palla in calcio d’angolo o corrono contro l’attaccante per ipnotizzarlo e scongiurare un pericoloso uno contro uno in area rappresentano un enorme passo avanti rispetto alla passata declinazione. Errare è ancora umano, specie per chi “vive” tra i pali, ma la risposta quasi istantanea degli estremi difensori alle tentate incursioni avversarie, coadiuvata da un nuovo set di animazioni e parate (alcune delle quali spettacolari), contribuisce non poco a quella ricerca disperata di realismo alla base di quest’ultima declinazione del brand.
Konami, da quanto visto in queste prime tre ore in compagnia di PES 2017, pare aver mantenuto quelle promesse stipulate con la community, che lamentava sia una gestione dei portieri ancora altalenante sia, e soprattutto, un’intelligenza artificiale sì evoluta ma, alla lunga, prevedibile. Stando a quanto riferitoci, PES 2017 vanta un nuovo algoritmo di AI adattiva, in grado di memorizzare i nostri pattern (sia in attacco che in difesa) e di elaborare conseguentemente delle strategie di gara adeguate. Abbiamo il vizio di passare la palla sempre e comunque alla nostra punta di diamante? Aspettiamoci un raddoppio già dopo pochi minuti di gara. Puntiamo sulla velocità e le fasce sono il nostro regno? Non passerà troppo tempo prima di assistere ad una disposizione del centrocampo avversario più oculata e attenta ai runner della fascia laterale. Per ovvi motivi, possiamo confermare soltanto la prima delle due affermazioni (il netto passo avanti dei portieri), laddove per analizzare al meglio il comportamento adattivo delle AI ci riserviamo un altro paio di incontri. Quello che abbiamo notato già da oggi, tuttavia, è la rinnovata dinamicità di entrambe le squadre, che seguono attentamente e attivamente l’evolvere della giocata corrente proponendosi, nel caso dei nostri compagni di squadra, per filtranti o per disimpegni veloci, o aumentando il pressing sul portatore – magari con qualche contatto al limite del regolamento – e chiudendo possibili autostrade verso l’area di rigore nelle fila avversarie.
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L’ultimo appunto che riserviamo a questo primo incontro ufficiale con Pro Evolution Soccer 2017 riguarda l’impianto grafico, ancora una volta affidato alle prestigiose librerie del FOX Engine. Il livello di fotorealismo del titolo giapponese rischia quasi di non stupirci più, visti i già eclatanti risultati raggiungi dalle sedute di motion capture dodici mesi or sono. Al netto di una modellazione di primissimo ordine e di una grafica all’interno del campo di gioco estremamente interessante, il grosso del lavoro è stato dedicato ad un netto ammodernamento dell’universo corollario attorno alla partita. Già in questa early build abbiamo potuto assistere a degli spalti degni di tal nome (e non più reminiscenze old gen sulle quali era meglio stendere un malinconico velo pietoso), vivi e brulicanti di sciarpe e striscioni. La cura del dettaglio ha investito “personaggi” di scena come fotografi e guardie di sicurezza, che abbandonano il loro atavico status di sagome in favore di modelli tridimensionali veri e propri (ammettiamo un certo stupore nell’aver notato un paio di manette e annesso armamento nella cinta di una guardia a bordo campo, o dopo aver notato un fotografo muoversi e trovare una posizione migliore per immortalare un tiro a rete). Lo stesso vale per i guardalinee, storicamente dei fantasmi che si palesavano per chiamare un fuorigioco: in PES 2017 sfrecciano da una parte all’altra del campo, sbracciandosi come demoni per segnalare l’infrazione avvenuta. Incontro dopo incontro, abbiamo notato una quantità enorme di dettagli riproposti in modo maniacale dal team di sviluppo (fermatevi a guardare le gocce di pioggia che cadono sulla divisa di un giocatore, giusto a titolo di esempio), sia in campo che fuori. Che sia ancora presto per trarre un giudizio insindacabile sul comparto tecnologico è abbastanza ovvio, ma considerando la consueta release autunnale del titolo e il livello attuale della produzione Konami, indubbiamente, possiamo aspettarci grandissime cose.
Un nuovo passo avanti nella ricerca del realismo.
Non si fosse capito, PES 2017 ci ha convinto. Dalla giocabilità all’impressionante impianto visivo, passando per i nuovi sistemi di controllo e passaggio, il simulatore del calcio che viene dal Giappone, nella propria estenuante ricerca del realismo, riprende il proprio percorso di evoluzione dalle preziose orme della propria passata declinazione. Un cammino tutto tranne che semplice e scontato, ma che in questo assaggio dell’ultimo esponente del nuovo ciclo trova le migliori premesse per il definitivo ritorno in auge. Più che lecito aspettarsi ulteriori novità nei mesi che ci separano da qui alla release del titolo, soprattutto in merito alla delicatissima tematica delle licenze (sulle quali, stando a quanto riferitoci, pare esistere qualche novità interessante, presumibilmente prevista per il prossimo E3). Limitatamente a quanto visto in questa prima visita ufficiale, tuttavia, le nostre aspettative sono “particolarmente” alte, così come la voglia di scendere nuovamente in campo – magari con qualche compagine in più con cui sperimentare le nostre efficaci strategie. Vediamo cosa avrà da dirci l’eterna rivale, nell’immancabile prova incrociata in quel dell’E3 2016: di sicuro, anche quest’anno ci sarà di che divertirsi.