pes 2017
18 Ago 2016

PES 2017 – Anteprima gamescom 2016

Colonia – Di PES 2017, negli ultimi mesi, abbiamo parlato in abbondanza. Dopo la doppia visita presso gli uffici milanesi di Digital Bros, intervallata dalla tappa losangelina di metà giugno in quel dell’E3 2016, abbiamo avuto la fortuna di provare in ambiente confortevole e senza l’assillo del poco tempo tutte le novità del simulatore calcistico giapponese per antonomasia, apprezzandone man mano le evoluzioni ed osservando come, anche a breve distanza, il team di PES Productions abbia dato pieno ascolto ai suggerimenti e alle critiche della propria fanbase al fine di ottenere un prodotto quanto migliore possibile. Soltanto poche settimane fa vi abbiamo raccontato delle novità di Konami in fatto di licenze, culminate con la partnership premium esclusiva con la compagine basca più celebre del pianeta. Per oggi, pertanto, vi risparmieremo la pioggia di dettagli relativi alla stretta amicizia triennale tra PES e il Barcellona FC, che abbiamo spolpato sino all’osso in questo articolo dedicato.

Non è un segreto che, in quest’ultima generazione di console, Pro Evolution Soccer abbia progressivamente colmato parte del divario che lo separava da FIFA, l’eterno inseguitore di un tempo divenuto bersaglio quasi irraggiungibile. Questo perché Konami ha dovuto cambiare radicalmente modo di vedere, affidando lo sviluppo del franchise ad uno studio dal respiro nettamente più internazionale in grado di catalizzare le aspettative del pubblico. E, cosa più importante, di tradurle in un titolo riscritto praticamente da zero, forte sì dell’esperienza di un tempo, ma anche degli errori del passato più recente. Nuovo modo di giocare e nuova tecnologia, ma anche quella voglia di eccellere che già un tempo caratterizzava l’operato di Seabass e soci. Risultato? PES 2017 nasce sotto questo ascendente, evolvendo quanto di buono già visto lo scorso anno – tanto in termini di gioco quanto di tecnologia applicata. Mancheranno ancora parecchie licenze, nonostante la mossa strategica col Barcellona rappresenti un primo interessante movimento in questa direzione: ma quando la palla scende in campo, c’è davvero di che stupirsi.

PES 2017

Che poi il Barcellona, a ben vedere, rappresenta solo l’inizio. Nella giornata di ieri, Konami ha diramato l’annuncio della seconda Premium Partnership del nuovo PES, il Liverpool FC. Un accordo esclusivo triennale, che porta al Publisher nipponico i medesimi benefici ricevuti dalla compagine spagnola: dal celeberrimo Anfield (lo stadio di casa del Liverpool, per chi non masticasse di calcio d’oltre Manica) ai cori personalizzati, con tanto di You’ll never walk alone cantata a squarciagola dal pubblico di casa, passando per una sessione di motion capture dedicata tanto per i calciatori della rosa attuale, quanto per le relative Legends: saranno infatti disponibili atleti del calibro di Owen o Fowler, icone mai dimenticate del Liverpool, in una veste next gen davvero di primissimo ordine. In questa giornata di fiera, tuttavia, arriva la seconda bomba: una terza partnership illustre, stavolta proprio con una compagine tedesca: il Borussia Dortumund. Per la formazione di Reus e soci, legata a Konami da un accordo quadriennale, valgono gli stessi benefici appena elencati: stadio in esclusiva – il Signal Induna Park, atleti e leggende al massimo della forma (e bellezza), tifosi e cori personalizzati. Una mossa aggressiva da parte di Konami e PES Productions, che nonostante lo strapotere di EA in quanto a licenze cerca un percorso alternativo per fidelizzare una maggior fetta di utenti. Tutto questo, ovviamente, passando sì per l’aumento di squadre licenziate e di stadi acquisiti (passati da 24 a 30 in un solo anno, con l’arrivo dello Stadio Olimpico), ma soprattutto grazie ad un gameplay che si rinnova e convince.

La parola d’ordine di PES 2017 è controllo: c’e poco da fare, la nuova edizione di Pro Evolution Soccer regala una sensazione di controllo, sia del singolo giocatore che dell’intera squadra, mai ravvisata prima. Non è un caso se, sin dall’annuncio, Konami abbia insistito con la tagline “Control Reality”: pad alla mano, il match fila liscio e senza intoppi, regalando situazioni verosimili e bilanciate grazie al Real Touch, agli aggiornamenti delle intelligenze artificiali, quelle dei portieri in primis, e dell’intera fisica di gioco, sia essa relativa alla gestione del pallone o dei complicati urti nelle situazioni di tackle o contrasto. L’introduzione di nuovi schemi da calcio piazzato e la revisione al sistema di tiro, capace di regalare enormi soddisfazioni in full manual, rappresentano aggiunte gradite ad una equazione di gioco che, release dopo release, riesce sempre a migliorare sé stessa. Il FOX Engine lo conosciamo tutti, ma impossibile non notare la mole di miglioramenti tanto in termini tecnologici (dalla fisica all’intelligenza artificiale difensiva e offensiva, passando per la modellizzazione degli atleti), quanto estetici: stadio, pubblico, giornalisti e sorveglianza a bordo campo, terna arbitrale e persino il tappeto erboso hanno finalmente un altro sapore. Un colpo d’occhio che non influisce certo su un gameplay già di suo dirompente, ma che giova non poco al coinvolgimento e alla simulazione della realtà: giocate al Camp Nou mentre il pubblico urla a squarciagola l’inno locale in un tripudio di bandiere e colori, e capirete che significa.

Il mix di PES 2017 si riconferma solido e vincente anche in gamescom: l’impronta della neonata tecnologia del Real Touch si fa sentire da subito in campo, e regala quel pizzico di imprevedibilità sui tocchi di prima e annessi controlli che da sempre affliggono anche i giocatori più quotati. Una tecnologia che segna un netto passo avanti dalla precedente variante del First Touch e che va armoniosamente a braccetto col Precise Pass, rivisitazione del tradizionale sistema di passaggi che, oltre a rendere più fluida e realistica la manovra di gioco, computa precise variabili fisiche nel calcolo del risultato finale (inerzia, velocità della palla, baricentro del giocatore) permettendo anche di cimentarsi in passaggi “da calcetto” nettamente migliorati rispetto alla passata stagione.

pes 2017

Se gli effetti del Total Team Control si vedono praticamente già dai primi minuti di gioco, con la possibilità di impartire ordini e strategie all’intera squadra in nostro controllo anche in mancato possesso di palla, fa piacere osservare come Konami abbia reintrodotto piccoli accorgimenti che, nel passato, decretarono il successo del franchise: la possibilità di sfruttare schemi prestabiliti su calci d’angolo, ad esempio, o il controllo manuale di rimesse laterali o calci da fermo. Nulla di innovativo, ma un’aggiunta gradita alle consuetudini del calcio digitale, che vanno comunque a rinforzare quella sensazione di controllo globale della propria squadra di cui PES 2017 si fa portabandiera.

Il resto del menu, oramai, lo conoscete tutti, e la demo odierna non ha fatto altro che ribadire a gran voce quanto la giocabilità globale sia migliorata. Le situazioni uno contro uno, complice il FOX Engine, garantiscono un comportamento fisico estremamente verosimile grazie all’enorme mole di variabili tenute in considerazione. L’introduzione di numerose nuove animazioni gioca prepotentemente a favore di quanto appena detto, laddove difficilmente vedrete ruzzolare Neymar due volte allo stesso modo dopo un tackle da denuncia. Lo stesso discorso vale nei contrasti aerei, con gli atleti che si spintonano ai limiti del regolamento per impossessarsi della sfera, o nei frangenti in cui fisico e velocità si scontrano senza esclusione di colpi sulla tre quarti campo – mettete Boateng contro Messi a pochi metri dall’area di rigore e vedrete da soli come le differenti caratteristiche delle due star non solo vengano riproposte in game, ma abbiano effetti drammatici sull’azione.

Capitolo a parte lo fa l’intelligenza artificiale dei portieri, senza dubbio l’improvement più radicale – se paragonato a quello comunque sensibile dei restanti compagni di squadra – di questa edizione. Non che Čech o Neuer siano infallibili, per carità, ma la reattività dei loro movimenti e, in modo concorde, le numerose animazioni alla base delle rispettive parate (alcune delle quali ai limiti del miracoloso) segnano un evidente passo avanti rispetto a quanto visto anche solo l’anno scorso. Trovarsi faccia a faccia con l’estremo difensore, questa volta, non sarà sinonimo di goal matematico – anche nel caso il vostro attaccante faccia Messi di cognome. Fortuna che il resto della squadra farà di tutto per assisterci, nel caso di azione offensiva, o di darci supporto attivo nelle manovre difensive: l’AI adattiva di PES 2017 permette ai nostri illustri colleghi di imparare dalle nostre giocate e, dopo un necessario rodaggio, di proporsi in maniera indipendente assecondando la nostra abituale strategia di gioco. Attenzione che lo stesso discorso verrà applicato a nostro svantaggio: sarà il caso di variare il nostro modus operandi fin dove possibile, per evitare di diventare facilmente leggibili dall’11 avversario.

PES come non l’avete mai visto.

Per quanto concerne le classiche modalità aggiuntive di PES 2017 (Master League, MyClub e Versus mode in primis), vi rimandiamo ancora una volta alle nostre precedenti anteprime, in occasione delle quali abbiamo spiegato nel dettaglio le principali novità presenti in questa edizione – e confermate nel nostro appuntamento odierno. Nelle settimane a venire non mancheranno nuove sorprese, stando a quanto ci è stato detto: già si vocifera una seconda partnership esclusiva con una nuova compagine europea, ma dovremo aspettare una conferma ufficiale prima di sbilanciarci. Lato tecnologico, invece, la build odierna sancisce un notevole passo avanti rispetto a quanto visto a Giugno: maggior pulizia visiva all’interno dello stadio, maggior cura dei dettagli sugli spalti e a bordo campo e, in generale, ottima realizzazione digitale degli atleti in gioco, siano essi estremamente abituati alle copertine patinate o meno. Nel caso del Barcellona, come prevedibile, il lavoro di resa grafica è ai limiti del fotorealistico: il Camp Nou è forse lo stadio “videoludico” meglio realizzato di sempre, con un pubblico in costante fermento che grida, esulta, si lascia andare ad accorati inni ufficiali e cori sguaiati. Neymar, Messi, Suarez e i rimanenti dell’undici di Enrique beh, godono di un livello di dettaglio così elevato e verosimile che, fosse presente un photo mode all’interno del gioco, apparirebbero ai limiti dell’indistinguibile. Ma non si tratta certo di una premium partnership per caso.

Chiudiamo questa lunga anteprima tedesca con un cenno a quella che, si spera, sarà il vero passo avanti rispetto al “disastro” dello scorso anno: i Live Update. A partire da questa edizione, PES 2017 dovrebbe offrire (il condizionale, per il momento, è d’obbligo) un sistema settimanale di aggiornamenti gratuiti, volto a correggere quanto più in tempo reale possibile i cambi di formazione e le ultimissime di calcio mercato al fine di garantire al giocatore un’esperienza allineata totalmente alla realtà. Staremo a vedere se quest’anno il team di sviluppo sarà di parola, e manterrà fede ad una delle promesse che in tanti si auspicavano di sfruttare già dalla trascorsa stagione.

Al netto di questo tasto delicato, tuttavia, potete star pur certi di una cosa: PES 2017 è Pro Evolution Soccer come finora non lo si era mai visto, simulativo come le vecchie glorie del passato ma, allo stesso tempo, alacremente rifinito in ogni sua componente portante: ve ne accorgerete voi stessi, con la demo console prevista per il prossimo 24 Agosto. La sfida con l’eterno rivale quest’anno avrà un sapore del tutto nuovo, laddove il secondo “di nuova generazione”, per la prima volta, nasconde nel proprio mazzo carte interessanti in grado di fare la proverbiale differenza. Anche quest’anno la cicatrice delle licenze sarà visibile e dolorosa, ma se l’accordo intrapreso col Barcellona rappresenterà solo l’inizio di una (lunga?) serie di trattative, le sorprese potrebbero nascondersi dietro l’angolo. Di certo, il dream team di PES Productions è pronto a vender cara la pelle: mettetevi comodi.

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