Colonia – Di PES 2018, nel corso degli ultimi mesi, abbiamo parlato davvero parecchio. Figlio di una gestazione quasi triennale, che ha visto lo stravolgimento di gran parte delle routine del core stesso del gioco, la filosofia calcistica che proviene dal Sol Levante è pronta, come mai prima d’ora, a far sentire la propria voce in quell’inferno erboso che è il segmento calcistico su PC e Console. La nuova declinazione creata da PES Productions, che abbiamo avuto modo di provare in tutta calma presso l’accogliente booth di Konami, è uno di quei biglietti da visita che difficilmente non lascia impressionati: ve ne accorgerete voi stessi a partire dal prossimo 30 Agosto, giorno di rilascio della demo single player – per sole console current gen – di PES 2018, ma nell’attesa sarete comunque lieti di sapere qualche dettaglio aggiuntivo emerso dalla nostra immancabile sfida (testimoniata dal nostro consueto video testa a testa) e dalla chiacchierata con il sempre disponibile Adam Batthi, Global Brand Manager di Pro Evolution Soccer.
Partiamo subito dissipando ogni possibile dubbio o incertezza: PES 2018 è senza ombra di dubbio il miglior PES apparso nelle ultime due generazioni di console. Un’esperienza simulativa incredibile e senza precedenti nella storia recente del franchise, oramai ben indirizzato nella faticosa via della ripresa e, mai come oggi, pronto a soddisfare le esigenze dei giocatori più appassionati. PES Productions confeziona un pacchetto delle grandissime occasioni, volto a confermare ancora una volta non solo gli evidenti passi avanti compiuti in termini tecnologici, ma anche l’evidente miglioramento delle meccaniche di gameplay – alla ricerca di quel realismo simulativo che contraddistingue il brand da anni. Quasi a voler gridare a gran voce, stavolta, che quel divario tanto citato che soltanto tre anni fa sembrava incolmabile, forse potrebbe non esistere più…
Partiamo dagli aspetti chiave della giocabilità di PES 2018, quelli che la stessa Konami ha ribattezzato Gameplay Masterclass: il sistema di dribbling è stato riscritto da zero, con evidenti miglioramenti in termini di controllo (tanto di palla quanto di reattività del controller vero e proprio), corroborato da una nuova gestione della fisica che si affida ad un sapiente utilizzo dell’inerzia e della fisicità degli atleti coinvolti. Scontri, tackle e “falcioni da ergastolo” trasmettono un feedback quasi palpabile, ancor più lampante di quanto provato alla precedente iterazione. Aggiornamenti anche per il sistema Real Touch, che ora guadagna un “+” e permette di gestire tocchi di prima con praticamente qualsiasi parte del corpo ammessa dal regolamento: il risultato, grazie anche ad un’ottima fisica della palla – anch’essa aggiornata, per garantire un comportamento verosimile ma comunque non prevedibile – parla da solo già dopo pochi minuti di gioco.
L’introduzione di nuove modalità per l’esecuzione di corner, calci di punizione, rigore e persino calci d’inizio va a braccetto con quello che è forse l’aspetto migliore di PES 2018: il comparto animazioni. Anch’esso parzialmente riscritto e aggiornato con centinaia di nuove sequenze, dimostra il proprio valore assoluto nell’esecuzione di azioni complesse e velocissime, dove ogni singola animazione si incastra a quella successiva in perfetta soluzione di continuità. Gli atleti passeranno dal camminare alla corsa, scattando per qualche metro per poi fermarsi, con una fluidità e una verosimiglianza davvero incredibili. Incredibile come il miglioramento della cosiddetta Visual Reality, quell’universo tecnologico made in Japan che comprende la scansione approfondita dei giocatori per creare modelli perfetti in ciascun dettaglio, per portare in superficie un vasto range di emozioni umane e, perché no, di scatenare le esultanze più assurde come le vere star del pallone.
Persino i portieri, già avveniristici nella versione 2017, migliorano ancora in PES 2018. Scattanti, fulminei, reattivi, in grado di salvare la squadra da quello che oramai sembra un gol certo con un guizzo repentino, un riflesso che parte automaticamente dal cervello e si sposta alla velocità della luce sulle mani. Il set di movimenti di ciascun portiere, specie quelli più famosi, è stato arricchito con nuove “mosse” – alcune delle quali, viste proprio nel corso del nostro match di prova, ci hanno lasciato sbigottiti. Ottimo anche il lavoro sull’espressività dei numeri uno, che esultano dopo una parata strepitosa o danno di matto contro la difesa quando, lasciato impunemente libero l’attaccante avversario, la palla supera la linea di porta.
In tutto questo, PES 2018 corregge uno degli aspetti più delicati delle passate edizioni: la vita attorno allo stadio, pubblico in primis, e la sequenza di presentazione dell’incontro. I miglioramenti sotto questo frangente sono lampanti, con l’abbandono dei fastidiosi “modelli sagoma” sugli spalti in favore di una texturizzazione più generosa – che, nota a margine, migliora anche la resa visiva di alcuni manti erbosi, ora decisamente più dettagliati. Gli stadi in licenza esclusiva, tra cui il leggendario Camp Nou, vanteranno poi una ricostruzione dettagliatissima sia degli spogliatoi sia delle aree attorno al campo: una dimostrazione ulteriore che, con PES 2018, lo sviluppatore punta davvero in alto.
Inutile quasi parlare del ritmo di gioco di PES 2018, fiore all’occhiello del franchise – di cui, già allo scorso E3, vi avevamo abbondantemente parlato. Vi anticipiamo piuttosto alcune novità inerenti alle modalità principali del gioco, per le quali già a partire dai prossimi giorni saranno previsti aggiornamenti e maggiori dettagli chiarificatori. L’integrazione in game della PES League, coop online e aggiornamenti alle modalità 3vs3 e 2vs2 faranno sicuramente la gioia dei calciatori più competitivi, che godranno di un ulteriore bilanciamento nelle fasi di matchmaking (ora possibile anche in modalità random o fan favorite – che permetterà di giocare soltanto con le squadre più popolari del momento). In MyClub vi sono novità all’orizzonte per la modalità 3VS3, che introdurrà comunque un’ulteriore bilanciamento delle statistiche per garantire un’esperienza di gioco quanto più verosimile.
MyLeague aggiorna il proprio meccanismo di scouting, introducendo nuovi Agenti specializzati e – a sorpresa – un certo Usain Bolt in esclusiva assoluta. Di sicuro, il leggendario campione giamaicano non dovrebbe avere grossi problemi a reclutare giocatori ideali per trottare in fascia. MyLeague e Master League assisteranno inoltre all’introduzione di nuovi tornei pre-stagionali: maggiori dettagli a tal proposito, tuttavia, arriveranno a breve.
Per quanto riguarda le licenze, da sempre tallone d’Achille della produzione Nipponica, vi sono importanti novità: ad affiancare Borussia, Liverpool e Barcellona arrivano, ancora una volta in esclusiva assoluta, Valencia e Fulham. Aumenta il numero di campionati su licenza, con il predominio assoluto per quanto concerne il sud America e un progressivo arricchimento delle competizioni nazionali europee – ad esclusione della Germania, ancora una volta particolarmente avversa a PES. Aumenta il numero degli stadi su licenza, da 30 a 36, e ad affiancare Diego Armando Maradona (nella versione 1982-84) arriveranno a breve altre Legends di tutto rispetto: David Beckham, Romario, Socrates, Salas e Zamorano (Mitico! ndPask). Queste rappresentano soltanto alcune delle novità di PES 2018 sul delicato fronte licenze: un fronte che, inutile sottolinearlo, soffre ancora pesantemente il predominio della concorrenza, ma anno dopo anno riesce a siglare delle partnership strategiche capaci di garantire una visibilità ancora maggiore al titolo. Che di strada da fare per arrivare al risultato odierno ne ha già percorsa parecchia: e tutto è, tranne che deciso a mollare la presa proprio adesso.
In conclusione
L’avrete sicuramente capito: PES 2018 è un titolo che gli amanti del calcio (digitale e non) non dovrebbero lasciarsi sfuggire per nessuna ragione al mondo. Con una giocabilità di altissimo livello, un comparto tecnologico sontuoso e un set di animazioni che, anno dopo anno, riesce letteralmente a stupire per l’attenzione, la fluidità e la precisione ricreate su schermo, la filosofia nipponica dello sport più amato d’Europa è un’ode d’amore al calcio, una dichiarazione appassionata che ok, negli anni aveva perso parte della propria efficacia, ma ora torna a gridare più forte che mai il ruolo da protagonista a cui ambisce da tempo. E siamo sinceri: di carte vincenti, quest’anno, Pro Evolution Soccer ne ha davvero parecchie. Ve ne accorgerete da soli tra pochissimi giorni, quando la demo sarà ufficializzata e anche voi potrete provare con mano il frutto di tre anni di duro lavoro di PES Productions. Quello che è certo è che, a partire dal prossimo 14 Settembre, assisteremo ad una sfida di quelle memorabili. Per oggi finisce uno a uno, ci rivediamo alla bella.