Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy – Recensione

Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy è un pacchetto contenente i primi tre giochi della serie, originariamente pubblicati su Game Boy Advance, successivamente rinnovati per Nintendo DS, e infine passati su una console PlayStation (e non solo) in via del tutto inedita. Queste classiche avventure/visual novel seguono un inesperto avvocato della difesa che si trova coinvolto in una serie di casi di alto profilo in cui tutto è raramente come sembra, e le carte in tavola vengono sempre ribaltate in modo da metterlo in difficoltà.

Phoenix Wright è un protagonista piuttosto particolare. Indossa un completo giacca e pantalone blu, si pettina i capelli con i petardi e ama in particolare puntare il dito contro qualcuno e gridare “Obiezione!”. Quanto gli manca in esperienza lo compensa con un buon vecchio stile e a dispetto delle diffcoltà progressivamente travolgenti, spesso ingiuste, che affronta nelle aule di tribunale, la sua sincera convinzione di verità e giustizia raramente vacilla. È un perdente sfortunato, determinato a fare la cosa giusta e proprio per questo facile da supportare, ma gli altri personaggi che popolano il suo mondo sono altrettanto interessanti.

Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy contiene come dicevamo tre titoli della serie, ciascuno suddiviso in quattro o cinque capitoli, a seconda del gioco. Ogni titolo principale (Phoenix Wright: Ace Attorney, Phoenix Wright: Ace Attorney – Justice for All e Phoenix Wright: Ace Attorney – Trials and Tribulations) contiene una sua storia autoconclusiva che si dipana in ogni episodio, nonostante ciascuno presenti un diverso caso da seguire. Come una serie TV insomma, ogni episodio ha una propria agenda e uno scopo, eppure nella maggior parte dei casi c’è un arco narrativo sottostante e corale che si sta sviluppando nel corso di tutta la serie fin quando culmina, concludendosi, nell’episodio finale. La conoscenza dei giochi precedenti non è richiesta, quindi siete liberi di scegliere da quale cominciare.

Noterete che siamo rimasti vaghi sulle trame, questo perché nonostante siano in commercio da molti anni non significa che tutti abbiano avuto modo di giocarlo e vogliamo interagiscano con il gioco completamente alla cieca, con la mente aperta e disposta a raddrizzare i torti. Ciò che possiamo dire è non fidarsi mai della prima risposta e scavare a fondo in cerca di ulteriori informazioni, perché niente è come sembra e a volte le risposte sono semplicemente in attesa di essere notate. La domanda invece da porsi è: che tipo di gioco è Phoenix Wright: Ace Attorney?

La prima definizione a venire in mente è “visual novel”. Non è del tutto sbagliato ma ci sono molte varianti del genere, proprio come ci sono altrettante varianti di FPS. Ad esempio, Danganronpa, Zanki Zero: Last Beginning, Song of Memories e 428: Shibuya Scramble sono indubbiamente visual novel eppure, al contempo, Danganronpa è un gioco investigativo in stile tribunale, Zanki Zero è un dungeon crawler, Song of Memories è un Otome all’inverso e 428: Shibuya Scramble è quello che meglio sposa la definizione pura di visual novel.

Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy è l’occasione per appassionarsi alle aule di tribunale

Fra questi è indubbiamente Danganrompa a meglio combaciare con i giochi Ace Attorney: ci sono giusto un po’ meno orsi assassini e morti brutali ma quello che bene o male farete per tutto il tempo sarà investigare e difendere i vostri clienti in aula. C’è un grande equilibrio tra le due parti, tanto che un capitolo può essere suddiviso in cinque o sei segmenti in cui prima giocate in puro stile visual novel, parlando alle persone e vivendo la vostra giornata, poi passerete alle indagini sul crimine compiuto e in seguito vi troverete nel vivo dell’azione difendendo o interrogando l’accusato in tribunale, per poi passare al giorno dopo ed esaminare altre prove prima di tornare in aula.

Prima di entrare nel vivo è importante sottolineare come, essendo questi giochi in origine pubblicati su Game Boy Advance e poi su Nintendo DS, non sia cambiato poi molto oltre alle immagini, ad alcuni errori di ortografia e diversi miglioramenti della qualità della vita (come l’adattamento al fatto che adesso abbiamo solo uno schermo dove giocare), manca un doppiaggio corale e c’è molto da leggere. Questo per mettere in guardia chi magari non apprezza dover leggere righe su righe senza un minimo di interazione vocale, ma al contempo vi suggeriamo di non scoraggiarvi: la narrazione cui andrete incontro è fra le più strane e folli che può capitarvi.

Come ogni altra cosa nei giochi di Phoenix Wright, il dramma che si svolge intorno a voi in aula non ricalca esattamente la vita vera. Non passerete intere settimane a lavorare sul caso da presentare alla giuria, o a dibattere sulla validità di certe prove. I testimoni mentono parecchio e il vostro compito è proprio evidenziare le contraddizioni nella loro testimonianza. Se siete sicuri che un testimone non sta mostrandosi onesto ma non ha ancora fatto passi falsi, potete provare a metterlo in difficoltà continuando a fargli domande per vedere se la sua storia reggerà.

La maggior parte delle indagini – nonostante un inizio serio – tende a scivolare piuttosto in fretta nel caos. Generalmente siete incaricati di difendere il vostro cliente da quello che in apparenza sembra essere un caso insormontabile, tuttavia attraverso un rigoroso esame dei testimoni e delle loro versioni, assieme ad altre persone di interesse, riuscirete a smascherare il vero colpevole. È oltraggioso ed esagerato, e fa appena un cenno del capo alla realtà dei casi giudiziari, ma non manca di divertire spesso, e le soluzioni ai crimini sono di rado così ottuse da renderne impossibile la soluzione. Alcuni inciampi in tal senso, però, ci sono.

Conclusioni

Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy ha finalmente fatto il suo debutto su una console PlayStation (oltre alle versioni Xbox One, PC e Nintendo Switch) nella forma di questa trilogia, che non aggiunge nulla di nuovo all’esperienza se non il fatto di essere fruibile da chi finora non ha avuto la possibilità di provarla.

Se siete appassionati del crimine, conoscete a memoria gli episodi di Law & Order, vi interessano le visual novel e avete la pazienza di scavare oltre le apparenze, non c’è motivo per cui non dovreste buttarvi a testa bassa nelle avventure di Phoenix e gridare orgogliosamente al mondo “Obiezione!”.

Le trame, piuttosto deliranti e labirintiche nel loro svolgimento, sono inverosimili ma coinvolgenti, la scrittura è costantemente concisa e divertente mentre i personaggi che incontrerete lungo la vostra scalata ad avvocato difensore di successo sono affascinanti e unici. È un caso aperto e subito chiuso – Phoenix Wright: Ace Attorney Trilogy è invecchiato bene sotto alcuni aspetti, meritandosi la clemenza della corte e la possibilità di essere giocato per la prima volta su uno schermo ad alta risoluzione.

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