Prima che la serie di Plants vs. Zombies prendesse una piega tridimensionale, pochi avrebbero potuto immaginare che la verdura diventasse così interessante. Ad anni di distanza, con Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville, chi gioca ha a disposizione un titolo ancora fresco, divertente e aperto a tutti.
Che sappiate infatti giocare o che non abbiate mai sentito parlare della serie, la semplicità dell’approccio e dei comandi di Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville è uno dei punti chiave per godere appieno di questo gioco, a qualsiasi età.
Nell’eterna lotta tra piante e zombie, il gioco lascia dietro di sé il concetto di Garden Warfare per spostarsi in un parco divertimenti liberamente esplorabile di nome Divertilandia, che di fatto diventa una grande lobby multigiocatore in cui passare il tempo tra una partita e l’altra.
Non c’è dunque un vero menu di gioco oltre quello iniziale, che butta automaticamente nel mezzo dell’azione. Se non si sa come giocare, i pupazzetti a forma di girasole sparsi per la mappa sono utilissimi come tutorial, quindi conviene usufruirne il prima possibile per imparare movimenti e abilità varie.
La lobby multiplayer contiene tutti i giocatori connessi al server, pronti a mostrare le modifiche estetiche sbloccate o acquistate tramite la grossa slot machine, ma porta anche alle due modalità a giocatore singolo (piante e zombie) e pone un portale a disposizione del giocatore.
Bisogna infatti prima scegliere la modalità grazie a una console e poi buttarsi nel portale per cominciare il matchmaking. Nonostante infatti le due campagne single player, pur essendo parallele tra loro, siano ottime per cominciare e per sbloccare qualche elemento estetico o aumentare le abilità di un personaggio, il vero cuore del gioco è PvP e per buona parte anche PvE.
Nella modalità multiplayer ci si può scontrare in classiche partite tutti contro tutti, oppure con determinati obiettivi da portare a termine. Quando sconfiggere la squadra avversaria non è l’unica azione da fare, può ad esempio scendere in campo un boss decisamente coriaceo a rappresentare una nuova minaccia.
In alternativa, l’azione può essere trasformata in co-op grazie alla modalità a ondate con difficoltà sempre crescente, fino alla classica slot machine con boss finale. Personalmente è la modalità che preferisco perché si sposa alla perfezione col concetto originale del gioco, ovvero la difesa contro una minaccia. All’inizio era tutto in solitaria con un “semplice” tower defence, mentre ora è più articolata con torrette o mini-zombies a cui chiedere aiuto, diverse abilità da sfruttare e una longevità delle partite tale da rendere difficile fermarsi.
C’è inoltre un’altra modalità multiplayer, che per certi versi emula lo stile di gioco di Overwatch con team di attacco e difesa, conquista graduale di zone e trasporto di un vero e proprio payload verso la base nemica. Essendo Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville un gioco molto più spensierato di Overwatch, l’ansia di vincere per i propri compagni scompare del tutto e lascia posto solo al divertimento.
Non c’è infatti quella frustrazione tipica degli sparatutto multiplayer nei confronti degli altri giocatori, principalmente perché il gioco è così goffo nel modo in cui sono costruiti i personaggi che tutto il resto passa di mente.
Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville introduce infatti nuove leve per entrambi gli schieramenti. Le aggiunte memorabili sono il fungo ninja per le Piante, dannatamente veloce nonostante la poca salute, e l’eroe degli anni 80 per gli Zombies, che ricorda addirittura proprio Hanzo di Overwatch.
L’importante, per tutti i personaggi e anche per il proprio leader, è dare quell’aria di sana e divertente follia non appena li vede nella schermata di scelta prima dei match. A espandere queste caratteristiche estetiche e di giocabilità ci sono poi i vari alberi di potenziamento, diversi per ognuno.
L’aspetto comune è la solita visuale in terza persona, assolutamente perfetta per un gioco simile. In questo modo è più facile districarsi tra le mappe giocabili. Oltretutto hanno più senso gli equipaggiamenti estetici, visibili anche da chi li ha acquisiti e non solo dagli altri.
Questa visuale rende Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville molto intuitivo anche per chi non ha mai preso un controller in mano. Nonostante sia assente qualsiasi tipo di auto-aim, ci vuole poco per abituarsi a mirare i nemici e colpirli con qualche seme. È proprio grazie a una tale meccanica che Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville rappresenta un titolo perfetto da giocare online coi propri amici per un po’ di sano svago, oppure sul divano insieme alla propria famiglia.
Per quanto sia classificabile come sparatutto e abbia degli zombie al suo interno, il look cartoonesco e colorato dei personaggi è capace di azzerare ogni sentore di “violenza” nell’azione.
L’unico aspetto negativo che posso segnalare è una certa lentezza in alcuni ambiti, dalla ricerca delle partite in matchmaking a quella effettiva dei personaggi, che di sicuro non sono dotati di ritmi frenetici.
I giochi in grado di essere spensierati e facili da comprendere sono sempre più rari. Per fortuna c’è Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville col suo stile ormai affermato nella tridimensionalità e con un prezzo davvero conveniente. Che lo si voglia giocare online con gli amici oppure in famiglia, poco importa. Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville rappresenta infatti un ottimo momento di svago dal marasma di titoli ben più impegnati e impegnativi. Dopo Garden Warfare sembrava arduo ripetersi nella ricerca di una formula così semplice, eppure efficace. Gli sviluppatori di Plants vs. Zombies: La Battaglia di Neighborville ci sono invece riusciti senza snaturare il suo gameplay e introducendo oltretutto nuove modalità e personaggi. Meglio di così? |
Commenti