Con device tecnologici che tendono sempre di più al minimalismo estremo (Xbox Series X ne è l’esempio perfetto), la scelta di Sony è parsa da subito tanto folle, quanto coraggiosa, oltre che imprevedibile. Un po’ perché le console dell’azienda giapponese non hanno mai spiccato da quel punto di vista, proponendo design perlopiù di buona qualità (non sempre… ce l’ho con te, PS3 Ultra Slim, ndr), ma sempre discreti, quasi a non voler togliere spazio al cuore pulsante delle console, i videogiochi. PlayStation 4, nei suoi vari re-design, ne è sempre stata testimone di questa precisa volontà, con le sue forme eleganti, sobrie, perfette nel suo giocare sul sicuro. Con PlayStation 5, Sony sembra aver voluto vestire i panni del giovane ribelle, stanco di sentirsi dire di fare i compiti e di andare a dormire presto: se la next-gen secondo il colosso di Redmond ricordava un frigorifero, quella della grande S pareva restare nell’ambito degli elettrodomestici refrigeranti, nello specifico, un climatizzatore a torre, come fece notare qualche meme diffuso subito dopo il tanto atteso reveal.
Allora non ci era ancora chiaro quanto “grande” fosse (da quel momento in poi si è passati ai meme con i palazzi, ma questa è un’altra storia): eravamo troppo concentrati sulle sue linee folli, sul suo essere uno di quei prototipi impossibili, stavolta diffuso però sul mercato, per errore o per coraggio, o forse per la voglia di spaccare certi equilibri ed innescare la macchina della comunicazione come solo Sony ha dimostrato di saper fare. E ora che abbiamo avuto modo di toccarla con mano e vederla di persona, buona parte dei dubbi sono spariti, tanto quelli riguardanti l’impatto visivo, quanto le dimensioni.
Sì, PlayStation 5 è davvero grande. Al punto da richiedere attenzioni particolari a dove andrete a inserirla. Prendete bene le misure, perché non ha le classiche dimensioni da home console, in grado com’è di far impallidire persino la monolitica PS4 Pro, un parcheggio a confronto di questo grattacielo bianco e nero.
Premessa: sappiate che potrete tranquillamente posizionarla sia in verticale che in orizzontale, aiutandovi in entrambi i casi con la base inclusa, peculiare anche lei, con una vite da avvitare nel caso del posizionamento verticale (una piccola scocciatura, ma nulla di così insormontabile), o incastrandola con l’apposito gancio (niente viti, e avrete dei simboli sul retro a segnalare il punto in cui inserire la base, ma non è un procedimento super-intuitivo, c’è da dire), indipendentemente dal fatto che sia la versione provvista di lettore Blu-ray oppure no.
L’altezza sfiora i 40 cm, la larghezza è di 10, la profondità è 22,3 centimetri, rispettivamente 7 e 5 in più, ma 7 in meno alla pur imponente PlayStation 4 Pro; 10 centimetri in più, 5 in meno e 7 in più della diretta avversaria. Una trovata studiata in primis per far alloggiare comodamente l’anch’essa imponente ventola interna, vera croce proprio di PS4 (e della Pro in particolare), tra rumore insopportabile e surriscaldamenti continui, in particolare con i titoli più impegnativi lato tecnico (The Last of Us Part 2 e Ghost of Tsushima in primis, che hanno spremuto fino all’ultima goccia l’hardware della console). Uno scotto da pagare, insomma, in cambio del tanto ambito silenzio e di una sensibile riduzione del rischio di scontrarsi con messaggi di errore, come quando la Pro sembrava prossima al decollo.
Lo dimostra anche lato design, con sfoghi per l’aria sparsi letteralmente lungo tutta la scocca, più squadrati e canonici sul retro, meno evidenti ma incredibilmente eleganti e armonicamente integrati col design sul davanti, a corollario di una massiccia banda nera lucida su cui sono collocati, disposti però in maniera davvero poco aggraziata, i tasti di accensione e di espulsione del disco (ravvicinati, pressoché indistinguibili, con i relativi simboli incisi e non troppo visibili). Non mancano poi, sempre nella parte frontale, due porte centrali, una USB type A (2.0 carica + dati) e una type C (3.0), che si uniscono alle 2 type A 3.0 sul retro (dove trovano spazio anche una porta LAN, l’ingresso HDMI e ovviamente il connettore AC In).
Le linee sono morbide, sia nella parte superiore che inferiore, con delle vere e proprie onde bianco panna liscissime in cui naufragare tra una partita e l’altra
A coprire, anzi, a impreziosire il ripieno tecnologico di PlayStation 5, due vele bianche e sinuose, che sembrano vestirla come un elegante giacca a collo alto, entro cui la luce del led, prima blu e pulsante, poi bianca fissa, viene amplificata, rimbalza tra una parete ruvida (per via dei microscopici simboli PlayStation cesellati nella parte interna) e l’altra. Le linee sono morbide, sia nella parte superiore che inferiore, con delle vere e proprie onde bianco panna liscissime in cui naufragare tra una partita e l’altra, con la versione “Standard” che possiede un’onda in più, generata dal lettore Blu-ray, che ne rovina parzialmente la silhouette, ma per una buona ragione, perlomeno per chi preferisce il fisico al digitale (e vuol portarsi dietro il vasto catalogo software di PS4). Quest’ultima onda (ovvero l’ingresso per i dischi), però, si trova un po’ più in disparte: in verticale viene oscurata, in maniera naturale, con il logo PlayStation scavato nell’angolo sinistro superiore della base in modo tale da suggerire quale facciata mostrare, mentre in orizzontale finisce al di sotto, e se da una parte è meno visibile, dall’altra rende meno pratico l’inserimento dei dischi, una trovata che tradisce un pizzico di insicurezza.
Ognuno ha standard qualitativi ed estetici unici, ed un design così particolare non solo non sarà universale (né vuole esserlo), ma, anzi, andrà a polarizzare completamente l’utenza, tra chi lo ha amato alla follia sin dal primo annuncio, chi ha basato interamente la sua scelta di (non-)acquisto su di esso e chi cambierà idea (in un senso o nell’altro) una volta che vedrà PlayStation 5 di persona.
Per chi vi scrive, le prime impressioni, poco confortanti, sono state ampiamente smentite dal primo contatto, e l’unica paura, oltre al bianco che attira facilmente lo sporco, è che un design così strano stanchi in fretta. Al netto di queste considerazioni, siamo però convinti che vada quantomeno premiata la volontà di Sony di rompere con il passato, e provare a offrire una nuova generazione non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche, per l’appunto, estetico.
Commenti