News 05 Dic 2012

Playstation All-Stars Battle Royale – La Recensione

Royale Rumble in salsa Sony

Vengono da posti e luoghi differenti. Hanno storie diverse che li accompagnano sul loro cammino. Ed hanno scopi differenti che li spingono ad andare avanti nella loro impresa. Ma davanti alla ricerca del potere, tutti sembrano uguali, tutti commettono degli errori, e tutti, prima o poi, hanno bisogno di aiuto. Playstation All-Stars Battle Royale, il destino è nelle vostre mani.

Lo ameranno: gli amanti dei picchiaduro poco seriosi ed in stile Smash Bros. Melee

Lo odieranno: coloro che non sono molto propensi ai giochi molto confusionari, o ai picchiaduro poco standard

E’ simile a: Super Smash Bros. Melee

Titolo: Playstation All-Stars Battle Royale

Piattaforma: Playstation Vita, Playstation 3

Sviluppatore: SuperBot Entertainment

Publisher: Sony Computer Entertainment

Giocatori: 1-4

Online: 2-4

Lingua: Italiano (Testi / Parlato)

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STORYBOARD

Mamma Sony, “cacchia cacchia e toma toma” (come diceva il buon Totò nei suoi film), tira fuori l’asso dalla manica e mette in gioco Playstation All-Stars Battle Royale, picchiaduro party style che vede come protagonisti alcuni dei migliori eroi dei videogiochi che abbiamo avuto il piacere e l’onore di giocare sulle console del colosso giapponese.
Il titolo mette in campo sia i nomi più “pesanti” appartenenti ai titoli esclusivi di Sony, come Kratos di God of War o Nathan Drake di Uncharted, e sia nomi meno altisonanti e di cui forse non proprio tutti conoscono l’identità (vedi Parappa The Rapper, titolo precursore dei giochi musicali che attualmente conosciamo, oppure Sir Daniel Fortesque, scheletrico ed improbabile cavaliere protagonista di Medievil).
Ogni personaggio ha la propria trama e la propria storia personale, come era solito nei picchiaduro di vecchia data che alcuni di noi giocavano un tempo. Ogni protagonista quindi avrà le proprie ragioni per presentarsi all’evento di cui è venuto a conoscenza. Kratos per esempio avrà bisogno di provare ulteriormente la sua forza in vista della prossima lotta contro gli dei dell’Olimpo, mentre Cole cercherà un modo per salvare il mondo dall’ennesima minaccia che incombe sul globo. Una specie di piccolo ritorno al passato, che spesso, nell’ultimo periodo, era finito nel dimenticatoio come in alcuni dei nuovi picchiaduro in circolazione.

Ogni livello in realtà, è un mix di ispirazioni tratte da due giochi differenti.

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GAMEPLAY

A livello di gameplay però, Playstation All-Stars Battle Royale, non si presenta proprio come un picchiaduro standard uno contro uno, ma offre l’opportunità di “sfragagnarsi di mazzate” fino a quattro giocatori contemporaneamente. Allo stesso modo, nemmeno i punti fissi di questo genere di giochi, come la barra della vita, sono considerati “normali”. Infatti, al posto di riempire di botte i vostri avversari per scaricare la barra della loro energia vitale, li riempirete di botte per riempire la vostra barra dello Special, una particolare energia che vi consentirà di effettuare un super colpo e sbaragliare i vostri nemici. L’esito dell’incontro quindi non volge al termine quando uno dei combattenti non ha più vitalità per continuare, bensì ha fine quando uno dei concorrenti raggiunge il numero di eliminazioni richieste oppure termina il tempo dell’incontro e si assegna l’alloro del vincitore a chi ha eliminato più volte gli avversari.
Per quello che riguarda i comandi invece, tenendo conto anche della freneticità degli scontri, gli sviluppatori della SuperBot Entertainment, hanno deciso di orientarsi verso un set semplice, veloce e di immediato apprendimento, senza necessità di fare eccessive acrobazie con le dita, o di piroettare sulla sedia mentre si gioca. Giusto per farvi fare un’idea della semplicità di approccio, possiamo dirvi che, oltre ad i normali movimenti del personaggio che sono delegati allo stick sinistro, i tasti Quadrato, Triangolo e Cerchio sono tre tipi differenti di attacchi, la X è il salto, il dorsale sinistro la difesa ed il dorsale destro il colpo speciale (che diventano i due grilletti nella versione PS3). Basta, finito, caput, rien ne va plus. Poche semplici mosse, perfettamente esplicate nel tutorial di rito che vi sarà proposto alla prima partita e che darà il via alla vostra scazzottante missione.
Ed è proprio nel tutorial che vi abbiamo appena citato che apprenderete anche il funzionamento della Special, ovvero l’unico colpo in grado di mettere fuori combattimento i vostri avversari. Mettendo a segno i colpi infatti, riempirete la vostra apposita barra nella parte bassa dello schermo, che potrà raggiungere fino a tre livelli di completamento, permettendovi di conseguenza, di usufruire di tre tipologie di attacco differenti. Lanciando una Special di primo livello, il vostro personaggio effettuerà un colpo a corto raggio, quindi siate accorti nell’eseguirla a brevissima distanza dai vostri avversari. Una Special di livello due invece (ovvero lanciata con la barra riempita al secondo livello), vi permetterà di lanciare un colpo a lunga gittata, che spazzerà via qualunque nemico che avrà la sfortuna di incrociarne il tragitto. Il livello tre infine, vi darà accesso ad un colpo, oltre che potente, anche particolarmente spettacolare. Questo non sarà sempre una semplice mossa, ma in base al personaggio che si utilizza sul momento, potrebbe anche cambiare per pochi secondi il vostro approccio al gameplay di gioco. Per farvi un esempio pratico, Kratos crescerà palesemente di dimensioni, eliminando gli avversari con un semplice colpo della spada; Radec invece vi farà vivere per qualche istante l’esperienza di uno sparatutto in prima persona, permettendovi di colpire i vostri avversari a distanza e senza preoccuparvi di eventuali contrattacchi. Come potete vedere quindi, anche in questi frangenti si tende a differenziare i singoli personaggi tra loro, variando così lo stile di un gioco che da un certo punto di vista può essere considerato forse anche troppo semplice.
A completare il tutto poi, l’ormai immancabile componente giddierristica applicata ai personaggi selezionabili. Con i vari incontri, e con il completamento della lista obiettivi interna al titolo (non stiamo parlando dei Trofei PS3/PSVita eh, sia chiaro), il personaggio utilizzato al momento guadagna punti esperienza, salendo di livello man mano che le soglie di passaggio vengono superate. Ad ogni passaggio di livello poi, sbloccherete sfondi ed icone per la vostra scheda giocatore, più altri oggettini per la personalizzazione dei combattenti. Oltre che nella modalità arcade del titolo, vi sarà possibile guadagnare esperienza anche nelle Prove legate ai vari personaggi, dove dovrete semplicemente soddisfare dei piccoli requisiti per portare a termine lo scontro.

I livelli sono come la scale di Hogwarts, gli piace cambiare…

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GRAPHICS & SOUND

Ma se a livello tecnico e di gameplay, le due versioni per Playstation 3 e Playstation Vita bene o male si equivalgono, a livello grafico chiaramente qualche differenza si nota. Oltre che per la qualità grafica superiore sulla console casalinga, possiamo notare che fin dai menù principali c’è qualcosa di diverso. Mentre nella versione portatile i menù saranno a livelli navigabili, su Playstation 3 sarà possibile anche accedervi tramite una più veloce lista a tendina che sbucherà una volta selezionata l’opzione principale. Anche la grafica nei tutorial o nell’hud è leggermente differente. Poca cosa dunque, e principalmente tutte differenze legate alla parte estetica del titolo (a parte il comando per raccogliere le armi in game, che mentre su PS Vita viene fatto in maniera alquanto discutibile tramite il touchscreen della console, su Playstation 3 viene demandato alla pressione del tasto dorsale destro).
In entrambe le versioni comunque, il livello grafico è stabile e solido, senza cali di nessun tipo. Una menzione particolare va però alla realizzazione degli ambienti e dei livelli di gioco, che non solo sono animati ed a tratti praticamente geniali (i protagonisti di Patapon che attaccano Ade ne sono un lampante esempio), ma tendono a muoversi, modificarsi e cambiare per rendere l’esperienza di gioco sempre intrigante e differente. Vedere infatti come il livello di LittleBigPlanet venga costruito mano a mano mentre scartavetriamo i nostri nemici, o come quello sull’aereo di Uncharted si tramuti ad una passerella di casse sospese nel vuoto e legate da sottili cavi di ancoraggio, è decisamente uno spettacolo per gli occhi.

Nei livelli, potreste incontrare inoltre dei pericoli, fate sempre attenzione

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ONLINE & REPLAY

Il multiplayer di Playstation All-Stars Battle Royale, è di certo la parte che vi spingerà di più a sfruttare la longevità del titolo. Le battaglie online, che poi a livello tecnico non si differenziano molto da quelle in singolo, sono quanto di più frenetico e divertente possiate immaginare. Giocare con avversari umani infatti, aggiunge sempre quella piccola percentuale di imprevedibilità che incrementa il divertimento, e se poi questi avversari hanno la “sfortuna” di essere tutti nella stessa stanza, allora si possono toccare vette quasi mai raggiunte.
Per chi non fosse a conoscenza della cosa, ricordiamo che Playstation All-Stars Battle Royale, porta con sé e si rende ambasciatore di due nuove “filosofie”, il Cross Buy ed il Cross Play. Il primo vi da semplicemente la possibilità, acquistando la versione PS3 del titolo, di ricevere in omaggio la versione completa in digital delivery anche per Playstation Vita. Il Cross Play invece, sta a significare che nei vostri combattimenti online, gli utenti PS3 e PS Vita convoglieranno in un unico matchmaking, combattendo tra di loro e contribuendo così anche un’esperienza di gioco multipiattaforma.
La longevità del gioco risulta quindi di alto livello, vuoi per il buon numero di personaggi da poter utilizzare, e quindi con altrettante modalità arcade e sfida da portare a termine, e vuoi anche per un ottimo comparto multigiocatore che diverte e tiene incollati nelle arene da combattimento.

Coalizzarsi contro un unico nemico, non è sempre un’idea furbissima

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IN CONCLUSIONE

Tirando le somme della nuova produzione di mamma Sony, non si può che ammettere che il titolo risulta molto più divertente del previsto, e che se a priori, durante lo sviluppo, poteva sembrare la solita minestrina riscaldata in un picchiaduro, nella sua versione finale riesce invece a soddisfare una grossissima fetta di utenti amanti del genere. I casual gamers potranno cimentarsi nel gioco approfittando del set di comandi eccezionalmente semplice ed immediato, mentre i giocatori più esperti possono comunque spingere la loro esperienza nelle tecniche di combattimento leggermente più avanzate e che sono comunque presenti nel titolo anche con un’apposita sezione di tutorial. Indubbiamente il gioco è caotico, frenetico ed a tratti può anche sembrare eccessivamente confuso, ma vi assicuriamo che una volta fatta l’abitudine alla velocità di azione, e sviluppati i dovuti riflessi pronti a sferrare l’attacco decisivo al momento giusto, il titolo potrebbe stupirvi e rapirvi nel suo vortice in men che non si dica. Keep calm and start another battle.

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Secondo parere by Nicola “Wanicola” Caso
PlayStation All-Stars Battle Royale è un titolo un po’ controverso. Da un lato la voglia di rendere onore alla storia PlayStation viene a scontrarsi con un roster di personaggi oggettivamente discutibile (Big Daddy si e Crash Bandicoot no?) e dall’altro il suo volersi porre come alternativa “made in SONY” al suo diretto concorrente Nintendo, senza però offrire nulla di veramente interessante che vada al di la del “guarda, ci sono Jak & Daxter che si picchiano con Ratchet & Clank”. Il titolo risulta sicuramente una buona carta da giocare quando si hanno 3 amici spaparanzati sul divano ma purtroppo fallisce nel tenere alto l’interesse una volta finita la festa. Ciò che manca a PlayStation All-Stars Battle Royale è la profondità che ha decretato il successo di Smash Bros. La mancanza di modalità alternative al di fuori dei classici scontri ma soprattutto le meccaniche degli stessi (le uccisioni e i relativi punti si accumulano solo usando le super mosse alcune delle quali veramente facilissime da sfoderare) ne azzoppano sicuramente il potenziale sulla lunga distanza rendendolo di fatto un titolo che difficilmente verrà ricordato negli anni a venire (abbiamo già detto che non c’è Crash Bandicoot?). Sulla qualità della conversione PSVita e dell’interazione fra le due versioni, invece, non si discute.

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