Tutt’ora non sono in pochi a scommettere contro la realtà virtuale e, soprattutto, contro PlayStation VR, primo ed unico, tra i visori attualmente in commercio, potenzialmente alla portata delle tasche dei milioni di videogiocatori di tutto il mondo, già in possesso dell’ammiraglia di casa Sony.
Questo generale clima di scetticismo, promosso soprattutto da chi aveva il timore che questa nuova tecnologia potesse soppiantare in toto un tipo di fruizione più classico, non sembra affatto affievolirsi, nonostante i milioni di unità piazzate negli oltre due anni di vita dell’add-on, nonostante una lista sempre più ricca di giochi ed esperienze capaci di lasciare il segno e tracciare, in parte almeno, il futuro del nostro medium preferito.
Ci è sembrato doveroso, dunque, stilare una breve e parziale lista di dieci produzioni che, in un modo o nell’altro, hanno inciso sull’evoluzione della softeca dedicata al PlayStation VR e che, in certi casi, rappresentano autentiche esperienze che andrebbero provate almeno una volta nella vita.
Allumette
Allumette non è un gioco. É una minuscola fiaba in computer grafica, che si ispira a La Piccola Fiammiferaia di Hans Christian Andersen, in cui non è richiesta alcuna interazione, se non quella di osservare, dal punto di vista che si preferisce, la storia della giovane orfana, il cui nome dà il titolo alla produzione, in cerca di riscatto dopo la tragedia che gli ha strappato l’amore della madre. Gratuito e scaricabile direttamente dal PlayStation Store, il titolo è un perfetto esempio di come la realtà virtuale possa cambiare il modo di intendere, realizzare e fruire un contenuto digitale non interattivo. Cambiare prospettiva, magari per seguire la protagonista mentre si sposta tra i vicoli della città sospesa tra le nuvole in cui è ambientata la vicenda, è una feature inaspettatamente stuzzicante ed interessante.
Atomic Ghost Fleet
Sempre nell’ambito di prodotti non interattivi, Atomic Ghost Fleet rappresenta l’eventuale evoluzione dei documentari in salsa VR. Grazie a particolari telecamere in grado di registrare a trecentosessanta gradi, il filmato, della durata di una mezz’ora circa, vi accompagnerà tra i relitti delle navi affondate nel corso dei test atomici nell’arcipelago di Bikini, avvenuti nell’estate del 1946. Nonostante non vengano fornite moltissime informazioni a riguardo, il tour subacqueo è ugualmente suggestivo e a suo modo emozionante. Se soffrite di claustrofobia, tuttavia, potreste avere qualche piccolo problema in alcune sequenze. Everest VR e Chernobyl VR Project, sono altre produzioni affini assolutamente consigliate, nonostante il prezzo non proprio equilibrato rispetto a quanto offerto.
Statik
Statik è un brillante puzzle game che sfrutta la realtà virtuale per creare una corrispondenza diretta tra l’avatar, prigioniero in una struttura scientifica, con le mani incastrate all’interno di uno strano marchingegno, ed il videogiocatore, che stringe effettivamente un arnese, parliamo ovviamente del joystick, dal quale non può (non vuole) staccarsi se vuole completare il livello di turno ed accedere all’enigma successivo. Un piccolo espediente, tuttavia estremamente efficace e azzeccato, che rende Statik un gioco da provare assolutamente.
Firewall Zero Hour
Ci aveva già provato Bravo Team a suo tempo. Inoltre, l’ottimo Farpoint ha certamente dato una scossa al genere. Eppure nessun FPS in realtà virtuale è stato tanto rivoluzionario, e persino coraggioso, come Firewall Zero Hour, sparatutto competitivo che ha il grande merito di rendere estremamente fisico, e quindi realistico, mirare, cambiare equipaggiamento, compiere altre azioni che normalmente vengono impartite tramite la semplice pressione di un pulsante, con la complicità degli stick analogici. In Firewall Zero Hour bisogna allineare l’occhio con il Move, afferrare pistole e fucili direttamente dal “corpo” dell’avatar, spostarsi fisicamente per sbirciare oltre gli angoli. Piccoli gesti, che rendono l’esperienza estremamente divertente, coinvolgente, a suo modo unica.
Resident Evil 7: Biohazard
Resident Evil 7: Biohazard è il primo titolo tripla A a coinvolgere intensivamente la realtà virtuale, senza limitarla ad una modalità specifica, o ad una serie di livelli pensati ad hoc. La produzione Capcom, difatti, è interamente e totalmente fruibile utilizzando il PlayStation VR, feature che rende il gioco enormemente più godibile, divertente e ovviamente terrificante utilizzando la periferica Sony. Anche in questo caso si tratta di un segnale piuttosto chiaro di come questa tecnologia stia prendendo lentamente sempre più piede.
Beat Saber
A conferma di quanto e come la realtà virtuale sia in grado di incidere su qualsiasi genere, Beat Saber è un rhytm game assuefacente, divertentissimo e a suo modo unico. Perfetto punto d’incontro tra Fruit Ninja e Guitar Hero in salsa Star Wars, viste le spade laser con cui dovrete affettare le “note” che scorrono sullo schermo, può ritenersi il gioco del momento per qualsiasi possessore di un PlayStation VR. Sempre in ambito musicale, vale la pena citare anche Track Lab che mescola meccaniche proprie di un puzzle game, con un editor con cui comporre tracce che spaziano dall’elettronica all’Hip Hop.
WipEout Omega Collection
Il caso di WipEout Omega Collection è piuttosto particolare e vale la pena analizzarlo attentamente. Inizialmente pubblicato in una veste assolutamente classica, qualche mese dopo ha goduto di un aggiornamento (gratuito) che lo ha reso compatibile con il PlayStation VR. Il power-up, manco a dirlo, ha reso il titolo pubblicato da Sony ancora più travolgente e adrenalinico, un’autentica iniezione di velocità e luci al neon in grado di mandare in brodo di giuggiole qualsiasi amante dei giochi di corse. Ci auguriamo che simili iniziative vengano contemplate anche per altri giochi. Per esempio, ci piacerebbe giocare l’intera campagna del recente Ace Combat 7: Skies Unknown in VR e non solo i tre livelli proposti nella modalità dedicata.
Star Trek: Bridge Crew
Star Trek: Bridge Crew è un gioco difficile da descrivere, non fosse altro che, in assenza della VR, potrebbe persino essere noioso e alla lunga ripetitivo. La produzione Ubisoft coinvolge un manipolo di utenti online, ognuno con ruolo e compiti specifici, al fine di condurre l’Enterprise in zone di guerra in cui compiere alcune missioni, siano queste di salvataggio, distruzione dei nemici e quant’altro. Paradossalmente, il “possedere” un corpo interamente digitale, seduti nella propria postazione all’interno del vascello, rende le interazioni con gli altri videogiocatori estremamente umane, sociali, votate alla collaborazione più estrema. Per sopravvivere e vincere, difatti, bisogna comunicare moltissimo, giocare di squadra, prendere ed impartire ordini ben precisi. Un esperimento riuscitissimo, unicamente possibile in realtà virtuale.
Astro Bot Rescue Mission
Anche quello dei platform, all’apparenza, può sembrare un genere che mal si sposa con la realtà virtuale. PlayStation VR, come sappiamo, ha dimostrato tutto il contrario con Astro Bot Rescue Mission, tra i giochi più riusciti dedicati alla periferica di Sony. Il gioco, semmai, ha empiricamente dimostrato come basti tempo, il giusto budget e un’intuizione geniale per utilizzare efficacemente e con cognizione di causa questa tecnologia in qualsiasi ambito lo si desideri.
Spider-Man: Homecoming – Virtual Reality Experience
Il PlayStation Store abbonda di minuscole esperienze, autentiche appendici di altre produzioni, siano esse film, come il titolo preso in esame, o altri videogiochi, come la demo in VR di The Last Guardian. Si tratta di piccoli passatempi spesso gratuiti, intriganti non solo per testare velocemente l’efficacia e il grado di coinvolgimento che sa infondere la tecnologia, ma anche perché espandono in qualche modo gli universi immaginifici dei brand di riferimento. Spider-Man: Homecoming – Virtual Reality Experience, per esempio, permette al fan Marvel di apprendere qualche dettaglio in più sulla vita da supereroe del Peter Parker apprezzato sul grande schermo.
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