A quasi sette anni di distanza dal primo modello, PlayStation VR 2 ha finalmente fatto il suo debutto ufficiale, visore, che potete acquistare anche da GameStop, che se da una parte non influenzerà più del dovuto il successo di PlayStation 5, è certamente un asset molto importante nello scacchiere della realtà virtuale e della fetta di mercato che questa branchia dell’industria può ritagliarsi da qui ai prossimi anni. Ad oggi, infatti, nonostante i molti concorrenti, stiamo pur sempre parlando di un settore di nicchia, rivolto ad entusiasti ed appassionati che numericamente non occupano chissà quale spazio nel mercato videoludico globale.
I sei milioni di PlayStation VR in giro per il mondo, tuttavia, testimoniano che il marchio, e la comodità di gestire tutto tramite console, ha pur sempre il suo perché, nonostante l’ormai superato visore, a fronte di un prezzo relativamente contenuto beninteso, proponesse numerosi compromessi. Dalla presenza di un groviglio di cavi e periferiche da gestire, come la telecamera e l’unità hardware di supporto; alla scarsa precisione dei Move; passando per una definizione dell’immagine non esaltante, quella proposta da Sony era una realtà virtuale entry level, che basava buona parte del suo fascino sul prezzo e, per l’appunto, sulla forza del marchio.
Sette anni dopo, la situazione, da questo punto di vista, si è quasi del tutto ribaltata. Se il nome PlayStation è ancora al suo posto, per certi versi più forte che mai, PlayStation VR 2 ha deciso di puntare forte su specifiche di tutto rispetto, anche a fronte di un prezzo sicuramente maggiore.
Eppure, dopo esserci immersi per diverse ore nei mondi digitali dei molti giochi che accompagnano la periferica al lancio, qui trovate la lista completa tra le altre cose, non possiamo che concludere che il visore valga ognuno dei 599,98 € richiesti per l’acquisto (acquisto che potete fare anche sullo store online di GameStop).
Sì, perché volendo tracciare un paragone con il modello precedente è un po’ come mettere a confronto una comune utilitaria con una Ferrari. Entrambe vi porteranno a destinazione, certo, ma solo con una raggiungerete velocità di un certo tipo e godrete del rombo di un motore degno di questo nome.
Come si comporta questa fuoriserie dunque?
Se dei giochi ve ne parleremo in recensioni ed approfondimenti che pubblicheremo nei prossimi giorni, in questa sede vi racconteremo tutto ciò che c’è da sapere e l’idea globale che ci siamo fatti in questa prima, intensiva, immersione nel mondo di PlayStation VR 2.
– Cosa c’è dentro la scatola
La scatola del visore ha un design totalmente in linea con quello già sfoggiato con PlayStation 5. Foto della periferica su sfondo bianco sulla parte frontale, logo su sfondo blu su quella superiore. Minimale da un certo punto di vista, come va di moda negli ultimi anni.
Al di là all’apprezzabile estetica, della scatola vi sorprenderà immediatamente il contenutissimo peso. Al suo interno, difatti, lo stretto necessario, scelta molto green, se vogliamo, ma anche estremamente pratica. Oltre al visore, i due Sense ognuno con un proprio laccetto di sicurezza, il libretto di istruzioni, un cavo di ricarica USB-C e le cuffie da collegare tramite jack utilizzando l’apposito connettore incastonato nell’archetto della periferica stessa.
Dal momento che i controller sono due, ci saremmo aspettati altrettanti cavi, ma a ben vedere chiunque ne possiede già almeno uno, quindi in questo caso possiamo comprendere la scelta di Sony, che fornisce comunque tutto ciò che serve all’utente, senza per questo abbondare laddove non ce n’è alcun bisogno.
Dopo una manciata di secondi, insomma, avrete già disposto tutto il contenuto al di fuori della scatola, pronti per immergervi nelle meraviglie della realtà virtuale.
– Il design
C’è solo una cosa che non convince appieno dell’aspetto di PlayStation VR 2, difetto, per quanto relativo beninteso, già riscontrato all’epoca con il predecessore: il senso di solidità percepito non è soddisfacente come ci saremmo aspettati. Dal momento che il vecchio visore, tuttavia, è ancora fieramente funzionante e completo in ogni sua parte, nonostante le moltissime ore di servizio prestate, possiamo quasi essere sicuri che si tratti solamente di una sensazione, certamente amplificata dal peso contenutissimo dell’add-on.
Sulla parte frontale troviamo le quattro telecamere che donano un aspetto simpatico a PlayStation VR 2. Subito sotto, il pulsante di accensione e quello utile ad attivare la modalità Trasparente (di cui vi spiegheremo a breve di cosa si tratta). Sulla parte superiore, il pulsante per avvicinare e allontanare il visore dall’archetto posteriore, necessario per indossarlo al meglio, e la rotella con cui gestire il distanziamento delle due lenti, selettore che tornerà utilissimo in fase di settaggio, come spiegheremo meglio in seguito.
Sull’archetto, nella parte posteriore della periferica, è invece situato il pulsante con cui allargarlo, primo step necessario per indossare il visore, con tanto di rotella da girare una volta infilato lo stesso per effettuare il fissaggio vero e proprio. Sempre nella parte posteriore dell’archetto trova infine posto il connettore jack.
Una volta indossato, PlayStation VR 2 risulta molto più comodo del predecessore. Il merito non è solo da ricercarsi nel minor peso, ma anche nei cuscinetti in silicone posti sia intorno alle lenti, che impediscono ottimamente alla luce esterna di penetrare, sia nella parte interna dell’archetto, quella cioè a contatto con la testa. Il cavo, con cui collegare l’add-on a PlayStation 5, si fa sentire, ma non dà praticamente mai fastidio grazie al suo diametro contenuto e all’ottima flessibilità che consente piena libertà di movimento a testa, collo e spalle.
I Sense, a loro volta, con la loro forma che ricorda quasi un cobra, sono al tempo stesso piacevoli da guardare e da impugnare. È vero che al primo contatto non si capisce subito come impugnarli, ma basta sbagliarsi un paio di volte per non commettere più errori di sorta.
Ereditando e riproponendo per sommi capi lo stesso concept dei Joy-Con, i due controller sono una sorta di DualSense diviso a metà. Due pulsanti frontali per parte; uno stick, un trigger e un pulsante PlayStation a testa. Share a sinistra, Options a destra. I dorsali, invece, sono stati inseriti sul fianco esterno dell’impugnatura, posizione che troviamo ideale e facilmente raggiungibile.
A rendere così speciali i Sense ci pensa il sistema di rilevamento integrato, in grado di comprendere, e tradurre nel gioco, la posizione delle dita. Il sistema non è ancora perfetto, servirà sicuramente qualche patch, ma in Horizon Call of the Mountain ci siamo sorpresi nel vedere il nostro avatar muovere le dita (quasi) come le nostre, semplicemente avvicinandole e allontanandole dall’impugnatura dei Sense.
– Specifiche tecniche
Come dicevamo, PlayStation VR 2 fa a meno di buona parte dei compromessi tecnologici del predecessore, ad esclusione del cavo, che comunque è uno solo, da collegare direttamente alla presa USB-C frontale della console e che, come diremo in seguito, non comporta chissà quale impedimento.
Come abbiamo avuto modo di elencarvi anche nella nostra mini FAQ dedicata, di seguito vi riportiamo le specifiche tecniche di PlayStation VR 2:
- Schermo OLED
- Risoluzione del pannello: 2000 x 2040 per occhio
- Frequenza di aggiornamento del pannello: – 90 Hz, 120 Hz
- Distanza tra le lenti regolabile
- Campo visivo: circa 110 gradi
- Sensore di movimento: sistema di rilevazione di movimento a sei assi (giroscopio a tre assi, accelerometro a tre assi)
- Sensore di utilizzo: sensore di prossimità IR
- 4 telecamere incorporate per il rilevamento del visore e del controller
- Telecamera IR per occhio per il rilevamento dello sguardo
- Feedback: vibrazione del visore
- Collegamento con PS5: 1 cavo USB Tipo-C®
- Microfono integrato
- Ingresso cuffie stereo
Sin dal giorno della sua presentazione ufficiale, a colpire immediatamente è stato ovviamente lo schermo OLED incastonato nel visore, con una risoluzione pari a 2000 x 2024 per occhio, pari a 4.1 MP, ovvero una risoluzione sostanzialmente quadruplicata rispetto al precedente modello. Inoltre, sono state utilizzate lenti Fresnel, capaci di una notevole rifrazione luminosa, ma generalmente soggette ad aberrazioni cromatiche, problema tuttavia qui evitato dalla gestione software del visore stesso, che impedisce qualsiasi distorsione dell’immagine, anche nelle zone periferiche.
In linea con gli standard attuali anche la frequenza di aggiornamento dell’immagine, già ottima anche nel primo PlayStation VR, qui fissata tra i 90Hz e i 120Hz a seconda del software in utilizzo.
Sorprendente il raggio del campo visivo, che può raggiungere i 110 gradi, più che sufficiente per riempire lo sguardo del videogiocatore una volta immerso nel mondo digitale di turno.
Meritano un discorso a parte telecamere integrate nel PlayStation VR 2. Le quattro esterne, come vedremo meglio in seguito, servono sia per analizzare e mappare l’area in cui si sta giocando, sia per attivare all’occorrenza la così detta modalità Trasparente, visione che permette all’utente di vedere, pur senza colori, attraverso le telecamere ciò che gli sta intorno (nel mondo reale s’intende), così da orientarsi, eventualmente sistemarsi, raccogliere qualcosa o interagire con gli amici senza per questo togliere il visore dalla testa.
Ci sono però anche altre telecamere, poste all’interno del visore stesso e puntate verso la faccia del videogiocatore. Sono quelle che permettono al PlayStation VR 2 di tracciare lo sguardo, tocco magico che, per fare due esempi, viene utilizzato in Horizon: Call of the Mountain per selezionare in maniera facile ed intuitiva le voci dei vari menù, mentre in Before Your Eyes, geniale gioco al debutto mesi fa su Netflix, per consentire al software di comprendere quando il videogiocatore chiude le palpebre.
Non è tutto, perché il tracciamento pupillare serve anche all’hardware per attivare il così detto foveated rendering che consente di elaborare al massimo del dettaglio solo la porzione d’immagine che il giocatore sta effettivamente mettendo a fuoco, un espediente piuttosto intelligente per offrire il massimo, senza sprecare inutilmente risorse.
– Configurazione
PlayStation VR 2, a differenza del precedente modello, non utilizza alcuna telecamera esterna. Tuttavia, per rilevare correttamente l’ambiente intorno all’utente e non solo, necessita di una specifica configurazione inziale, eventualmente ripetibile sia per settare nuovamente il tutto, sia nel caso in cui si cambi stanza.
Il processo avviene tramite tre step differenti.
Il primo attiva la modalità Trasparente e vi verrà chiesto di guardarvi intorno, così da mappare i confini e contorni dell’ambiente. A seconda che decidiate di giocare seduti, in piedi o muovendovi fisicamente per la stanza di turno, PlayStation VR 2 calcolerà di volta in volta l’area di gioco necessaria, facendovela visionare in realtà aumentata tramite linee ed indicatori. Orientativamente avrete sempre bisogno di un metro di spazio libero davanti a voi giocando in piedi o seduti, di circa quattro metri quadrati nel caso optiate per trasformare il salotto nella vostra sala giochi.
Una volta nel gioco, compariranno sull’immagine delle zone rosse quando vi state eventualmente avvicinando ai confini dell’area prestabilita e nel caso usciate dai bordi si attiverà automaticamente la modalità Trasparente, utilissima funzione per evitare rovinose caute o pericolosi urti involontari.
Il secondo step del settaggio iniziale è dedicato alla distanza tra le pupille. Ricordate la rotella nella parte superiore del visore? Dovrete azionarla finché l’icona a schermo non vi indicherà il corretto distanziamento tra le due lenti. Nulla di complesso, sebbene inizialmente potreste avere un minimo di difficoltà ad interpretare gli indicatori.
Infine, il terzo passaggio vi permetterà di configurare il tracciamento dello sguardo, processo che si completa semplicemente osservando dei puntini muoversi lungo lo schermo.
Il tutto non vi richiederà più di due, tre minuti al massimo, tempo che si restringerà ulteriormente già alla seconda eventuale configurazione.
– Primo contatto
PlayStation VR 2 non è compatibile con i titoli per il vecchio visore. Ciò significa che, pur avendo una ricca libreria di giochi per il precedente modello, non potrete giocarli godendo degli upgrade grafici, e non solo, apportati dal nuovo add-on. Si tratta, senza alcun dubbio, di una problematica non del tutto ignorabile, anche se sicuramente la vera forza di PlayStation VR 2 sarà rappresentato da giochi inediti, pensati e studiati intorno alle potenzialità di questa versione riveduta e corretta.
Non a caso, abbiamo voluto che il nostro primo contatto con la periferica avvenisse proprio con Horizon Call of the Mountain (qui la recensione dedicata), di cui vi parliamo brevemente per dare un primo giudizio su PlayStation VR anche dal punto di vista del gioco vero e proprio.
Come detto, la prima sorpresa è giunta non appena ci siamo accorti che per selezionare le varie voci del menù bastava guardarle. Ma non ci saremmo mai aspettati di restare letteralmente senza fiato non appena l’avventura vera e propria è iniziata. Il dettaglio grafico, l’ampia linea d’orizzonte, la nitidezza dei modelli poligonali vicino al nostro punto di vista, tutto ci ha lasciato stupefatti, cancellando in un secondo tutti i bei ricordi collezionati con il primo modello di PlayStation VR.
PlayStation VR 2 vale ognuno dei 599,98 euro richiesti
A farci sentire ancora più dentro l’azione, non solo la vibrazione dei due Sense, ma dello stesso visore, una vibrazione delicata, per nulla fastidiosa, ma sufficientemente sensibile per darci l’illusione del terreno che tremava intorno a noi al passaggio di un gigantesco Collolungo.
Nonostante permanga qualche minuscolo problema di rilevamento, abbiamo poi apprezzato la precisione dei Sense, in grado di riconoscere i comandi impartiti sia durante le (letteralmente) vertiginose arrampicate, sia quando si è trattato di scoccare le frecce contro una Vedetta. Nulla a che vedere con i pessimi e odiosi Move.
E il cavo? Mentiremmo se dicessimo di non esserci accorti di averlo intorno, ma in nessun caso ci ha impedito i movimenti, né ci ha infastiditi in alcun modo. Come detto, la sua flessibilità e il peso contenuto ci hanno permesso di giocare tranquillamente, anche in piedi, senza grosse preoccupazioni.
PlayStation VR 2 ci ha totalmente convinti. La mancata retrocompatibilità è sicuramente un malus, ma si tratta di qualcosa che esula dal visore in sé e per sé. Il cavo, per i puristi della VR, rappresenterà sicuramente un limite, ma la sua estrema flessibilità, il suo diametro ridotto e il peso quasi nullo rendono davvero minimo l’impaccio. Dalle specifiche tecniche, alla comodità e leggerezza, passando per piccole e grandi chicche come il tracciamento dello sguardo, senza dimenticare gli ottimi Sense, rendono il PlayStation VR 2 un visore pronto a fare la voce grossa negli anni a venire. I 599,98 €, che diventano 649,98 € in bundle con Horizon Call of the Mountain, sono un prezzo sicuramente importante. Ma vista la qualità indiscutibile dell’hardware, e la semplicità d’utilizzo, si tratta di un visore indicato tanto ai neofiti, quanto agli entusiasti a caccia di un prodotto che possa lasciarli completamente a bocca aperta per resa visiva. Se il primo visore di Sony poteva comunque ritenersi un buon compromesso, a fronte di un costo contenuto, con PlayStation VR 2 potrete godervi la realtà virtuale al suo picco. Ora tocca solo al publisher nipponico e alle terze parti rifocillare con nuovi titoli imperdibili questa promettente periferica che già al lancio, come potete leggere qui, conta già numerosi e ottimi titoli. |
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