Dopo esser rimasti piacevolmente stupiti dai recenti spin-off Pokemon come Pokémon Conquest e PokéPark 2, Nintendo questa volta ha deciso che per ingannare l’attesa dei prossimi Pokémon X e Y era il turno di rispolverare quel Pokémon Mystery Dungeon che tante volte ci ha provato ma di rado è riuscito a conquistarci come avrebbe voluto. Il nuovo Pokémon Mystery Dungeon: I Portali sull’Infinito si presenta carico di novità rispetto ai precedenti…saranno sufficienti a farci ricredere sui passati episodi?
Lo ameranno: gli estimatori del cartone dei Pokèmon
Lo odieranno: coloro che vogliono i nuovi Pokémon X Y prima di subito
É simile a: svariati altri giochi della serie Mystery Dungeon
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Titolo: Pokémon Mystery Dungeon: I Portali sull’Infinito
Piattaforma: 3DS
Sviluppatore: Spike Chunsoft
Publisher: Nintendo
Giocatori: 1/4
Online: Assente
Lingua : Italiano
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Vita da Pokémon
Dopo decine e decine di avventure vissute nei panni di un allenatore, risvegliarsi nei panni di un pokémon è una prospettiva intrigante per vedere il pokémondo sotto una luce totalmente diversa. Una volta scelto il proprio beniamino fra l’immancabile Pikachu e i suoi amici starter di quinta generazione (più Axew) mai ci saremo aspettati che la vita da pokémon potesse essere così complicata e avere dei risvolti così inaspettati. Come al solito a farla da padrone sono i valori come il rispetto e l’amicizia, ma non di rado ci si imbatte in qualche riflessione più profonda del previsto. Più che in passato l’avventura è palesemente rivolta a un pubblico ancora molto giovane, ma se grazie alla serie regolare abbiamo imparato a non sottovalutare mai il potenziale di una battaglia combattuta sul filo del rasoio, Mystery Dungeon inverte la rotta puntando tutto sul carisma e sulla carica empatica dei suoi protagonisti, grazie a una serie di interminabili dialoghi di cui non avremo mai creduto capaci i nostri fidi Pokémon.
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Verso l’infinito e oltre
Liberi dal giogo delle Pokéball, Pikachu e Co possono finalmente scorrazzare liberamente per i vari “dungeon misteriosi” alla volta dei più disparati obiettivi che di volta in volta vengono proposti al giocatore. L’ossatura dell gameplay riprende, come suggerisce il titolo, quel Mystery Dungeon che tanto andava in voga in Giappone negli anni ’90. Ispirato dal classico Rogue, Pokémon Mystery Dungeon prevede di volta in volta l’esplorazione di svariati labirinti generati a caso, all’interno dei quali è necessario pianificare al meglio le proprie risorse per cercare di giungere alle scale per il piano successivo e, infine, all’uscita. Detto così pare un gioco come altri mille, ma la particolarità di Mystery Dungeon risiede nel suo sistema di controllo, un ibrido tempo reale/a turni caratterizzato da svariati elementi tattici e tipici dei giochi di ruolo vecchia scuola. A ogni mossa del giocatore, infatti, corrisponde un’equivalente degli avversari, i quali si muovono e attaccano diversamente in risposta delle azioni del vostro team. Rimanere fermi per studiare l’itinerario è tuttavia una mossa da prendere in considerazione solo ai livelli più avanzati di gioco o solo quando si è a corto di mosse speciali (anche qui, come nel gioco base, relegate all’uso di PP, Punti Potenza) ma con un minimo di attenzione è facile farsi strada per i dungeon nella maniera più rapida e indolore possibile anche grazie all’eliminazione del fattore “appetito”.
Per chi avesse avuto modo di giocare ai precedenti, Pokémon Mystery Dungeon: I Portali sull’Infinito è riuscito finalmente a rimuovere tale meccanica, retaggio dell’originale da cui trae origine ma comunque troppo frustrante per quel che dovrebbe essere una versione per “piccini” di Mystery Dungeon. Ora finalmente esplorare i dungeon non comporta più la pianificazione meticolosa passo per passo onde evitare di rimanere a secco di cibo, ma è invece possibile perdersi a proprio piacimento nei meandri per esplorare tutto ciò che il gioco ha da offrire. I labirinti risultano ancora parecchio anonimi e spesso inconcludenti (d’altronde sono generati casualmente) ma a questo giro gli sviluppatori paiono essersi rimboccati un minimo le maniche e aver inserito qualche simpatica variazione sul tema qua e là. Diamo quindi il benvenuto a piccoli ostacoli ambientali da affrontare con il giusto pokémon in squadra o radure all’aperto nelle quali ci si può muovere liberamente (fuori dallo schema a turni) ed esplorare l’area circostante alla ricerca di qualche piccolo extra o qualche minigioco. Nulla in grado di sbalordire il giocatore smaliziato che probabilmente avrà già rivolto il suo sguardo altrove, ma comunque una bella svecchiata alla formula che non potrà non far piacere ai più piccoli.
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A Wonderful Pokélife
Nonostante questi piccoli aggiustamenti e variazioni sul tema principale, I Portali sull’Infinito soffre comunque di alcuni problemi non da poco, e tutti principalmente legati alla pessima gestione dell’intelligenza artificiale. Non di rado capiterà di voler evitare battaglie inutili alle quali puntualmente i nostri compagni invece decideranno di prendere parte. Questo si traduce nel doversi muovere a passo di lumaca perché i nostri compagni, impegnati chissà dove contro chissà chi, stanno facendo le loro mosse e attendendo quelle dell’avversario. Una situazione incresciosa che purtroppo si verifica più spesso di quanto sembri e che non fa altro che rallentare un ritmo di gioco già di per se molto basso. Non bastano i comandi salva PP e le linee guida da tenere in battaglia, state pur certi che ovunque ci sia un avversario, il vostro compagno gli si fionderà contro per combattere. Fortunatamente fuori dai dungeon è possibile riposarsi e cimentarsi con la costruzione del Poképaradiso per staccare la spina da quanto sopra descritto. All’interno di queste sezioni è possibile impiegare i materiali e crediti raccolti durante l’esplorazione per sfogare tutta la propria vena creativa. Un po’ la versione semplificata di Harvest Moon, il Poképaradiso offre la possibilità di coltivare bacche, costruire luoghi di svago, edificare edifici per ospitare nuovi amici e via discorrendo, offrendo un buono stimolo al proseguo dell’avventura ed espandendosi di missione in missione.
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Pokémon tridimensionali
Tra alti e bassi ereditati da una serie non certamente alla portata di tutti e alcune scelte di design opinabili, l’unico punto su cui Pokémon Mystery Dugeon: I Portali sull’Infinito rimane inattaccabile è una realizzazione tecnica, davvero di prima scelta. Forte di un carisma ineguagliabile persino quando si trattava di semplici sprite 8 bit del GameBoy, osservare i propri eroi ora completamente in 3D è un piccolo sogno che si avvera, non solo per i giovanissimi. I fondali sono ancora una volta terribilmente poveri e abbozzati solo in parte, ma generalmente l’impatto visivo è più che convincente e lascia ben sperare per il futuro rilascio di Pokémon X e Y. Molto bene anche le musiche, come sempre molto semplici ma con quel piacevole rimando all’epoca 16 bit che non guasta mai e le rende fischiettabili in qualsiasi momento.
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Con qualche piccolo sforzo in più…
Per quanto certi volte si impegni a fare del proprio peggi,o soprattutto a causa di un’intelligenza artificiale completamente da rivedere, Pokémon Mystery Dungeon: I Portali sull’Infinito è un titolo che riesce comunque a farsi apprezzare, soprattutto alla fascia d’età a cui a cui è palesemente rivolto. L’avventura principale, nonostante non si possano saltare i dialoghi, si lascia vivere ed è pure bella lunga, come la tradizione Pokémon insegna. Se i Pokémon sono la vostra passione e X e Y vi sembrano ancora troppo lontani, I Portali sull’Infinito potrebbe essere un modo come un altro per ingannare l’attesa e perché no, magari scoprirsi appassionati dei Dungeon Crawler più spinti.
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