26 Nov 2019

Pokémon Spada e Scudo – Recensione

Dall’avvento di Pokemon Let’s GO Pikachu e Eevee è passato un anno e poco più, e sin dalla loro uscita abbiamo desiderato e immaginato come potesse essere il prossimo “vero” capitolo della saga Pokemon su Nintendo Switch. La risposta non è tardata ad arrivare, ed ora l’abbiamo proprio con noi tra le nostre mani. Non sono mancate polemiche nel corso dei mesi che hanno preceduto l’uscita, ma Spada e Scudo sono pronti a portare i possessori di Switch verso una nuova generazione e, soprattutto, verso una nuova regione.

Galar è ispirata all’Inghilterra, col suo gusto tipicamente british, il tè delle 5, le ferrovie e quel gusto bucolico che caratterizza zone tipicamente scozzesi. Io nemmeno ci sono (per ora) stato in Inghilterra, ma certe sensazioni le ho ritrovate comunque nell’immaginario creato da Game Freak. E così è iniziata una nuova avventura: una pokéball nella tasca e le scarpe da corsa ben salde ai piedi. Zaino in spalla e cappellino osceno in testa, il mio allenatore è partito da Furlongham per affrontare la Sfida delle Palestre, raccomandato niente meno che dal campione della Lega in persona (fortunatamente non era vestito di verde e non c’era traccia di ruspe nei suoi dialoghi, ndr).

Ottenere le 8 medaglie resta l’obiettivo principale, ma la sensazione è che a Galar le cose si facciano sul serio, con la sfida delle palestre che è un affare importante che richiede dedizione, rispetto e la giusta dose di competitività. Ecco perché i capipalestra si affronteranno in questi grandissimi e imponenti stadi, quasi a voler ricalcare l’immaginario di quella tradizione calcistica che, come in Italia, è molto presente anche nella cultura inglese. Solo che nel mondo Pokemon non ci sono palloni, ma creature che si sfidano per la supremazia dello scontro.

Nonostante la struttura e la progressione di Pokemon Spada e Scudo sia sempre un po’ uguale a sé stessa, i tentativi di Game Freak di cambiare le carte in tavola e rendere la progressione meno serrata ci sono anche in questo capitolo. Un po’ come succedeva per le prove dell’isola di Sole e Luna, prima di ogni palestra bisogna affrontare delle missioni, veri e propri minigiochi (ad esempio quiz o rincorrere le pecorelle nel recinto) che anticipano gli intensi scontri con i capipalestra. La grandezza degli stadi permette in questi scontri di dare sfogo a tutta la potenza dei pokemon di Galar attraverso una nuova, particolare meccanica: il Dynamax.

Nonostante l’arretratezza tecnologica, certe sensazioni restano le stesse

Dynamaxizzare un pokemon significa farlo diventare gigantesco, migliorarne le statistiche e aumentarne i punti vita totali. Queste forme sono legate a doppio filo con i misteri che aleggiano per la regione di Galar, che vengono esplorati nel corso dell’avventura principale e nel breve post game di due ore. La narrazione, seguendo il percorso tracciato negli ultimi anni, resta per lo più infantile e non rinuncia ad accompagnare il giocatore in ogni suo progresso.

Nonostante tutto, gli elementi e la mitologia introdotti in Pokemon Spada e Scudo sono interessanti, affascinanti e rispondono a degli interrogativi spesso sorvolati ampiamente anche dagli stessi giocatori. Quali sono le origini dei Pokemon leggendari, e perché li definiamo tali? Insomma, quello che ci si aspetterebbe da ogni titolo della serie non è stato tradito, né rivoluzionato, ma reso in parte più fresco e piacevole per qualsiasi appassionato allenatore.

Insomma, un Pikachu gigante e ciccione non è per sempre. Questa novità è piuttosto interessante in termini strategici perché, a differenza delle mega-evoluzioni, è tutto relegato a tre semplici turni che possono o non cambiare le sorti di uno scontro. Novità che si connette perfettamente con quella, forse più grande inserita, in Pokemon Spada e Scudo: le Terre Selvagge. Queste terre attraversano più o meno tutta Galar, sono suddivise in varie zone con un meteo variabile che scandisce anche le apparizioni di determinati pokemon.

Quelli nell’erba sono pokemon spesso nella media in termini di forza, mentre quelli che appaiono per la mappa sono piuttosto forti e anche di un livello ben superiore al nostro. Per catturarli bisognerà aver conquistato delle medaglie, il che limita in parte lo sfruttamento delle Terre Selvagge nelle prime ore di gioco. Considerazione che in un certo senso potrebbe essere estesa anche ai Raid, vere e proprie boss fight (con un tasso di sfida espresso in stelline) che vedranno noi e i nostri amici, ma anche estranei o npc controllati dalla cpu (fino a un massimo di 4) impegnati contro un pokemon in versione Dynamax.

Questa 8° generazione passerà sicuramente alla storia come una delle più controverse e discusse

L’inghippo? Va sconfitto entro 10 turni e si ha un numero limitato di KO per i pokemon della squadra. In un certo senso, per godere a pieno delle Terre Selvagge ci si deve dedicare nel post game, dopo aver ottenuto tutte le medaglie. Altrimenti i pokemon saranno troppo forti e spesso non potranno essere nemmeno catturati. Nonostante tutto, la libertà di esplorarle e di dare al giocatore discrezionalità è una scelta, e può avere il suo perché. Peccato per il level design inesistente delle terre, che si presentano come grandi distese verdeggianti piatte e lineari, senza nessun guizzo in termini di esplorazione o di verticalità.

Ciò va ad aggiungersi a tutte le legittime critiche riconducibili all’impianto grafico e tecnico. Pokemon Spada e Scudo appaiono graficamente già obsoleti: l’anti-aliasing è assente, il frame rate è fisso a 30 sia a 720p docked che a 1080p sulla TV (ma scende nelle terre selvagge) e in generale il livello di dettaglio tende verso il basso. Le animazioni durante le cutscene sono a tratti imbarazzanti, ma ancora più grave è la poca cura di esse durante gli scontri, soprattutto considerando il gran numero di pokemon che sono stati tagliati dal Pokédex da Game Freak durante lo sviluppo. Dragonite, mi manchi!

Il grande pregio di Pokemon Spada e Scudo è quello di aver ulteriormente lavorato sul miglioramento dell’esperienza del giocatore: elementi e passaggi che sembravano macchinosi e farraginosi sono, in questo capitolo, strutturati molto meglio.

Le MN, le MT, la bicicletta e la velocità con cui ci si connette e si interagisce online è sicuramente un aspetto positivo. Ma anche la maggiore accessibilità per il competitivo, con elementi che favoriscono e semplificano il modo in cui si allenano pokemon per gli scontri competitivi. Cambi di natura, caramelle raid in quantità che aumentano di livello i pokemon e via discorrendo. Ma soprattutto, l’aver eliminato la GTS non si pone come un grosso problema, dopo aver assimilato il funzionamento del Y-comm.

In sostanza, attraverso un semplice tasto potremo accedere a tutte le funzionalità online presenti, sia in locale che con internet. Scambi in link, lotte, scambi magici e tanto altro. Il tutto suggerito su schermo anche attraverso degli sticker, che fungono un po’ da notifiche. Qualcuno vuole iniziare un raid? Il gioco ci permetterà di partecipare direttamente dal menù Y-comm in pochi istanti. Certo, la bontà del netcode è altalenante e in generale, ci sono infrastrutture online meglio pensate altrove.

Conclusioni

Pokemon Spada e Scudo portano su Switch una nuova generazione di Pokémon. I nuovi mostriciattoli sono tanti, e dalle caratteristiche più disparate. Per gusto personale, non penso si tratti della generazione più bella e ispirata in termini di design. Eppure alcuni nuovi pokemon sono piuttosto accattivanti e riusciti, come un po’ tutta la regione di Galar. Con le sue distese e il suo sapore tutto europeo.

Dopo qualche ora di gioco ero già intento a comprare nuovi vestiti per il mio allenatore, a cambiargli taglio di capelli mentre pensavo alle prossime sfide che mi attendevano. Certo, Pokemon Spada e Scudo non brillano per un elevatissimo grado di sfida, ma ho trovato alcuni scontri con i capipalestra piuttosto intensi e divertenti. Ecco, questa 8° generazione passerà sicuramente alla storia come una delle più controverse e discusse. Dal “secco” post-game alla mancanza di molti pokemon, Game Freak ha tanto da dimostrare nei prossimi anni. Eppure, nonostante l’arretratezza tecnologica certe sensazioni restano le stesse. Difficile farne a meno, dopotutto.