Nel 1981 Sam Raimi invadeva le sale con “Evil Dead” ( “La Casa” ), dando vita ad una fra le trilogie più folli ed amate della storia dell’horror. Lo schema è semplice: gruppetto di ragazzi-carne da macello, una casa sperduta nel bosco ed entità demoniaca di turno.
Nulla di speciale, si potrebbe obiettare. E invece, tutto il contrario.
Una decisa e “calcata” follia permea ogni singola sequenza creando un’atmosfera insieme opprimente e tragicomica, l’effetto è spiazzante, originale, d’impatto. Al primo capitolo seguirono “La Casa 2” (S. Raimi, 1987) e “L’Armata delle Tenebre” (S. Raimi, 1992 ), altrettanto sopra le righe e caratterizzati da sceneggiatura e regia assolutamente geniali.
Dopo anni ed anni ecco che Fede Alvarez riesuma la prima – storica – pellicola e ne firma il remake…saggia decisione? Vediamo subito.
Innanzitutto non posso che apprezzare l’intento, è ora di tornare a guardare le meraviglie racchiuse in quel passato così lontano e trarne ispirazione per ravvivare il fuoco sempre più basso e morente del Cinema di genere odierno.
Il remake è abbastanza fedele all’originale, gli elementi di base ci sono tutti – anche se lievemente rivisitati – e l’atmosfera che si respira fin dai primi minuti è la stessa, sinistra ed inquietante. C’è chiaramente il tentativo di costruire una cornice più solida alla follia che esploderà – inevitabile – per poi accompagnarci fino alle battute finali: abbiamo fratello (con fidanzata) e sorella, quest’ultima con problemi di droga, e via di seguito…insomma, una caratterizzazione maggiore rispetto a Bruce Campbell e soci, ma questo non è per forza un elemento di forza, anzi, una delle cose che maggiormente apprezzai guardando la pellicola originale è proprio il sacrificio della caratterizzazione in favore dell’azione e della follia pura ed immediata, mai spiegata perchè inspiegabile.
Il sangue scorre a fiumi (e piove – letteralmente – dal cielo), non mancano stacchetti che definire agghiaccianti è un eufemismo (macabre ed auto-inflitte punizioni corporali, mutilazioni e chi più ne ha più ne metta), ma il tutto sa più di bassa macelleria che di genuina improvvisazione e geniale interpretazione. Certo, c’erano strettissimi vincoli di trama ed il paragone con un cult assoluto non è mai qualcosa di easy, ma a mio avviso si poteva fare un pochino meglio.
Un degno splatter, insomma, con momenti di tensione ben mantenuta e spunti registici interessanti, ma che nessuno osi sollevarlo al livello del film di Raimi!
Sembra che – tra l’altro – questo film funga da anello di congiunzione per una nuova trilogia…staremo a vedere! Intanto, chi non l’avesse fatto (grave) si guardi e riguardi quella originale, vera e propria perla e must-watch per ogni degno fan dell’horror.
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A noi ricorda…
“Evil Dead: Hail to the King”: ebbene sì, dalla trilogia Raiminiana sono stati tratti vari giochi (disponibili per diverse piattaforme). Questo ha addirittura avuto un seguito (“A Fistful of Boomstick” ) e rappresenta una piccola perla citazionista nel vastissimo universo survival horror !
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E voi, lo avete visto? Cosa ne pensate? Votate qui, oppure lasciate un commento in basso!
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Buona visione, e… a venerdì prossimo, proprio con la recensione de “Il Grande Gatsby” ! …Popcorn Time su Facebook: https://www.facebook.com/pages/Popcorn-Time-Fanpage/1311174085687761
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