Vale la premessa dello scorso Popcorn Time (dichiarazione d’amore per tutto ciò che è definibile “horror”, con poche eccezioni). Il periodo più stregato dell’anno si avvicina e le pellicole a tema soprannaturale iniziano a fioccare sulle nostre teste promettendo enormi spaventi e sequenze da pelle d’oca. Al solito, le promesse vanno prese con le pinze.
“The Conjuring” è il nuovo lavoro di James Wan, “padre” di titoloni quali “Saw – L’Enigmista” ed “Insidious”. L’intento è chiaro, ovvio, classico e traspare già dagli spezzoni del trailer: fare paura. Chi ama l’horror sa che ci sono diversi modi per ottenere questo risultato, e che bisogna fare delle (enormi) distinzioni. Spesso chiamiamo “paura” ciò che in realtà è il classico spavento da salto sulla sedia, complice l’impianto Dolby della sala e qualche effettaccio da video-scherzo su Youtube: questo non è terrore. Il terrore si ottiene ad un livello più profondo, potrei semplificare usando il termine “psicologico”. E’ quello che riesce a tenervi svegli la notte, che inquieta, che genera mostri e domande altrettanto mostruose. Inutile specificare che preferisca il secondo, quello autentico.
Devo dire che “L’Evocazione” ha una partenza più che discreta, c’è atmosfera tanto per cominciare, ma alla lunga tende a ripiegare proprio sul “salto dalla poltrona” di cui parlavo. Un paio di volte lo si tollera, ma rischia di diventare noioso e lo stupore va scemando con il passare dei minuti, quando dovrebbe avvenire esattamente l’opposto. Le citazioni a capolavori del passato sono evidentissime, ed il tentativo è proprio quello di mixare vari generi cult per creare un’opera originale e variegata. L’idea è pregevole, il risultato meno.
Abbiamo infatti un film diviso a metà. Prima “Amityville Horror”, poi “L’Esorcista”… ed il taglio fra le due metà è netto, visibile.
Se cercate “emozioni forti” ma momentanee questo film fa assolutamente per voi, in caso contrario imitate il sottoscritto: aspettate l’avvicinarsi di Halloween e sperate in qualche horror come si deve!
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A noi ricorda…
“Project Zero”: genuino terrore, ansia, costante senso di oppressione… se in un gioco cercate questi elementi non potete che dare una chance a questo “antico” capolavoro made in Tecmo. Anche conosciuto come Fatal Frame, riesce a trasporre sul monitor tutto il mistero delle antiche leggende orientali che lo ispirarono. Un must have!
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