Lessi “Lo Hobbit” in una fantastica edizione illustrata da Alan Lee. Mi conquistò dopo nemmeno due o tre pagine, e fu così che nel giro di un mesetto avevo tra le mani la trilogia completa de “Il Signore degli Anelli”: la divorai come fosse un pasticcino e non un mattone da dieci chili.
Proprio ieri sera in quel di Milano – grazie all’invito di Warner – mi sono gustato una sontuosa proiezione 3D del nuovo capitolo della saga de “Lo Hobbit”… il secondo, per essere precisi. Dunque, non lo giudicherò come film quanto come prodotto d’intrattenimento destinato ad una precisa “nicchia” di pubblico, e questo perché per poterne fruire al meglio vi servirà conoscere ambientazione, storia e personaggi del mondo Tolkieniano. Seconda cosa: togliendo la maestosità audiovisiva alla proiezione, la stessa perde di significato. Esatto, non si può scindere la forma dalla sostanza, perché ci sia l’una è assolutamente necessaria l’altra, come dicevo si tratta di una grande “giostra” dove vige una sola legge, quella dello stupore. Premesso questo, entriamo nel dettaglio.
Non c’è opera di Peter Jackson riguardante la saga dell’Anello che non ecceda – almeno a tratti – in un’azione anche troppo videogiocosa e, alla lunga, noiosa. Scazzottate ed esplosioni, ragazzi, per farla breve. Ora, non metto in dubbio che nella ricerca della spettacolarità spingere un po’ sull’acceleratore possa aiutare, ma il troppo stroppia come direbbe mia nonna. E avrebbe ragione. La prima incarnazione cinematografica de “Lo Hobbit” aveva precisamente questo difetto, ed è per questo che ieri sera avevo una tremenda paura di assistere all’ennesimo spettacolo circense senza arte né parte. Devo dire che – questa volta – i miei timori si sono rivelati (abbastanza) infondati: ci sono tempi morti e sequenze noiose, nonché risse dall’esito prevedibilissimo che si protraggono molto oltre il dovuto – ma nell’insieme il film riesce a raccontare ed illustrare con una certa classe le peregrinazioni dei nostri amati, piccoli eroi. Alcuni scorci, poi, sono davvero evocativi e la colonna sonora incalza per enfatizzare ogni scena.
C’è poco da fare, e puntualizzarlo è squallidamente banale ma – ahimé – doveroso: vi piacerà se amate il genere, e molto, se non lo amate inizierete a guardare l’orologio dopo (ad andar bene) un’oretta e mezza di film… e ne avrete davanti un’altra, quindi pensateci! L’importante, come al solito, è non giudicare senza aver almeno provato a guardarlo.
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A noi ricorda…
“LEGO: Lo Hobbit”: per una volta il paragone è con un titolo futuro (si parla di primavera 2014), che – in compenso – è direttamente collegato con la super produzione Warner. Se siete amanti del caro vecchio Tolkien nonché dei cubetti plasticosi (ormai una realtà videoludica quanto fisica) restate in attesa, potrete impersonare molti, moltissimi tra i noti personaggi che popolano l’immaginario fantasy da decenni e andare alla ricerca del tesoro perduto dei nani!
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E voi, lo avete visto? Cosa ne pensate? Votate qui oppure lasciate un commento in basso!
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Ed anche per questa volta è tutto, vi do appuntamento a settimana prossima per un bello speciale… il tema? Penso sia facile indovinarlo… alla prossima! Popcorn Time su Facebook: https://www.facebook.com/PopcornTimeFanpage?fref=ts
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