Angelina Jolie si siede dietro la macchina da presa e ci racconta il calvario di Louis Zamperini, atleta olimpionico prima, soldato poi, alla deriva tra i flutti dell’oceano per 47 giorni in seguito ad un incidente aereo, successivamente salvato/catturato dai giapponesi e rinchiuso in un campo di prigionia sotto lo sguardo spietato del suo aguzzino, il sergente Watanabe.
Nonostante qualche perplessità iniziale e il timore di assistere all’ennesimo biopic “lista della spesa”, sono contento di poter dire che questo Unbroken mi ha stupito, molto, e con esso la Jolie che va a firmare un’opera forte, importante, un ritratto impietoso e senza sconti della brutalità e della prepotenza umana. Lo fa con eleganza, con una sensibilità di fondo sempre presente capace di regalarci istanti quasi poetici, vedi la splendida sequenza in cui Zamperini – allo stremo delle forze – è costretto a tenere sollevata una pesantissima trave in un’allegoria mistica, biblica che lo paragona al Cristo imprigionato nella carne di un corpo mortale, piagato, spezzato eppure immenso e distante nella sua divina dignità.
Il film è concettualmente diviso in due parti, due prigioni: quella liquida del mare e quella solida del campo. In entrambi i casi le parole d’ordine sono sofferenza e coraggio. Zamperini soffre, ma si rialza e resiste da campione quale è senza smettere di guardare al cielo e sperare. In qualcosa, qualunque cosa, mentre si rivolge a Dio per la prima volta proprio nel momento in cui sembra più distante.
Ho apprezzato moltissimo la scelta di non insistere su particolari meramente biografici e spostare l’attenzione sulla riflessione, sull’introspezione, lasciando più spazio a congetture che a certezze sull’esperienza di Louis in quegli anni tremendi.
Unbroken non è un capolavoro ma ha un cuore grande e ne sentirete il battito forte e chiaro dal primo all’ultimo dei 137 minuti che compongono la pellicola.
Consigliato, senza se e senza ma.
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A noi ricorda…
Medal of Honor – Pacific Assault: quando gli FPS a sfondo bellico raccontavano il passato… bei tempi! Guardando il film della Jolie ho ricordato con una certa nostalgia questo titolo EA datato 2004, lo scenario – come titolo suggerisce – è l’inferno del Pacifico e anche in questo caso l’armata nipponica concede pochi sconti ai soldati americani impegnati in una lotta cruenta e logorante. Se non l’aveste giocato, recuperatelo!
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Ci aggiorniamo venerdì prossimo con una nuova recensione… al solito, stay tuned!
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