Portal Knights – Recensione

Quando si parla di giochi sandbox con grafica pixellosa, crafting, mining e costruzione a blocchi, la prima cosa che viene in mente è ovviamente Minecraft, che ha preso questo concept e lo ha fatto proprio del suo nome. Per quanto però sia esso il capostipite di come i sandbox del genere vengano visti ora, ci sono altri giochi che hanno solamente preso spunto da Minecraft per poi plasmare una loro identità in grado di separarli e farli camminare da soli. Portal Knights ci è sicuramente riuscito, sfruttando prima la base di Minecraft e modificando poi il tutto per dare al gioco un’impronta distinguibile.

In questo modo è stato possibile non solo creare qualcosa di diverso, ma anche imparare dalle mancanze del gioco di Mojang, fossilizzato su un’esistenza quasi priva di narrazione. Nel titolo di 505 Games e Keen Games c’è molto di più, con accorgimenti apportati per dare il giusto peso ad ogni componente del gameplay: esplorazione, crafting, combattimento ed elementi RPG fanno in modo che il gioco sia vario e colorato quanto l’effettiva realizzazione grafica, che vanta una risoluzione 4K su PS4 Pro.

Oltretutto, il gioco è palesemente sviluppato per riunire più giocatori nella stessa partita, fino a 4 in cooperativa online oppure 2 in split-screen, una funzione che per fortuna continua a sopravvivere in questi generi videoludici. Bisogna tuttavia scegliere ogni volta quale tipo di modalità sfruttare, se online o offline: non esiste infatti la controparte della Creativa di Minecraft, poiché qui si tratta di dover sempre sopravvivere e lanciarsi nell’avventura.

L’anima RPG di Portal Knights si nota fin dall’inizio con la suite per creare il proprio giocatore, scegliendo la classe preferita tra guerriero, ranger e mago. Ognuno ha caratteristiche diverse, alcune delle quali in grado di escluderne altre, come l’utilizzo delle armi: i guerrieri sono infatti votati al corpo a corpo, quindi hanno armi bianche e una certa resistenza ai danni; i ranger preferiscono invece il combattimento a media distanza tramite archi e balestre, ma anche un semplice attacco nemico può arrecare loro gravi danni; poi ci sono i maghi, che si affidano alla mana per scagliare magie contro gli avversari.

Ciò che risulta comune alle tre classi è la personalizzazione del personaggio, essenziale per crearne uno a propria immagine e somiglianza. Non si è di fronte ad una grossa varietà di scelte, essendo tutto misto per entrambi i sessi e con alternative non numerose, però è col tempo che la personalizzazione farà il suo corso: tramite il crafting sarà infatti possibile costruire armature che andranno a coprire i vestiti e identificare così un personaggio in particolare. Inoltre ci sono sei tratti da aumentare con ogni passaggio al livello successivo, due per ogni classe, ma comunque migliorabili per ogni personaggio. Sono i Talenti infatti a distinguere davvero le classi, con abilità speciali che si sbloccano solo al raggiungimento di un certo livello e che vanno scelte con cura, poiché è possibile selezionarne solo una per ogni grado. Bisogna dunque capire quale tipo di arma scegliere e il danno elementale più adatto al bioma della mappa corrente per non ritrovarsi in spiacevoli situazioni di inferiorità.

Una volta terminata la configurazione del personaggio, è tempo di arrivare finalmente nel mondo di gioco, una serie di isole separate da una spaccatura che ha gettato il regno nel caos. L’arrivo dei mostri ha disperso numerosi malcapitati in giro per il mondo, creando però l’opportunità di accettare missioni secondarie, visitare negozi o semplicemente salutare gli NPC. L’obiettivo è dunque scoprire cosa sia effettivamente successo, passando di isola in isola tramite i portali. Per le prime isole non è necessario spaccarsi la testa per trovarne uno, visto che si tratta di seguire un piccolo tutorial, ma dopo pochi portali si cominciano a vedere biforcazioni varie, vicoli ciechi e temibili boss da affrontare.

Queste isole sono molto diverse tra loro, ma condividono una serie di pattern che ne caratterizzano l’ambiente, le risorse e i nemici incontrabili. Si parte con panorami classici, per poi arrivare in aree completamente distopiche e surreali: la varietà è encomiabile e permette di dare un certo senso alle tipiche risorse trovabili. Ad esempio, in un’isola regnata dall’erba sarà facile trovare pietra e carbone sottoterra, mentre nel deserto si faranno vivi giacimenti di rame e rubini. Tutto è colorato al punto giusto e con un’ottima continuità con l’ambiente, ma non mancano anche mondi contrastanti come quelli dal verde notoriamente legato al veleno o all’arancio del tema Halloween.

Saltare di isola in isola è semplice attraverso la mappa di gioco, ma solo se essa è già stata visitata: occorre infatti passare attraverso dei portali per scoprirne di nuove. Questi portali vanno trovati e riempiti con cubetti di vario colore, craftabili uccidendo nemici o semplicemente raccogliendo materiali. Hanno anche colori diversi, per caratterizzare l’arrivo in un’area speciale, come una dedicata ai boss. Le piattaforme di atterraggio, costruibili più avanti, possono essere usate anche per stabilire un punto centrale nel mondo e registrare l’isola come autentico domicilio.

Si va da panorami classici, ad aree completamente distopiche e surreali: la varietà è encomiabile

Il viaggio continuo tra un’isola e l’altra sembra inutile, eppure non lo è nel momento in cui si comprende quanto sia limitata l’economia delle risorse: solo alcune isole presentano ad esempio rame, ferro o cotone da raccogliere, quindi è necessario visitarle continuamente per rifornirsi, oppure creare un’isola del tutto personalizzata per costruire una fortezza con tutti i terreni disponibili e cominciare il farming. L’approccio al gioco è dunque interamente nelle mani del giocatore, se non per la generazione casuale delle isole, ogni volta diverse quando si comincia il gioco dall’inizio. In questo modo c’è una stessa linea dal punto di vista della storia, ma arrivare alle isole importanti è un’avventura del tutto nuova, in cui personalizzare anche la grandezza delle aree create dal gioco.

Una volta trovati, i materiali vanno però utilizzati per costruire nuovi equipaggiamenti, rimpiazzare le armi e gli strumenti rotti e gestire l’inventario. Il menu che comprende il tutto è di facile utilizzo, ma sarebbe stato meglio invertire l’azione dei grilletti e dorsali, che solitamente hanno una funzione opposta rispetto a quella di Portal Knights. Occorre quindi abituarsi a questa struttura, procedimento che potrebbe richiedere qualche sessione di gioco prima di essere assimilato completamente. Le schede sono infatti di due livelli in base all’utilizzo e variano dall’equipaggiamento al crafting, per passare alla mappa e all’inventario vero e proprio. Quest’ultimo a volte è invece poco rapido, privo di comandi che vadano a creare shortcut per equipaggiare subito uno strumento. Tuttavia è dotato sia di un cestino che della possibilità di buttare per terra strumenti superflui.

Un po’ come per Minecraft, non è possibile costruire certi oggetti senza un tavolo su cui lavorare. Il gioco di Mojang è però limitato al crafting table e alla fornace, mentre Portal Knights non solo presenta upgrade del tavolo base, ma anche altre costruzioni, alcune delle quali legate alle classi. È necessario saperle sfruttare tutte e aggiornarle per arrivare ad equipaggiamenti di livello superiore, che ovviamente richiedono anche certi materiali più rari.

In termini di mining, la grande differenza da Minecraft è data però dal maggiore drop casuale dei nemici e di alcuni oggetti trovabili nell’ambiente. Ad esempio, la resina è un materiale estremamente importante per un ranger e può essere trovata abbattendo gli alberi, ma ha una bassa percentuale di drop. Questo finisce a volte per dare frustrazione e costringere il giocatore ad autentiche gimcane tra i nemici pur di distruggere tutti gli alberi e sperare di trovare il materiale voluto. Nel caso dei nemici è invece una caratteristica rodata, essendo comune in tutti gli RPG.

La quantità di materiali da raccogliere e creare è comunque davvero enorme, con una grande varietà di oggetti da utilizzare sia per la libera esplorazione che per il combattimento. Tant’è che spesso l’inventario si dimostra troppo piccolo, rendendo necessaria la costruzione di casse o armadi per stoccare gli oggetti superflui. A proposito di questo, si può sfruttare una costruzione già esistente oppure crearne una da zero con l’aiuto dei propri amici, ma tenendo ben presente che si è sempre in una sorta di modalità sopravvivenza, quindi conviene tenere un caschetto di sicurezza in testa.

La quantità di materiali da raccogliere e creare è davvero enorme

Con gli amici, online o in split-screen, diventa molto più facile anche combattere i nemici sparsi per le varie isole. Ce ne sono parecchi, in grado di creare gerarchie, varianti ambientali e versioni legate al ciclo del giorno. Per un gioco come Portal Knights, dove il crafting rappresenta l’anima centrale, non ci si aspettava una componente di combattimento così marcata e importante: uccidere nemici per raccogliere le loro risorse è infatti essenziale per sbloccare l’accesso ai vari portali. In base alla classe prescelta ci sono varie armi e stratagemmi da utilizzare per avere la meglio, ma il tratto in comune è la possibilità di bloccare la visuale su un avversario in particolare, rendendo il tutto anche più cinematografico e attivando la schivata tattica. Una volta prese le misure su un nemico è relativamente facile abbatterlo, ma non quando si presentano in grossi gruppi.

Il culmine del combattimento e dell’esperienza sociale in generale è l’arrivo nelle arene coi boss, che sono versioni ingigantite e potenziate di nemici già visibili in giro per le isole. La differenza è che non basta attaccarli frontalmente per arrecare danno, bensì occorre scoprirne i punti deboli, attaccare prima altri nemici o distruggere determinati blocchi. Per quanto l’azione sia prettamente pensata per il gioco in multiplayer, è comunque possibile sconfiggere un boss anche da soli, ovviamente con un maggior dispendio di concentrazione e tempo. Morire comporta il respawn nella stessa area, ma le armi utilizzate dovranno ad un certo punto essere sostituite, quindi conviene prepararsi bene prima di intraprendere la battaglia. I boss rappresentano le prove centrali del gioco e sono state pensate con un ottimo bilanciamento per la sfida intrapresa. Basta stare attenti e concentrati per comprendere il funzionamento del nemico e lanciarsi poi all’attacco in una piacevole battaglia Davide contro Golia.

Al di fuori del gruppo, sempre in ottica RPG, ci sono vari personaggi trovabili sulle isole, alcuni dei quali in grado di proporci missioni secondarie: si tratta di compiti piuttosto semplici, mirati all’accumulo di risorse oppure all’uccisione di determinati nemici. Tutto va bene però nell’ottica della dolce esperienza da utilizzare per salire di livello e sbloccare nuove abilità o aumentare le risorse. Quando invece non sono gli NPC a dare indicazioni per le missioni, ci pensa il gioco a creare eventi casuali in giro per le isole. Da non dimenticare inoltre i mercanti, che vendono qualsiasi cosa, ma sono specializzati in determinati ambiti: difficile dunque vedere qualcuno che venda materie prime ed esplosivi insieme, ma ci sarà sicuramente un sorridente personaggio desideroso di trovare un padrone per i suoi animaletti. I giocatori possono infatti farsi accompagnare da piccoli animali, partendo da semplici topi fino ad arrivare a qualcosa di più… glorioso, senza offesa per i ratti.

Nuovo e coinvolgente, capace di offrire ogni volta un’esperienza diversa

Tutto questo va ad integrare l’economia del gioco anche nell’ottica della visuale. Disponibile sia in terza che in prima persona, il mondo di Portal Knights è costantemente colorato nel migliore dei modi, arrivando anche alla risoluzione 4K su PS4 Pro. Una tale grafica è sì data dalle potenzialità della console, ma anche dalla costruzione del mondo a isole: Minecraft deve ogni volta caricare grossi chunk di terreno, sforzando spesso il sistema, mentre Portal Knights ha a che fare con terreni limitati, in grado di non pesare e restituire la migliore qualità possibile. I panorami, le textures e gli elementi di gioco mantengono dunque una grafica perfetta per l’apparente idillio in cui Portal Knights vive, accompagnando il giocatore con personaggi cartooneschi e originali, oltre a nemici dall’aspetto a volte goffo e caricaturale, ma comunque da tenere ben lontani.

Conclusioni

Portal Knights è un validissimo gioco per ogni fascia di giocatore, dai bambini agli amanti del crafting. Fonde perfettamente il core di Minecraft e le idee di Keen Games creando un prodotto nuovo e coinvolgente, capace di offrire ogni volta un’esperienza diversa dalla precedente, ma soprattutto in grado di avere un’identità sua, senza calpestare i piedi del capostipite.

Anche i fan del gioco creato da Mojang saprebbero trarne vantaggio se cancellassero dalla mente per un attimo il complotto della copia di Minecraft. Giocato inoltre insieme agli amici, sia online che in split-screen, gode di una seconda vita molto più interessante, legata alla cooperazione e al raggiungimento di obiettivi comuni.

Pur essendo dotato di qualche imprecisione nell’utilizzo dell’inventario e di una gestione a volte troppo casuale del drop di materiali, Portal Knights è un ottimo passatempo da vivere in compagnia degli amici. Il prezzo, che va da 19,99€ a 29,99€ in base alla versione, è inoltre estremamente accessibile e proporzionato all’offerta del gioco, potenzialmente infinito, nonostante la sua unica modalità disponibile.

 
  • Good
    Ottimo bilanciamento delle fasi di gioco Grande varietà ambientale e di materiali Crafting complicato al punto giusto Diverse vie da seguire fino ai boss
  • Bad
    Inventario non del tutto comodo Scarso drop casuale dei materiali
  • 8.5
  • Good
    Ottimo bilanciamento delle fasi di gioco Grande varietà ambientale e di materiali Crafting complicato al punto giusto Diverse vie da seguire fino ai boss
  • Bad
    Inventario non del tutto comodo Scarso drop casuale dei materiali
  • 8.5

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