Editoriale 19 Apr 2018

Di quando Castolo e Minanda finirono in J-League…

Se i giochi di calcio non sono la vostra passione o, peggio ancora, siete tra quelli che da decenni si interrogano sul senso di ventidue scimmioni tatuati (due dei quali in porta) che inseguono una palla con fare da dive, la notizia che oggi ha scosso l’internet avrà su di voi lo stesso appeal di quella inerente al recente incremento del PIL del Liechtenstein. Per tutti gli altri, in special modo quelli che da anni abbracciano la filosofia calcistica del Sol Levante, oggi potrebbe essere definito tranquillamente un “Mercoledì di Lutto”: Pro Evolution Soccer e FIFA (la Federazione eh, mica il gioco di EA), dopo un matrimonio felice di una manciata d’anni, hanno chiuso i reciproci battenti e ognuno per la propria strada. Divorzio, signori, un autentico fulmine a ciel sereno che, nell’oceano delle “vastità del gran flauto traverso che mi frega” che sta popolando i social in questi minuti, almeno per i giocatori più accaniti, difficilmente passerà in modo indolore.

Il perché, a ben vedere, è presto detto: Pro Evolution Soccer, almeno in termini di mere licenze, perde una delle esclusive più rilevanti rispetto allo strapotere dell’eterno rivale di casa EA. EA che, in questo preciso istante, starà probabilmente prendendo la Federazione a colpi di banconote sulle gengive gridando “Shut up and take my money”, ben disposta a dilapidare parte del proprio patrimonio in un acquisto calcistico di cui si parlerà per parecchio tempo…

Non so voi, ma chi vi scrive difficilmente avrebbe pensato di assistere ad un autogol così clamoroso in casa Konami. Che ok, negli ultimi anni si è data così tante zappate sui piedi da avere una piantagione di pomodori che cresce sino alle ginocchia, ma da qui a rinunciare alla Champions boh, di acqua sotto i ponti ce ne passa parecchia. Poi sia chiaro, da Pessaro stagionato da svariate generazioni sono abbastanza convinto che, con o senza Champions, anche l’edizione di quest’anno avrà parecchio da mostrare e di cui andar fiera: ma con tutto rispetto per Konami e PES Productions, se proprio dovessi scegliere tra giocare con Maradona degli anni d’oro e bestemmiare in aramaico sfidando gli amici all’ennesima “finale interplanetaria di Champions League che chi perde paga da bere da qui al duemilacinquecento” beh, la risposta la conoscete già.

Pro Evolution Soccer
Un’immagine che, dalla prossima edizione di PES, faremmo bene a scordarci.

Che poi, la cosa che davvero mi sfugge è l’inespugnabile mistero che sta dietro al tweet di Konami:

Quest’anno, tuttavia, ci muoveremo in direzioni differenti. Continueremo ad esplorare strade alternative per fare in modo che UEFA e Konami possano continuare a lavorare insieme.

Ok che le vie del Signore sono infinite, ma tolte Champions e Europa League quali altre “direzioni differenti” potrà mai trovare Pro Evolution Soccer per non perdere la più grande licenza esclusiva del franchise rispetto alla concorrenza? Inserire la Lingerie Cup? Instaurare nuovamente la Coppa delle Coppe perché sì, l’Amarcord fa sempre figo e a sto punto, già che abbiamo El Pibe de Oro, ci mettiamo pure un Gullit e anvedi che partitone che salta fuori? Nessuno mette in dubbio che a Londra, in questo istante, tutti stiano curvi sui monitor a partorir grandiose figate da portare nella prossima release del gioco, ma se non posso bullarmi con gli amici che il mio Sansagiulo ha battuto il London FC in finale di Champions, che cosa mi rimane?

Vittima dello sconforto, passo la palla a voi chiedendovi, in soldoni, come avete preso la notizia del giorno. Un sondaggione a cui gli amanti di FIFA non vedevano l’ora di partecipare – al grido di “The Champions, FUFFAFFIFFIIIIIIIIII’” – e a cui voi, indomiti giocatori di PES, dovrete rispondere con tutta l’onestà del caso. E suvvia, non facciamone un dramma: Castolo e Minanda potrebbero essere i nuovi Holly e Benji della prossima stagione della J-League. Sempre se riuscirete a decidere da soli chi mettere in porta.


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