Los Angeles – Gearbox sa sempre come far guardare i propri giochi. A mio parere è una di quelle poche case che possono dire di avere uno stile inconfondibile per tutte le creazioni uscite dal cilindro. Project 1v1 è una di queste, anche se mantiene di Gearbox quasi solamente la parte estetica, andando ad esplorare stili di gioco ancora inediti per gli sviluppatori.
Project 1v1, come suggerisce il nome, si focalizza su duelli singoli tra giocatori. Si tratta di uno sparatutto in prima persona esclusivamente con scontri uno contro uno, frenetici e relativamente rapidi nel loro completamento. Al momento dedicato solo al PC come piattaforma, Project 1v1 presenta all’inizio semplicemente una lobby a cui i giocatori possono accedere a piacimento, almeno nella modalità Arena che ho avuto la possibilità di provare. Sarà il gioco poi ad abbinare i partecipanti in scontri 1v1, stilando una classifica dei più forti, che saranno sempre in cima alla lista, pronti per una nuova partita e per perdere la corona di re.
Prima ancora di entrare in lobby bisogna però personalizzare il proprio personaggio, prima scegliendo tra le classi disponibili e poi sfogliando tra tutti gli elementi disponibili. L’impronta di Gearbox è sempre ben visibile per la stravaganza di certe personalizzazioni, ma non è l’aspetto estetico quello importante ai fini della battaglia. Ciò che conta è infatti l’arsenale di armi a disposizione, che vanno da fucili automatici a doppiette, da railgun (con tanto di scia cavalcabile) a lanciagranate, da semplici pistole a lanciarazzi, ma anche le carte da utilizzare durante il match.
Project 1v1 si basa infatti su un sistema a carte per scegliere determinate abilità di un giocatore. Si può ad esempio avere la possibilità di alzare uno scudo impenetrabile per qualche secondo, oppure aumentare a dismisura la velocità per sorprendere un avversario da dietro, o ancora scagliare una pioggia di razzi sul nemico. Tutte queste abilità vanno caricate una volta entrati nelle arene, piccole mappe dalle ambientazioni molto spesso fantastiche e claustrofobiche.
Il gameplay è rapidissimo e frenetico, ispirato ai vecchi sparatutto che hanno creato il genere. Per un combattimento 1v1, dove vince chi effettua più uccisioni in un tempo limite di 5 minuti, si tratta della soluzione perfetta. Bisogna stare attenti a quali armi sono state scelte dall’avversario, sfruttare bene le conformità della mappa per trovare punti di vantaggio e soprattutto non rischiare di suicidarsi buttandosi giù da un dirupo nel tentativo di fare i fenomeni. Una volta studiata la mappa di gioco si può poi imparare a memoria lo spawn di determinati strumenti, come i medkit utili a curarsi tra uno scontro e l’altro e gli oggetti necessari per ricaricare l’abilità delle carte. Astenersi dunque campers e ragionamenti vari. Project 1v1 richiede un continuo movimento e uso degli elementi nella mappa per sorprendere l’avversario o scappare dai suoi colpi.
Project 1v1 è ancora in una fase precoce del suo sviluppo, nonostante sia stato annunciato da un po’. Lo dimostra l’assenza di altri personaggi con cui giocare, l’affinatura assente di determinate grafiche e qualche bug di troppo. Tutti dettagli che quindi hanno a che fare con un lavoro ancora in opera da parte degli sviluppatori.
Resta però il dubbio di come Project 1v1 possa posizionarsi in un ecosistema così competitivo come quello PC. L’idea di fondo è buona, ma manca di contenuti una volta completato qualche match contro gli avversari presenti in lobby. Tra l’altro, nel tentativo di raccogliere materiale visual da inserire in questa anteprima, ho scoperto che non esiste al momento alcun trailer o video gameplay, bensì solo qualche artwork sporadico.
Project 1v1, il cui nome è ancora provvisorio nonostante l’eloquenza, vince per il divertimento che può portare e l’azione velocissima nei suoi combattimenti. A prescindere dal giocatore con cui si viene abbinati, c’è sempre una possibilità di rivalsa. La fusione tra sparatutto e gioco di carte sblocca inoltre una serie di possibilità e personalizzazione per i giocatori: bisogna sempre scegliere le carte più adatte per ogni match, vincendole durante le partite o comprandole dallo store. Fatto che potrebbe implicare la presenza di microtransazioni, ma per adesso è meglio non pensarci.