23 Ago 2021

Psychonauts 2 – Recensione

Razputin Aquato, Raz per gli amici, è tornato per una nuova, psichedelica ed estroversa avventura in Psychonauts 2, il seguito dell’acclamato Psychonauts sviluppato da Tim Schafer e dal suo team Double Fine ben sedici anni fa. A sentir parlare di 2005, la domanda viene spontanea: come mai tutto questo tempo? Se vi ricordate il gioco originale, era stato largamente (e giustamente) acclamato dalla critica per il suo riuscito connubio di varie formule, che andavano a sacrificare in parte la varietà di gameplay a favore di narrazione, level design e comparto artistico.

Una scommessa rischiosa che, però, si rivelò vincente ed elevò Psychonauts a “cult”: un merito che, è opportuno ricordarlo, non per forza va di pari passo con il successo commerciale. A dispetto delle sue innegabili peculiarità e del favore di critica e una notevole fetta di community, il gioco non ebbe enorme impatto sul mercato. Questo spiega un’assenza di sedici anni e un salto di tre generazioni, sebbene il sequel sia stato annunciato nel 2015: è servito tempo, tanto, il supporto dei succitati fan che hanno permesso la realizzazione grazie al crowdfunding sulla piattaforma e, soprattutto, l’acquisizione da parte di Microsoft del team di sviluppo che gli ha dato lo slancio utile per proporci, finalmente, un meritato seguito.

L’abbiamo giocato a fondo e, pur notando alcuni spigoli grezzi ripresi dal passato, siamo qui a fare le veci di chi l’ha elogiato in passato per riconfermare l’opinione originale: Psychonauts 2 è un ottimo gioco, che amplia il proprio gameplay ma non tradisce le sue radici, calcando di nuovo la mano sulla storia, il level design e il comparto artistico per offrirci un sequel rifinito e, speriamo, in grado di far apprezzare entrambi al pubblico.

D’altronde, se non abbiamo giocato all’originale Psychonauts, non dobbiamo preoccuparci di averlo fatto o meno. Il secondo capitolo offre una nutrita spiegazione degli eventi antecedenti, permettendoci di avere un quadro chiaro della situazione e riprendere esattamente da dove ci saremmo fermati sedici anni fa: esatto, sarà passato tutto questo tempo nella realtà ma nel mondo di Psychonauts sono stati forse pochi minuti. Raz e gli altri personaggi stanno rientrando alla base dalla loro missione dopo aver fermato il perfido Loboto, che aveva rapito il capo degli Psiconauti: quella che sembrava essere un’azione solitaria sembra rivelarsi, in realtà, un piano molto più articolato che finirà per scavare nel passato degli Psionici Sei e degli Psiconauti di per sé.

Non diremo altro per non rovinare l’esperienza, sapendo quanto è importante la narrativa nel gioco, ma se conoscete l’originale preparatevi a una storia ricca di colpi di scena e personaggi che faranno il loro ritorno. Chi è Raz, il protagonista, vi state chiedendo? Saprete anche questo nell’introduzione ma per fare una breve introduzione: è un bambino di dieci anni, dotato di poteri psichici, affascinato dall’unità Psiconauti (agenti segreti che, grazie ai poteri della mente, tengono al sicuro il mondo) al punto tale da volersi unire a loro.

Un giorno fugge da dalla propria famiglia, i circensi Aquato, per unirsi al campo estivo dedicato a futuri psiconauti e da lì iniziano le sue inaspettate avventure, che si concluderanno con il salvataggio del capo degli Psiconauti. I sogni di Raz, che lo vedono diventare uno Psiconauta affermato come i suoi mentori Sasha e Milla, vengono infranti all’arrivo alla base madre – nel secondo capitolo – quando scopre di essere solo un semplice stagista.

Psychonauts 2 offre un corposo riassunto del capitolo originale per aiutare chi non l’ha giocato a suo tempo

Fatte queste premesse, mettiamo subito in luce l’aspetto chiave di Psychonauts 2, proprio come è stato nel gioco originale: il level design. Parliamo di un gioco che fa della psiche umana il suo punto di riferimento e i cui livelli sono strutturati proprio in base alla mente della persona che decidiamo di “invadere”; proprio per questo, possiamo trovarci di fronte una varietà imprevedibile di ambientazioni che spazia dal più semplice, o quantomeno prevedibile, psichedelico fino addirittura all’horror, magari alternando le cose.

Se nell’originale Psychonauts gli sviluppatori si erano già sbizzarriti, mettendo in mostra alcune tra le migliori mappe mai viste in un videogioco 3D, questa volta sono riusciti ad andare persino oltre – certo, forti di un comparto tecnico migliorato ma soprattutto grazie a una creatività che non sembra conoscere limiti. Ogni mente è diversa dalle altre e il risultato è una serie di mappe pensate non solo per introdurre passo passo le nuove meccaniche ma per variare l’esperienza ogni volta, rendendosi impossibili da anticipare e presentandosi profondamente diverse l’una dall’altra; il tutto senza abbandonare quelle radici che hanno reso Psychonauts così apprezzato.

Platform, puzzle ambientali che richiedono l’uso dei poteri, prove a tempo, esplorazione: pensatelo e ve lo troverete in gioco, presto o tardi. Le mappe variano ovviamente anche di estensione e complessità a mano a mano che Raz acquisirà nuovi poteri, i quali ci serviranno anche quando dovremo fare un po’ di backtracking nelle menti già visitate per soddisfare il nostro animo da collezionisti: dal passato torna anche il cosiddetto elemento “collectathon”, che ci mette a disposizione da raccogliere fantasticherie, forzieri con le memorie nascoste della persona che stiamo visitando, borse, borsoni, valigie, bauli e cappelliere che rappresentano i bagagli emotivi ai quali associare la giusta etichetta per, in un certo senso, renderli di nuovo felici. Insomma, i diversi livelli che affronteremo non si fanno mancare nulla, nemmeno dal punto di vista del potenziamento.

Raz dispone a questo giro di nuovi poteri, come la possibilità di rallentare il tempo e di manipolare i pensieri altrui creando connessioni che, nel mondo di gioco, si manifestano sotto forma di sfere bianche grazie alle quali ci si può spostare in luoghi altrimenti inaccessibili. Queste abilità si possono migliorare ottenendo punti abilità da spendere e, per farlo, dobbiamo prima salire di grado (siamo stagisti, in fondo): si può aumentare il grado in diversi modi, ad esempio raccogliendo il giusto numero di carte PSI da combinare poi al terminale di Otto, dopo aver acquistato il relativo oggetto; oppure raccogliendo cento fantasticherie; o ancora, trovare nelle varie menti le cosiddette perle di saggezza ci garantisce un ulteriore aumento di grado, senza contare poi la presenza di aumenti istantanei durante l’esplorazione della base madre e dei suoi dintorni.

Psychonauts 2 è un evidente passo avanti rispetto al predecessore

Insomma, Psychonauts 2 prosegue a un ritmo incalzante, trovandoci sempre qualcosa da fare, che sia per collezionismo e completismo (vedasi le missioni secondarie) o per potenziare Raz e uscire con più facilità da situazioni pericolose. Per dare al tutto un tocco di stile, Double Fine ha deciso di introdurre a questo giro le spille, che non hanno solo valore estetico ma servono allo scopo di migliorare ulteriormente le nostre prestazioni e starà a noi decidere quali acquistare e indossare.

La varietà è sorprendente ma dobbiamo ammettere di non averne fatto largo utilizzo: è un’aggiunta senza dubbio interessante, che tuttavia nell’economia del gioco non cambia molto gli equilibri. Pensatelo come un di più da aggiungere a delle abilità (o eventualmente per agevolare l’esplorazione) che di per sé, una volta potenziate singolarmente, risultano sufficienti per proseguire fino alla fine del gioco. Psychonauts 2 del resto, lo abbiamo anticipato, è un gioco che mette l’estro e la creatività al primo posto, lasciando la difficoltà o eventuali stratificazioni del gameplay in secondo piano. I nemici hanno i loro punti di forza e debolezza ma a parte questo si possono sconfiggere con estrema facilità, persino usando poteri meno efficaci contro di loro.

Psychonauts 2 eccelle sotto molti aspetti (primo fra tutti, come anticipato, il level design), purtroppo però si trascina dietro delle magagne dal precedente capitolo: nello specifico uno schema di controlli che avrebbe beneficiato di qualche rifinitura, poiché avendo solo quattro comandi a disposizione si è spesso costretti a fermare il gioco in modo da cambiarli in base alla necessità. Le stesse fasi di platforming a volte non risultano ottimali e le manovre da attivare si rivelano meno precise di quanto servirebbe in realtà.

Nessuno di questi difetti va pesantemente a minare l’esperienza di gioco, anzi, considerato che il gioco riesce a mescolare bene molteplici fasi, da quelle bidimensionali al combattimento nudo e crudo, non sono nemmeno imperfezioni che capitano con eccessiva frequenza. Spiace solo constatare che il gameplay a volte non tiene il passo con tutto il resto del comparto tecnico, artistico e di design. Per il resto, Psychonauts 2 è un evidente passo avanti rispetto al predecessore.


Conclusioni

Psychonauts 2 è un gioco che, ancora una volta, punta sull’estro dei suoi sviluppatori per mettere in scena dei livelli memorabili, ancora più di quanto visto in passato. La diversità delle mappe, come sono costruite e la loro stessa estensione, nonché i numerosi approcci che richiedono a seconda del caso, rendono il secondo capitolo un’esperienza psichedelica ai massimi livelli.

Raz è tornato più in forma che mai, pronto a imbarcarsi in una nuova, avvincente avventura e fare uso dei poteri inediti che apprenderà, cercando di migliorare il suo grado di stagista per migliorarli sempre di più. C’è tantissimo da fare, in Psychonauts 2, e anche se il gameplay non sembra essersi evoluto molto, così come lo schema comandi che sicuramente avrebbe giovato di una revisione, rimane un’esperienza nettamente evoluta rispetto al gioco originale. Speriamo possa aiutare a far conoscere il cult del 2005 e apprezzarlo quanto avrebbe meritato già a suo tempo.

Psychonauts 2 è incluso nel Game Pass, che potete acquistare anche da GameStopZing Italia.

Recensioni in evidenza

Tutte le recensioni