La Cina ha deciso di colpire duramente il mondo del gaming, negli ultimi tempi, a partire da alcune leggi che impediscono ai minorenni di giocare per più di tre ore a settimana. Ora a essere nel mirino del governo è PUBG eSport. Cos’è successo? Semplice: la Cina ha deciso di bandire la competizione eSport. Ma per quale motivo? A rispondere alla domanda è stato Yibo Zhang, il vicepresidente della Commissione eSport e della Gestione della Cultura Cinese.
Quest’importante figura ha spiegato che il ban colpirà principalmente gli organizzatori, le squadre, i content creator di PUBG eSport tutti gli altri. Quindi, questa scelta non andrà a inficiare sulle piattaforme streaming, ma solo le competizioni a tema PUBG.
Di recente, la Commissione Cinese sulla Pubblicazione di Giochi ha rivelato che ben 213 publisher stanno cercando di combattere la “droga” del gioco online. Ed è per questo motivo che il Governo del Dragone ha deciso di realizzare quella legge che per noi occidentali sembra assurda.
Questo ban colpirà i migliaia di tornei PUBG eSport, così come gli organizzatori, squadre, streamer e giocatori professionisti.
È importante notare che Tencent, software house cinese, ha in mano lo sviluppo di PUBG Mobile, dunque questa scelta andrebbe a colpire anche la versione per smartphone della battle royale di PUBG Corp. Sarà interessante vedere come il mondo del gaming e dell’eSport risponderà all’assenza di uno dei più grandi paesi al mondo.
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