Radiant Historia: Perfect Chronology – Recensione

Da sette anni sulle scene, Nintendo 3DS vanta non pochi titoli di valore nella sua libreria, che spesso hanno poco da invidiare alle produzioni più massicce per console casalinghe o computer. In questo scenario un nome particolarmente di spicco è Atlus, che ha contribuito in maniera massiccia all’espansione del parco titoli 3DS proponendo, oltre a produzioni originali come Shin Megami Tensei IV e Persona Q, giochi propri della generazione DS in forma di remake – Etrian Odyssey Untold e Shin Megami Tensei: Devil Survivor Overclocked per citarne un paio. In questi giorni è stato il turno di Radiant Historia: Perfect Chronology, riedizione dell’originale pubblicato nel 2011, una sorpresa a dir poco inaspettata e indubbiamente gradita per tutti i fan dei JRPG. Perché se c’è un appunto che si può fare agli ultimi anni dell’industria videoludica è il progressivo calo dei giochi di ruolo tradizionali: al combattimento a turni si è preferita sempre di più l’azione dinamica e fluida in tempo reale, dunque quando un titolo come Radiant Historia si presenta con il suo gameplay unico rispetto ad altri, che già una volta è riuscito a fare la storia, non può che calamitare l’attenzione. Sette anni fa ha interpretato a modo proprio le regole degli scontri a turni, trasformandoli in una nuova, grande idea. Oggi, nella sua versione Perfect Chronology, ritorna alle origini ma si amplia, spiccando grazie a un racconto emozionante ricco di viaggi nel tempo, unostile di combattimento coinvolgente e tante nuove aggiunte eccellenti per tutti i veterani del genere che non temono le difficoltà.

Certo, il campione incontrastato dopo tutto questo tempo sembra essere ancora Chrono Trigger, ma non possiamo contestare a Radiant Historia: Perfect Chronology (come alla sua versione originale) di essersi ritagliato un posto di tutto rispetto, ricordandoci i classici del passato senza tuttavia dipenderne completamente ed essendo al contempo in grado di reggersi in autonomia grazie ai suoi colpi di scena, meccaniche accattivanti e personaggi memorabili.

Nel mezzo del conflitto fra Alistel e Granorg, in una terra già di per sé devastata da un fenomeno mortale conosciuto come Sand Plague e destinato a sommergere ogni cosa sotto la sabbia, un giovane soldato di nome Stocke viene inviato in missione per scortare ad Alistel una spia le cui informazioni sono vitali per respingere l’offensiva nemica. Il suo superiore gli affida prima di partire un misterioso libro, il White Chronicle, e gli assegna due nuove reclute affinché la missione non corra rischi. Stocke ha una visione in cui i suoi compagni vengono uccisi e, sorprendentemente, così accade: messo alle strette dal nemico, solo, ferito a morte, il giovane tenta il tutto per tutto buttandosi da un ponte nel fiume sottostante ma al suo risveglio si trova in un luogo sconosciuto. È Historia, una realtà sospesa nella quale due figure lo stanno aspettando per offrirgli una rivelazione: Stocke è in grado di controllare il White Chronicle per alterare il corso del tempo e riscrivere la storia come sarebbe dovuta essere. Seppur esitante, fa come gli viene suggerito, scoprendo di poter effettivamente tornare a specifici “nodi” narrativi dai quali la storia prenderebbe un corso significativo e alterarli così da evitare possibili tragedie. Da qui comincia la sua avventura per salvare non solo la sua patria ma il mondo intero.

La meccanica principale di Radiant Historia: Perfect Chronology è appunto questo continuo viaggiare lungo il corso del tempo attraverso eventi che Stocke ha vissuto in prima persona. Sono disponibili due linee narrative, ciascuna con i rispettivi nodi che si influenzano a vicenda: standard e alternativa. Progredire nella storia richiede di muoversi in continuazione fra l’una e l’altra, poiché Stocke non sembra l’unico ad avere questo potere e qualcuno trama nell’ombra per ostacolarlo. Inoltre, alcune missioni secondarie si possono sbloccare o risolvere solo in questo modo. Per fare un esempio, nella linea standard siamo entrati in una caverna solo per trovare un soldato di Alistel senza vita, intrappolato da alcune rocce che evidentemente sono state la causa della sua morte per inedia. Spostandoci sulla linea alternativa l’abbiamo incontrato ancora vivo e siamo riusciti a salvarlo dal suo destino aprendogli il passaggio. Tenete sempre gli occhi aperti quando esplorate un livello, potreste imbattervi in situazioni che solo all’apparenza sono irrisolvibili. Inoltre, doveste trovare difficoltà a procedere con la trama, avete sempre la possibilità di tornare indietro e allenarvi con nemici di livello più basso per fare esperienza: fatene buon uso, perché i combattimenti sono molto spesso impegnativi.

Radiant Historia: Perfect Chronology gode di una scrittura forte e un cast memorabile

Plasmare l’avventura e la storia a nostro piacimento aiuta a mantenere la narrazione di Radiant Historia: Perfect Chronology avvincente per tutto il corso della partita. Pur essendo un’esperienza in gran parte lineare, data dal binomio di scelta giusta/sbagliata che nel peggiore dei casi porta a un rapido game over prima di ricondurci a Historia per ritentare la sorte, questo continuo spostarsi da un nodo all’altro si percepisce come parte attiva nel nostro plasmare la storia. È una meccanica eccellente che, in effetti, sarebbe corretto pensare prima in termini di gameplay e poi di storia: similmente al cambiare colori in Ikaruga oppure mondi in The Legend of Zelda: A Link to the Past, il viaggio nel tempo in Radiant Historia: Perfect Chronology è un modo originale per scoprire nuove aree, eventi e abilità. A rendere ancora più piacevole la nostra immersione nell’universo di gioco concorrono poi una scrittura forte e un cast di personaggi ben caratterizzato, capace di rendersi memorabile. Stocke in particolare è un protagonista che per sua natura rappresenta una ventata d’aria fresca nel cliché che in genere guida gli RPG: anziché controllare un adolescente ingenuo nel suo risveglio e successivo percorso verso la salvezza del mondo, qui gestiamo un personaggio più maturo e consapevole di se stesso come delle proprie capacità, un fattore che fa moltissima differenza. I compagni di Stocke, da parte loro, sanno tutti farsi benvolere in un modo o nell’altro e durante il nostro viaggio lungo i numerosi regni di Vanqueur, ogni nuovo alleato che si unisce al gruppo è un’aggiunta di cui non possiamo che sentirci contenti.

A seguire questa narrazione particolare troviamo diversi colpi di scena anche nel classico modello di RPG a turni al quale potremmo essere abituati. A cominciare dalla mappa: anziché spostarci direttamente da una macro-area all’altra, interconnesse fra loro, procederemo per gradi selezionando zone più piccole di uno stesso luogo in una schermata che ricorda più Super Mario World rispetto a una mappa in stile Dragon Quest. Ciò porta il gioco ad avere maggiore enfasi e focalizzarsi di più sulle singole aree, che godono di una propria importanza. Una volta raggiunto un punto particolare – sia esso una città, un dungeon o una zona in campo aperto – le diverse zone che lo compongono verranno visualizzate nello schermo inferiore, collegate fra loro per farci capire dove conducono. C’è molto da fare qui rispetto ai tipici giochi di ruolo, con diversi enigmi ambientali da superare e l’uso intelligente delle varie abilità che sbloccheremo nel corso della partita. I nemici sono visibili, in modo da permetterci di evitarli se lo desideriamo oppure coglierli di sorpresa con un fendente per stordirli e poi aggredirli alle spalle per dare il via a un attacco prioritario. Appena inizieremo il combattimento capiremo subito la grande rottura delle convenzioni posta in questo senso da Radiant Historia: Perfect Chronology.

Laddove in gran parte possa sembrarci familiare – con la nostra squadra composta da tre membri che possono attaccare, difendere, usare abilità/oggetti – la vera unicità è rappresentata dal modo in cui sono disposti i nemici e dall’importanza che, di conseguenza, assume la posizione durante gli scontri. Messi casualmente lungo una griglia 3×3, sfruttata per creare un effetto incredibilmente creativo, il danno da loro inflitto varia a seconda che si trovino in prima linea (maggiore) o nelle retrovie (ridotto): da qui la necessità di manipolarne la posizione per avvantaggiarci, sfruttando le particolari abilità di ciascun personaggio. Oltre ad abilità classiche è infatti possibile apprenderne alcune in grado di spostare avanti, indietro, a destra o a sinistra il bersaglio fino a fargli raggiungere la casella desiderata, magari la stessa di un altro in modo da colpire poi più nemici simultaneamente. Allo stesso modo è possibile manipolare i turni in base alle nostre esigenze, scegliendo magari di agire in ritardo per lasciar spazio ad altri personaggi. Nel complesso era dai tempi di Bravely Default che non si vedeva un sistema di combattimento tanto coinvolgente.

Naturalmente tutto questo era già presente nella versione DS, dunque cosa aggiunge di nuovo Radiant Historia: Perfect Chronology? Per i principianti c’è molto contenuto aggiuntivo grazie al nuovo personaggio Nemesia e il suo dirigibile, grazie al quale viaggiare attraverso nuove “storie possibili” creando così una terza linea temporale effettiva tutta da esplorare. I giocatori hanno scelta se giocare tutto fin da subito tramite la Perfect Mode, oppure aspettare di aver completato il gioco prima di accedere ai contenuti giocando invece la Append Mode. Per i veterani il livello di sfida si alza grazie alla modalità Difficile, che tiene fede al suo nome: padroneggiare il combattimento e tutte le sue sfumature è necessario per sopravvivere. È inoltre stato aggiunto il Supporto, che vede occasionalmente le riserve del gruppo intervenire nello sconto senza consumare alcun MP – un tocco perfettamente in linea con tutta la struttura ludica. Laddove queste aggiunte al gameplay spiccano, dal punto di vista grafico il gioco ha il merito di non discostarsi troppo dalla versione originale: è stato aggiunto un filmato introduttivo in stile anime e delle key art nei momenti chiave della storia, gli sprite sono più nitidi ma per il resto uguali a quelli DS, pur essendo accattivanti e ben animati. La colonna sonora al contrario non ha avuto bisogno di aggiornamenti: composta da Yoko Shimomura, è perfetta così com’è e le poche tracce aggiunte si fondono benissimo nell’insieme. Ottima invece la scelta di introdurre il doppiaggio, all’altezza delle nostre aspettative e in grado di caratterizzare ancora più profondamente ognuno dei personaggi.

Conclusioni

Quando si tratta di giochi di ruolo a turni, Radiant Historia: Perfect Chronology colpisce tutti i punti giusti, quelli in grado di renderlo un titolo a tutto tondo, merito di un sistema di combattimento semplice da imparare ma impegnativo da mettere in pratica, un cast di personaggi memorabile e una meccanica che permette di gestire la partita al proprio ritmo. Il remake aggiunge nuovi aspetti capaci di rendere l’esperienza ancora più fluida, pur mantenendo intatto ciò che lo ha reso così bello a suo tempo. Radiant Historia: Perfect Chronology è un titolo che richiama i grandi classici pur essendo in grado di reggersi sulle proprie gambe, un JRPG di alto livello che merita senza dubbio il vostro tempo.

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