Colonia– L’annuncio di Rage 2 è stato sicuramente inaspettato: il titolo ID Software uscito originariamente su PS3 e Xbox 360 fu un prodotto controverso.
Mischiava un gunplay fenomenale ad alcuni idee open world, come veicoli o l’esplorazione di aree sparse per la mappa, quasi a ricordare i dungeon dei giochi di ruolo.
Ma se dal punto di vista del gameplay viene ricordato con piacere, lo stesso non lo si può dire per il comparto narrativo, uno strano miscuglio tra Mad Max e un brutto libro di fantascienza, di quelli con una premessa interessante che scade in un finale orribile e sconclusionato.
Ambientato trent’anni dopo il finale del primo (non che sia così rilevante), Rage 2 ci mette nei panni dell’ultimo dei ranger, impegnato in svariate avventure che lo aspettano in questo lussureggiante e spesso inospitale nuovo mondo.
La maestria di ID Software legata agli FPS, unita al concept open world di Avalanche Studios, è sicuramente un connubio particolare e unico, che sembra rendere bene per le premesse su cui poggia questo inaspettato seguito.
La demo offerta da Bethesda durante questa gamescom mi ha lanciato dritto nella mischia, con un breve tutorial a spiegare le novità di gameplay, come l’introduzione di un pulsante per scattare in qualsiasi direzione (utile soprattutto per evadere da alcune situazioni spiacevoli e congestionate) o abilità come un’onda d’urto che se usata nelle vicinanze di uno o più nemici li scaraventa lontano. Non solo, perché per rispecchiare la follia del mondo di gioco, fatto di banditi urlanti e mutanti un po’ inquietanti, gli sviluppatori hanno ben pensato di introdurre un vero e proprio attacco in salto, che colpisce il terreno creando una devastante onda d’urto.
Prevedibilmente unire tutte queste abilità è il focus principale di Rage 2, che pur non essendo vicino alla follia di Bulletstorm riesce a fare della frenesia un elemento che lo contraddistingue e rende più estatico e veloce un gameplay che altrimenti sarebbe l’ennesimo banale shooter. La sezione da me giocata chiedeva di esplorare un vecchio avamposto della società Eden, già presente nel primo capitolo, e di attivare un satellite riportandolo sulla terra.
Una missione piuttosto semplice, certo, ma che ha comunque messo alla prova le mie capacità di giocatore. I nemici, in questo caso i banditi, sono letteralmente ovunque e l’intelligenza artificiale è sembrata in grado di accerchiarmi e rendere la gestione degli spazi un pochino meno facile rispetto al solito. Gli elementi a disposizione sono comunque tanti, e tra mitragliatrici e fucili a pompa è stato piuttosto soddisfacente vedere il loro sangue schizzare ovunque. L’animo arcade dell’esperienza è sicuramente la sorpresa più inusuale di Rage 2. Se si continuano ad uccidere i nemici uno dietro l’altro infatti, si attiverà la possibilità di andare in modalità Overdrive: un vero e proprio berserk mode dove i nostri danni sono amplificati e qualsiasi nostra mossa avrà un effetto devastante sui nemici che ci circondano.
Il level design della struttura, pur sviluppandosi in verticale, mi è sembrato leggermente prevedibile e classico, anche se tutto l’aspetto open world con avamposti e veicoli è ancora tutto da scoprire e valutare, visto il focus di questa presentazione del gameplay con le armi da fuoco.
Se quest’ultimo mi è sembrato trarre il meglio dall’esperienza di ID Software, con un feeling responsivo e appagante, sono rimasto piuttosto deluso dall’utilizzo del boomerang, che seppur ricco di possibilità e movimenti per ostacolare i nemici, non ha la stessa fisicità e pesantezza che restituiva quello del primo Rage. La sensazione è quella di avere una via di mezzo tra l’esperienza del primo capitolo e quella del Mad Max che Avalanche Studios ha sviluppato qualche anno fa per le console di nuova generazione.
Pur partendo col botto e risultando folle al punto giusto, Rage 2 ha ancora molto da dimostrare. L’approccio open world, e gli elementi di esplorazione a piedi e con i veicoli, quest’ultimi anche impegnati in veri e propri scontri mortali, è ancora tutto da scoprire. Così come è da scoprire tutto ciò che concerne la trama e ulteriori elementi di gameplay a supporto del gunplay classico. Ciò che ho visto è bastato comunque a destare un certo interesse, con un gunplay piuttosto solido e gli elementi come l’attacco in salto, la schivata e l’onda d’urto che aggiungono nuove possibilità strategiche, con cui divertirsi maciullando manichini digitali. In attesa di poter rimettere mano su Rage 2, mi riservo il diritto di esserne giustamente dubbioso.